La giusta distanza

In generale il film è buono. Tempo speso (al cinema) sostanzialmente bene: Mazzacurati è molto bravo a confezionare piccole storie in gradevoli pellicole. Se siete tra quelli che riescono a ancora a superare lo sfinimento per il minimalismo all'italiana (si potrà dire così?), con questo film si gradiscono buoni personaggi di una buona (piccola) storia, molto ben fotografata di nebbie e di pioppi nel delta del Po, col pregio di NON voler essere presuntuoso e pretenzioso (le sfilacciate lodi sputacchiate in disordine dai TG Rai gli faranno più danno che bene...), e potrete godervi la bellezza di Mara (splendida Valentina), la bontà scritta scolpita sul viso di Hassan (Hamed Haflene), la paciosità piana dell'umanità varia fluviale del Po che pure Mazzacurati bilancia, al solito, col suo consueto apprezzabile uso del "ritmo" molto frizzante, e potrete dire di aver visto una simpatica storia di cudele ingiustizia , di aver potuto sorridere un po’ prima del dramma, di aver saputo gradire un’italianità che dirbla la banalità della cronaca locale per dedicarsi tutta ai suoi slanci di idealità, o di sogno, o di follia, con inutizioni che concordo essere degne del genio di Fellini, (la scena finale del “suonato” che insegue col suo “Ape” la corriera che sta portando Giovanni, il giovane protagonista, a Milano), e con suggestioni “piccole”, ma efficaci Mazzacurati riprende la buona vena dei suoi primi film.