La zona

Ricchi, poveri e recinzioni

Un tempo i dannati della Terra erano rinchiusi nei ghetti. Oggi capita l’opposto: sono i privilegiati a barricarsi in cittadelle fortificate (o in Suv da battaglia) per proteggersi dagli abitanti delle banlieue povere. La mutazione è raffigurata molto bene nella Zona, film messicano premiato a Venezia e Toronto. Città del Messico: durante un temporale tre ragazzi delle favelas penetrano della «zona» del titolo, quartiere residenziale protetto da mura e guardie private. Durante un tentativo di furto, uccidono una donna; due sono abbattuti dai residenti; il terzo fugge, ma non può uscire dall’area recintata. In una scena allucinante, l’assemblea di condominio vota di farsi «giustizia» da sé: bande di vigilantes armati, architetti e ginecologi, pattuglieranno il perimetro alla caccia del sopravvissuto. Piaccia o no, è un’immagine realistica del mondo in cui viviamo: la maggioranza appare certa del potere assoluto dei soldi, della corruttibilità della polizia, dei diritti del più ricco. Non ci sta invece Alejandro, un coetaneo del ricercato. Scritto e diretto senza concessioni, un film che tutti (a cominciare dai giustizialisti di casa nostra) dovrebbero vedere e rivedere.
Da La Repubblica, 4 aprile 2008


di Roberto Nepoti, 4 aprile 2008