chiari alessandro
|
lunedì 31 dicembre 2007
|
il lupo perde il pelo ma non il vizio
|
|
|
|
Marianne Faithfull era una stella quando cantava ed é rimasta una stella adesso che é passata alla recitazione; la sua é una interpretazione da manuale, calibrata, misurata ma certamente non fredda. Ma é tutto il film che non deve assolutamente essere perso, che mi ha fatto riappacificare non solo con il cinema ma anche con la vita. Dopo tanti dis-piaceri, finalmente un piacere ("forte" lo definirebbe forse la Signora Detassis). Come scordare infatti la recitazione di Miki, il burbero benefico, volto cesellato con martello e scalpello, capace di passare dal cinico all'umano con un quasi impercettibile cambiamento nell'espressione del viso? Film che, come quasi tutti i grandi film, porta la nostra coscienza a confrontarsi con alcune riflessioni profonde: ha ragione il figlio quando dice che la madre é una puttana e non accetterà mai i suoi soldi o ha ragione la madre quando dice che non é una puttana e che non si pentirà mai? Fin dove é moralmente lecito spingersi, anche se per amore? Chi vince nel nostro scontro interno tra apparenza e sostanza: l'amica che s-puttana Irina dicendo che si é trovata una nuova compagnia a causa del "lavoro" di Irina o Irina che s-puttana l'amica rivelando che era stata l'amante, perdipiù masochista, di suo marito? Il tutto condito con succulenti dosi di amore sparse in abbondanza durante le due ore di proiezione: l'amore di Irina per il nipotino, quello dei genitori sempre per il figlio e tra di loro, quello "impossibile" tra Irina e Miki, passione che un abile regista riesce a farci intuire da subito ma che esplicita con un tenerissimo bacio solo nella scena finale.
[+]
Marianne Faithfull era una stella quando cantava ed é rimasta una stella adesso che é passata alla recitazione; la sua é una interpretazione da manuale, calibrata, misurata ma certamente non fredda. Ma é tutto il film che non deve assolutamente essere perso, che mi ha fatto riappacificare non solo con il cinema ma anche con la vita. Dopo tanti dis-piaceri, finalmente un piacere ("forte" lo definirebbe forse la Signora Detassis). Come scordare infatti la recitazione di Miki, il burbero benefico, volto cesellato con martello e scalpello, capace di passare dal cinico all'umano con un quasi impercettibile cambiamento nell'espressione del viso? Film che, come quasi tutti i grandi film, porta la nostra coscienza a confrontarsi con alcune riflessioni profonde: ha ragione il figlio quando dice che la madre é una puttana e non accetterà mai i suoi soldi o ha ragione la madre quando dice che non é una puttana e che non si pentirà mai? Fin dove é moralmente lecito spingersi, anche se per amore? Chi vince nel nostro scontro interno tra apparenza e sostanza: l'amica che s-puttana Irina dicendo che si é trovata una nuova compagnia a causa del "lavoro" di Irina o Irina che s-puttana l'amica rivelando che era stata l'amante, perdipiù masochista, di suo marito? Il tutto condito con succulenti dosi di amore sparse in abbondanza durante le due ore di proiezione: l'amore di Irina per il nipotino, quello dei genitori sempre per il figlio e tra di loro, quello "impossibile" tra Irina e Miki, passione che un abile regista riesce a farci intuire da subito ma che esplicita con un tenerissimo bacio solo nella scena finale.
Lunga vita alla Regina.
[-]
[+] vada al diavolo!
(di nadia)
[ - ] vada al diavolo!
|
|
[+] lascia un commento a chiari alessandro »
[ - ] lascia un commento a chiari alessandro »
|
|
d'accordo? |
|
atena
|
martedì 15 gennaio 2008
|
irina palm... femminismo versione hard
|
|
|
|
Gioco di mani in tutti i sensi quello di Irina. Il regista, abile nell'uso dei simboli, allude alla mano creatrice, che qui produce un seme che gettato in un cestino –altro simbolo- per una vita altrimenti destinata a soccombere.. Superiore alle amiche nel trascendere il perbenismo ipocrita (film ambientato non ca caso e in modo inequivocabile in inghilterra) Irina, senza la pretesa di essere eroica, mostra quella che uno psicologo definirebbe centratura: trova la soluzione ad un problema senza immolarvi la propria dignita, poiché il giudizio viene prima di tutto da noi stessi. Superiore alla fragilità del figlio, che non sa comprendere fuori dagli schemi, e della nuora, che non sa agire, Irina è, oltre che una denuncia della fragilità delle nuove generazioni, un moto di femminismo, che mostra come le Mani sacre delle donne, anche nella discesa agli inferi di un pornoshop, possano generare dignità per sè e per gli altri (come accade al gestore del locale).
[+] i agree with atena
(di parnasiano)
[ - ] i agree with atena
|
|
[+] lascia un commento a atena »
[ - ] lascia un commento a atena »
|
|
d'accordo? |
|
stefano bruzzone
|
sabato 5 ottobre 2013
|
interessante
|
|
|
|
la storia di una signora di mezza età che per reperire il denaro sufficente a curare il nipotino in fin di vita decide di prostituirsi...lo farà in modo originale. se vogliamo una sceneggiatura banalissima ed una regia scolastica, ma la bravura della protagonista e la sottile ironia, nonostante l'argomento sia tutt'altro che divertente, con la quale gli autori ci raccontano la storia, fan si che il film risulti una piccola chicca di humor nero inglese. interessante
Voto: 7
|
|
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »
[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
|
|
d'accordo? |
|
fabal
|
sabato 18 novembre 2017
|
un pretesto che funziona
|
|
|
|
Il nipotino di una attempata signora è gravemente malato, e solo una cura sperimentale in Australia può salvarlo. I genitori, però, sono in precarie condizioni economiche e non possono sostenere le spese per il viaggio. La nonna, in segreto, decide di trovare un lavoro per contribuire: le opportunità scarseggiano finché l’annuncio di una “hostess” per un night club non attira la sua attenzione. Il concetto di hostess richiesta è molto particolare. Maggie accetta e non solo guadagna a sufficienza per le cure del nipotino ma diventa Irina Palm, la mano più famosa di Londra.
Siamo onesti: per chi non ha mai sentito nominare il film, l’interesse nasce unicamente dalla lettura di un abbozzo di trama.
[+]
Il nipotino di una attempata signora è gravemente malato, e solo una cura sperimentale in Australia può salvarlo. I genitori, però, sono in precarie condizioni economiche e non possono sostenere le spese per il viaggio. La nonna, in segreto, decide di trovare un lavoro per contribuire: le opportunità scarseggiano finché l’annuncio di una “hostess” per un night club non attira la sua attenzione. Il concetto di hostess richiesta è molto particolare. Maggie accetta e non solo guadagna a sufficienza per le cure del nipotino ma diventa Irina Palm, la mano più famosa di Londra.
Siamo onesti: per chi non ha mai sentito nominare il film, l’interesse nasce unicamente dalla lettura di un abbozzo di trama. Irina Palm è un film furbo, autopubblicizzante, che stimola la visione quando già si conosce la tematica scottante che tratta, ossia a quale “palmo” effettivamente si riferisca il titolo.
Ironica e contraddittoria, la storia ruota tutta intorno al singolare impiego di Maggie: una donna ormai non più giovane, vedova, alle prese con un’attività di natura sessuale in cui inizialmente è impacciata, per poi diventare abile e richiesta, intravvedendo nel lavoro addirittura una nuova realizzazione personale. La natura pretestuosa di Irina Palm rimane evidente dall’inizio alla fine, mettendo in secondo piano sia gli altri personaggi (ad eccezione del padrone del night club, ben interpretato da Miki Manojlovic), sia il fine nobile per cui Maggie fa quel che fa: lo spettatore è, in soldoni, più interessato alla sviluppo della tecnica lavorativa di Irina, a scoprire se e come la protagonista sarà a suo agio con se stessa e col mondo.
Va detto, però, che questo elemento hard, benché trascinante, è affrontato in maniera asciutta dal regista Sam Garbarski, senza sensazionalismo e cercando di mantenere il buon gusto: la narrazione è sorda, morigerata, come l’aplomb mantenuto da Marianne Faithfull che mai dà in escandescenza, sia a lavoro che dentro le mura di casa. La volgarità è addolcita dall’ironia che la protagonista sa fare propria come quando, isolata dalle sue amiche scandalizzate, rinfaccia prontamente le loro ipocrisie. La scelta di spezzettare il film in alcuni piccoli capitoli che si concludono con una dissolvenza in nero sembra un escamotage per non divagare, per riportare costantemente lo spettatore “al sodo”.
Il risultato, comunque, non è affatto malvagio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabal »
[ - ] lascia un commento a fabal »
|
|
d'accordo? |
|
peterfinneganpop67
|
lunedì 4 febbraio 2008
|
un lampo di luce nella buio del mondo attuale
|
|
|
|
In questi tempi cupi, pieni di nullismo e relativismo spinto, dove tutto equivale a niente,
vedere questo film riconcilia con il senso del bene. La crisi attuale dell'occidente è crisi per eccesso di benessere materiale. Ad esempio in Italia si dice che le famiglie non arrivano più a fine mese: le cause non sono solo esterne dovute all'aggressività dei paesi che detengono il petrolio (e che ci vogliono distrutti....), ma soprattutto dipendono dallo scarso impegno che ogni cittadino mette nel proprio lavoro. Ciascuno crede che tutto gli è dovuto come diritto, dei doveri non si parla mai e tutti corrono alla ricerca di questi diritti. Basta vedere le trattorie o i ristoranti cinesi: sono pieni tutte le sere della settimana! La crisi consiste nel credere di essere liberi di non cucinare più a casa, il che equivale a credere che tutto è comprabile.
[+]
In questi tempi cupi, pieni di nullismo e relativismo spinto, dove tutto equivale a niente,
vedere questo film riconcilia con il senso del bene. La crisi attuale dell'occidente è crisi per eccesso di benessere materiale. Ad esempio in Italia si dice che le famiglie non arrivano più a fine mese: le cause non sono solo esterne dovute all'aggressività dei paesi che detengono il petrolio (e che ci vogliono distrutti....), ma soprattutto dipendono dallo scarso impegno che ogni cittadino mette nel proprio lavoro. Ciascuno crede che tutto gli è dovuto come diritto, dei doveri non si parla mai e tutti corrono alla ricerca di questi diritti. Basta vedere le trattorie o i ristoranti cinesi: sono pieni tutte le sere della settimana! La crisi consiste nel credere di essere liberi di non cucinare più a casa, il che equivale a credere che tutto è comprabile. Ma non è così: preparare un pasto per un altro non è misurabile in danaro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peterfinneganpop67 »
[ - ] lascia un commento a peterfinneganpop67 »
|
|
d'accordo? |
|
britannico
|
sabato 16 ottobre 2010
|
furbo di denuncia poco credibile.
|
|
|
|
Basso voto su una sceneggiatura poco credibile, di buoni sentimenti, una donna fuori mercato trova il successo (inverosimile), in un locale a luci rosse, nella masturbazione a gettone, salva il nipotino da una fine certa, per una patologia rara la cui cura e viaggio richiedono molte sterline, finale d'amore con il troglodita proprietario del locale. Dialoghi lenti, talvolta assenti, il regista vuol convicerci che il denaro facile è neccessariamente sporco e il perbenismo un valore, ne è esempio lo scatto del figlio nel definire la madre "una prostituta", che c'è di peggio del non fare, i genitori, e l'assenza di pietas romana nelle amiche da salotto.
[+]
Basso voto su una sceneggiatura poco credibile, di buoni sentimenti, una donna fuori mercato trova il successo (inverosimile), in un locale a luci rosse, nella masturbazione a gettone, salva il nipotino da una fine certa, per una patologia rara la cui cura e viaggio richiedono molte sterline, finale d'amore con il troglodita proprietario del locale. Dialoghi lenti, talvolta assenti, il regista vuol convicerci che il denaro facile è neccessariamente sporco e il perbenismo un valore, ne è esempio lo scatto del figlio nel definire la madre "una prostituta", che c'è di peggio del non fare, i genitori, e l'assenza di pietas romana nelle amiche da salotto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a britannico »
[ - ] lascia un commento a britannico »
|
|
d'accordo? |
|
|