giovanna
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mercoledì 25 gennaio 2017
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ottimo film
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Commedia ironico, voltato. Privo di superficialità.
Da vedere e assaporare.
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aristoteles
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venerdì 22 aprile 2016
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limonata dolce
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Molto più bello e divertente dei "Tenenbaum",non so perché mi ricorda vagamente"Fratello dove Sei".
Tre fratelli prendono un treno che attraversa L'India alla ricerca degli affetti più cari (la madre).
Cercheranno allo stesso tempo di ritrovare rapporti perduti.
Non c'è un attimo di sosta,gli eventi si susseguono veloci,l'ambientazione è molto gradevole e gli attori offrono interpretazioni di ottimo livello.
La sceneggiatura è originale e stravagante e qualcuno potrebbe anche storcere il naso.
Tuttavia la superficialità di fondo è ben congeniata e studiata in modo tale da non diventare fastidiosa.
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Molto più bello e divertente dei "Tenenbaum",non so perché mi ricorda vagamente"Fratello dove Sei".
Tre fratelli prendono un treno che attraversa L'India alla ricerca degli affetti più cari (la madre).
Cercheranno allo stesso tempo di ritrovare rapporti perduti.
Non c'è un attimo di sosta,gli eventi si susseguono veloci,l'ambientazione è molto gradevole e gli attori offrono interpretazioni di ottimo livello.
La sceneggiatura è originale e stravagante e qualcuno potrebbe anche storcere il naso.
Tuttavia la superficialità di fondo è ben congeniata e studiata in modo tale da non diventare fastidiosa.
Il finale forse è fin troppo romanzato.
Un'avventura frizzante che non vi deluderà.
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alexander 1986
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venerdì 18 marzo 2016
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mangia, prega e ridi
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India, regione del Darjeeling. Tre fratelli che non si parlano dalla morte del loro padre provano a ricucire il loro rapporto con il tipico viaggio spirituale. Complice la loro profonda immaturità, sebbene declinata in modi diversi, si cacciano in una serie di pasticci. Uno di loro ha però in serbo per gli altri due una sorpresa: il vero scopo del loro passaggio in India.
Quinta e meno celebrata fra le pellicole di Wes Anderson, regista di culto negli anni Duemila. Esemplare del suo stile: umorismo in equilibrio tra il sofisticato e il demenziale, citazionismo, scenografia sopra le righe e parata di star disposte anche a cameo. Per non parlare di una colonna sonora da urlo. Una storia semplice che sembra parodiare la mania new age per i viaggi indiani, per poi auto-ritrattarsi e diventare davvero un romanzo di formazione.
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India, regione del Darjeeling. Tre fratelli che non si parlano dalla morte del loro padre provano a ricucire il loro rapporto con il tipico viaggio spirituale. Complice la loro profonda immaturità, sebbene declinata in modi diversi, si cacciano in una serie di pasticci. Uno di loro ha però in serbo per gli altri due una sorpresa: il vero scopo del loro passaggio in India.
Quinta e meno celebrata fra le pellicole di Wes Anderson, regista di culto negli anni Duemila. Esemplare del suo stile: umorismo in equilibrio tra il sofisticato e il demenziale, citazionismo, scenografia sopra le righe e parata di star disposte anche a cameo. Per non parlare di una colonna sonora da urlo. Una storia semplice che sembra parodiare la mania new age per i viaggi indiani, per poi auto-ritrattarsi e diventare davvero un romanzo di formazione. Da vedere.
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francesco2
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sabato 18 luglio 2015
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critica ed autocritica
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Il contributo di chi scrive, da intendersi come una critica, è al contempo una -Almeno parziale- AUTOcritica attinente il film in questione.
Perché; dopo aver visto -In televisione- i decisamente sopravvalutati "Tember baum" ed un film, invece, molto eccentrico ed intelligente come "Steve Zissou", avevo visto in
questo film una conferma dell'eccentricità pittoresca di Wes Anderson, che si accompagna ad un'umanità nel descrivere i suoi personaggi, lontana allo stesso tempo da
santificazioni e dai cosiddetti buonismi: ma niente di più. E tale impressione era stata ancor più raforzata dal gustoso, ma esageratamente osannato, "Moonrise Kingdom".
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Il contributo di chi scrive, da intendersi come una critica, è al contempo una -Almeno parziale- AUTOcritica attinente il film in questione.
Perché; dopo aver visto -In televisione- i decisamente sopravvalutati "Tember baum" ed un film, invece, molto eccentrico ed intelligente come "Steve Zissou", avevo visto in
questo film una conferma dell'eccentricità pittoresca di Wes Anderson, che si accompagna ad un'umanità nel descrivere i suoi personaggi, lontana allo stesso tempo da
santificazioni e dai cosiddetti buonismi: ma niente di più. E tale impressione era stata ancor più raforzata dal gustoso, ma esageratamente osannato, "Moonrise Kingdom".
In realtà, questa nuova visione del "Treno" mi ha aperto gli occhi su un nuovo sguardo che, almeno parzialmente, l'omonimo del regista di "Magnolia" sa lanciare verso la
realtà. Come dimostrano, infatti, le parentesi sui tentativi di aiutare i ragazzini ed il personaggio della madre, figura tratteggiata magari non benissimo ma più complessa di
come mi fosse apparsa la prima volta, quest'opera non disdegna affatto il momento della tragedia; che non viene annacquata, come si rimprovera -A torto?- a certo cinema
nostrano,né assume i toni dell'espiazione cattolicheggiante o cristianeggiante. "Semplicemente", manifesta l'impotenza dei nostri (non)eroi, né vincitori né vinti probabilmente.
Per i quali, forse, la dimensione stravagante (appena) vissuta è un modo di recuperare la "normalità".
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(di francesco2)
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stefano73
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lunedì 23 marzo 2015
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sgangherato
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Film "Il treno per il Darjeeling"(Usa,2007). Francis, Peter e Jack dopo la morte del padre partono per un viaggio in treno per l'India alla ricerca della madre e dei legami perduti. Film paesaggisticamente gradevole ma banalotto, sgangherato e senza emozioni. Voto:5
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jackiechan90
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domenica 19 ottobre 2014
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anderson e i suoi mondi immaginari
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Wes Anderson si conferma con questo film creatore di mondi immaginarie claustrofobici (il treno Darjeeling Limited, la nave di Steve Zissou...) che sono delle vere e proprie realtà parallele dove vengono racchiuse varie umanità. Qui abbiamo tre fratelli (Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman) uno più disfunzionale dell'altro che si ritrovano su un treno diretti verso un non ben definito convento dove la loro madre (Anjelica Huston) si è rifugiata per fuggire dal mondo (e dalle proprie responsabilità) dopo la morte del marito. Il viaggio sarà una scusa per ritrovarsi e appianare le divergenze che corono fra i tre. Anche qui, come in altri suoi film, Anderson approfitta della storia per parlare di altro e il genere (road movie) per inserire simpatici siparietti comici che alleggeriscono il film.
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Wes Anderson si conferma con questo film creatore di mondi immaginarie claustrofobici (il treno Darjeeling Limited, la nave di Steve Zissou...) che sono delle vere e proprie realtà parallele dove vengono racchiuse varie umanità. Qui abbiamo tre fratelli (Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman) uno più disfunzionale dell'altro che si ritrovano su un treno diretti verso un non ben definito convento dove la loro madre (Anjelica Huston) si è rifugiata per fuggire dal mondo (e dalle proprie responsabilità) dopo la morte del marito. Il viaggio sarà una scusa per ritrovarsi e appianare le divergenze che corono fra i tre. Anche qui, come in altri suoi film, Anderson approfitta della storia per parlare di altro e il genere (road movie) per inserire simpatici siparietti comici che alleggeriscono il film. Il tutto in un atmosfera dichiaratamente postmoderna, dove convivono elementi del cinema classico con canzoni anni 70 ed estetica pop. Un film leggero e godibile che però racchiude dentro di sè una morale profonda e un leggero retrogusto cinico e sadico. I personaggi appaiono come spaesati e fuori dal mondo reale, ma perfettamente a loro agio nel mondo di Anderson, il treno-carrozza dove ci si può rilassare con limonata dolce, avvenenti hostess, serpenti letali che scappano dalle loro gabbie e burbere turiste tedesche. C'è spazio anche per un cameo di Bill Murray nei panni di un uomo d'affari che perde il treno, su cui si cela un interrogativo: è forse il fantasma del padre defunto che segue i tre nel loro viaggio? il bello dei film di Anderson è che lascia libera interpretazione allo spettatore. Un consiglio: prima di vedere il film vedetevi anche il cortometraggio iniziale "Hotel Chevalier" con Jason Schwartzman e una stupenda Natalie Portman! Bello quasi quanto tutto il film.
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j.trav
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domenica 23 febbraio 2014
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decisamente mediocre
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lukezissou
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martedì 14 gennaio 2014
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il treno della vita che non lascia a piedi nessuno
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A volte, anche se difficoltoso, bisogna cercare di soffermarsi su quello che vediamo e non rimanere freddi ed asettici come un neurologo alla vista di un cervello. Perchè se per un primario in neurologia un cervello è solo l'organo principale del sistema nervoso centrale e quello rimane, per il tizio che ti ha dato il pane stamattina o il tuo vicino di pianerottolo può essere visto come qualcosa di diverso, magari come la porta ad un mondo onirico dove tutto ciò che è può essere ma anche non essere. Ecco, per giudicare un film di Wes Anderson bisogna togliersi il camice da neurochirurgo ed usare la lente d'ingrandimento del sognatore.
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A volte, anche se difficoltoso, bisogna cercare di soffermarsi su quello che vediamo e non rimanere freddi ed asettici come un neurologo alla vista di un cervello. Perchè se per un primario in neurologia un cervello è solo l'organo principale del sistema nervoso centrale e quello rimane, per il tizio che ti ha dato il pane stamattina o il tuo vicino di pianerottolo può essere visto come qualcosa di diverso, magari come la porta ad un mondo onirico dove tutto ciò che è può essere ma anche non essere. Ecco, per giudicare un film di Wes Anderson bisogna togliersi il camice da neurochirurgo ed usare la lente d'ingrandimento del sognatore. Così d'un tratto, quel treno per il Darjeeling si trasforma, e da un banale viaggio in carrozza fra tre fratelli strampalati e così diversi tra di loro si tramuta ne “Il Treno" che tutti, prima o poi nella vita dobbiamo affrontare e salirci in corsa. Vista così la storia del regista texano non appare più così apatica e scarna ma anzi scruta imperturbabile nel carattere dei tre giovani uomini e scova quei problemi e quelle paure che non risultano poi così lontane dalla realtà.
Il desiderio di rivedere la propria madre di cui si sono perse le tracce. La mancanza di una donna tanto amata e che ora non c'è più. La paura di uomo di affrontare la paternità. Queste sono solo alcune sfumature che si intrecciano tra battutte brevi e incisive, tra i colori sgargianti indiani ed una musica passata che confonde sulla reale epoca in cui la storia si svolge.
E allora di corsa, con le nostre valigie pesanti e piene di ricordi e speranze saltiamo sul treno della vita verso la prossima fermata, misteriosa come le notti dell'India.
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tgillian
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venerdì 7 ottobre 2011
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mah
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bamanuel26
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venerdì 23 settembre 2011
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tanto fumo e tanto arrosto (nascosto)
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Il treno per il Darjeeling è il solito film che apparentemente è vuoto ed insignificante, il solito film dove viene dato spazio solamente alle ambientazioni e ai magistrali metodi di ripresa... I colori dell'India, le ambientazioni e gli attori rendono il film già di per se molto appetibile a prescindere dalla trama; ma volendo parlare proprio della trama non la trovo per niente inferiore a tutto il resto, come in molti invece sostengono... Esso è un film che appena finito ti fa sembrare vuoto di contenuto significante, ma mezz'ora dopo ti fa venir voglia di rivedere alcune delle scene più significative, durante il film è facile immedesimarsi in uno o addirittura in tutti e tre i fratelli, anche perchè il loro è un approccio amichevole più che fraterno all'inizio, è un po' come ritrovarsi in un treno con due amici di cui conosciamo tutti i difetti e con i quali difficilmente riusciremmo a convivere per riscoprirci fratelli alla fine di un' esperienza semi-disastrosa.
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Il treno per il Darjeeling è il solito film che apparentemente è vuoto ed insignificante, il solito film dove viene dato spazio solamente alle ambientazioni e ai magistrali metodi di ripresa... I colori dell'India, le ambientazioni e gli attori rendono il film già di per se molto appetibile a prescindere dalla trama; ma volendo parlare proprio della trama non la trovo per niente inferiore a tutto il resto, come in molti invece sostengono... Esso è un film che appena finito ti fa sembrare vuoto di contenuto significante, ma mezz'ora dopo ti fa venir voglia di rivedere alcune delle scene più significative, durante il film è facile immedesimarsi in uno o addirittura in tutti e tre i fratelli, anche perchè il loro è un approccio amichevole più che fraterno all'inizio, è un po' come ritrovarsi in un treno con due amici di cui conosciamo tutti i difetti e con i quali difficilmente riusciremmo a convivere per riscoprirci fratelli alla fine di un' esperienza semi-disastrosa... A mio parere c'è molto sentimento in questo film, ma solo di quello razionale, non quello delle favole e questo lo rende ancora più unico. Io applaudisco Wes Anderson!
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