Il petroliere

Avido ma eroico, ecco il mio petroliere

Robert Altman, glielo aveva detto: «Questo film diventerà qualcosa di speciale per te». II grande regista non aveva ancora visto Il Petroliere del giovane Paul Thomas Anderson, ma non si sbagliava: il film, tratto dal romanzo di Upton Sinclair Petrolio! del 1927 - imperniato sulla figura di un cercatore d'oro e argento che diventa un magnate del petrollo(personaggio interpretato magistralmente dall'inglese Daniel DayLewis) - viene acclamato come un capolavoro e, già passato a Berlino, è dato per favorito nella corsa agli Oscar. Naturale che Anderson, che vive non lontano da North Hollywood, la zona di Los Angeles dov'è cresciuto e ha ambientato tutti i suoi film prima del Petroliere, parli volentieri della sua ultima fatica
Come è nata l'idea di fare un film dal romanzo di Sinclair?
,«Sono sempre stato interessato al periodo della scoperta dei giacimenti petroliferi in California. Poi, anni fa, in una libreria di Londra, mi è capitata in mano una copia di Petrolio!, sulla vita nei centri urbani californiani trasformati dal boom petrolifero d'inizio del `900. Quindi ho fatto riferimento soprattutto alla biografia del petroliere Edward Doheny, scritta da Margaret Leslie Davis».
Daniel Plainview, il protagonista, è l'incarnazione dell'ambizione...
«Sì, ma un individuo come Plainview ha anche qualcosa di eroico. La sua feroce aggressività imprenditoriale si accompagna a una grande autodisciplina e si capisce meglio se si pensa alle durezze dell'epoca».
Il film è anche una critica al capitalismo? «All'impulso capitalista, talora ammirevole, quando sfocia nell'avidità più riprovevole. Penso agli effetti che la scoperta del petrolio ha provocato, agli affari sottobanco, agli investimenti illegali».
Da Il Venerdì di Repubblica, 15 febbraio 2008

di Silvia Bizio, 15 febbraio 2008