Harry Potter e l'ordine della fenice

Potter sfida se stesso tra cinema e letteratura

Harry Potter non deve morire! «Save Harry!». Imperiose petizioni, fiammeggianti siti Internet, folle inferocite di fan, chiedono alla più ricca signora d'Inghilterra, l'autrice J. K Rowling (800 milioni di euro guadagnati per i primi sei romanzi harrypottiani) di concedere un rinvio, se non addirittura una grazia imperitura, al mago prediletto, che, si teme angosciosamente da luttuosi segnali, possa porre fine alla saga con la sua stessa fine.
Ma la moltitudine di lettori babbani che lo seguono dai. suoi 12 anni divorando fino ad ora 325 milioni di copie (7 milioni in Italia, pubblicate da Salani) non ci sta, e tale è il trambusto angosciato attorno alle sue sorti, che potrebbe scatenarsi un duello mortale come quello tra Harry Potter e Lord Voldemort, tra il quinto film della serie, Harry Potter e l'Ordine della Fenice di David Yates, in 700 sale italiane da oggi, e l'attesissimo ultimo romanzo, Harry Potter and the Deathly Hallows, che, solo in lingua inglese (in italiano a dicembre) sarà nelle librerie alla mezzanotte del 21 luglio, cioè tra 10 giorni. La lotta sarà epocale e non è detto che per la prima volta, forse, un libro non abbia la forza negromantica di battere Hollywood. E Infatti, quando finalmente si conoscerà la sorte finale, forse funesta, di Harry ed Hermione e Ron e Voldemort, si avrà ancora voglia di passare 137 minuti tra la periferia di Londra e il collegio di Hogwarth, tra la barba a coda di cavallo del venerabile preside Silente e le bacchette magiche luminose, sapendo ormai come va a finire e chi morirà?
Meglio dunque affrettarsi tutti al cinema da oggi, grandi e piccini (che all'anteprima dormivano beati) a vedere questo quinto Harry Potter, con un Daniel Raddliffe diventato giovanotto, il corpo palestrato sotto le magliette, il collo taurino, non restandogli del piccino che fu altro che gli occhialoni rotondi, in più sempre l'aria preoccupata, triste, da manager nei guai: e quando dà il suo primo (annunciato e attesissimo dagli harrypottiani) bacio sulla bocca scegliendo all'uopo la compagna Cho Chang, resta impassibile come se avesse leccato un francobollo, e anche il pubblico non emette un solo lamento, reso casto dalla serie di film, e di libri, forse dai profondi significati psicologici se non addirittura, secondo alcuni studiosi, politici, ma assolutamente asessuati. Sono ben altri, non certo i pruriti sessuali dell'adolescenza, i tormenti che affliggono il giovane mago: nessuno gli crede quando assicura che il terrificante "Tu-sai-chi" è tornato a far danni diabolici, e soprattutto, massimo dei tormenti, viene a sapere che lui e il mortale nemico Voldemort (il noto rnasochista Ralph Fiennes, cadaverico, ghignante e senza naso), sono misteriosamente legati; e a quali contorcimenti tipo mal di pancia il povero ragazzo deve abbandonarsi per impedire che l'orrido Lord lo penetri (mentalmente, ovvio) e lo faccia diventare da mago buono a mago malefico come lui!
A Hogwarts questa volta si studia poco e neppure si toccano le meravigliose torte dell'immenso refettorio, ma molto si cospira per salvare il mondo, come fossimo nel '68. Tra i vecchi insegnanti, il lugubre Alan Rickrnan, la irriconoscibile Emma Thompson, Maggie Smith con il suo cappello a cono, s'inserisce la favolosa Imelda Staunton: quella che si prese un Leone d'Oro a Venezia nel 2004 come soccorrevole praticona di aborti clandestini in Il segreto di Vera Drake, qui geniale professoressa sempre vestita di rosa nello stile della defunta Regina Madre con un simpatico tocco Thatcher, voce flautata, sorriso permanente, arrogante, arrampicatrice, retrograda e torturatrice di apprendisti stregoni.
Altra new entry Helena Bonham Carter, una Mangiamorte particolarmente terrorizzante, con esagerate occhiale nere e riso da Dracula. Si sa che in questi film solo le intelligenze superiori riescono a seguire la storia e a capirne l'eventuale senso profondo: gli altri un po' sbadigliano, un po' si lasciano incantare dalle scenografie come sempre di Stuart Craig, che o accecano causa lampeggiare di bacchette magiche, o stordiscono per l'accavallarsi frenetico di immagini negli incubi di Harry. Molto buio, molti ambienti plumbei, soliti Thestral alati e centauri e voli supersonici sulle scope, fantastici sopra Londra illuminata.
II 23 luglio Daniel Radcliffe compie 18 anni, entra in possesso della sua fortuna e diventa uno scapolo d'oro ancorché giovane: chissà le donne. Furbo, ha già esordito in teatro tutto nudo, con plauso di critica e signore, in Equus di Peter Schaffer, nel ruolo di un giovane squilibrato assassino, e per la televisione impersonerà il figlio di Rudyard Kipling mai più tornato dalla guerra. E Harry Potter? La signora Rowling, che splendendo di denaro è diventata anche molto bella, ha annunciato che a morire nell'ultimo romanzo «sono più di due». Ma chi? Dei personaggi chiave, sono già morti Sirius Black (Gary Oldman, l'unico belloccio del film) in L'Ordine della Fenice, dove svanisce in fumo, e Albus Silente, il barbuto Michael Gambon, nel sesto libro, "Il principe mezzosangue" che diventerà un film l'anno prossimo. In più già dal film adesso nella sale pare di capire che il buon Harry sia troppo tormentato per restare tale: e che gli sia riservato un destino alla Voldemort. in questo caso potrà restare in vita a far danni, o i suoi amici, Hermione o Ron, non lo faranno fuori per buon cuore? Si fa per dire, per Carità, pure illazioni. Ma, implorano i fan, se proprio deve morire, ma si spera di no, almeno fatelo resuscitate, come i personaggi di Beautiful sempre pronti a tornare in vita. Pero se nell'ultimo film della serie che uscirà nel 2010, Harry e Daniel avranno già superato i vent'anni, si sarà altrettanto entusiasti di un mago che di anno in anno si sposa, fa figli, divorzia, invecchia e muore per decrepitezza?
Da La Repubblica, 11 luglio 2007


di Natalia Aspesi, 11 luglio 2007