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Planet Terror, il revival dei grindhouse

Dopo il Death Proof di Tarantino è il momento di Robert Rodriguez.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Grindhouse

venerdì 28 settembre 2007 - Approfondimenti

Grindhouse
Li chiamavano grindhouse e andavano di moda tanti anni fa nel cosiddetto circuito di serie B, prima dell'avvento delle multisale. Erano film proiettati in sequenza - molto spesso rispettando un genere (horror+horror), a volte stravolgendolo (musical+kung fu) - nelle decrepite sale cinematografiche del paese. Film di cui esistevano poche copie e che per questo arrivavano alle ultime proiezioni pieni di falle, graffi, bruciature. La cultura dei grindhouse non arrivò mai oltreoceano, ma il pubblico statunitense ne ricorda l'esistenza e due tra i più nostalgici del genere - Quentin Tarantino e Robert Rodriguez - hanno deciso di riportarla in auge con una doppia produzione, Death Proof+Planet Terror, intervallata da fake trailers, come nella migliore tradizione dei grindhouse. L'originale iniziativa è stata però troncata dalla tiepida accoglienza del pubblico americano - in fondo i seguaci del genere, l'avevamo detto, erano i cosiddetti spettatori di serie B - così l'Europa ha visto deturpare il progetto che è stato diviso in due parti. Se qualche mese fa Death Proof aveva entusiasmato i veri fan di Tarantino, Planet Terror promette scintille.

Il film
In Texas, a due miglia da una base militare, gli abitanti cominciano a tramutarsi in zombie per via di un'esplosione che ha causato la fuga di un agente biochimico. Gli infetti si nutrono dei corpi sani che a loro volta vengono contagiati e mutati in feroci morti viventi. Inizialmente ignari di quanto stia accadendo, i medici di un ospedale del posto, sotto la direzione del perfido dottor Block (Josh Brolin), tentano di bloccare l'epidemia eseguendo delle terribili amputazioni. Allo stesso tempo El Wray (Freddy Rodriguez) riunisce una squadra di sopravvissuti - tra loro c'è anche l'ex fidanzata Cherry Darling (Rose McGowan) per la quale il giovane eroe nutre ancora dei forti sentimenti - e la conduce, attraverso una serie di peripezie, verso la base militare dove tutto ebbe inizio.

Le donne di Rodriguez
Coraggiose, pronte a tutto, seducenti e indecenti, le donne di Rodriguez sanno come far fronte all'uomo, come difendersi dalla bestia. Con quelle di Tarantino hanno in comune una forza vitale che unita alla femminilità ne fanno delle vere e proprie eroine - la dr.ssa Dakota di Marley Shelton è un incrocio tra la Sposa di Uma Thurman e l'"infermiera assassina" di Daryl Hannah (Kill Bill), mentre Cherry Darling sembra rappresentare tutte le donne di Death Proof e di Sin City messe insieme - con le unghie dei piedi laccate. Sono traditrici, viziose, bugiarde, ladre e anche un po' puttane, ma nascondono un lato tenero che solo l'amore (quello vero, che sia eros o storge) saprà mettere in luce.

La denuncia
Come ogni buon horror che si rispetti, anche Planet Terror lancia il suo j'accuse. Non è un caso che la spaventosa epidemia abbia inizio a due miglia da una base militare e che i portatori della medesima siano proprio dei soldati americani. Tra una battuta e l'altra, una gamba amputata alla quale viene messa come protesi una potente arma da fuoco e un paio di cameo ad hoc (Bruce Willis e lo stesso Quentin Tarantino in un ruolo cattivissimo), Rodriguez trova il modo per denunciare la guerra in Iraq e gli Stati Uniti. Perché, come solo un regista sensibile alla causa può concepire, la salvezza del genere umano potrebbe essere rappresentata dal Messico, quella terra di cui gli abitanti, solo un anno fa, George W. Bush ha deciso di "esiliare" firmando una legge che finanzi la costruzione di una frontiera di acciaio.

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