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Giù al nord: una commedia (da ridere) sulla tolleranza

In Francia il film di Dany Boom ha battuto il record di Titanic. Il regista spiega il segreto del suo successo.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Un successo (al profumo di pomodoro e basilico)
Dany Boon (57 anni) 26 giugno 1966, Armentières (Francia) - Cancro. Regista del film Giù al nord.

lunedì 20 ottobre 2008 - Incontri

Un successo (al profumo di pomodoro e basilico)
Il cinema francese non aveva mai esplorato le differenze (e i cliché) dei nordisti e sudisti del paese. Non solo. Sono pochi i film francesi ambientati al nord che non calcano la mano mostrando uno scenario deprimente e cupo. A colmare questa lacuna arriva Giù al nord, una commedia tutta da ridere che sfrutta i luoghi comuni per far riflettere su quanto siano fuori luogo. Presentato a inizio luglio come fiore all'occhiello della stagione 2008-2009 della Medusa, il film di Dany Boon ha già battuto il record di Titanic raggiungendo quota 140 milioni di euro con oltre ventuno milioni di spettatori. Dopo il successo ottenuto in patria e in paesi come Belgio e Svizzera, si appresta a ottenere anche il favore del pubblico italiano (da noi uscirà il 31 ottobre in 400 sale). L'unico problema che si presentava alla produzione nostrana era il doppiaggio - Giù al nord è basato principalmente sulle differenze culturali e linguistiche tra nord e sud della Francia - ma l'adattamento e la traduzione sono stati curati dall'eccelso Francesco Vairano, che ha lavorato di fino per mantenere le sfumature della pronuncia e certe espressioni tipicamente francesi traducendole in maniera comica e brillante. Se è vero che la commedia francese non ha (quasi) mai funzionato nel Bel Paese, Giù al nord rappresenta un esperimento in quanto è in via di lavorazione un remake italiano che vedrà il nord e il sud della penisola contrapporsi a suon di cliché. Abbiamo incontrato il regista Dany Boon che ci ha spiegato il segreto del suo successo.

Cliché su nordisti e sudisti
Dany Boom: Il cinema in Francia è diviso in due categorie, la commedia e il dramma. La commedia generalmente è ambientata a sud, il dramma a nord. Sono luoghi comuni che mi hanno sempre divertito molto, anche perché io vengo dal nord del paese. Faccio one man show da quindici anni ormai e ogni volta che parlo della mia provenienza mi accorgo che il pubblico mi commisera. Pensa, "poveretto, chissà che infanzia difficile deve aver avuto". In realtà questi sono dei preconcetti sbagliati. Lo scenario non è così deprimente come la gente tende a credere. Al contrario di quello che si pensa e si dice, gli abitanti del nord sono aperti e ospitali. Quando il film ha cominciato a segnare i primi successi, la stampa se n'è come impossessata. Sono usciti numeri speciali sulle riviste, se ne parlava in televisione, tutti volevano capire come avesse fatto a diventare il film più visto in Francia. Poi qualcuno, per essere controtendenza, ha iniziato a dire che lassù non si parla così, che l'immagine del nord era sbagliata. Ironico, visto che mi ero circondato di attori del nord per attenermi alla realtà. Comunque non appena il film ha avuto successo anche in Belgio e in Svizzera, quando l'America ha iniziato a interessarsi ai diritti e quando il turismo regionale è aumentato del 10%, le critiche sono cessate.

Un forestiero che va nella regione di Ch'tis piange due volte
È un proverbio che ho usato tante volte nei miei spettacoli. Si dice che quando arrivi a Ch'tis piangi e quando parti piangi ancora di più. Esiste davvero questo proverbio e riflette quello che accade a chi per qualche motivo viene trasferito lassù. Inizialmente temono la freddezza delle persone ma poi scoprono la loro umanità e grande generosità. C'è una tradizione di ospitalità dovuta ai tanti immigrati che sono arrivati da fuori negli anni. La mia vuole essere una commedia dove si ride ma ci si commuove anche e credo che il lato umano e commovente abbia avuto un ruolo fondamentale nel successo del film. L'altro aspetto importante è proprio il tema della tolleranza. Oggi c'è la tendenza a giudicare tutto e tutti. In teoria sappiamo molte più cose ma in pratica veniamo bombardati da così tante informazioni che non riusciamo ad assimilarle perché non abbiamo il tempo per farlo. L'intolleranza, la xenofobia, il razzismo sono figli dell'ignoranza. Un film come Giù al nord magari non cambierà il mondo, ma può aiutare le persone a non sprofondare nella loro grettezza.

Un successo inaspettato
Il mio film non era stato concepito per avere questo incredibile successo. Il mercoledì d'uscita ero molto preoccupato perché mi giocavo tutto in un solo giorno. Chi si sarebbe immaginato che in poche ore quattordici mila persone sarebbero andate a vederlo? E pensare che ci è costato appena undici milioni di euro e in qualche giorno gli incassi ci hanno ripagato delle spese. È andato talmente bene che gli esercenti sono stati costretti ad aggiungere proiezioni alle otto del mattino e a mezzanotte e anche così le sale erano talmente piene che qualcuno è andato fino in Belgio per vederlo. Il problema è che il successo può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Quando sei il numero uno puoi solo peggiorare e so già che avrò totale libertà per dirigere il mio prossimo film e anche questo può essere pericoloso. Dovrò essere molto cauto, perché se la gente comincerà a pensare che tutto quello che faccio sia geniale, potrei iniziare a pensarlo anche io.

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