Centochiodi

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Un film di Ermanno Olmi. Con Raz Degan, Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattara, Andrea Lanfredi.
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Commedia, Ratings: Kids+16, durata 92 min. - Italia 2007. - 01 Distribution uscita venerdì 30 marzo 2007. MYMONETRO Centochiodi * * * 1/2 - valutazione media: 3,65 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
tiziano1963 mercoledì 25 aprile 2007
uno dei miglior film della storia del cinema Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
12%

Pensavo che il film capolavoro di Olmi fosse "L'albero degli zoccoli" ma evidentemente Ermanno ha superato sè stesso. E' raro che un film al cinema riesca contemporaneamente a suscitare grandi riflessioni e grande commozione, eppure Olmi è riuscito a comporre un capolavoro, vorrei che vincesse tutti i premi possibili: miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, migliori comparse, fotografia eccezionale, colonna sonora, sceneggiatura, ecc., in sintesi ogni aspetto di questo film merita 10 e lode. Di solito ogni storia può essere riassunta da una morale...in questo caso di morali ne possiamo trovare una quantità industriale ed il fatto sorprendente è che il film in sostanza esprime delle grandi verità che sono sempre rimaste inespresse per convenienza e/o ignoranza. [+]

[+] che dire di più ? (di mauro 56)
[+] grazie ermanno? (di pippo)
[+] grazie ermanno !!! ...e grazie tiziano 1963 (di pippo)
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goldy milano sabato 31 marzo 2007
un olmo di nome e di fatto Valutazione 5 stelle su cinque
58%
No
42%

La metafora è coraggiosa, tanto grande è il rischio del fraintendimento! Il libro cone strumento come utensile: un aratro, un martello, Srumenti per costruire la propria realtà, un proprio percorso che ognuno ha il dovere di perseguire nel rispetto delle proprie capacità e dei propri limiti. Sbagliando se occorre purchè nel rifiuto della falsariga di prescrizioni elaborate da altri. Un libro bello da gioia ma il senso della vita lo si può cogliere anche senza averne mai letto uno. Le regole della natura in questo senso sono davvero un esempio di democrazia suprema. Davvero abbiamo bisogno di bibliotecari idolatri che proteggono un sapere che il più delle volte è servito e serve per opprimere ? Siamo davvero stati creati per compiere grandiose imprese? Davvero quello che si compie è più importante di come lo si compie? . [+]

[+] non giudicare per ciò che si vorrebbe fosse... (di lanacaprina)
[+] slogan? no , grazie (di winny)
[+] abbasso i libri e la cultura???? poveri noiiiiiiii (di irene)
[+] un solo caffè non basta (di peppe)
[+] caffè con gli amic e libri... entrambi godibili... (di alberto)
[+] è una provocazione... (di pannacotta)
[+] eppure non è così (di mauro)
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maria diaco giovedì 20 settembre 2007
100 chiodi Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

Il film di Olmi appare una solida invettiva contro la cristallizzazione del sapere e la sua consequenziale catalizzazione da parte del potere Dominante.L'atto quasi blasfemo di inchiodare dei libri custoditi in maniera sacrale si contrappone magistralmente alla semplicità dei volti anonimi di chi adagiato sulle rive del Po, rischia di perdere la sua dimora, la sua terra, la sua casa. Sconvolge inchiodare delle pagine più dello schiodamento forzato di case seppur abusive??Fin dalle prime scene la dialettica affiora: il custode Libero viene trafitto dall'amara scoperta eppure quei libri non gli appartangono,Libero è forse schiavo di uno scialbo senso del dovere? Il prelato si inginocchia di fronte allo scempio che gli si impone dinnanzi eppure quei libri non gli appartengono. [+]

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katua venerdì 6 aprile 2007
controproducente Valutazione 1 stelle su cinque
53%
No
47%

Un film imbarazzante. Sorprende che un bravo regista come Olmi abbia confezionato una favoletta così traballante e melensa, con personaggi e narrazione sviluppati in modo così rozzo da risultare inverosimili anche per gli standard dei cartoni animati. Non funziona niente: il protagonista si esprime esclusivamente per frasi fatte, talmente retoriche da sfiorare il ridicolo; gli abitanti del villaggio sembrano spietate parodie dei contadini dell'Albero degli Zoccoli; il monsignore bibliofilo è la caricatura dei monaci deformi del Nome della Rosa. La parte migliore del film sono le sequenze prive di dialoghi (belle le inquadrature del Po), ma solo perché non appena i personaggi aprono bocca ci si sente immediatamente catapultati a una specie di lezione di catechismo delle elementari. [+]

[+] appunto! (di zazzo)
[+] figurati (di nadie)
[+] sottoscrivo (di winny)
[+] in parte (di ornella)
[+] ma che vi aspettavate, un film sulla scolastica? (di m&l)
[+] concordo pienamente..... (di annabba84)
[+] finalmente! (di ryohei)
[+] questione di sensibilità (di germont)
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riccardo-87 lunedì 11 gennaio 2010
una lezione d'apertura alla vita Valutazione 3 stelle su cinque
90%
No
10%

Uno dei film meglio pensati e più importanti del nuovo millennio, che si incentra su una filosofia di pura apertura alla vita, contro il sacro ma soprattutto contro la chiusura delle porte della vita a favore del “libro”. “Centochiodi” di Olmi è l’annullamento della parvenza di presenza del libro come sostituto del contatto diretto con gli altri, è una critica radicale al modo di vedere questo come “un fedele compagno”, come lo definisce il “prete” –utilizzo volutamente questo termine dispregiativo alla maniera in cui lo utilizzava Nietzsche -, mentore del professore di filosofia (Raz Degan) protagonista del film. Il professore invece, nonostante in apparenza abbia confidato al suo mentore di voler prendere i voti, viene presentato in chiave tutta opposta: la sua ribellione alla vuotezza della cultura presa senza un vissuto concreto inizia con le parole rivolte ad una sua studentessa, a cui dice, sfiorandole il viso con la mano: “c’è più verità in una carezza che in tutti i libri che ci circondano”. [+]

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olga sabato 7 aprile 2007
la magia del semplice Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
38%

CENTO CHIODI Ermanno Olmi ha dichiarato che questo sarà il suo ultimo film narrativo. D’ora in poi si dedicherà ai documentari dai quali era partito. Dispiace sentirlo, anche se sono sicura che il saper cambiare (genere o via) è proprio di un grande maestro che sa quando deve di nuovo sperimentare per non ripetersi, così come un grande pittore sa quando deve dare l’ultima pennellata. Per questo motivo Cento chiodi, da ultima creatura, è un concentrato di tutto il modo di pensare tipico di questo regista-poeta, risolto in una sintesi più che matura, quasi sapienziale, senza l’ombra della pesantezza o della pedanteria. E’ un’opera stupenda, di quella bellezza malinconica che hanno i testamenti spirituali, intessuta di immagini pittoriche e suggestive, di atmosfere rarefatte costruite con niente, di una quotidianità non banale, spesso un po’ magica. [+]

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fabio martedì 15 maggio 2007
ultima fermata paradiso... Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Olmi si muove all'interno di un canone quasi favolistico per narrare di un professore in crisi (Raz Degan)che abbandona il mondo e la sua cultura libresca per affrontare la vita degli umili alla ricerca di un reale senso della vita. L'abbandono sotto un ponte della potente BMW rappresenta tutto questo...il Po rappresenta il fiume della vita immutabile, la comunità che là vive diventa la sua famiglia. Gesù-Raz Degan (intensa la sua interpretazione) vive anche un amore leggero con la solare e folle Luna Bendandi...il richiamo alle parabole evangeliche riporta agli stilemi di V.Zurlini ("La prima notte di quiete"), anche lui sospeso tra Rimini ed il mare, come Olmi tra Bologna ed il suo Po, ma con una vena di reale malinconia da Gesù privato dal suo Padre. [+]

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piernelweb mercoledì 17 ottobre 2007
la parabola dei cento chiodi Valutazione 2 stelle su cinque
69%
No
31%

L'incipt iniziale è folgorante: la visione di una intera biblioteca di libri sacri crocifissi al pavimento da pesanti chiodi evoca sensazioni dissacranti dal grande impatto emotivo. Il valore dei libri è nullo se il loro contenuto viene disatteso: una perfetta sintesi metaforica da maestro quale è Ermanno Olmi qui al suo ultimo film di finzione prima di dedicarsi unicamente al genere documentaristico. Peccato che poi la "parabola" del regista stilizzata sulle gesta di un neo-cristo errante interpretato da un dignitoso Raz Degan conduca poco più in là di un affannato sospiro incartandosi su di un personaggio che non riesce mai ad essere completamente credibile. Il ritorno alla vita rurale, tanto amata da Olmi, e l'incontro con la povera gente di provincia emarginata dal mondo globale rimane quantomeno incompiuto, sconfinando spesso nell'imbarazzo per le pretenziose affermazioni e per le pillole di saggezza che questo messia del XXI secolo snocciola al suo pubblico. [+]

[+] bravo film pretenzioso (di ale)
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maria martedì 17 marzo 2009
un vangelo moderno Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
13%

si intravede l'immagine di Cristo nel personaggio principale del film , un Cristo che disprezza l'ipocrisia delle religioni codificate che non cambiano un mondo pieno di odio e distruzioni, che lascia tutto per vivere tra i semplici, che ascolta chi non ha mai attenzione, che racconta ciò in cui ognuno può riconoscersi. Un Cristo che si lascia arrestare e processare senza opporre resistenza e che alla fine sparisce lasciando l'eco della sua presenza. Ma a differenza del Cristo che conosciamo non viene "rinnegato" da quelli che lo circondano:Coloro che sono stati salvati , rischia la sua vita e la sua libertà per farlo, lo difendono, dicono di conoscerlo bene, vorrebbero proteggerlo, nessuno lo tradisce. [+]

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lanacaprina lunedì 2 aprile 2007
olmi si è scordato come si fa un film... Valutazione 1 stelle su cinque
51%
No
49%

Film testamento di Ermanno Olmi... nel senso che il regista mette la pietra tombale sul buon cinema! Un improbabile Raz Degan, inespressivo e doppiato in maniera imbarazzante, nei panni di un professore universitario di filosofia (i suoi bicipiti mostrano con evidenza gli anni passati sui libri!) che, afferrata la "verità della vita", compie un gesto eclatante e abbandona i suoi studi e tutti i suoi averi (tranne carta di credito con oltre 25.000 euro, computer portatile dalla batteria infinita e vestiti miracolosamente sempre puliti) per rifugiarsi in una capanna sulle rive del Po. Dialoghi ridicoli e didascalici, inquadrature in cui sembra di sentire il ciack del regista, stereotipi allucinanti (dal vecchio monsignore semi-cieco ma ossessionato dai libri preso in prestito da Il nome della rosa, a personaggi vestiti sempre uguali che compaiono dal nulla pronti a dire una battuta della quale non si sentiva proprio il bisogno. [+]

[+] bel commento (di nonso)
[+] totalmente concorde (di winny)
[+] bravo! (di pepp)
[+] non ti scordar di me (di pepp)
[+] già (di giacomo)
[+] un commento realista e sincero (di heltskel)
[+] anch'io sono pienamente d'accordo (di artemisia)
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