jonnylogan
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domenica 10 luglio 2022
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w l''inghilterra
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Luglio 1983. In un piccolo paese del nord Inghilterra vivono Shaun, un ragazzino di 12 anni, e sua madre, rimasta vedova del marito deceduto nel corso della guerra delle Isole Falkland. Shaun conduce una vita solitaria preda dei bulli della sua scuola fino a quando non viene avvicinato da un gruppo di Skinheads.
Giunto colpevolmente in ritardo di ben cinque anni la pellicola dell’allora semisconosciuto Shane Meadows, in seguito tramutatosi in un regista di denuncia sulla scia del più celebrato Ken Loach, ha come protagonisti un manipolo di sconosciuti fra i quali spicca il giovanissimo, all’epoca, Thomas Turgoose, che grazie alla presenza nella pellicola vinse il premio di miglior esordiente all’ Indipendent Britsh film Awards 2006, rappresentando alla fine uno spaccato fedele del Regno Unito d’inizio anni ‘80, con lotta di classe, preferibilmente operaia, in primo piano e con la vita solitaria del giovane Shaun narrata con dovizia di particolari e di emozioni.
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Luglio 1983. In un piccolo paese del nord Inghilterra vivono Shaun, un ragazzino di 12 anni, e sua madre, rimasta vedova del marito deceduto nel corso della guerra delle Isole Falkland. Shaun conduce una vita solitaria preda dei bulli della sua scuola fino a quando non viene avvicinato da un gruppo di Skinheads.
Giunto colpevolmente in ritardo di ben cinque anni la pellicola dell’allora semisconosciuto Shane Meadows, in seguito tramutatosi in un regista di denuncia sulla scia del più celebrato Ken Loach, ha come protagonisti un manipolo di sconosciuti fra i quali spicca il giovanissimo, all’epoca, Thomas Turgoose, che grazie alla presenza nella pellicola vinse il premio di miglior esordiente all’ Indipendent Britsh film Awards 2006, rappresentando alla fine uno spaccato fedele del Regno Unito d’inizio anni ‘80, con lotta di classe, preferibilmente operaia, in primo piano e con la vita solitaria del giovane Shaun narrata con dovizia di particolari e di emozioni. Di sensazioni mai filtrate se non da un profondo senso di amicizia che permea l’esistenza fatta di valori distorti attraverso i quali si muovono anche i giovani skins. tutti dotati di caratteri ben delineati, forti e induriti dalle rispettive vite e che come nel caso del protagonista intravedono nel gruppo, un luogo di accettazione e una famiglia.
Il tempo che divide i giorni d’oggi dalla pellicola non la fanno minimamente apparire come datata ma al contrario ne aumentano il senso sociale come modo per spiegare le numerose insensatezze politiche arrivate sino ai giorni nostri.
Da vedere per capire come un ragazzino possa diventare un giovane adulto, capendo dagli sbagli altrui come crescere attraverso un’ideologia propria e non vecchia di molti decenni.
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stefano capasso
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giovedì 13 giugno 2019
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vittime e carnefici vittime della società
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Nell’Inghilterra dei primi anni ’80, Shaun è un ragazzino di 12 anni che viene prese in giro a scuola dai coetanei. Quando incontra un gruppo di skinheads più grandi, diventa la loro mascotte e comincia a cambiare per sentirsi più adulto, a partire dall’abbigliamento. Ma il gruppo di amici entrerà in crisi quando arriva Combo, appena uscito dal carcere.
Un’analisi, in parte autobiografica, dell’Inghilterra ai tempi della Thatcher, della guerra delle Falkland e dell’esplosione del fenomeno della migrazione. Nelle periferie marginali del paese, si vive senza più prospettive per il futuro, il senso di instabilità viene accentuato dal fenomeno dell’immigrazione.
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Nell’Inghilterra dei primi anni ’80, Shaun è un ragazzino di 12 anni che viene prese in giro a scuola dai coetanei. Quando incontra un gruppo di skinheads più grandi, diventa la loro mascotte e comincia a cambiare per sentirsi più adulto, a partire dall’abbigliamento. Ma il gruppo di amici entrerà in crisi quando arriva Combo, appena uscito dal carcere.
Un’analisi, in parte autobiografica, dell’Inghilterra ai tempi della Thatcher, della guerra delle Falkland e dell’esplosione del fenomeno della migrazione. Nelle periferie marginali del paese, si vive senza più prospettive per il futuro, il senso di instabilità viene accentuato dal fenomeno dell’immigrazione. In questo contesto paura e violenza diventano l’inevitabile sbocco di questo stato di tensione, violenza che finisce per andare ben oltre le intenzioni iniziali, e che si confonde con questioni personali irrisolte. Il recupero dei valori dell’amicizia e della solidarietà rimane l’unica strada per uscire da un vicolo cieco senza speranza.
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estasimistica
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sabato 18 agosto 2018
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ottimo film
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Uno di quei film che lasciano qualcosa, che nel bene o nel male emozionano. Combo e Shaun bravissimi attori.
Un'oretta e mezza spesa bene
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noia1
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lunedì 16 giugno 2014
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un’inghilterra inedita
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La solitudine di un ragazzino viene compensata da un gruppo di poveri diavoli che passano le giornate a fare danni e a drogarsi, lo strano equilibrio che si crea però verrà distrutto da Combo, un fanatico violento e psicopatico.
Cinematograficamente ben fatto e la telecamera con le sue varie posizioni aiuta a comprendere l’importanza (o la spensieratezza) di tutte le scene.
Ci si concede qualche buonismo di troppo e la storia non è del tutto realistica, probabilmente però queste lievi discordanze sono dovute proprio dal fatto che tutto ciò che è mostrato è quello che il piccolo protagonista dodicenne filtra dai suoi occhi innocenti.
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La solitudine di un ragazzino viene compensata da un gruppo di poveri diavoli che passano le giornate a fare danni e a drogarsi, lo strano equilibrio che si crea però verrà distrutto da Combo, un fanatico violento e psicopatico.
Cinematograficamente ben fatto e la telecamera con le sue varie posizioni aiuta a comprendere l’importanza (o la spensieratezza) di tutte le scene.
Ci si concede qualche buonismo di troppo e la storia non è del tutto realistica, probabilmente però queste lievi discordanze sono dovute proprio dal fatto che tutto ciò che è mostrato è quello che il piccolo protagonista dodicenne filtra dai suoi occhi innocenti. Ci si muove su tre fasi e attraverso queste tre fasi di propone una visione dell’Inghilterra del tempo, piena di contraddizioni e in piena fase Thatcher con conseguenti disagi sociali malcontenti. La prima fase è quella del ragazzino che si ritrova ad avere a che fare con la sua solitudine e i molti tormenti della sua vita, poi è il momento dell’integrazione e infine è quella della rottura dell’equilibrio e la corruzione del poveretto troppo fragile per rendersi conto di ciò che è veramente giusto fare.
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polenta violenta
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giovedì 4 luglio 2013
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occasione spercata ma buono
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Al voto manca mezza stella, ma il punto rimane lo stesso: This is England è una buona occasione gettata alle ortiche. e qui vado controvento aspettandomi voti negativi, almeno lasciatemi spiegare. L'idea di partenza è ottima: mostrare attraverso gli occhi di un bambino (ovvero un innocente oltre che un quasi totale neofita) un periodo storico complicato per un intero paese dal punto di vista di una delle sottoculture giovanili più importanti (e spesso demonizzate) dei tempi moderni. Il progetto purtroppo fallisce in quanto non mantiene le promesse date anche dal titolo. La sottocultura skinhead innanzitutto non è spiegata minimamente, un totale neofita dell' universo skin dopo questo film ne saprà quanto prima, se non meno.
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Al voto manca mezza stella, ma il punto rimane lo stesso: This is England è una buona occasione gettata alle ortiche. e qui vado controvento aspettandomi voti negativi, almeno lasciatemi spiegare. L'idea di partenza è ottima: mostrare attraverso gli occhi di un bambino (ovvero un innocente oltre che un quasi totale neofita) un periodo storico complicato per un intero paese dal punto di vista di una delle sottoculture giovanili più importanti (e spesso demonizzate) dei tempi moderni. Il progetto purtroppo fallisce in quanto non mantiene le promesse date anche dal titolo. La sottocultura skinhead innanzitutto non è spiegata minimamente, un totale neofita dell' universo skin dopo questo film ne saprà quanto prima, se non meno. Se ad esempio prendiamo Hooligans, certo non otteniamo un' esuariente spiegazione del fenomeno, ma qualcosa in più lo si ottiene; qui invece niente: non sono spiegati i costumi del movimento, o le ideologie, solo qualche abbozzo. Ma soprtatutto il film non riesce ad inquadrare il contesto storico come si vorrebbe: gli sketch iniziali e finali sulla guerra e sulla Tatcher non aggiungono niente ad un affresco storico mutilato: come la pensa sul serio la gente? E non mi riferisco solo alla posizione di Combo ma in generale. Da un film che s' intitola "Questa è l' Inghilterra" mi aspetto di vedere appunto l' Inghilterra e non solo quella rappresentata da una piccola banda di smidollati nazionalisti che francamente oggi si trovano anche in provincia di Campobasso, ma un qualcosa di più reale di più incisivo e di più importante.
Detto questo poi bisogna ammettere che il film si lascia guardare, scorre via senza lode e senza infamia non dando troppo spazio a nessun personaggio se non a Shaun e Combo (anche quest'ultimo rimasto molto incompleto). Come mi dicevano i miei insegnanti alle elementari: è bravo ma non si applica.
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francesco2
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lunedì 13 maggio 2013
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psicologia, più che sociologia
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Per quanto -Secondo chi scrive- ben lungi dall'essere il gioiellino di cui qualcuno ha detto, il film rimane sicuramente uno spaccato. Bisogna però, forse, intendersi sul significato che assume qui questo termine.
Cercando di spiegarsi meglio, è più concreto dire che come affresco sociologico di quell'Inghilterra -Che potrebbe e descrivere meglio chi non sia nato nel '73, come me- risultano allora preferibili i generosi film di Loach, e forse anche altro cinema inglese, come "Grazie, signora Thatcher!" "This is England", invece, ci illustra una serie di ritratti umani spesso credibili poiché sfumati- Ed in cui a volte, proprio in quell'ambiente di "Machi", si potrebbe forse scorgere una certa ambiguità sessuale, magari più che altro a livello femminile.
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Per quanto -Secondo chi scrive- ben lungi dall'essere il gioiellino di cui qualcuno ha detto, il film rimane sicuramente uno spaccato. Bisogna però, forse, intendersi sul significato che assume qui questo termine.
Cercando di spiegarsi meglio, è più concreto dire che come affresco sociologico di quell'Inghilterra -Che potrebbe e descrivere meglio chi non sia nato nel '73, come me- risultano allora preferibili i generosi film di Loach, e forse anche altro cinema inglese, come "Grazie, signora Thatcher!" "This is England", invece, ci illustra una serie di ritratti umani spesso credibili poiché sfumati- Ed in cui a volte, proprio in quell'ambiente di "Machi", si potrebbe forse scorgere una certa ambiguità sessuale, magari più che altro a livello femminile. Ciò detto, però, quando il film rinunci a spiegare il perché di questa rabbia cieca, che ingloba la difesa del "Particula" e quella della patria (Non necessariamente così distanti, ma che potrebbero riguardare due sfere diverse), non sembra farlo per evitare il didascalicismo, che qualche volta semmai emerge, quando vengono ripresi i comizi dei leader che impregnano di ideologia con slogan vari), ma perché -Spiace pensarlo- la stessa opera non sembra a volte all'altezza di andare oltre quel furore che descrive. Se siamo (Molto) oltre il Sordi, vicino e/o distante dai suoi personaggi secondo i punti di vista, la generosità del regista, non sempre così distante da un certo empirismo nel tratteggiare figure e situazioni, rischia di
essere la stessa dei meno bellicosi, e più ingenui, tra i protagonisti del film.
Più interessante, invece, potrebbe essere la sfera psicologica. Il protagonista più grande è prima di tutto Figlio, di una (madre, appunto) Patria che non riconosce più. Ma appare desideroso di a levare Shaun, come vedesse quel figlio che biologicamente non potrà mai a ere, "complice" la sua vita da sballato (Per usare un eufemismo). Ecco che , allora, per uno sradicato che perde punti di riferimento sociali ed individuali (La sua storia è finita);,l'"Altro" diventa un capro espiatorio per sfogare le proprie frustrazioni, come invadesse secondo una logica felina il proprio territorio. Allo stesso tempo, nel "figlio" spera di vedere da un lato una continuazione dei propri ideali; ma forse, dall'altro, una personalità un pò più compiuta.
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adelio
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venerdì 16 novembre 2012
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l'inghilterra che gli occidentali non conoscono
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Quando sono arrivato alla fine della visione mi è rimasto un brivido...mi sono chiesto se si trattasse più di un reportage che non di un film...propenderei per la prima delle ipotesi. Di fatto un servizio raccontato con una storia da neorealismo retrospettivo: l'inghilterra che ha prodotto l'inghilterra di oggi. Bell'entrata quella serie di immagini contrapposte in apertura a creare quasi una visione in bianco e nero. Molto simbolismo dal piccolo protagonista che incarna la nuova società inglese da costruire (quella che oggi ha 25/30 anni), figlio della "old england" nobile ed imperiale (il padre militare) e della "Beat generation" (la madre aperta e solidale con i giovani tanto da sembrare sua sorella).
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Quando sono arrivato alla fine della visione mi è rimasto un brivido...mi sono chiesto se si trattasse più di un reportage che non di un film...propenderei per la prima delle ipotesi. Di fatto un servizio raccontato con una storia da neorealismo retrospettivo: l'inghilterra che ha prodotto l'inghilterra di oggi. Bell'entrata quella serie di immagini contrapposte in apertura a creare quasi una visione in bianco e nero. Molto simbolismo dal piccolo protagonista che incarna la nuova società inglese da costruire (quella che oggi ha 25/30 anni), figlio della "old england" nobile ed imperiale (il padre militare) e della "Beat generation" (la madre aperta e solidale con i giovani tanto da sembrare sua sorella). Molto simbolismo in tutte le scene del film, una per tutte quella del gioco della caccia, molto didascalica, con i costumi indossati dai ragazzi a rappresentare le quattro potenze agli angoli della terra (Cina, Russia, Stati uniti, America Latina) e la giovane Inghilterra (piccolo Shaun) un po' derisa che ormai non fa più paura a nessuno. Bella la storia degli Skin Heads, molto ben sintetizzata compresa l'uccisione del ragazzo Giamaicano alla fine a rappresentare il completamento della loro evoluzione.
Gli Skin Heads da esteti musicali, sognatori del mondo giamaicano sono cambiati con il decadimento sociale ed economico inglese a nazionalisti nazisti in preda ad un disagio sociale.....quel disagio sociale diffuso nelle periferie e nella provincia inglese, insomma quella realtà tipica "dell'Inghilterra che gli occidentali non conoscono". Nell'immaginario collettivo purtroppo l'inghilterra è spesso solo Londra con le luci, i colori e le diversità tolleranti e tollerate. Ad ogni buon conto il film suggerisce molti spunti e stimola a rivedere i nostri giudizi sulla realtà sociale inglese.
Ottima formula, apprezzabile l'uso del linguaggio cinematografico (simbolismo) per far dire alle immagini ciò che si dovrebbe dire in commento fuori campo, ma in sostanza resta un documentario dalla bellissima colonna sonora (10 e lode alle musiche). Le immagini d'archivio sulla guerra delle Malvinas, i feriti e i morti ammazzati sono pura retorica di cui si sarebbe potuto fare a meno.....tentativo troppo banale per coinvolgere l'emozionalità dello spettatore. Film sicuramente da vedere.
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angelo umana
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domenica 20 maggio 2012
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piccola storia ignobile
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"Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare ..." (da Guccini), storia ignobile e molto triste di come un gruppo pseudo-ideologico di c.d. "nazionalisti" si possa formare, con gli ingredienti del razzismo, il concetto ritrito che gli invasori godano di maggiori assistenze degli indigeni, il bullismo, le proprie rabbie e fallimenti, qualcuno che abbia già avuto esperienze di violenza o di prigione e infine una "mente" politica o filosofica che guidi e catalizzi tutto ciò, che è il semplice disagio sociale nel quale giacciono i ragazzi della gang protagonista. Siamo nel 1983, la Thatcher e Reagan regnano e gli emarginati pensano a qualche rivoluzione, ma tutto è nebuloso, c'è solo voglia di spaccare tutto, energia giovanile che vorrebbe fluire e non sa come.
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"Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare ..." (da Guccini), storia ignobile e molto triste di come un gruppo pseudo-ideologico di c.d. "nazionalisti" si possa formare, con gli ingredienti del razzismo, il concetto ritrito che gli invasori godano di maggiori assistenze degli indigeni, il bullismo, le proprie rabbie e fallimenti, qualcuno che abbia già avuto esperienze di violenza o di prigione e infine una "mente" politica o filosofica che guidi e catalizzi tutto ciò, che è il semplice disagio sociale nel quale giacciono i ragazzi della gang protagonista. Siamo nel 1983, la Thatcher e Reagan regnano e gli emarginati pensano a qualche rivoluzione, ma tutto è nebuloso, c'è solo voglia di spaccare tutto, energia giovanile che vorrebbe fluire e non sa come. L'inizio del film è costellato di riprese dal vero di manifestazioni e violenze di piazza, è sintomatico che dopo alcune immagini di disordini giovanili venga filmato un gregge di pecore: si ignora se questo sia un messaggio di "This is England". Alla fine del film invece vi è il ritorno dei soldati e dei morti dalle Falklands o Malvinas, anche questo accostamento con le violenze del gruppuscolo è significativo, come dire "guarda per quali cittadini si è lottato ...". Film triste ma che ancora può far riflettere, impossibile non pensare a come la Lega Nord o la greca Alba Dorata hanno avuto origine.
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linus2k
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giovedì 26 gennaio 2012
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vi prego! non paragonatelo a trainspotting!
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Un ragazzino di 12 anni, Shaun, orfano, con la madre assolutamente inesistente, non accettato dai suoi compagni di scuola viene accolto in un gruppo di "skinheads" che si rivela un gruppo di amici meno aggressivi di quanto ci si potesse aspettare nell'immaginario collettivo: alla fine per loro essere skinheads era solo un modo di vestirsi e poco di più.
Tutto cambia quando torna da 3 anni di galera Combo, "vecchio" skinhead, pronto a rimettersi a capo del gruppo e riportarlo alle "tradizionali attività" da teppisti, razzisti, violenti.
Da questo momento in poi l'escalation di violenza da una parte e la manifestazione (o lo sviluppo) di uno spirito critico verso questi comportamenti dall'altra, porterà allo sfaldamento del gruppo di amici e Shaun farà un doloroso percorso alla scoperta di un mondo da cui fuggire.
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Un ragazzino di 12 anni, Shaun, orfano, con la madre assolutamente inesistente, non accettato dai suoi compagni di scuola viene accolto in un gruppo di "skinheads" che si rivela un gruppo di amici meno aggressivi di quanto ci si potesse aspettare nell'immaginario collettivo: alla fine per loro essere skinheads era solo un modo di vestirsi e poco di più.
Tutto cambia quando torna da 3 anni di galera Combo, "vecchio" skinhead, pronto a rimettersi a capo del gruppo e riportarlo alle "tradizionali attività" da teppisti, razzisti, violenti.
Da questo momento in poi l'escalation di violenza da una parte e la manifestazione (o lo sviluppo) di uno spirito critico verso questi comportamenti dall'altra, porterà allo sfaldamento del gruppo di amici e Shaun farà un doloroso percorso alla scoperta di un mondo da cui fuggire.
In Patria osannato come il nuovo Trainspotting, ed arrivato da noi anche spinto da questa sorta di nomea, "This England" non ha assolutamente niente a che vedere con quel piccolo gioiellino psichedelico di Trainspotting: regia, tema, attori... tutto qui è già visto...certo è un film ben girato, con alcune intuizioni interessanti che, se approfondite, avrebbero potuto fare la differenza, ma alla fine niente. Il classico film sulla periferia violenta, sugli skinhead, sull'accettazione del gruppo, tutto condito in salsa vintage che va tanto di moda ultimamente.
La violenza sugli stranieri, la droga, gli eccessi, sono previsti ed aspettati, i discorsi nazionalisti conosciuti abbondantemente. Regia standard da film indipendente, senza capacità visionarie e fotografia "vintage" virante sul seppia prevedibile.
Un compitino ben svolto, ma poco coraggioso e per questo molto poco interessante.
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epidemic
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lunedì 23 gennaio 2012
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teatcher,skin e l'inghilterra anni 80
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Non c'è che dire lo scenario e il collocamenteo è di sicuro effetto: l'inghilterra della Teatcher e la subcultura giovanile skinhead. Basi ottime, fotografia anche. Il neo rimane sul piglio narrativo. Se da una parte si scruta l'universo skin dall'altra parte non se ne esce, manca così il rapporto-scontro con l'esterno, la società. L'effetto risutla quindi un pò stagnante quindi seppur il film benefici di una buona regia e di una buona fattura in generale gli manca quel estensione che ce lo avrebbe consacrato in modo più certo. comunque 3 stelle
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