scemax
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martedì 31 maggio 2011
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tra favola e videoclip
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Una bella storia, raccontata come una favola, vista come un videoclip. Coreografie che da sole valgono tutto il film, in particolare quella nella foresta/giardino, con gli indigeni che guariscono il "mistico".
Una sceneggiatura che prende un reparto ortopedico degli inizi novecento come punto di contatto tra una bimba con un braccio rotto e uno stuntman che rischia di non potere più usare le gambe (The Fall!!). Dall'incontro nasce una storia di banditi mascherati, schiavi in cerca di vendetta, farfalle rare di Darwin, e nasce un'amicizia. Naturalmente c'è anche il cattivo, e la lotta contro se stessi (uno stuntman senza l'uso delle gambe vorrà combattere?).
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iuriv
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mercoledì 14 gennaio 2015
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il potere della fantasia.
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Creato forse in omaggio agli stuntmen dell'epoca pionieristica, questo film si dipana su due piani narrativi separati. Nel primo, quello principale, i protagonisti sono Roy, cascatore infortunato e a rischio paralisi, e Alexandria, ragazza rumena finita in ospedale mentre raccoglieva le arance con la famiglia. Nel percorso che i due condividono all'interno della struttura, Roy racconterà alla bambina una storia, che la piccola trasformerà in immagini grazie alla fantasia.
Singh è un regista dal forte potere visionario e talvolta si è scottato giocando su questo. Stavolta però la trama gli viene incontro e, sfruttando l'immaginazione di una bambina, riesce a giocare con i colori, mettendo su una favola vera e propria.
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Creato forse in omaggio agli stuntmen dell'epoca pionieristica, questo film si dipana su due piani narrativi separati. Nel primo, quello principale, i protagonisti sono Roy, cascatore infortunato e a rischio paralisi, e Alexandria, ragazza rumena finita in ospedale mentre raccoglieva le arance con la famiglia. Nel percorso che i due condividono all'interno della struttura, Roy racconterà alla bambina una storia, che la piccola trasformerà in immagini grazie alla fantasia.
Singh è un regista dal forte potere visionario e talvolta si è scottato giocando su questo. Stavolta però la trama gli viene incontro e, sfruttando l'immaginazione di una bambina, riesce a giocare con i colori, mettendo su una favola vera e propria. Inoltre, per la parte realistica della pellicola, sceglie un'ambientazione da inizio novecento, che gli permette, rimanendo sempre focalizzato sul personaggio di Alexandria, di affrontare argomenti tosti donando al tutto una sorta di leggerezza.
Quella che il regista ci narra è una vicenda che, sotto il mantello della frivolezza, tratta di argomenti come la malattia, la perdita di speranza e l'inevitabilità della morte. E trasferisce continuamente queste tematiche dalla realtà alla fiaba, iniziando quest'ultima in modo tradizionale per farla diventare crudele.
Certo, spesso Singh si lascia prendere la mano dall'aspetto fantastico e scivola nel videoclip, spezzettando la continuità del racconto e inserendo scene dal forte impianto coreografico e scenografico. Tuttavia, la struttura stessa del film consente al ritmo di essere sempre calibrato allo svolgimento della narrazione, tentando anche qualche colpo di scena.
Se la musica, pur non facendo gridare al miracolo per originalità, ben si accorda con le immagini, purtroppo il doppiaggio italiano mi è sembrato piatto e poco ispirato, cosa che ha frustrato non poco il risultato finale.
In definitiva The Fall è il lavoro coraggioso di un regista che, per una volta, ha potuto liberare il suo immaginario creativo senza che questo coprisse tutta la pellicola.
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lomax
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domenica 15 febbraio 2015
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un'ambientazione meravigliosa non basta
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Un'ambientazione pazzesca, un'ottima fotografia e dei bellissimi costumi, non bastano per reggere un film interessante nel suo sviluppo, ma con una trama piuttosto debole. Inoltre, ma questo è un punto di visto molto soggettivo, ritengo la scelta della bambina protagonista assai infelice, non riesco proprio a reggerla e mi risulta fastidioso anche il suo modo di parlare (qui però è più una questione che riguarda il doppiatore). Peccato mi rimane più la delusione per quel che avrebbe potuto essere, che l'apprezzamento per quel che invece è stato
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