Scoop

Dal cilindro spunta Woody

Sarei di origini ebraiche, ma crescendo mi sono convertito al narcisismo: è una delle battute di Woodv Allen in "scoop', che lui definisce «uno dei miei film non seri». Vuol dire che ha quelle qualità di leggerezza, comicità, eleganza. Intelligenza, buffoneria di altri suoi film, in particolare Misterioso omicidio a Manhattan e La maledizione dello scorpione di giada: una coppia, un intrigo complesso dai molti colpi di scena (un "serial killer dei tarocchi" che ha ucciso una dozzina di ragazze brune coi capelli corti, castello, lago, piscina, inseguimenti, il bellissimo figlio di un Lord, un funesto battello condotto dalla Morte che porta i defunti attraverso lo Stige, un giornalista fanatico. E soprattutto personaggi perfetti.
Allen è un vecchio prestigiatore americano da spettacolo di varietà: fa emergere mazzi di carte da un cilindro, piovere coriandoli da un foulard a pallini, scomparire persone. È abitudinario, ipocondriaco come il regista (ma al ristorante indiano mangia gamberoni e insalata di cobra, stizzoso, verboso, ansioso, imperioso. Guida per pubblicità, s'immagina una piccola Smart. non è mai riuscito ad abituarsi all'uso inglese di guidare a sinistra e questo gli sarà fatale. Scarlett Johansson, studentessa americana di giornalismo, porta gli occhiali da vista, sembra non truccata, va alle feste col golfino: ma in costume da bagno intero color amaranto è fantastica. Il segreto dei due investigatori, nel film finanziato dalla bc e girato a Londra, sta in una litigiosità da coniugi, in un perenne contrasto comico padre-figlia. e insieme nell'essere sempre sull'orlo di un trasporto amoroso: la suspense sensuale si somma alla suspense poliziesca, in un autentico giallorosa molto divertente, un poco perverso (tra i due ci sarà mezzo secolo di differenza d'età) e un poco pettegolo, che fa ridere perdutamente.
Da L'Espresso, 19 ottobre 2006


di Lietta Tornabuoni, 19 ottobre 2006