Le rose del deserto |
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Un film di Mario Monicelli.
Con Michele Placido, Giorgio Pasotti, Alessandro Haber, Fulvio Falzarano, Moran Atias.
continua»
Drammatico,
durata 102 min.
- Italia 2006.
- Mikado Film
uscita venerdì 1 dicembre 2006.
MYMONETRO
Le rose del deserto
valutazione media:
2,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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...per il bene che ti voglio...di amandagrissFeedback: 4416 | altri commenti e recensioni di amandagriss |
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venerdì 19 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Seconda guerra mondiale: la I sezione sanitaria dell'Esercito Italiano viene spedita nel cuore della Libia in missione umanitaria per l'arco di tempo di quella che tutti pensano sia una guerra lampo.Qui assistiamo alle vicissitudini di un gruppo di giovani soldati (tra cui Giorgio Pasotti),del loro comandante (un grande Alessandro Haber) e di un frate missionario compatriota (il bravo Michele Placido).Spaesati,frastornati, impreparati,con l'aria di chi si trova lì per caso,i 'difensori della patria' sono perennemente assorti nei loro pensieri,sogni,preoccupazioni private,assolutamente estranei al conflitto in atto.La guerra la vivono per forza e di riflesso: non gli appartiene come loro sentono di non appartenerle.Complici i frequentissimi tempi morti,passano le giornate sotto il sole cocente dell'Africa in un clima di quasi vacanza e in un'atmosfera generale d'indolenza.Rari,improvvisi attacchi pugnacei li riportano alla realtà,spingendoli ad abbandonare di fretta e furia,col camioncino della Croce Rossa,i luoghi dove hanno piacevolmente soggiornato.I soldati di Monicelli sono antieori compresi e giustificati,che non intendono perire per la gloria nazionale,sono uomini le cui vite nulla hanno a che fare con la belligeranza.Perfino le morti non recano il marchio del valore eroico sul campo: chi cade 'col ferro in mano' è per pura casualità,per ragioni estranee alla ragion di Stato.Dissacrazione della guerra.Sberleffo al ‘memorabile’ imperialismo fascista.Alla soglia dei 90 anni Monicelli firma il suo ultimo lavoro senza lasciare per strada lo spirito iconoclasta,beffardo,sagace,ironico,tagliente ma dal forte retrogusto amaro che da sempre lo ha contraddistinto,esprimendo ancora una volta il suo punto di vista,insofferente ai dogmi del potere.L'ultimo grande vecchio del cinema di casa nostra,con questo piccolo gioiello grezzo -come le rose del titolo,pietre che il vento del deserto intaglia naturalmente conferendole la tipica forma di tali delicatissimi fiori- dal finale memorabile,fa leva sulla conoscenza e memoria storica,riuscendo a divertire e commuovere con egual intensità.
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