La ricerca della felicità |
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Un film di Gabriele Muccino.
Con Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Cecil Williams, Kurt Fuller.
continua»
Titolo originale The Pursuit of Happyness.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- USA 2006.
- Medusa
uscita venerdì 12 gennaio 2007.
MYMONETRO
La ricerca della felicità
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film che non si può rifiutare con troppo senodi ZaraFeedback: 0 |
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domenica 11 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bel film,forse non un capolavoro, ma senz'altro riuscito, soprattutto se lo si guarda con attenzione,e senza pregiudizi contro il lieto fine, la parte meno importante del film, tenendo bene a mente che è stato realizzato per il pubblico statunitense, ma che permette a tutti, sia agli americani che a noi europei,di riflettere e di interrogarsi. Le sfortunate vicissitudini del protagonista a me sono sembrate quasi un felice e ben calibrato pretesto narrativo, mentre la vera intenzione dell'autore mi è parsa essere quella di porre i primi dinanzi ai costi e al vero significato di quel sogno, realizzabile solo per pochissimi, e i secondi dinanzi alle contraddizioni del proprio presente e alle probabili future incertezze. Lo scenario della San Francisco reaganiana, che Muccino dispiega davanti agli occhi dello spettatore, sta diventando, mi sembra, sempre più attuale anche da noi: sfrenata competizione, pracarietà del lavoro, intelligenze " sprecate" per mancanza di una valida istruzione superiore, scuole migliori solo a pagamento,lo spettacolo della povertà e del fallimento di tanti tra l'indifferenza di moltissimi, la polarizzazione dei ceti sociali, tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri e disperati, l'impossibilità di vivere con serenità i propri rapporti affettivi, non a causa di " metafisici" problemi esistenziali,ma semplicemente per mancanza di opportunità lavorative e di realistiche speranze per sè e per i propri figli ecc. ecc.. Troppo banale sostenere, come ho sentito o letto, che " i soldi non danno la felicità", o magari irridere il " solito" sogno americano con snobismo pregiudiziale, e magari ancora incautamente e irresponsabilmente certi delle proprie ormai traballanti sicurezze. Il sogno americano sarà pure un'illusione consolatoria, e noi " smaliziati europei" sappiamo ben sottolinearlo, ma quale alternativa sappiamo e sapremo immaginare, per evitare di cadere nella più disperata depressione, visto che la nostra " intelligenza" ci preclude quel palliativo?
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