Lady in the Water

Come giocarsi la carriera in poco meno di due ore. Succede a M. Night Shyamalan, acclamato regista di thriller paranormali, con l’ennesimo film a base di indovinelli e animali mitologici. Avvio lento per questo fantasy originale ma avaro di colpi di scena, “Lady in the water” è una fiaba senza capo né coda dove si mescolano esseri mostruosi e ninfe che cercano di riconciliare il mondo dell’acqua con quello degli uomini. La vita di Cleveland Heep viene stravolta dall’incontro con una misteriosa ragazza che abita la piscina del condominio; amore impossibile perché la fanciulla in questione è una narf venuta da lontano per portare messaggi agli abitanti del luogo… Il regista de “Il Sesto Senso” ritorna al paranormale propinandoci la storia della ninfa sfuggita ai suoi inseguitori e con una missione non meglio specificata; lo scopo della sua apparizione resta un mistero per buona parte del film, la risoluzione arriva alla fine con i soliti indovinelli che fanno scervellare gli spettatori. Shyamalan si perde in enigmi da parole crociate, restando impantanato in una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, i personaggi sembrano abbandonati a loro stessi mentre le immagini da cartoon mortificano una pellicola che avrebbe potuto avere sorte migliore. Spuntano i topoi del cineasta indiano ma stavolta la tensione è assente e le atmosfere rarefatte dei precedenti lavori scompaiono nel nulla lasciandoci con un solo interrogativo: cui prodest? Domanda che non trova risposta, questo film decisamente brutto appare del tutto inutile mentre le metafore sul mondo perduto ed il ritorno all’innocenza visto attraverso gli occhi di una ninfa non evitano un naufragio annunciato: il sentimento panico immaginato con la riconciliazione del mondo dell’acqua –simbolo della purezza- e quello degli uomini –simbolo della corruzione- resta sullo sfondo proprio quando i personaggi fanno di tutto per suscitare l’antipatia del pubblico. Dal custode che nasconde un terribile segreto –Paul Giamatti, forse l’unico degno di nota- al critico letterario –un sorriso beffardo sul mondo del cinema-, dalla moglie ciarliera che mette in ridicolo il marito al padre affettuoso che si diletta con le parole crociate. Tutti hanno uno scopo nella vita, difficile è scoprirlo. Il messaggio del film è fin troppo urlato, ma resta avvolto nel mistero lo scopo di questa storia raffazzonata. Paradossi del paranormale, verrebbe da dire. Antonello Villani (Salerno)