Il regista di matrimoni

Il sogno è quasi una costante nel cinema di Marco Bellocchio, a volte utilizzato con grande maestrìa, come nel Principe di Homburg, altre volte più ingenuamente, come in Buongiorno Notte. Nel Regista di Matrimoni però, giustificando qualsiasi carenza di sceneggiatura, rischia di inficiare un'opera che è invece di grande interesse sia nel linguaggio che nei contenuti. Il regista del titolo, è in realta' un "maestro" del cinema italiano, Franco Elica (il sempre ottimo Castellitto), che sta facendo i provini per un nuovo film sui Promessi Sposi che deve girare. In apertura ha partecipato al matrimonio religioso della figlia mostrando tutta la sua antipatìa (e quella del suo alter ego Bellocchio) nei confronti del "sacramento" e di un presunto imperante ritorno alla religiosità. Poi succedono fatti che lo portano in Sicilia dove un Principe di Gattopardiana memoria (Samy Frei)lo vuole a "girare" il filmino del matrimonio ("funerale" dice il Principe per errore) della figlia (la splendida Donatella Finocchiaro). E qui il sogno prende il sopravvento e con esso la difficoltà a raccontare il film, che tuttavia sembra avere un lieto fine. Insomma, non è il miglior Bellocchio ma è pur sempre Bellocchio (che dopo il periodo nero della collaborazione con lo psicanalista Massimo Fagioli, non ha più sbagliato un colpo).