giorpost
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lunedì 3 ottobre 2016
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un tema sentito, trattato con leggerezza e ironia
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François possiede una galleria d'arte di discreto successo ed appartiene alla borghesia parigina; vive con una figlia adolescente con la quale non ha un ottimo rapporto ed ha una socia in affari di nome Catherine, amica di vecchia data. La sua vita è totalmente dedita al lavoro, poco incline ai rapporti affettivi ma molto legato agli effettivi...economici; i suoi tanti impegni professionali cozzano con la contestuale mancanza di contatto umano tangibile: il risultato è un morboso approccio al materialismo che lo porta, un giorno, a spendere duecentomila euro per comprare all'asta un antico vaso greco nel quale, la leggenda narra, sarebbero state versate le lacrime di un sovrano alla morte del suo amico più caro.
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François possiede una galleria d'arte di discreto successo ed appartiene alla borghesia parigina; vive con una figlia adolescente con la quale non ha un ottimo rapporto ed ha una socia in affari di nome Catherine, amica di vecchia data. La sua vita è totalmente dedita al lavoro, poco incline ai rapporti affettivi ma molto legato agli effettivi...economici; i suoi tanti impegni professionali cozzano con la contestuale mancanza di contatto umano tangibile: il risultato è un morboso approccio al materialismo che lo porta, un giorno, a spendere duecentomila euro per comprare all'asta un antico vaso greco nel quale, la leggenda narra, sarebbero state versate le lacrime di un sovrano alla morte del suo amico più caro.
Una sera, a cena con dei colleghi, Catherine ed altri commensali fanno pesare a François il fatto che non abbia veri amici, di quelli che verrebbero al proprio funerale, scatenando in lui la reazione di voler a tutti i costi dimostrare il contrario, al punto da lanciare una scommessa: alla cena successiva, dieci giorni dopo, presenterà il suo “migliore amico”.
Sarà a questo punto che François Coste, abile mercante e cinico professionista, dovrà dedicare le sue giornate alla frenetica quanto bizzarra ricerca di un fantomatico amico, finendo per incontrare un tassista di nome Bruno, in realtà già visto giorni prima, che potrebbe fare comodo al suo caso. Bruno è, anzitutto, una persona per bene, rispettoso di tutti, pieno di passioni (ama i quiz) nonché molto erudito, ma è anche un uomo estremamente fragile in quanto a sua volta abbandonato dalla moglie che è scappata nientemeno che con il suo migliore amico...
Mon meilleur ami (Fra, 2006) appartiene a quel filone di film che nascono commedie ma che hanno, in realtà, uno sfondo drammatico. Il tema dell'amicizia viene trattato in maniera molto delicata e leggera, proprio perché è un argomento molto sentito e Leconte riesce a non farla fuori dal vaso; l'altro tema presente nell'opera è l'arrivismo: per certi individui contano di più la carriera e lo status sociale che la giostra dei sentimenti, ma talvolta avere un'agenda piena non vuol dire essere appagati.
La presenza di diversi colpi di scena (senza eccessi) sommata alla bravura di Daniel Auteuil e Dany Boon fanno il resto, facendo risultare questa pellicola piacevole e mai stucchevole, estroversa si, ma non banale.
Bello il doppio finale.
Voto: 7
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guidobaldo maria riccardelli
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venerdì 15 aprile 2016
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la genesi del sentimento
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Delicatissima commedia dall'umore tipicamente francese, capace di unire amara ironia e riflessione sull'esistenza.
L'impossibilità di dare valore monetario ai sentimenti è il cardine di questa bell'opera di Patrice Leconte, ambientata in una Parigi grigia e lussuosa, colma di storia ma umana, dicotomica come i personaggi, antipodici nel modo di relazionarsi all'altro, per puro utilitarismo l'uno, per genuino altruismo l'altro: ad ogni modo ambedue inadeguati, incapaci di creare solide relazioni, l'uno carnefice e responsabile, l'altro vittima e mosca bianca della società moderna, distruttiva e disinteressata.
Nella pratica trovano punti di contatto, in principio parzialmente virtuali e forzati, figli di un gioco d'azzardo, ma con il tempo più solidi, e quindi dolorosi da rompere, seppur fatalmente da infrangere (lacrime o no.
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Delicatissima commedia dall'umore tipicamente francese, capace di unire amara ironia e riflessione sull'esistenza.
L'impossibilità di dare valore monetario ai sentimenti è il cardine di questa bell'opera di Patrice Leconte, ambientata in una Parigi grigia e lussuosa, colma di storia ma umana, dicotomica come i personaggi, antipodici nel modo di relazionarsi all'altro, per puro utilitarismo l'uno, per genuino altruismo l'altro: ad ogni modo ambedue inadeguati, incapaci di creare solide relazioni, l'uno carnefice e responsabile, l'altro vittima e mosca bianca della società moderna, distruttiva e disinteressata.
Nella pratica trovano punti di contatto, in principio parzialmente virtuali e forzati, figli di un gioco d'azzardo, ma con il tempo più solidi, e quindi dolorosi da rompere, seppur fatalmente da infrangere (lacrime o no...), perché anche le vittime hanno una dignità, che può arrivare però a sgretolarsi fino a giungere ad un ripensamento, grazie al tempo che allevia le ferite, suturandole alla bene è meglio sì, ma dando spazio alla controparte, se ce ne fosse l'intenzione, di fare passi di timido riavvicinamento.
Tutto questo tra individui, senza intermediari di altra natura, quali il denaro, ben poco utile, in ultima analisi, ad entrambi, anzi: è la sua negazione ad aprire le porte, quelle vere, spoglie da orpelli di vario genere.
Tenero perché vivo, senza scadere nel patetismo, da vedere ed apprezzare, grazie anche alle sontuose interpretazioni di Daniel Auteil e Dany Boom, supportati da una Julie Gayet molto in parte.
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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l'amicizia va coltivata
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“Il mio migliore amico” è un film del 2006 diretto da Patrice Leconte. Francois è titolare, assieme alla socia Catherine, di una galleria di oggetti di antiquariato e si occupa sia dell'acquisto che della vendita di questi ultimi. Il protagonista è una persona scontrosa e insopportabile, e l'unico vero scopo della sua vita è quello di trarre profitto dalla sua attività sfruttando tutte le “conoscenze” frutto esclusivamente del suo opportunismo. Durante una cena di lavoro tra colleghi Catherine fa notare a Francois che egli è privo di veri amici. Lui non accetta questa accusa e decide allora di scommettere con Catherine che entro dieci giorni le avrebbe presentato il suo migliore amico.
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“Il mio migliore amico” è un film del 2006 diretto da Patrice Leconte. Francois è titolare, assieme alla socia Catherine, di una galleria di oggetti di antiquariato e si occupa sia dell'acquisto che della vendita di questi ultimi. Il protagonista è una persona scontrosa e insopportabile, e l'unico vero scopo della sua vita è quello di trarre profitto dalla sua attività sfruttando tutte le “conoscenze” frutto esclusivamente del suo opportunismo. Durante una cena di lavoro tra colleghi Catherine fa notare a Francois che egli è privo di veri amici. Lui non accetta questa accusa e decide allora di scommettere con Catherine che entro dieci giorni le avrebbe presentato il suo migliore amico. Per Francois inizia allora un'assidua ricerca di un amico da poter presentare alla socia in affari, ma il compito si rivelerà arduo. Un giorno però viene a conoscenza di Bruno, un tassista di Parigi molto simpatico e socievole, al quale Francois chiede aiuto e consigli per riuscire a trovare degli amici o rendersi simpatico. Bruno accetta ma Francois non si rende conto che in realtà un vero amico lo sta trovando ed è proprio sotto ai suoi occhi. Il film pone in primo piano il tema dell'amicizia che rappresenta ad oggi un valore ormai sempre più raro. Francois rispecchia a pieno il modello di persona egoista, solitaria e avida che non ha mai provato alcun interesse verso gli altri e non ha mai cercato di relazionarsi con le persone se non per convenienza al fine di trarre guadagni economici. L'amicizia non può basarsi sull'opportunismo ma deve essere costruita e coltivata grazie alla sincerità, alla fiducia e ala solidarietà reciproca. L'amico è quella persona che si assumerebbe dei rischi e compierebbe qualsiasi azione pur di vedere felice un'altra persona, in quanto gli amici non possono fare a meno uno dell'altro. L'amico deve essere presente sempre e comunque sia nei momenti felici che, a maggior ragione, in quelli di difficoltà. Creare un rapporto di amicizia non è semplice, occorre il tempo necessario affinché possa instaurarsi una reciproca fiducia che costituisce l'elemento fondamentale per un legame duraturo. Non è possibile ottenere un'amicizia solo attraverso atti di cortesia o tramite dei semplici favori in quanto è importante essere sempre spontanei e schietti rischiando di risultare inizialmente antipatici o cinici. Questo perché l'amico non deve mai creare illusioni o false speranze ma, per il bene dell'altro, è l'unico che può veramente mettere in luce i problemi e le situazioni che si creano cercando di fornire consigli e suggerimenti disinteressati. Chi non conosce l'essenza dell'amicizia è un uomo che esternamente può apparire sicuro di sé ma nell'interiorità è una persona sola che ha posto al primo piano sempre i propri interessi non accorgendosi delle attenzioni e dell'affetto di chi gli sta attorno. In questa situazione vengono trascurate anche le persone a noi più care le quali gradualmente si allontanano e, quando ci si rende conto del distacco che è venuto a crearsi, è ormai troppo tardi colmarlo. Insomma il messaggio che vuole trasmettere il regista è che purtroppo non è sempre facile ottenere la vera amicizia ma, quando si ha la fortuna di trovarla, è nostro dovere cercare di mantenerla e di coltivarla perché senza di essa inevitabilmente si crea un vuoto all'interno dell'esistenza che risulta incolmabile. L'amore può finire mentre l'amicizia, se vera e sincera, rimarrà per sempre pur con i suoi alti e bassi. Attraverso il divertimento e l'ironia misti a momenti di riflessione questa commedia brillante riesce a fornire spunti di dibattito allo spettatore e a smuovere le coscienze di ognuno di noi inducendoci a porci il dubbio sull’esistenza, all’interno delle nostre vite, di amici nel vero senso della parola o se siamo semplicemente attorniati da “conoscenti”. Un bel film che vede in Daniel Auteuil, nei panni di Francois, e in Danny Boon, in quelli di Bruno, due eccellenti interpreti perfetti per i rispettivi ruoli. Un film semplice ma efficace. Da vedere.
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elgatoloco
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mercoledì 20 agosto 2014
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ottimo film francese tra ironia e dramma
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"Mon meilleur ami"è un ottimo film di Daniel Auteuil, regista eccelso, film,come sempre relegato, commercialmente, in fondo alle classifiche italiane, dove la sintesi(o comunque la commistione di stili)rancese tra humor, comicità e dramma non viene capita o viene fraintesa... Il film dibatte invece un tema eticamente fortissimo, quello dell'amicizia, negata nella prassi nella nostra società; in mezzo a grandi opzioni oblative, di idealismo etico conclamato, la realtà dell'amicizia è sempre calpestata o invece(e forse è peggio...)ostacalata-dimenticata/fatta dimenticare/negata nella prassi, appunto. Recuperarla anche quando, come qui , sembra essere impossibile, è cosa più che solo"buona e giusta".
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"Mon meilleur ami"è un ottimo film di Daniel Auteuil, regista eccelso, film,come sempre relegato, commercialmente, in fondo alle classifiche italiane, dove la sintesi(o comunque la commistione di stili)rancese tra humor, comicità e dramma non viene capita o viene fraintesa... Il film dibatte invece un tema eticamente fortissimo, quello dell'amicizia, negata nella prassi nella nostra società; in mezzo a grandi opzioni oblative, di idealismo etico conclamato, la realtà dell'amicizia è sempre calpestata o invece(e forse è peggio...)ostacalata-dimenticata/fatta dimenticare/negata nella prassi, appunto. Recuperarla anche quando, come qui , sembra essere impossibile, è cosa più che solo"buona e giusta". UNo sberleffo al cinismo come anche alle false fabbriche di idealità. El Gato
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stefano capasso
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martedì 19 agosto 2014
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gioie e dolori dell'amicizia
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Francoise è un mercante d'arte, ricco e spregiudicato a tal punto da essere antipatico a tutti. Non ha amici e quando ad una cena di lavoro la sua socia gli ricorda che è solo, che non ha amici perché pensa solo ai suoi oggetti, Francoise si irrita e lancia una scommessa. Entro dieci giorni le farà conoscere il suo migliore amico: in palio mette un antico vaso greco che avevano appena vinto ad una asta e che diverrà il leit motiv attorno al quale si svolgeranno i momenti più significativi del film. Ora il suo problema è di trovare un amico. Casualmente intreccia un rapporto con Bruno, un taxista, che sembra molto diverso da lui, è simpatico e socievole.
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Francoise è un mercante d'arte, ricco e spregiudicato a tal punto da essere antipatico a tutti. Non ha amici e quando ad una cena di lavoro la sua socia gli ricorda che è solo, che non ha amici perché pensa solo ai suoi oggetti, Francoise si irrita e lancia una scommessa. Entro dieci giorni le farà conoscere il suo migliore amico: in palio mette un antico vaso greco che avevano appena vinto ad una asta e che diverrà il leit motiv attorno al quale si svolgeranno i momenti più significativi del film. Ora il suo problema è di trovare un amico. Casualmente intreccia un rapporto con Bruno, un taxista, che sembra molto diverso da lui, è simpatico e socievole. In realtà anche lui è un uomo solo, cosi mentre Bruno spiega a Francoise come essere più simpatico, tra i due nasce un rapporto di affetto. Ma per Francoise l'unico scopo è vincere la scommessa e inganna Bruno con lo scopo di mostrare alla sua socia che il suo amico sarebbe stato disposto a tutto per lui. Scoperto il gioco Bruno, sconvolto se ne va, tradito e umiliato. Francoise capirà l'errore e avrà modo di rifarsi regalando a Bruno il sogno di farlo partecipare ad un quiz televisivo per un lieto fine.
Un bel film sull'amicizia questo di Patrice Leconte. Una bella sceneggiatura che fa delle suspance il punto forte per tenere alta l'attenzione, divertire ed emozionare, toccando corde sensibili che tutti consociamo; la solitudine, il tradimento, il bisogno di avere qualcuno che possa aiutarci quando serve. Un amico può essere tutto questo, nel bene e nel male. Imparare a sopportare i piccoli tradimenti, i lati oscuri dell'altro, mettersi in gioco per quello che si è, e infine saper perdonare sono passaggi fondamentali perché possa nascere e svilupparsi un vero rapporto di amicizia.
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jayan
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giovedì 13 settembre 2012
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film intelligente sull'amore
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Il regista riesce a parlare dell'amore in modo indiretto, addirittura iniziando col negarlo. Un mercante d'arte che ha 15 appuntamenti al giorno, tutti rapidi e per fare affari,... ma nessun amico. Allora si lancia una scommessa: deve trovare il suo migliore amico. Cerca in tutti i modi di trovarlo. Solo alla fine lo troverà, ma quando rinuncerà alla scommessa. Nessuno diviene amico per una scommessa. Allora comprende che i veri amici non si possono comprare né legare a patti. O si è amici o non lo si è. E' davvero un film intelligente sull'amore. Da vedere!
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paola di giuseppe
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mercoledì 6 ottobre 2010
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addomesticare la piccola volpe
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Una commedia francese divertente, ironica, a tratti prevedibile, un po’ come le favole.
Storia di uomini che incrociano le loro strade per caso, e l’incontro produce altre storie e quindi sentimenti, sinapsi della vita che si espande e che il regista racconta con eleganza sobria e umorismo raffinato, illuministico interesse per le leggi che regolano l’agire umano, capacità di dare al racconto un andamento disteso, che cattura l’attenzione e concede il tempo per la riflessione, in una stesura curata nei particolari, che fissa lo sguardo su una condizione umana fatta di costanti e di variabili, molteplicità di fenomeni e permanenza di categorie fondamentali, apparire ed essere in sovrapposizione continua.
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Una commedia francese divertente, ironica, a tratti prevedibile, un po’ come le favole.
Storia di uomini che incrociano le loro strade per caso, e l’incontro produce altre storie e quindi sentimenti, sinapsi della vita che si espande e che il regista racconta con eleganza sobria e umorismo raffinato, illuministico interesse per le leggi che regolano l’agire umano, capacità di dare al racconto un andamento disteso, che cattura l’attenzione e concede il tempo per la riflessione, in una stesura curata nei particolari, che fissa lo sguardo su una condizione umana fatta di costanti e di variabili, molteplicità di fenomeni e permanenza di categorie fondamentali, apparire ed essere in sovrapposizione continua.
Un conte philosophique che pone con leggerezza mai superficiale uno dei grandi temi d’indagine dell’uomo, l’amicizia.
François è un antiquario importante, un bel vaso greco a figure rosse con Achille e Patroclo, appena acquistato per 200mila euro ad un’asta, sarà la posta di una scommessa sull’amicizia.
Seguendo il funerale di un suo cliente,infatti,ha contato perplesso gli amici del defunto:solo sette,compresa la vedova, e
nessuno sembrava particolarmente affranto.
E allora,si chiede,che senso ha vivere se la nostra morte passa indifferente fra i vivi, se non c’è nessuna garanzia che scatti quella famosa “celeste corrispondenza d’amorosi sensi” ?
Quante semplici conoscenze scambiamo per amicizia?Possiamo definire amicizia quella trama di scambio fatta di favori e prestazioni che nella reciprocità finiscono per diventare vincolanti?Ci sono gradazioni nell’amicizia?Si può parlare di amicizie nobili e amicizie comuni?E infine, a quali parametri riferirsi per definire qualcuno “il mio migliore amico”?
Troppe domande,François è una persona pratica e la sbrigativa scommessa con la socia in affari che, perfida, gli ha detto “Al tuo funerale non ci sarà nessuno",è trovare un vero amico entro dieci giorni.
E’ chiaro che per lui avere amici investe solo un aspetto contabile del problema, gli amici sono “avere”, come accade con gli oggetti materiali,tra cui il denaro.Lo stesso vale per i suoi compagni di tavolata con cui è nata la discussione.
Nella sua miseria di affetti François è convinto che diventare simpatico e conquistare amici sia frutto di apprendistato:“Mi insegni a essere simpatico”,dice a Bruno,il tassista che lo accompagna nella sua surreale ricerca.
“Non si può imparare.”__
“Sì, ci saranno dei principi di base, un modo di fare: me lo insegni, sono pronto a pagarla!”
La posizione del tassista è di sano scetticismo: una volta morti, che ci siano molti o nessun amico al funerale non cambierà nulla.
“Non esiste l'amicizia, mi creda”__
“Come fa a dire questo, lei fa subito amicizia con tutti quelli che incontra?”__
“Se è con tutti, è con nessuno”.
La costante fra gli uomini, dunque, sembra essere la solitudine, in vario modo e con scelte drammaturgiche sempre in bilico tra reale e irreale, Leconte ci mostra questo degli uomini.
Éscamotages per sopravvivere a questa condizione se ne trovano, purchè si riesca ad ingannare sé stessi. Quando però questo non è più possibile, e accade il più delle volte, non resta che mettersi in discussione, e capire che non si compra tutto, e come ben dice la volpe de Il piccolo principe_"Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro.Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
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[+] sempre straordinaria
(di claudus)
[ - ] sempre straordinaria
[+] addomesticare la piccola volpe
(di sciakubucu)
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marezia
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venerdì 17 luglio 2009
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una perla da museo
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MAI tanta verità sono state dette in 95' come in questo delizioso film che si stacca dalla tradizione francese per il suo approccio diretto ad una tematica piena di luoghi comuni e ipocrisia. E' una sceneggiatura viva, serrata, palpitante di sentimenti che non scadono MAI nel macchiettismo ma parlano al cuore di ciascuno insegnandogli qualcosa. Scusate se è poco... Dal punto di vista attoriale la coppia è perfetta; perfetto Auteil a cui per uno scherzo del destino il film si addice data la figuraccia (per me) che fece non ricordo esattamente durante quale importante manifestazione di settore in Italia e perfetto Boon, estremamente espressivo tanto da ricordare gli splendori del cinema muto. Ancora una volta un grazie a Occhipinti, vero re insieme a Procacci del Cinema italiano.
[+] p.s.
(di marezia)
[ - ] p.s.
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(di marezia)
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(di marezia)
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gianluca stanzani
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venerdì 10 ottobre 2008
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amici mai
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Si può mettere in gioco l'amicizia, scommettendo su di essa? E' vera amicizia se ci sono interessi in gioco? Questo è quanto scoprirà François (Daniel Auteuil), uomo di successo e uno degli antiquari più famosi di Parigi, alle prese con un valore a lui sconosciuto in quanto precluso. Perché avere un'agenda piena di appuntamenti e di interessi, non può necessariamente significare “avere degli amici”. Una vita impegnata, non può mascherare la propria solitudine interiore e “l'aridità” esteriore nel relazionarsi con gli altri. L'uomo, pungolato da una sfida con la sua socia in affari, accetterà (sbagliando), di mettere in gioco il concetto stesso di amicizia (simbolizzato in un vaso lacrimatorio greco da 200.
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Si può mettere in gioco l'amicizia, scommettendo su di essa? E' vera amicizia se ci sono interessi in gioco? Questo è quanto scoprirà François (Daniel Auteuil), uomo di successo e uno degli antiquari più famosi di Parigi, alle prese con un valore a lui sconosciuto in quanto precluso. Perché avere un'agenda piena di appuntamenti e di interessi, non può necessariamente significare “avere degli amici”. Una vita impegnata, non può mascherare la propria solitudine interiore e “l'aridità” esteriore nel relazionarsi con gli altri. L'uomo, pungolato da una sfida con la sua socia in affari, accetterà (sbagliando), di mettere in gioco il concetto stesso di amicizia (simbolizzato in un vaso lacrimatorio greco da 200.000 Euro), senza capirne bene il suo significato, il suo valore intrinseco. Aiutato nella ricerca da un assillante quanto generoso autista di taxi (Dany Boon), François troverà in lui l'insperato quanto autentico amico. Regista raffinato, Patrice Leconte mostra tutta quanta la sua sapienza registica, nell'affrontare una sceneggiatura scabra e priva di qualsiasi tipo di orpello narrativo. Un film semplice semplice, come il senso stretto dell'amicizia. Vincitore del premio del pubblico al Festival di Toronto 2006.
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noci
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martedì 9 settembre 2008
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decisamente mediocre
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Sembra scritto e girato in modo frettoloso, giusto per fare cassa, troppi difetti.
[+] sceneggiatura
(di franco bosio)
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