Hollywoodland

Omaggio con assassinio all'età d'oro di Hollywood

Da che esiste Hollywood, la sua faccia oscura ha affascinato scrittori e sceneggiatori. In competizione all'ultima Mostra di Venezia assieme a Black Dahlia, il debutto nel cinema di Allen Coulter (regista di numerosi episodi di Sex and the City e dei Soprano) riesce là dove il film di Brian DePalma falliva: solleva il velo smagliante della fabbrica dei sogni per rivelarne, in modo convincente, i risvolti più sordidi e segreti. Nel 1959 George Reeves, popolarissimo Superman di un serial televisivo, è ritrovato con una pallottola in testa. Assunto dalla madre del defunto, il detective privato Louis Simo indaga sul caso, sbrigativamente archiviato come suicidio. Il soggetto di Hollywoodland si riferisce a un personaggio reale: un attore che debuttò con una piccola parte in Via col vento e, dopo avere perseguito invano il successo sul grande schermo, lo trovò in quello piccolo. La sceneggiatura di Paul Bembaum, però, non vuol essere solo la biografia di un personaggio dimenticato; molto più ispirata, gioca una partita doppia tra Reeves e Simo, l'investigatore, alternando continuamente i piani temporali e istituendo tra i due un effetto di simmetria virtuale, imperniata sull'eterna dialettica tra l'essere e l'apparire. La ricostruzione d'epoca (sospesa trai "Fifties" e la svolta dei "Sixties"), fedele senza manierismi, trova un delicato equilibrio tra la dichiarazione d'amore alla Hollywood dell'età d'oro e la denuncia dei suoi retroscena velenosi. Bravo Adrien Brody, che grazie a una recitazione istintiva aggiunge risvolti inediti al personaggio un po' logoro dei detective privato. Scelto con cura il cast di supporto, con Bob Hoskins nella parte di uno spietato tycoon della Metro-Goldwyn-Mayor e Diane Lane in quella della sua infedele consorte. La sorpresa, però, è Ben Affleck. Per anni ha meritato di figurare sistematicamente nella classifica dei peggiori attori hollywoodiani; ed eccolo sorprenderci interpretando con sensibilità (al Lido ha vinto la Coppa Volpi) un personaggio cui, per molti versi, somiglia.
Da La Repubblica, 23 marzo 2007


di Roberto Nepoti, 23 marzo 2007