elgatoloco
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domenica 8 aprile 2018
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un"altro"bond
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"Casino Royale"(2006, di Martin Campbell, pur se, trattandosi di un"Bond", l'autorialità andrebbe più decisamente distribuita, non attribuita sic et simpliciter al solo regista, pur tenendo conto, sempre e comunque, degli autori,intesi come soggettisti e sceneggiatori, il primo dei quali è ,ovviamente, Ian Fleming, lo scrittore da cui, pur liberamente, tutti "i Bond"sono tratti), è diverso dagli altri film di 007, in primis perché si tratta di un film romantico, in cui Bond si innamora(e il "pentimento"finale difficilmente è da leggere come tale), poi perché Bond è rappresentato, certo come"eroe"anche cinico e addestrato(ovvio, peraltro)ma anche come relativamente"nuovo"del mestiere(qui gioca un ruolo fondamentale l'allora esordiente nel ruolo Daniel Craig, rispetto ai suoi predecessori, quando, scrivendo oggi, Craig è ormai sul punto di cedere la consegna o quasi.
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"Casino Royale"(2006, di Martin Campbell, pur se, trattandosi di un"Bond", l'autorialità andrebbe più decisamente distribuita, non attribuita sic et simpliciter al solo regista, pur tenendo conto, sempre e comunque, degli autori,intesi come soggettisti e sceneggiatori, il primo dei quali è ,ovviamente, Ian Fleming, lo scrittore da cui, pur liberamente, tutti "i Bond"sono tratti), è diverso dagli altri film di 007, in primis perché si tratta di un film romantico, in cui Bond si innamora(e il "pentimento"finale difficilmente è da leggere come tale), poi perché Bond è rappresentato, certo come"eroe"anche cinico e addestrato(ovvio, peraltro)ma anche come relativamente"nuovo"del mestiere(qui gioca un ruolo fondamentale l'allora esordiente nel ruolo Daniel Craig, rispetto ai suoi predecessori, quando, scrivendo oggi, Craig è ormai sul punto di cedere la consegna o quasi...)e quindi non intangibile rispetto ai sentimenti, dove, ovviamente, è l'amore quello a più alto tasso di rischio, specie se la "spia amica"(?)ha le fattezze di Eva Green... se l'agente"senza macchia e senza paura"(per il primo termine forse un punto interrogativo sarebbe d'uopo...)è appunto sensibile al fascino e ai sentimenti emanati dalla persona di genere reciproco e seducente... C'è poi Mads Mikkelsen, giustamente trincerato dietro la sua"corazza caratteriale"(Reich, stavolta)che fa il cattivone comme il faut... quasi come un pezzo di ghiaccio di cui solo la lacrimazione è in qualche modo una sorta di tallone d'Achille o meglio di"Le Chiffre", il terribile giocatore di poker e in borsa che rappresenta l'anti-Bond in quest'occasione... Un film particolare anche per la varietà delle ambientazioni(dall'Africa al Madagascar, quasi un ponte tra Africa e Asia, al Montenegro a Venezia e mi si scusi se ho trascurato qualche località). Lussureggiante come al solito, il film ha un tasso di violenza(torture etc.)altissimo, che un tempo(anche solo una ventina d'anni fa)sarebbe stato ritenuto intollerabile. Ma"o tempora o mores"... El Gato
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laurence316
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venerdì 14 luglio 2017
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bond è tornato
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21° film della serie, arriva a 4 anni di distanza da La morte può attendere (uno dei peggiori dell'intera saga), ma si presenta quale un reboot: si riparte dalle origini del personaggio, quando James Bond ha appena ottenuto il doppio 0, ovvero la licenza di uccidere.
E Casino Royale si rivela, sorprendentemente, uno dei migliori della serie. Non solo grazie alle strepitose sequenze d'azione (a cominciare da quella iniziale nel cantiere) ma anche grazie ad una sceneggiatura sapiente, che alterna abilmente momenti adrenalici a pause in cui ci si concentra sull'approfondimento psicologico dei personaggi (in particolare nel rapporto fra Bond e Vesper).
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21° film della serie, arriva a 4 anni di distanza da La morte può attendere (uno dei peggiori dell'intera saga), ma si presenta quale un reboot: si riparte dalle origini del personaggio, quando James Bond ha appena ottenuto il doppio 0, ovvero la licenza di uccidere.
E Casino Royale si rivela, sorprendentemente, uno dei migliori della serie. Non solo grazie alle strepitose sequenze d'azione (a cominciare da quella iniziale nel cantiere) ma anche grazie ad una sceneggiatura sapiente, che alterna abilmente momenti adrenalici a pause in cui ci si concentra sull'approfondimento psicologico dei personaggi (in particolare nel rapporto fra Bond e Vesper). Casino Royale da così la possibilità agli autori di creare un nuovo Bond, ancora alle prime armi, distanziandosi definitivamente dai precedenti film.
Curiosamente mai prima era stato adattato questo che è il primo dei romanzi di Ian Fleming in cui compare il personaggio nella serie cinematografica ufficiale, soprattutto per problemi di diritti (ma, nel 1954, ne è stato tratto un episodio della serie antologica Climax!, e nel 1967 ne viene realizzata una parodia, James Bond 007 – Casino Royale).
Riguardo alla recitazione, Craig, nuovo Bond dopo l'era di Brosnan, nonostante sia stato aspramente criticato prima dell'uscita del film, se la cava, mentre il personaggio di Vesper Lynd, interpretato da una ottima Eva Green, si rivela una delle più intriganti bond girl da molto tempo a questa parte.
Nel complesso, Casino Royale è un appasionante thriller d'azione, ricco di sequenze spettacolari e impeccabilmente realizzate, scritto più che degnamente dagli sceneggiatori Purvis, Wade e Haggis, capace di creare suspense e di interessare lo spettatore, per niente prolisso nonostante la durata e concluso da un finale che rimarrà nella memoria dei fan (così come diverse altre scene, tra cui quella già celebre della tortura ai testicoli).
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gustibus
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domenica 8 gennaio 2017
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il miglior bond!
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Credo che con skyfall sia il miglior bond in 55anni...non avrei dato un penny all'allora semi SCONOSCIUTO Craig....invece lui BRAVO MA ha trovato un regista ottimo in una produzione perfetta...moderna...veramente un film perfetto!!....concluso con il quasi CAPOLAVORO di SKYFALL...ILsecondo E'STATO mediocre e SPECTRE anche!...ma tutti hanno fatto mega incassi....spero nel prossimo ci sia lui...ma ho capito che non e'chi fa bond che conta...MA la fortuna di avere un abile regista con i fiocchi....E'VERO ibond degli anni 60erano dovuti a Connery...eccelso!...MA i film visti ora...belli...ma tecnicamente datati.CHE conta sempre e'...che sia "VERO CINEMA!"
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paolocorsi1967
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venerdì 15 luglio 2016
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il più bel film di james bond
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Il film inizia in bianco e nero sottolineando più dei precedenti la radice antica di Bond. Un omaggio alla stagione migliore del cinema dal punto di vista cromatico, assieme a quella del primo Technicolor anni '40, il più bello della storia del cinema a cui spesso i film di 007 hanno cercato di avvicinarsi. Geniali i titoli di testa. Il film è molto incentrato su James Bond, non ancora agente 00 (cioè con licenza di uccidere). Eccezionali scenografie di Peter Lamont, degno erede del grande Ken Adam, come il musicista David Arnold lo è di John Barry; il film fa tesoro delle invenzioni dei geni della serie come Peter Hunt (la cui lezione sul far apparire al meglio gli attori è stata ben recepita dal montatore Stuart Baird, che ha anche splendidi stacchi), ma ha anche delle proprie trovate genuine.
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Il film inizia in bianco e nero sottolineando più dei precedenti la radice antica di Bond. Un omaggio alla stagione migliore del cinema dal punto di vista cromatico, assieme a quella del primo Technicolor anni '40, il più bello della storia del cinema a cui spesso i film di 007 hanno cercato di avvicinarsi. Geniali i titoli di testa. Il film è molto incentrato su James Bond, non ancora agente 00 (cioè con licenza di uccidere). Eccezionali scenografie di Peter Lamont, degno erede del grande Ken Adam, come il musicista David Arnold lo è di John Barry; il film fa tesoro delle invenzioni dei geni della serie come Peter Hunt (la cui lezione sul far apparire al meglio gli attori è stata ben recepita dal montatore Stuart Baird, che ha anche splendidi stacchi), ma ha anche delle proprie trovate genuine. Dall'Uganda (Inghilterra) al Madagascar (Bahamas, che si addicono sempre a Bond) a Praga (sempre Inghilterra) alle Bahamas (Bahamas) a Miami (Praga e Miami) al Montenegro (idem), a Venezia la scelta delle location è fantastica. Il regista Martin Campbell, che già aveva riportato 007 ai livelli di Connery col primo episodio di Pierce Brosnan, era una garanzia con la sua regia solida, rocciosa e insieme elegante e sofisticata (come quella di Guy Hamilton), con momenti onirici; qui più maturo e disincantato l'ultimo grande regista di 007 prima di quello d'autore di Sam Mendes dirige un film piuttosto violento ma con un senso della misura. La scena della tortura di Bond rispetta Fleming come non poteva essere fatto nei film classici della serie. Eccezionale la lunga sequenza acrobatica dopo i titoli, molto realistica perché girata quasi tutta senza usare effetti digitali; e, quando più avanti nel film questi vengono usati, non ce ne si accorge. Stessa parsimonia per i gadgets, presenti ma non in maniera esagerata. Quello di Craig è un Bond più fisico che dà e prende un sacco di botte ma anche molto intelligente. Meravigliosa la fotografia di Phil Meheux, con stupende inquadrature; uso creativo dei colori, non pacchiani nè banali e virtuosismi notevoli: una vera festa per gli occhi. Grande, al solito, il lavoro agli effetti speciali (Steve Begg, Arundi Asregadoo e Andrew Whitehurst); perfetti i costumi di Lindy Hamming; grande apporto dei cascatori, categoria di professionisti impagabili. Le Chiffre è un cattivo che ha un suo charme. Il primo romanzo di Fleming è ridotto eccellentemente da Neal Purvis, Robert Wade e Paul Haggis, regista di "Crash", che ha elevato il livello drammaturgico del film. Bond non è un eroe ma piuttosto un anti-eroe o, se si preferisce, un eroe imperfetto, un duro ma con debolezze nel quale possiamo identificarci. Fellini notava come l'uomo moderno preferisca Marco Aurelio a Giulio Cesare. I produttori non ebbero dubbi, a ragione, su Daniel Craig, che è veramente grande, credibile e convincente. Caterina Murino è sensualissima e ha occhi marrone stupendi (come quelli azzurri di Craig); Eva Green è intelligente e insieme bellezza da favola, virginale, ambigua, algida, altera, in una parola mitica (meraviglioso il trucco di Paul Engelen), figlia e madre. La sequenza al Casino non è del tutto all'altezza del resto, ma ci sono tante alte cime come tutte le scene d'azione. In parte girato nella Repubblica Ceca, bellissimo paese e grande scuola di cinema che ha contribuito al fascino visivo del film, vivido e un po' tenebroso. Finale sul Lago di Como. In questo film c'è tutto Bond, come nei primi episodi, e li supera tutti.
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angelino67
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domenica 1 maggio 2016
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le origini di 007
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Da vecchio fan di Bond quando vidi la prima volta questo ci misi un po' a decidere a quale livello porlo nella sfolgorante filmografia di 007. Ma in scene come quella in cui Bond manda giù un whisky dopo essersi lavato le ferite o quella sotto la doccia o al ristorante con la stupenda Vesper Lind (anche Solange è estremamente attraente) - la cui ambiguità ricorda quanto deva lo 007 cinematografico a Hitchcock - mi hanno dato la forte impressione degli abissi o delle altezze del Bond migliore, e forse più che mai.
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Da vecchio fan di Bond quando vidi la prima volta questo ci misi un po' a decidere a quale livello porlo nella sfolgorante filmografia di 007. Ma in scene come quella in cui Bond manda giù un whisky dopo essersi lavato le ferite o quella sotto la doccia o al ristorante con la stupenda Vesper Lind (anche Solange è estremamente attraente) - la cui ambiguità ricorda quanto deva lo 007 cinematografico a Hitchcock - mi hanno dato la forte impressione degli abissi o delle altezze del Bond migliore, e forse più che mai. Dopo 45 anni Bond riesce ancora a sorprendere. Casino Royale, il primo romanzo di James Bond di Fleming non é mai stato considerato tra i suoi migliori, e i tentativi iniziali fatti per trasportarlo sullo schermo, come in un episodio di una serie televisiva, non avevano avuto grande successo. Bisognava trovare un modo efficace per portare le storie di Fleming sullo schermo, come fecero i produttori Saltzman e Broccoli, la cui relativa uniformità di - alta - qualità della serie, rispetto a differenze notevoli, anche di valore, dei registi, dimostrano l'importanza dell'impostazione produttoria -, che però a suo tempo non avevano i diritti del libro (che nel frattempo diede adito a una parodia con Woody Allen, Peter Sellers e David Niven, che era stato in lizza negli anni '60 per la parte) Questa “lacuna” é stata finalmente colmata nell'occasione, nella necessità dell'ennesimo rinnovamento di 007 (dato per morto al cinema e rinato almeno cinque volte). In effetti la storia si é rivelata non facile da filmare. La regia é stata affidata alla mano sicura di Martin Campbell, che aveva già riportato 007 ai livelli di Connery con il roccioso, formidabile “Goldeneye”. In questo film egli mette molto del miglior modo di dirigere 007, con vigore, fantasia e anche sensualità. La scelta del protagonista Daniel Craig ha provocato derisione e indignazione da non pochi fan della serie, che poi ha finito per convincere con il suo indubbio fascino, e anche perché, eccellente attore, non ha fatto mancare a Bond nessuna delle sue caratteristiche, anzi forse è il più completo dei 007 che si siano visti sullo schermo; virile, molto duro e spietato (come in Fleming, il suo freddo sadismo fu questa una delle ragioni che avevano scoraggiato per un certo tempo di portarlo sul grande schermo) ma anche molto tormentato e sensibile - e attenzione, cosa rara -, qui si innamora. Dà al personaggio una umanità che non aveva dai tempi di Lazenby nel 1969 (per merito di Peter Hunt, che dopo avre letto “Casino Royale” aveva predetto che ne sarebbe potuto realizzare un film fantastico); un uomo di carne e sangue, che soffre. Campbell non esagera i toni, ma costruisce un Bond “nero” piuttosto insolito, non il fumetto per ragazzi di molti episodi. L'inizio é il più cupo e inquietante mai visto nella serie. La sceneggiatura di Neil Purvis e Robert Wade e Paul Haggis é solida, equilibrata, sofisticata (il personaggio di Giancarlo Giannini ne é un esempio) e con colpi di scena. Alle consuete battute Craig aggiunge un sottofondo amaro. Quanto alle location, le Bahamas, Miami, Praga, Venezia... non c'è bisogno di aggettivi. Molto vivida la fotografia di Phil Meheux e stringato il montaggio di Stuart Baird. Come sempre, quando lo 007 cinematografico ha bisogno si riavvicina ai romanzi di Ian Fleming. L'interesse per Craig non deve far dimenticare che - come disse Guy Hamilton, il regista di Goldfinger, - che un film di 007 si commisura sul valore del cattivo. Soprattutto con esso la difficoltà era trovare un equilibrio, riuscito, tra il rispetto e la necessaria rielaborazione del testo di Fleming. L'attore danese Mads Mikkelsen é eccellente in un ruolo più sobrio e realistico dei soliti cattivi del Bond. La colonna sonora di David Arnold é potente e incisiva, molto efficace e soddisfacente nel seguire e rendere l'emozione di ciò che si vede sullo schermo e trovare il giusto tono, come lo erano quelle di John Barry. Belli i titoli di testa, intrigante la canzone “You know my name” di Chris Cornell, una delle più belle voci degli ultimi 20 anni. Non ancora presenti “Moneypenny” né “Q”, Judi Dench recita un “M” più classico dei suoi precedenti, eccezionale, che contribuisce ad aumentare la nobiltà di questo felicissimo 21° episodio della serie, in grado di soddisfare i fan tradizionali di Bond come il pubblico più moderno.
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citizen kane
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lunedì 28 dicembre 2015
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my name is blond,james blond
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Immagino che poche persone,oltre a conoscere James Bond sul grande schermo, abbiano conosciuto nella lettura di Jan Fleming questo eccezionale personaggio, che continua idealmente la tradizione letteraria del
mito maschile combattente e vincente dopo innumerevoli peripezie e pericoli.Questo mito è già presente nella letteratura classica antica (Ulisse)e si tramanda nel corso dei secoli letterari fino ad arrivare allo scorso secolo (XX°) e continuare anche nell'attuale(XXI°).Ciò che sorprende è che questo concetto di uomo vincente e virile continui pure tuttora in una epoca che ha messo in crisi e discussione ogni eroe che si attenga ad un ben preciso ideale, ad una azione coerente e che svolga questa azione nel rispetto di norme individuali e collettive.
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Immagino che poche persone,oltre a conoscere James Bond sul grande schermo, abbiano conosciuto nella lettura di Jan Fleming questo eccezionale personaggio, che continua idealmente la tradizione letteraria del
mito maschile combattente e vincente dopo innumerevoli peripezie e pericoli.Questo mito è già presente nella letteratura classica antica (Ulisse)e si tramanda nel corso dei secoli letterari fino ad arrivare allo scorso secolo (XX°) e continuare anche nell'attuale(XXI°).Ciò che sorprende è che questo concetto di uomo vincente e virile continui pure tuttora in una epoca che ha messo in crisi e discussione ogni eroe che si attenga ad un ben preciso ideale, ad una azione coerente e che svolga questa azione nel rispetto di norme individuali e collettive.L'individualismo che James Bond esprime ,anche nella sfera personale di vita affettiva e sessuale, potrebbe risultare ai più superficiali come il retaggio di una società egoisticamente materiale ed edonista ma ciò non é,perchè è un ARCHETIPO UNIVERSALE.Da qui la delusione per un film che ben poco si attiene al primo romanzo di Jan Fleming e che solo a sprazzi ne rammenta la eccezionale singolarità.Non è un caso che Jan Fleming e Raymond Chandler avessero avuto occasione di scambiarsi personali impressioni sull'arte dello scrivere.James Bond è la ideale e logica continuazione letteraria del personaggio di Philip Marlowe nella configurazione dell'archetipo di uomo,puro,leale, virile,forte e combattente fino al rischio della perdita della vita e per questo sempre adorato dal pubblico femminile.
A SUIVRE
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fabio57
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lunedì 2 novembre 2015
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nuovo 007
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Per i nostalgici amanti di Connery, Moore e Brosnan i migliori Bond ,a mio parere,questo film è una delusione,tuttavia condiderando che i tempi cambiano e con loro anche i gusti,possiamo annoverare quest'opera senz'altro tra le riuscite della saga.Lo 007 di Craig è molto virile,macho,ma con poca ironia, tormentato e ombroso, è poco propenso alla frivolezza rispetto ai suoi predecessori,diciamo essenziale,sobrio anche nei dialoghi.La sceneggiatura è buona,gli effetti speciali spettacolari.
Da vedere
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tmpsvita
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sabato 5 settembre 2015
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uno 007 con poca azione e molte parole
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Uno 007 con poca azione e molte parole. E questo è sia il difettto che il pregio di questo nuovo Bond. Infatti le scene d'azione sono molto poche e la più lunga la si ha all'inizio, una scena d'azione fatta davvero con i fiocchi, diretta con grande bravura, e piena di stunt sensazionali. Poi ce n'è un'altra piccola nell'intermezzo e alla fine un'altra, anch'essa molto bella. Ma oltre a queste tre scene durante la parte centrale del film, il tempo è colmato da moltissimi dialoghi. Per carità mi piaccono i thriller molto ragionati, parlati e che fanno riflettere molto lo spettatore ma dopo mezz'ora di uomini che giocano a poker sinceramente mi ero un po' stufato.
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Uno 007 con poca azione e molte parole. E questo è sia il difettto che il pregio di questo nuovo Bond. Infatti le scene d'azione sono molto poche e la più lunga la si ha all'inizio, una scena d'azione fatta davvero con i fiocchi, diretta con grande bravura, e piena di stunt sensazionali. Poi ce n'è un'altra piccola nell'intermezzo e alla fine un'altra, anch'essa molto bella. Ma oltre a queste tre scene durante la parte centrale del film, il tempo è colmato da moltissimi dialoghi. Per carità mi piaccono i thriller molto ragionati, parlati e che fanno riflettere molto lo spettatore ma dopo mezz'ora di uomini che giocano a poker sinceramente mi ero un po' stufato. Comunque alla fine si riprende. Daniel Craig è un Bond estremamente elegante e perfetto nella parte. Eva Green molto sensuale, bella e accattivante.ò E il villain di turno l'ho trovato eccezionale, scritto molto bene. Una regia un po' altalenante, nel nel senso che ha dei momenti davvero eccezionali, soprattutto nei movimenti di macchina, e altri davvero pessimi e confusi. Colonna sonora che aiuta ad intrattenere e anche a divertire. Per finire con un piccolo difetto ho trovato la trama un po' banale e la durata del film eccessiva. Voto 7/10.
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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la rinascita di bond con un film fantastico
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Con "La morte può attendere" la prima saga di James Bond è conclusa ... ma ecco che l'agente 007 di Fleming ritorna e con dei film più interessanti, sempre ricchi di azione e suspance ma molto più ricchi dal punto di vista sentimentale e psicologico.
"Casino Royale" apre le porte al nuovo 007, un Bond più moderno e non ancora agente doppio zero.
Il film lo reputo uno tra i migliori di James Bond non solo grazie all'ottima trama ma anche grazie all'atmosfera più intrigante e anche al cast che comprende attori perfetti nei rispettivi ruoli.
Ovviamente Brosnan lascia il posto a un nuovo attore che è completamente diverso fisicamente dallo 007 originario ma che soddisfa dal punto di vista di interpretazione e di recitazione : Daniel Craig non sarà mai come Sean Connery ma probabilmente la sua è tra le migliori interpretazioni dell'agente 007.
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Con "La morte può attendere" la prima saga di James Bond è conclusa ... ma ecco che l'agente 007 di Fleming ritorna e con dei film più interessanti, sempre ricchi di azione e suspance ma molto più ricchi dal punto di vista sentimentale e psicologico.
"Casino Royale" apre le porte al nuovo 007, un Bond più moderno e non ancora agente doppio zero.
Il film lo reputo uno tra i migliori di James Bond non solo grazie all'ottima trama ma anche grazie all'atmosfera più intrigante e anche al cast che comprende attori perfetti nei rispettivi ruoli.
Ovviamente Brosnan lascia il posto a un nuovo attore che è completamente diverso fisicamente dallo 007 originario ma che soddisfa dal punto di vista di interpretazione e di recitazione : Daniel Craig non sarà mai come Sean Connery ma probabilmente la sua è tra le migliori interpretazioni dell'agente 007.
Qui vediamo un James Bond veramente simile al Bond dei romanzi di Ian Fleming : affascinante, spietato, freddo, misterioso; beh ... Craig avrà i capelli biondi e gli occhi azzurri ma nel ruolo sta benissimo e, infatti, nonostante iniziali critiche alcuni fans si sono dovuti ricredere sulle capacità dell'attore.
Ma non è solo Craig che soddisfa di questo film ma anche gli altri personaggi e i loro rispettivi attori : Le Chiffre ( Mads Mikkelsen ) è un Bond villain molto più credibile rispetto ad altri, cattivo certo ma con i suoi punti deboli; Vesper Lynd ( Eva Green ) rimane tra le Bond Girls più affascinanti di sempre ma anche tra le migliori grazie a un fascino e a un senso di mistero e ambiguità che la circonda; Renè Mathis ( Giancarlo Giannini ) è l'alleato di Bond ma che, come tutti i personaggi del film compreso 007, nasconde dei segreti.
Che dire poi di locations magnifiche ed esotiche come Venezia e le Bahamas, una fortissima theme song di Chris Cornell "You Know My Name" e di quel lato sentimentale e malinconico che avvolge il film dall'inizio alla fine?
Io lo consiglio davvero vivamente poichè mi è piaciuto molto e non dovrebbe deludere tutti i fans del vecchio 007 ...
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brando fioravanti
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martedì 29 luglio 2014
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ci risiamo
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Solita americanata con scene d'azione che chiamarle ridicole è poco. Anche le partite a Poker sono paradossali. Ma incredibilmente c'è parte del pubblico che gradisce. Visto che tutto quello che accade è prevedibile si tenta di catturare lo spettatore aumentando le scene d'azione. Purtroppo nel nuovo millennio siamo nella piena devoluzione del cinema. Visti i film come Casino royal e Die Hard si può rivalutare Rambo almeno sapeva commuovere. Qua siamo nel vuoto totale
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