li vecchiett!!!
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lunedì 28 agosto 2006
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una vera ferrari!!!!!!!!!!!!!!
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Dobbiamo dire che non ci aspettavamo questo film cosi coinvolgente! è una vera "saetta" I personaggi sono simpatici! Ottima la grafica in generale! Sia adulti che bambini possono vederlo! Noi ragazzi di 15 anni ci siamo appassionati cosi tanto da rivederlo ben due volte! Non siamo ragazzi infantili ma questo film ha delle potenzialita enormi da coinvolgere chiunque! Il nostro personaggio preferito è Guido! Ci fa schiattare quando fa il cambio gomme: "PIT STOP!" Peccato che parli poco durante il film. (riferito alla ragazza/signora che ha parlato male di questo film): 1) I bambini macchina c'erano! 2) In questo film gli umani potevano essere le macchine perchè avevano sentimenti veri. Amore, Amicizia, Gelosia ecc.
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Dobbiamo dire che non ci aspettavamo questo film cosi coinvolgente! è una vera "saetta" I personaggi sono simpatici! Ottima la grafica in generale! Sia adulti che bambini possono vederlo! Noi ragazzi di 15 anni ci siamo appassionati cosi tanto da rivederlo ben due volte! Non siamo ragazzi infantili ma questo film ha delle potenzialita enormi da coinvolgere chiunque! Il nostro personaggio preferito è Guido! Ci fa schiattare quando fa il cambio gomme: "PIT STOP!" Peccato che parli poco durante il film. (riferito alla ragazza/signora che ha parlato male di questo film): 1) I bambini macchina c'erano! 2) In questo film gli umani potevano essere le macchine perchè avevano sentimenti veri. Amore, Amicizia, Gelosia ecc. Secondo noi il regista ha voluto paragonarci a delle macchine per un semplice motivo " stiamo diventando schiavi delle macchine " Jonh Lasseter sottolinea quello che diventerà il nostro mondo cioè pieno di automobili! W la ferrari W Luigi E Guido M Alonso e la Renault!
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[+] cars è stupendo!!
(di alchemys)
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spirit of light
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mercoledì 6 settembre 2006
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perchè smettere di sognare?
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Sicuramente un film che vale la pena vedere. Un film di animazione in cui protagonisti incontrastati sono il senso dell'umorismo e soprattutto il sentimento...Scene davvero emozionanti, in particolare nella seconda parte del film. Memorabile la scena della gara finale: scena che, facendo un parallelismo con la vita reale, sarebbe più unica che rara...ma io amo sognare con questo genere di film in cui l'immaginazione può davvero divagare ed eludere (almeno per un paio d'ore) questa cruda realtà...Dunque...Perchè smettere di sognare?
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m.m.
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sabato 2 settembre 2006
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cars - motori ruggenti
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Macchine sfolgoranti, colori accesi, buffi personagi e il classico lieto fine…. Sembra il perfetto pacchetto per bambini ma Cars non è solo questo. L’ultimo film d’animazione della Pixar, entrata di recente a far parte dell’Impero Disney, non delude le aspettative e riconferma, per l’ennesima volta, la propria casa produttrice come la prima nel settore.
John Lasseter e il suo team tornano all’opera dopo Toy Story 1 e 2 e anche stavolta riescono nell’impresa di creare un film d’animazione divertente sia per gli adulti che per i più piccoli. Cars è ricco di buoni valori, insegnamenti, gag esilaranti ma anche di una fotografia curata, una sceneggiatura complessa e una colonna sonora intenta a ricreare l’atmosfera tipica del viaggio USA on the road.
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Macchine sfolgoranti, colori accesi, buffi personagi e il classico lieto fine…. Sembra il perfetto pacchetto per bambini ma Cars non è solo questo. L’ultimo film d’animazione della Pixar, entrata di recente a far parte dell’Impero Disney, non delude le aspettative e riconferma, per l’ennesima volta, la propria casa produttrice come la prima nel settore.
John Lasseter e il suo team tornano all’opera dopo Toy Story 1 e 2 e anche stavolta riescono nell’impresa di creare un film d’animazione divertente sia per gli adulti che per i più piccoli. Cars è ricco di buoni valori, insegnamenti, gag esilaranti ma anche di una fotografia curata, una sceneggiatura complessa e una colonna sonora intenta a ricreare l’atmosfera tipica del viaggio USA on the road. Ambientato nei pressi della leggendaria Route 66, riconosciuta oggi come un vero e proprio museo a cielo aperto, il film racconta la crescita interiore di Saetta McQueen, una macchina da corsa nata per vincere. Un bel giorno però Saetta si perde nel deserto dell’Arizona e trova “accoglienza” nella raggiante cittadina di Radiator Springs. Non immagina che lì troverà anche ben altro. Saetta dovrà fare i conti con l’unica cosa che rende la sua vita perfetta… un po’ meno perfetta; è vero, ha soldi, gloria, ammiratori ma si sa, gli amici non si comprano. Imparerà cosa significa fidarsi degli altri ed essere un punto di riferimento per chi ti sta intorno; dovrà aiutare i suoi amici a”far tornare in voga” la loro cittadina riportando sulla Statale 66 i moderni e velocissimi guidatori autostradali.
Il successo di questo nuovo genere d’animazione ha dimostrato, negli ultimi anni, come il pubblico adulto sia meno cinico di quello che si pensa; tutti, non solo i bambini, hanno bisogno di sognare, di ridere, di commuoversi ed è per questo che spesso, molti di noi rinunciano difficilmente al lieto fine senza storcere il naso.
Come per i precedenti cartoni animati, Randy Newman è riuscito a creare un accompagnamento musicale adatto alla circostanza; una colonna sonora toccante e nostalgica di quell’america, e forse di quel mondo, in cui “il bello non era arrivare ma era viaggiare”. E chissà che non capiti anche a noi un giorno, di viaggiare e scoprendo una nuova città e nuovi amici trovare quello che stiamo cercando, noi stessi.
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laurence316
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mercoledì 1 febbraio 2017
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il primo (mezzo) passo falso per la pixar
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Dopo una lunga serie di capolavori ed ottimi film, proprio quando sembrava che la Pixar fosse infallibile, proprio quando si credeva che non avrebbe mai compiuto un passo falso, quando si era già da tempo affermata quale la leader del settore, ebbene ecco uscire Cars, diretto dal fondatore dello studio Lasseter e co-diretto da Ranft (morto durante la lavorazione) e scritto da ben 6 sceneggiatori, una delle più deboli produzioni della casa californiana. La trama in sé non è da buttare, ma di certo manca dell'originalità, dell'inventiva, di quel pizzico di genialità che contraddistingue invece le opere precedenti. Cars è un semplice film per bambini, senza troppe pretese e fin troppo lineare e corretto nello svolgimento.
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Dopo una lunga serie di capolavori ed ottimi film, proprio quando sembrava che la Pixar fosse infallibile, proprio quando si credeva che non avrebbe mai compiuto un passo falso, quando si era già da tempo affermata quale la leader del settore, ebbene ecco uscire Cars, diretto dal fondatore dello studio Lasseter e co-diretto da Ranft (morto durante la lavorazione) e scritto da ben 6 sceneggiatori, una delle più deboli produzioni della casa californiana. La trama in sé non è da buttare, ma di certo manca dell'originalità, dell'inventiva, di quel pizzico di genialità che contraddistingue invece le opere precedenti. Cars è un semplice film per bambini, senza troppe pretese e fin troppo lineare e corretto nello svolgimento. Privo di particolari punti di forza (ad eccezione dell'ottima caratterizzazione dei personaggi), mai particolarmente appassionante, presenta anche una morale, come ogni favoletta che si rispetti, ma anch'essa è piuttosto scontata e alquanto banale. In Cars tutto appare già visto o comunque scarsamente interessante, e riesce probabilmente ancora a divertire soltanto i bambini. Incontestabile, al contrario, la qualità dell’animazione. Come sempre, la Pixar in questo frangente non delude, e stupisce lo spettatore con una definizione e nitidezza delle immagini mai viste. In ogni caso, rimane il sospetto che si sia trattato più di un'operazione di marketing abilmente orchestrata che non di un semplice film, e difatti, seppur il successo sia evidente fin dalla distribuzione nelle sale (incassa 461 milioni a fronte di un budget di 120), è nel merchandising che ha fatto registrare i più alti introiti, con oltre un miliardo di dollari incassati dai Disney Store. Di conseguenza, inutile profusione di seguiti e spin-off.
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laurence316
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martedì 8 marzo 2016
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il primo passo falso per la pixar
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Dopo una lunga serie di capolavori ed ottimi film, proprio quando sembrava ormai che la Pixar fosse infallibile, proprio quando si credeva che non avrebbe mai compiuto un passo falso, quando si era già da tempo affermata quale la leader del settore, ebbene ecco uscire Cars, diretto dal fondatore Lasseter e co-diretto da Ranft (morto durante la lavorazione), primo vero passo falso compiuto dalla casa californiana. Scritto da ben 6 sceneggiatori, è una delle più deboli produzioni della Pixar. La trama in sé non è da buttare, ma di certo manca dell'originalità, dell'inventiva, di quel pizzico di genialità che da sempre contraddistingue le opere di questo studio.
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Dopo una lunga serie di capolavori ed ottimi film, proprio quando sembrava ormai che la Pixar fosse infallibile, proprio quando si credeva che non avrebbe mai compiuto un passo falso, quando si era già da tempo affermata quale la leader del settore, ebbene ecco uscire Cars, diretto dal fondatore Lasseter e co-diretto da Ranft (morto durante la lavorazione), primo vero passo falso compiuto dalla casa californiana. Scritto da ben 6 sceneggiatori, è una delle più deboli produzioni della Pixar. La trama in sé non è da buttare, ma di certo manca dell'originalità, dell'inventiva, di quel pizzico di genialità che da sempre contraddistingue le opere di questo studio. Cars è un semplice film per bambini, né più né meno di questo, un film senza troppe pretese e fin troppo lineare e corretto nello svolgimento. Privo di particolari punti di forza (ad eccezione dell'animazione e dell'ottima caratterizzazione dei personaggi), mai particolarmente interessante né emozionante, presenta anche una morale, come ogni favola che si rispetti, ma anch'essa risulta piuttosto banale e scontata. In Cars tutto appare già visto o comunque scarsamente coinvolgente, e riesce ancora a divertire probabilmente solo i bambini. Incontestabile, ad ogni modo, la qualità delle animazioni. Come sempre la Pixar, in questo frangente, non delude e stupisce lo spettatore con una nitidezza e una definizione delle immagini mai vista. Ma al di là di questo, rimane il sospetto che si sia trattato più di un'abile e furba operazione di marketing finemente orchestrata che non di un semplice film, e difatti, seppur il successo di pubblico sia stato evidente fin dalla distribuzione nelle sale, è nel merchandising che si sono fatte registrare le cifre da capogiro, con oltre un miliardo di dollari incassati dai Disney Store di mezzo mondo. E pertanto inevitabili e immancabili si sono rivelati i prodotti derivati. Dai due sequel (Cars 2 e 3, il primo uscito nel 2011 e il secondo di prossima uscita nel 2018), ai prequel (Planes, del 2013, e Planes 2-Missione antincendio, del 2014), alle serie TV a chissà cos'altro in futuro.
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spirit of light
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mercoledì 6 settembre 2006
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perchè smettere di sognare?
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Sicuramente un film che vale la pena vedere. Un film di animazione in cui protagonisti incontrastati sono il senso dell'umorismo e soprattutto il sentimento...Scene davvero emozionanti, in particolare nella seconda parte del film. Memorabile la scena della gara finale: scena che, facendo un parallelismo con la vita reale, sarebbe più unica che rara...ma io amo sognare con questo genere di film in cui l'immaginazione può davvero divagare ed eludere (almeno per un paio d'ore) questa cruda realtà...Dunque...Perchè smettere di sognare?
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xavor
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venerdì 1 settembre 2006
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gioventù bruciata, maturità conseguita
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C'è il protagonista, l'antagonista, il vecchio saggio, la storia d'amore che sboccia malcelata, l'amicizia ritrovata, i sogni di gloria, quelli concreti e reali, la vittoria mancata per far posto ad un'altra vittoria: quella nella vita. C'è la simpatia dell'incoscienza sotto forma di spacconeria a buon mercato che si tramuterà, beffa della vita, in umiltà acquisita. C'è la magia Disney ma non si avverte più del necessario: sono stati bravi gli uomini della Pixar a nasconderla in una storia che all'inizio appare come banale e che poi, con un pretesto, rivela il suo carattere nascosto. Cars - Motori Ruggenti, dal 23 agosto nelle sale cinematografiche italiane, è tutto questo: un capolavoro d'animazione in una storia originale, ricca di riferimenti e citazioni (anche auto - citazioni nei titoli di coda), come il gommista italiano (la cui voce è di Marco Della Noce, il grandioso Oriano Ferrari della Dandini), come la Ferrari per bocca del suo pilota di riferimento (nel finale comparsata vocale dello Shumacher vero) e poi l'avvocatessa Porsche impersonata dalla Ferilli, Fisichella, lo stereotipo del sergente di ferro su una Wrangler allo stato brado, l'Hippie rappresentato dal nostalgico pulmino Volkswagen dei '60, Elvis fatto a camper, la cinquecento miglia di Indianapolis nella personalizzazione della Piston Cup.
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C'è il protagonista, l'antagonista, il vecchio saggio, la storia d'amore che sboccia malcelata, l'amicizia ritrovata, i sogni di gloria, quelli concreti e reali, la vittoria mancata per far posto ad un'altra vittoria: quella nella vita. C'è la simpatia dell'incoscienza sotto forma di spacconeria a buon mercato che si tramuterà, beffa della vita, in umiltà acquisita. C'è la magia Disney ma non si avverte più del necessario: sono stati bravi gli uomini della Pixar a nasconderla in una storia che all'inizio appare come banale e che poi, con un pretesto, rivela il suo carattere nascosto. Cars - Motori Ruggenti, dal 23 agosto nelle sale cinematografiche italiane, è tutto questo: un capolavoro d'animazione in una storia originale, ricca di riferimenti e citazioni (anche auto - citazioni nei titoli di coda), come il gommista italiano (la cui voce è di Marco Della Noce, il grandioso Oriano Ferrari della Dandini), come la Ferrari per bocca del suo pilota di riferimento (nel finale comparsata vocale dello Shumacher vero) e poi l'avvocatessa Porsche impersonata dalla Ferilli, Fisichella, lo stereotipo del sergente di ferro su una Wrangler allo stato brado, l'Hippie rappresentato dal nostalgico pulmino Volkswagen dei '60, Elvis fatto a camper, la cinquecento miglia di Indianapolis nella personalizzazione della Piston Cup.
La storia è semplice, tutto parte dalla Piston Cup, la coppa per antonomasia. Ma a vincere la gara tra scorrettezze, arroganza e incoscienza, pari merito, saranno in tre, il vecchio leone con tanto di criniera pluripremiata, l'eterno secondo e la giovane promessa. Così tutto viene rimandato ad una gara di spareggio da disputarsi in California. Ma lungo il viaggio il destino vuole che la giovane presuntuosa promessa venga intrappolata, a causa sua, in una deserta cittadina di provincia: Radiator City. Lì imparerà cos'è il sacrificio, conoscerà l'amore, troverà un amico, apprenderà tecniche di guida e capirà che la presunzione non è in linea con chi vuol essere un campione. Tutte cose che gli serviranno in California per vincere la sfida della vita: la Piston Cup dell'altruismo.
Ad una trama prevedibile, mentre si guarda il film è difficile sbagliare la previsione di quanto accadrà di lì a poco e quasi sempre non ci si sbaglia, i funamboli della Pixar hanno sopperito con una azzeccata, come meglio non si potrebbe, caratterizzazione antropomorfica dei personaggi. Le macchine riprendono fisionomia umana: radiatori come baffi, paraurti - bocca e specchietti retrovisori come orecchie ma non solo. Anche i caratteri di ogni personaggio sono in linea con la vettura che li rappresenta: il protagonista (Saetta) è una macchina da corsa stile Dodge Viper, il vecchio leone rombante una Ferrari Dino saggia e veloce, la bella avvocatessa una Porsche Carrera sexy (ha addirittura una verniciatura tribale sul sopra targa, volutamente riprendente i tatuaggi tipici al femminile, quelli del sopra - terga!)... In Cars tutto è a misura di macchina: Gli operatori che riprendono la gara? Macchine. Il pubblico? Macchine. Perfino le mosche che volano... Sono macchine, stupendi e leggiadri minimaggiolini!
Una fiaba moderna per ragazzi e adulti da vedere e rivedere. Un consiglio infine, non alzatevi neanche dopo la fine dei titoli di coda, alla Pixar hanno preparato un classico del loro repertorio: il dopo finale!
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the man of steel
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martedì 15 febbraio 2011
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pixar sempre in pista
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E' il film tra i più deboli della corazzata Pixar ma resta comunque un pezzo stupendo d'animazione e questo la dice lunga sulla qualità generale di tutta la sua filmografia.
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great steven
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mercoledì 21 gennaio 2015
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il percorso di crescita dell'auto saetta mcqueen.
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CARS – MOTORI RUGGENTI (USA, 2006) diretto da JOHN LASSETER
Il fenomeno della Pixar J. Lasseter s’è già cimentato nel mondo dei giocattoli con il dittico di Toy Story e nell’universo degli insetti con A Bug’s Life, e questa volta sfodera ulteriormente il suo genio artistico e descrittivo addentrandosi nel pianeta delle automobili, girando con esse il suo settimo lungometraggio. Il lavoro è stato così strutturato: tremila sofisticati sistemi informatici, diciassette ore di lavoro per ogni singolo fotogramma e quarantatremila disegni al computer. Lasseter non lascia, raddoppia, evitando prudentemente il dogma della ripetizione e l’inciampo della banalità.
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CARS – MOTORI RUGGENTI (USA, 2006) diretto da JOHN LASSETER
Il fenomeno della Pixar J. Lasseter s’è già cimentato nel mondo dei giocattoli con il dittico di Toy Story e nell’universo degli insetti con A Bug’s Life, e questa volta sfodera ulteriormente il suo genio artistico e descrittivo addentrandosi nel pianeta delle automobili, girando con esse il suo settimo lungometraggio. Il lavoro è stato così strutturato: tremila sofisticati sistemi informatici, diciassette ore di lavoro per ogni singolo fotogramma e quarantatremila disegni al computer. Lasseter non lascia, raddoppia, evitando prudentemente il dogma della ripetizione e l’inciampo della banalità. Protagonista di questa pellicola d’animazione è Saetta McQueen, una spavalda e arrogante macchina da corsa naturalmente rossa, intenzionato a vincere la Piston Cup, e ritrova come suoi avversari il vecchio campione Strip Weathers, soprannominato “Maestà”, e lo sleale Chick Hicks, eternamente secondo. Poiché tutti e tre tagliano il traguardo contemporaneamente, i giudici di gara stabiliscono che il trio dovrà disputare uno spareggio che si terrà una settimana dopo la competizione di fine campionato. Durante il tragitto verso la California, Saetta si smarrisce e, perso il suo camion-amico Mack, finisce in avaria presso una bizzarra cittadina sperduta, chiamata Radiator Springs. Qui vi abitano hippy pacifisti, patrioti nostalgici, saggi dall’oscuro passato ed ex donne in carriera (sono tutte automobili), e da loro McQueen apprenderà i valori della vita che contano sul serio: amicizia, sincerità, umiltà e modestia. Diverranno suoi grandi amici il carro attrezzi arrugginito Cricchetto, l’affascinante Porsche avvocato Sally e l’anziano Hudson Hornet detto Doc, meccanico e giudice nonché campione in pensione che ha al suo attivo tre vittorie alla Piston Cup. Le cose importanti imparate durante la sosta forzata presso questo paesello dimenticato dal mondo, Saetta le applicherà anche quando sarà a gareggiare in pista. Nessun essere umano né animale antropomorfo compare in questo divertente e spassoso incubo a quattro ruote dominato da lucenti carrozzerie colorate, che presentano grandi occhi modellati sul fumetto giapponese, radiatori per baffi e treni di ruote a cromatura variabile. La regia di Lasseter si distingue per almeno un paio di caratteristiche salienti e dall’evidenza palpabile: l’appello decisivo agli antichi ed elementari pregi di un tempo ormai passato e il sentimento installato nei cuori di queste vetture (che si comportano secondo canoni assolutamente da uomini) che porta il protagonista a riconsiderare con drasticità le sue posizioni riguardo all’ideologia del successo ad ogni costo e alla voglia di affermarsi con prepotenza in una sfida importante. Tra l’amplissima galleria di personaggi, spiccano: il personaggio predominante Saetta per la sua metamorfosi radicale e la sua innata simpatia; Carl Attrezzi (con la voce di Marco Messeri nell’edizione italiana), per il suo marcato senso dell’umorismo agreste e la sua caricatura beffardamente autoironica; la Porsche Sally (doppiata da Sabrina Ferilli) per ferinità, amorevolezza e tenerezza; il severo e inflessibile Doc, che nasconde il proprio passato con cupezza e di malavoglia pur permettendosi ancora eccezionali sgasate in solitaria; il furgone-figlio dei fiori Fillmore, appassionato di biocarburante ecologico; il Sergente, jeep residuata della Seconda Guerra Mondiale, che svende suppellettili al suo spaccio e issa tutte le mattine la bandiera USA; la Fiat 500 Luigi, di chiara origine italiana e doppiato con un pesante accento emiliano, che vende pneumatici di ogni tipo e per ogni piacere; lo spagnolo Ramon, esperto nel decorare con estrema fantasia le carrozzerie dei clienti; e sua moglie Flo, proprietaria del distributore di carburante. Qualche accenno di retorica nella rievocazione della gloriosa epoca trascorsa (il richiamo agli anni 1960 è efficace ma a tratti convenzionale) e un pizzico di troppo di buonismo nella morale conclusiva della trama, ma nel complesso la vicenda risulta verosimile e la credibilità narrativa e i tempi comici sono provvidenzialmente salvati. Non manca neppure qualche raro, ma convincente, momento poetico: ad esempio il tranquillo e trasognato tour di Saetta e Sally lungo le montagne intervallate dalle cascate. Nel doppiaggio originale, fa la sua apparizione la solita schiera di attori arcifamosi. Uscito in estate e poi perso nei meandri dell’home video. Cinque anni dopo ne fu girato il seguito (secondo caso di questo genere nella storia della Pixar): Cars 2, visualizzabile anche in 3D.
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mystic
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mercoledì 3 aprile 2013
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non manca lo stile, ma la vera magia disney
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Dopo aver raccontato le incredibili, è proprio il caso di dirlo, avventure di "una normale famiglia di supereroi" la Pixar sfreccia a tutto gas verso il luccicante mondo dei motori, con tutto il roboante splendore che ciò comporta.
Saetta McQueen è un giovane e promettente bolide da pista che sogna di vincere la prestigiosa Piston Cup e aggiudicarsi così fama e sponsor. Purtroppo però, deve fare i conti con lo sceriffo di Radiator Springs, che dopo averlo visto superare il limite di velocità nel proprio paesino, lo tiene sotto sua personale custodia, ignaro del fatto che l'auto è stata vittima di uno sfortunato incidente.
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Dopo aver raccontato le incredibili, è proprio il caso di dirlo, avventure di "una normale famiglia di supereroi" la Pixar sfreccia a tutto gas verso il luccicante mondo dei motori, con tutto il roboante splendore che ciò comporta.
Saetta McQueen è un giovane e promettente bolide da pista che sogna di vincere la prestigiosa Piston Cup e aggiudicarsi così fama e sponsor. Purtroppo però, deve fare i conti con lo sceriffo di Radiator Springs, che dopo averlo visto superare il limite di velocità nel proprio paesino, lo tiene sotto sua personale custodia, ignaro del fatto che l'auto è stata vittima di uno sfortunato incidente.
A livello critico Cars ha sempre sofferto la sua collocazione cronologica in mezzo ad importanti capolavori. Prima Nemo e Monsters Inc., poi Up, Wall E e Ratatouille. E' comunque difficile definire Cars anche lontanamente un mezzo fallimento. Con un plot che si affida ad un pubblico presumibilmente giovane e che richiama agli interessi comuni di tale pubblico (le auto), Pixar immagina un universo dove sfrecciano vetture fiammanti e dove gli uomini decidono per una sincera uscita di scena. Tutto il film gira attorno alla brama del luccicante McQueen di vincere la Piston Cup: si tratta di una mera presunzione, però, che Lasseter smonta grazie ai ferrivecchi nostalgici che vivono nei ricordi o alle spalle comiche che ci riconducono al tema dell'amicizia. Tutti i personaggi vivono in una loro specifica dimensione che gli animatori costruiscono anche con poco materiale a disposizione, evidenziandone le più sottili tendenze. E' ancora una volta un film sui dettagli, in cui Lasseter studia minuziosamente le auto e i suggestivi scorci panoramici della leggendaria Route 66.
Ma mancano l'acuto, il romanticismo, la nostalgia e il coraggio di voler uscire dagli schemi che tanto aveva caratterizzato l'intera produzione della rinomata casa. Piuttosto si cerca la risata facile a base di scontri e affini dove manca la capacità visionaria degli esperimenti migliori.
Perfetto a livello di merchandising, in Cars non manca lo stile: manca la magia dei classici Disney.
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