Bobby

Bobby Kennedy, ultima speranza del '68

L'Hollywood liberal non si arrende all'era George W. Bush. I democratici credono in un'America che ha in Robert Kennedy il santino ancora capace di parlare a un Paese compassionevole. Così una famiglia di spettacolo come quella di Martin Sheen torna al 6 giugno '68 quando, come cinque anni prima a Dallas, un Kennedy fu fermato da una pallottola.
Bobby, oggi in gara, diretto da Emilio Estevez, un figlio di Sheen, ben deciso, rispetto a JFK di Oliver Stone, a non tuffarsi nella controinvestigazione sull'assassinio, ma a visualizzare il clima di un periodo e di una giornata attraverso la "fiction" privata di gente che popolava stanze, saloni e cucina dei lussuoso hotel Ambassador, quartier generale del senatore che, dopo aver vinto le primarie californiane, si stava lanciando verso la candidatura alla Casa Bianca e alla sfida elettorale con Richard Nixon. [...]

di Natalino Bruzzone, articolo completo (2646 caratteri spazi inclusi) su Il Secolo XIX 5 settembre 2006