Babel

Film 2006 | Drammatico 144 min.

Regia di Alejandro G. Iñárritu. Un film Da vedere 2006 con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael García Bernal, Kôji Yakusho, Adriana Barraza. Cast completo Genere Drammatico - USA, Francia, Messico, 2006, durata 144 minuti. Uscita cinema venerdì 27 ottobre 2006 - MYmonetro 2,98 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 febbraio 2014

Individui distanti tra loro migliaia di chilometri incrociano per qualche ora i loro destini sulla Terra, creando un disperato affresco di un'umanità sola e dolente. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai David di Donatello, 6 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 6 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Babel ha incassato 2,8 milioni di euro .

Babel è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
2,98/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,45
CONSIGLIATO SÌ
Un gioco a incastro artificioso e compiaciuto chiude la trilogia sul dolore umano firmata dalla coppia Iñarritu/Arriaga.
Recensione di Chiara Renda
Recensione di Chiara Renda

Individui distanti tra loro migliaia di chilometri incrociano per qualche ora i loro destini sulla Terra, creando un disperato affresco di un'umanità sola e dolente.
Il detonatore che innesca una reazione a catena in questo puzzle composto da tessere fin troppo perfettamente combacianti è il colpo di fucile partito dalle mani di due ragazzini in un paese sperduto del Marocco. Un gesto immotivato, compiuto quasi accidentalmente da due innocenti che, come in un domino, agisce profondamente sulle vite di tre gruppi di persone in diverse zone del pianeta: una coppia di americani lì in vacanza per risolvere una crisi coniugale, una domestica messicana alle prese con i figli dei due nel giorno del matrimonio di suo figlio, e un'adolescente giapponese, sordomuta ed emotivamente emarginata, alla disperata ricerca d'amore in una Tokyo caotica e alienante.
Ossessionato dalle coincidenze del destino e dalle storie parallele, il messicano Iñarritu, già autore insieme al fido sceneggiatore Arriaga (premiato a Cannes per Le tre sepolture di Tommy Lee Jones) del più "grezzo" ma genuino Amores Perros e dello straziante 21 grammi, alza il tiro per questa babele multietnica di storie e destini umani vincitrice del Premio per la Regia al 59° Festival di Cannes.
Quattro episodi-limite di solitudine e dolore, quattro zone geografiche in cui i protagonisti sono o si sentono stranieri, quattro lingue più una (quella dei segni) per un film-manifesto della cultura globalizzata. Tutto ciò che rendeva duro, amaro e doloroso il cinema dell'aspro regista messicano è qui ripulito, addolcito e riverniciato da una patina visiva, ma anche narrativa, classicamente hollywoodiana. La tensione emotiva lascia spazio a una programmatica cerebralità, a un estetismo fin troppo raffinato e compiaciuto, e a una costruzione macchinosamente architettata in cui nulla può essere lasciato al caso (anche a costo di forzare i legami tra le storie: vedi l'episodio giapponese). Questa d'altronde sembra essere la tendenza delle storie corali che piacciono a Hollywood, a giudicare anche dal pluripremiato Crash di Paul Haggis, artificiosa e meccanica degenerazione della coralità sbandata e alla deriva dell'America oggi altmaniana. Non ci si stupisce dunque di fronte all'appesantimento retorico della coppia messicana corteggiata da Hollywood (Iñarritu/Arriaga) che, allargando il raggio d'azione della storia e forzandone i destini, ha perso in istintività e pulsione emotiva. Che gusto c'è nel comporre un puzzle in cui tutti i pezzi combaciano senza intoppi?

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Recensione di Francesca Felletti
lunedì 30 ottobre 2006

La violenza che ferisce il corpo e l'anima, la rabbia e la vendetta sono di nuovo al centro dell'opera del messicano Alejandro Gonzales Inarritu (Amores Perros, 21 grammi). L'arrivo di un fucile in una famiglia di pastori dell'altopiano marocchino è la scintilla che innesca una serie di drammatici eventi in una torre di Babele che riunisce Stati Uniti, Messico, Giappone e Marocco. Durante il pascolo, i due fratellini giocano a provare la gittata dell'arma sparando in direzione di un pullman di turisti americani.
Un proiettile colpisce una donna (Cate Blanchett) in viaggio con il marito (Brad Pitt). Contemporaneamente, ma non in ordine cronologico, negli States due bambini si addormentano accuditi dalla governante messicana. E in Giappone una ragazza sordomuta perde una partita di pallavolo per un "out" non visto dall'arbitro. Da qui un intreccio di storie su più livelli: geografico, temporale e linguistico (quattro lingue nazionali più quella dei gesti, per i non-udenti). Il ritratto di un'umanità ignorante, che non riesce a comunicare e, soprattutto, che non riesce ad agire. Un film corposo, lungo, avvolgente, pieno. Che emoziona e coinvolge lo spettatore, seppure con qualche concessione di troppo alla retorica nel finale. Uno stile barocco e personale, quello di Inarritu che talvolta può apparire artificioso, ma che non lascia mai indifferenti

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 5 dicembre 2010
weachilluminati

lettura gradita La potenza dei simboli,in senso implicito,è  forma , e le immagini  statiche ed in movimento disegnano intensamente il dramma che si vuole celebrare   . Lunghi primi piani, ampi silenzi,   grande spazio alla dinamica  "dell'azione  energetica "fatta  da  inquadrature statiche ed in [...] Vai alla recensione »

sabato 21 novembre 2015
nike22

Alejandro Gonzales Inarritu è uno di quei registi che amano colpire dritto allo stomaco i propri spettatori. Come i precedenti “Amores perros” e “21 grammi” anche l’ultimo “Babel” è un film spietato, crudo, desolante e desolato, e nel medesimo tempo splendido, appassionante, esaltante ed emozionante.

sabato 9 marzo 2013
Filippo Catani

Diverse storie partono una parallela all'altra finendo poi per intersecarsi seppur si svolgano in continenti diversi. Una coppia è in viaggio in Marocco per cercare di superare la perdita del loro ultimo figlio. La donna però viene colpita da un proiettile vagante sparato da un pastore. Intanto i figli della coppia vengono portati in Messico dalla governante che deve presenziare al [...] Vai alla recensione »

giovedì 27 settembre 2012
Andrea Alesci

Nella malinconica melodia dell’incomprensibilità tracciata da Alejandro González Iñarritu ognuno è sordo alle voci dell’altro, che sia prossimo o lontano. Non capirsi, non comprendersi: piomba su di noi già dal titolo (Babel) questo precipitato biblico. Un disperdersi moderno nella terrena babele d’incomprensioni e ostacoli che gli uomini pongono [...] Vai alla recensione »

lunedì 27 agosto 2012
tiamaster

Non capisco le recensioni negative di certi critici,senza ne capo ne coda,che fanno passare i pregi di un film per difetti.....non importa comunque.probabilmente è autocompiaciamento.Babel è cinema nella sua forma più rara:perfetto,magistralmente girato,interpretato ma sopratutto sceneggiato.La tipica storia di destiniche si incontrano non è mai stata così intricata,genial [...] Vai alla recensione »

lunedì 13 novembre 2017
Giorgio Postiglione Giorpost

In una remota e desolata landa del Marocco Richard e Susan, due coniugi americani in crisi, stanno viaggiando in pullman con altri turisti, quando lei viene improvvisamente colpita da un proiettile vagante tra spalla e collo; dall'altra parte dell'oceano una tata messicana di nome Amalia si reca -senza il permesso dei datori di lavoro- al matrimonio del figlio nel nord della Bassa California, [...] Vai alla recensione »

lunedì 22 maggio 2017
alberto

 Cosa potrà mai accomunare una coppia californiana in viaggio reduce dalla prematura morte del figlio, due ragazzi marocchini intenti a maneggiare un fucile per acquisire una buona mira, due bambini che attraversano il Messico sotto la responsabilità della tata e un'adolescente giapponese sordomuta? Lo spettatore, di fronte a quattro storie che si alternano nel corso [...] Vai alla recensione »

mercoledì 9 marzo 2016
Danko188

Marocco. Un pastore acquista un fucile per tenere lontani gli sciacalli dal suo gregge, affidandolo ai suoi due giovanissimi figli i quali, per testare la validità dell’arma, si apprestano a far fuoco da un monte dell’Atlante ai primi bersagli umani che si trovano sotto i loro occhi. Una donna americana (Cate Blanchett) che si trova su un pullman di turisti assieme al marito (Brad [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 gennaio 2015
ALEXLABY

Nessun film mi ha fatto immedesimare nelle situazioni come questo. Il migliore Brad Pitt, ma sontuose le recitazioni del bambino americano e della sua tata. E se tutti hanno recitato al meglio delle loro possibilità è segno che il regista ha lavorato in modo magistrale. A qualcuno può apparire lento, ma se fosse durato 5 minuti meno si sarebbe persa qualche emozione, qualche sensazione.

giovedì 16 agosto 2012
andyflash77

Nel silenzio del deserto marocchino due ragazzini armati di Winchester esplodono dei colpi, ma i proiettili vanno più lontano di quanto loro avrebbero mai potuto immaginare, ferendo Susan (Cate Blanchett), una donna americana in viaggio col marito Richard (Brad Pitt) su un pullman. Questo evento drammatico ha ripercussioni su quattro diversi gruppi di persone che vivono in altrettanti continenti: [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 dicembre 2009
Jayan

Un puzzle sulla violenza, la solitudine e sulla morte. Il regista passa da ciò che è avvenuto a ciò che era prima che esso avvenisse o a ciò che sarà dopo, da una parte all'altra del mondo, per raccontare la violenza, spesso involontaria (il ragazzo che spara alla turista senza avere intenzione di farlo), o volontaria (l'atteggiamento aggressivo dei poliziotti americani di frontiera verso i messicani, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 11 marzo 2015
kondor17

Ammetto di non aver mai amato Inarritu, a parte Amores Perros, del 2000, per me il suo film migliore. Ho rivisto ieri in Tv dopo 8 anni questa pellicola, perchè ad un premio oscar (Birdman - che ho lasciato a metà proiezione) bisogna sempre dare una seconda chance. E me ne pento. Due ore e passa (più di 3 in TV) sprecate. Ho fatto fatica ad arrivare a metà e mi sono [...] Vai alla recensione »

martedì 30 luglio 2013
jacopo b98

 Quattro storie si intrecciano: in Marocco due fratelli (Ait El Caid e Tarchani) si divertono a sparare con un fucile e più o meno accidentalmente colpiscono una turista (Blanchett). Una coppia in crisi, marito e moglie (Pitt e Blanchett), fa un viaggio in Marocco, lei viene ferita da una fucilata e rischia di morire: la tragedia li riavvicinerà.

domenica 15 gennaio 2012
paolomiki

L'unica cosa che salta all'occhio attento dello spettatore, è la straordinaria bravura degli attori (tutti) che sembra abbiano davvero fatto le terribili esperienze di cui narra il film,e riescono a commuovere e convincere.Per il resto si tratta di una storia drammatica divisa in quattro e sparsa nel mondo con un unico filo conduttore.A me ha messo molta tristezza.

giovedì 31 dicembre 2009
packmen

piccoli fatti e coincidenze che si riccolegano fra di loro formando il film di Inaritu. Bello,coinvolgente e con una bellissima musica,meritava l'oscar.ottimo il cast,molto bravo Pitt.

domenica 5 agosto 2012
Ruspa Machete

Film eccezionale di Inarritu che riesce anche senza un finale tragico a lasciare comunque angosciato lo spettatore. Forse non sarà al livello di 21 grammi ma è comunque un filmone.

giovedì 6 ottobre 2011
Giuseppe Simeone

la casualità è il mezzo, l'incomunicabilità il pretesto, il fine è tutta un'altra cosa: sono i sentimenti che ci legano l'un l'altro e che ci rendono uguali in tutto e per tutto. la sofferenza e il dolore, ma sopra qualunque cosa l'amore in tutte le sue forme. di rara bellezza la colonna sonora.

martedì 28 dicembre 2010
cirokisskiss

Ottimo film sui rapporti umani che riflette e fa riflettere su di esso in modo convincente e toccante! bello!

sabato 14 gennaio 2012
eddaA

DA VEDERE, GUARDARE, ASCOLTARE... ARRIVA AL CUORE PER VIE NON CONOSCIUTE

sabato 4 settembre 2010
picassa

Ho letto vari commenti in questo sito, anche varie critiche e alcune condivisibili ma comunque, se qualche difetto c'è, c'è anche tanto altro: bellezza, poesia, interrogativi, sentimenti, sensazioni , colori che mi rimarranno dentro e questa è la ragione per cui amo il cinema e questo film.

venerdì 9 luglio 2010
Rescart

L’anti-legge di Murphy è qui evocata quanto la legge stessa nel resto del film. Mi riferisco all’episodio finale, quando il giovane detective giapponese incontra nel suo appartamento la ragazza disabile, figlia del cacciatore e reduce da un deludente festino tra coetanei. Già in precedenza la ragazza aveva mostrato la sua impudicizia mentre il detective dimostra tutta la sua [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 maggio 2009
Gattoarighe

Bello, fatto molto bene. Di questo film avevo, chissà perchè, un discreto pregiudizio negativo. E invece mi è piaciuto farmi trasportare da queste storie parallele eppure lontanissime, intuire che si toccheranno e scoprire a poco a poco come. Immagino che come schema non sia una novità, ma non è frequentissimo. L'aggancio al Giappone mediante il fucile regalato, ammetto che è una trovata funambolica, [...] Vai alla recensione »

domenica 20 luglio 2014
marilu14

..e rimasta nuovamente emozionata dalle 4 storie magistralmente intrecciate (i ragazzini marocchini, la coppia americana, la tata messicana). Per niente noioso e molto molto interessante!

giovedì 19 aprile 2012
annida

ho rivisto BABEL mi è piaciuto molto mi picerebbe che qualcuno mi commentasse le sue opinioni sulla famiglia giapponese. Perchè la mamma si è uccisa? Cosa c'è scritto sul biglietto che la ragazza da al poliziotto? ringrazio

sabato 14 gennaio 2012
picchiri

...quattro storie che, come le tessere di un puzzle,si intrecciano tra loro...con facilità, semplicità, senza fretta...per dare forma a una trama originale, emozionante.....che trattiene lo spettatore dall'inizio alla fine. Un film che fa riflettere sulla casualità degli eventi che dipanano la nostra vita!Solo una regia abile, sicura, pulita, attenta.

sabato 14 gennaio 2012
eddaA

visto per la seconda volta,,, ancora più sorprendente.. arriva al cuore per vie non scontate

venerdì 13 gennaio 2012
Lalli

un film molto bello, triste e nonostante la lunghezza mai noioso, da vedere...passatemi la battutaccia x sdrammatizzare, ma quanto è sfigata e quante gliene capitano alla famiglia americana tra i figli e loro??? mah...:)

lunedì 5 dicembre 2011
katamovies

Film ambizioso del regista messicano Inarritu. In sostanza, storie di esseri umani coinvolti in vicende che li proiettano lontani da casa, avvicinandoli a sé stessi. C'è la componente del viaggio e quella della scoperta, la componente dell'alienazione e dell'emarginazione, la problematica dell'immigrazione negli Usa e quella del terrorismo islamico, o meglio, il pregiudizio [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 giugno 2011
Davil27

Ho visto questo film senza saperne nulla a riguardo, e devo dire che mi ha tenuto incollato al televisore come raramente accade per un film del genere.... Un vero e proprio capolavoro che tratta di temi importanti come la comunicazione, facendoci capire che le situazioni con cambiano molto in base al luogo in cui ci si trova.... Il film focalizza la propria attenzione pure sui bambini, dimostrando [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 aprile 2010
giofredo'

Quattro condizioni che si intersrcano;quattro situazioni familiari, lontano , una dalle altre, migliaia e migliaia di anni luce; due di essi, alla fine si salvano, mentre gli altri pagano il tributo indissolubile di Babel. E' sufficente uno dei tanti colpi di fucile, sparati da due pastorelli,da una collina spoglia e rocciosa, su un pulman turistico  di passaggio in una delle strade [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Racconta il mito biblico che gli uomini si unirono tutti insieme per costruire una torre così alta da raggiungere il cielo; che Dio si offese e dette a ciascun gruppo lingue differenti, in modo che non potessero capirsi né comunicare. Alejandro Gonzalez Inarritu., 42 anni, messicano di nascita e americano di cittadinanza. gin autore di Amores perros e di 21 grammi, porta Brad Pitt e Cate Blanchett [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Un magnifico affresco sulla globalizzazione sceneggiato come sempre da Guillermo Arriaga, il grande romanziere che per Inarritu ha scritto anche i precedenti Amores perros e 21 Grams (nonché il notevolissimo Le tre sepolture, opera prima di Tommy Lee Jones premiata qui a Cannes l'anno scorso). Le opere di Arriaga si riconoscono facilmente: non sono mai narrate in modo lineare.

Boris Sollazzo
Liberazione

Il giro del mondo in 144 minuti. Questo fa Alejandro Gonzales Innaritu, che priva le sue trame ad incastro perfetto tra Kasdan e Paul Thomas Anderson, del contesto più o meno claustrofobico di Amores Perros e 2l grammi, per lanciarsi su scala planetaria. Cinque lingue (di cui solo l'inglese doppiato), quattro storie, tre continenti questo è Babel premio per la miglior regia all'ultimo Festival di [...] Vai alla recensione »

Stefano Lusardi
Ciak

Una pallottola vagante nel deserto marocchino colpisce alla spalla una turista americana (Blanchett), in viaggio col marito (Pitt) per superare una crisi di coppia. L'incidente, inizialmente letto dai media come attacco terroristico, mescola e sconvolge anche il destino di altri personaggi: i due bambini marocchini, in fuga dopo lo sparo, la tata (Barraza) dei figli della coppia Usa, che se li porta [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Anche se gravato da intermittenti debolezze, Babel dell'emergente messicano Alejandro Gonzalez Inarritu può (finalmente) agganciare Volver nella volata finale verso la Palma d'oro. A noi sembra, infatti, che per aspirare a vincere un festival così prestigioso valgano due criteri inoppugnabili, al di là degli infiniti possibili distinguo: una netta superiorità sul resto del programma e una forte cifra [...] Vai alla recensione »

Claudia Mangano
Il Mucchio

Quattro storie, tre continenti. Alejandro Gonzalez Innaritu conclude cosi la trilogia iniziata con Amores Perros nel 2000 e proseguita due anni dopo con 21 grammi. Irrinunciabili anche qui il fido sceneggiatore Guillermo Arriaga e uno schema narrativo che nelle coincidenze e negli sviluppi paralleli trova ormai forma e sostanza assodate. Da uno sparo esploso da due ragazzini sui monti del deserto marocchino [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Nell'applaudito Babel il messicano Alejandro Gonzalez Inarritu dilata su scala planetaria il "plot" a incastri di Amores perros e 21 grammi. Se un fucile spara in Marocco è perché un giorno un giapponese ha fatto un dono avventato. Se giocando con quel fucile due pastorelli feriscono gravemente una turista americana, nessuno pensa a un caso ma scatta l'allarme terrorismo internazionale.

Alberto Crespi
L'Unità

Alejandro Gonzalez Inarritu è uno dei nuovi talenti - del cinema contemporaneo. È messicano, ha 43 anni, lavora in simbiosi con lo scrittore Guillermo Arriaga (i suoi notevoli romanzi sono pubblicati in Italia da Fazi: l'ultimo, appena uscito, si intitola Pancho Villa e lo squadrone ghigliottina) ed è un appassionato delle strutture a puzzle, come sa chi ha visto e apprezzato Amores perros e 21 grammi. Que [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

I registi e gli sceneggiatori finiscono quasi sempre per litigare. Un motivo c'è: sappiamo sempre chi ha diretto un film, quasi mai il nome di chi lo ha scritto. Non ci sarà quindi un quarto film della coppia Iñarritu-Arriaga. Se ci possiamo impicciare, sconsigliamo vivamente la separazione. Dovrebbero restare insieme, e trovarsi invece qualcuno che li aiuti a evitare la sindrome "Crash", dal titolo [...] Vai alla recensione »

Emanuela Martini
Film TV

Nel deserto del Marocco un fucile passa di mano: lo acquista un pastore, un brav'uomo, che lo consegna ai suoi figli. due ragazzini, per spaventare gli sciacalli che insidiano il gregge. I ragazzi giocano a chi è più bravo, sparano alle rocce, alle gomme delle rarissime auto che si affacciano giù, dalla curva della strada in lontananza. Finché, tragicamente e inaspettatamente, un colpo va a segno, [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Un altro viaggio nella cognizione del dolore per i fan di Inarritu, rivelato sei anni fa da Amores Perros. Con Babel il cineasta conclude una trilogia sui destini umani fitta di situazioni-limite, spesso difficili da sostenere emotivamente. Se mantiene inalterato lo spezzettamento temporale, invitando lo spettatore a ricostruire un puzzle di eventi, questa volta ci aggiunge un di più di frammentazione [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Con Babel il messicano Gonzalez Inarritu (Amores perros e 21 grammi), conferma di essere ossessionato dalla roulette delle coincidenze: il titolo d'ispirazione biblica serve a introdurci nelle anse di quattro episodi che si sviluppano in tre lingue e tre continenti. Due imberbi pastori marocchini sparano verso un autobus di turisti che incrocia per caso il loro eremo sull'altopiano.

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Brad Pitt e Cate Blanchett vogliono sempre dire «blockbuster». Grazie a loro si ricostruisce in un film in concorso, Babel («Babele», dalla torre biblica), la triade messicana di Amores Perros e 21 grammi, che sforna drammi umani potentissimi capaci di comunicare emozioni come fossero brucianti, devastanti spot pubblicitari: Guillermo Arriaga alla sceneggiatura, Rodrigo Prieto alle immagini e Alejandro [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Film da disgrazie, film da premi. Babel di Alejandro González-Iñárritu ha avuto così il premio per la regia a Cannes 2006, come Sean Penn aveva avuto la coppa Volpi a Venezia 2003 per 21 grammi dello stesso regista. Già dal titolo, Babel globalizza le disgrazie: dal Messico al Marocco e al Giappone. A idearle è sempre lo sceneggiatore di 21 grammi, Guillermo Arriaga, premiato a Cannes nel 2005 per [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

I Festival offrono agli spettatori forti dosi di disgrazie, perché sceneggiatori, registi e attori hanno constatato che porta premi. Se fossero contemporanei, Chaplin e Lubitsch, Preston Sturges e Billy Wilder, capaci di far ridere dicendo cose tristi, avrebbero problemi a vincere qualcosa. Cannes quest'anno ha rinviato il filone-disgrazie nella seconda settimana, ma ciò ha solo reso più rude il cumulo [...] Vai alla recensione »

NEWS
CELEBRITIES
martedì 10 febbraio 2009
Stefano Cocci

Una delle più brave attrici viventi Lo aveva suggerito The Aviator quando, diretta da Martin Scorsese, si guadagnò il premio Oscar. La voce divenne una sensazione vibrante quando apparve in Diario di uno scandalo.

CELEBRITIES
martedì 18 dicembre 2007
Stefano Cocci

Da Gigolo a mito del cinema, bella carriera Brad! Ci sono momenti nella vita e nella carriera delle persone che salvificano e danno un senso a tutta una esistenza oppure, più semplicemente, gettano un colpo di spugna sul passato, e preparano a un futuro [...]

RUBRICHE
mercoledì 22 agosto 2007
Paola De Rosa

Vi state ancora crogiolando al sole su qualche spiaggia? Pensate a quanto siete fortunati rispetto al povero Rowan Atkinson, che in Mr. Bean's Holiday, azzeccata uscita home video agostana, ne combina proprio di tutti i colori prima di riuscire a godersi [...]

winner
miglior colonna sonora originale
Premio Oscar
2007
winner
miglior regia
Festival di Cannes
2006
winner
miglior film straniero
David di Donatello
2007
winner
miglior film dram.co
Golden Globes
2007
winner
film dell'anno
AFI Awards
2007
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