angelo umana
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venerdì 26 dicembre 2014
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chirurgia e stato mentale
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E’ curioso che la chirurgia possa curare un malessere mentale. Stanley, che ha il nuovo nome di Sabrina, ha schifo per il suo pene, una parte del suo corpo che non può buttare via come non può buttar via la vita di Stanley, che era la sua. Vuole sottoporsi all’operazione di cambio sesso e per questo si fa assistere dall’assistente di un “Centre for psychological well being”, che la aiuti a dissipare i suoi dubbi. Un ulteriore dubbio nasce dall’apprendere che ha un figlio, mai conosciuto, concepito in gioventù con una compagna di college ormai morta. Questo è il 17enne Toby, recluso nel carcere minorile perché batteva il marciapiede: avrebbe ambizioni, come quella di fare l’attore mentre, dice, I tossici vivono alla giornata, non hanno ambizioni.
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E’ curioso che la chirurgia possa curare un malessere mentale. Stanley, che ha il nuovo nome di Sabrina, ha schifo per il suo pene, una parte del suo corpo che non può buttare via come non può buttar via la vita di Stanley, che era la sua. Vuole sottoporsi all’operazione di cambio sesso e per questo si fa assistere dall’assistente di un “Centre for psychological well being”, che la aiuti a dissipare i suoi dubbi. Un ulteriore dubbio nasce dall’apprendere che ha un figlio, mai conosciuto, concepito in gioventù con una compagna di college ormai morta. Questo è il 17enne Toby, recluso nel carcere minorile perché batteva il marciapiede: avrebbe ambizioni, come quella di fare l’attore mentre, dice, I tossici vivono alla giornata, non hanno ambizioni. Sabrina si presenta a lui come volontaria di qualche compagnia religiosa di soccorso, lui sa solo che suo padre era un mezzo indiano e non l’ha mai conosciuto.
Inizia un “on the road”, accompagnato da buona musica, tra questi due sconosciuti che per ragioni diverse devono andare in qualche posto, alla scoperta dell’America … profonda. Per tutti Sabrina è una donna, solo una bambina di otto anni le chiede se è maschio o femmina. Una sosta Sabrina la fa presso il domicilio dove Toby ha vissuto prima della detenzione e da dove era fuggito, ma “lei” non conosce il passato del ragazzo: c’è un incontro turbolento col patrigno che lo violentava. Un’altra sosta è presso la perbenista e ricca madre di Stanley-Sabrina che è incantata dall’abbracciare un nipote ma molto delusa dal figlio per quel desiderio di diventare donna e per i suoi dieci anni di college e non un titolo di studio, attribuisce stolidamente tutto questo al disturbo genetico del figlio, anima perduta che chiede un aiuto disperato, perché non sei venuto in chiesa da piccolo.
Questo incontro ha messo in crisi Sabrina, già non pensava di essere padre, tantomeno si sente ora tagliata per fare la madre – sono un pessimo esempio - pure se l’affetto per quel ragazzo la anima. Qualcosa del genere, un figlio ritrovato e un viaggio nell’America, era il tema del film con Bill Murray, Broken Flowers. Transamerica ha il coraggio di mostrare i punti di vista di una persona che vuole cambiar sesso: So delle cose che voi persone a sesso unico neanche immaginate … un corpo forse in corso d’opera … condizione esistenziale evoluta … se una volta mi guardassero e vedessero me. L’operazione non sarà come ritrovare il paradiso, proprio perché la chirurgia non può curare uno stato mentale, ma Sabrina ha ritrovato un figlio..
E’ un film di non poco valore, per via dell’attrice protagonista Felicity Huffmann (43enne all’epoca del film) e per i premi ricevuti. “Winner” al Berlin Film Festival e al San Francisco Frameline Festival e proiettato nelle selezioni ufficiali dei festival di Los Angeles, Chicago, Toronto: “por si fuera poco”, dicono gli spagnoli, se fosse poco.
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a.n.d.r.e.a.
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giovedì 3 maggio 2012
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non un semplice viaggio: ma il viaggio.
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Cosa rende Transamerica un capolavoro dei nostri tempi? Il suo essere oltre se stesso: non è un film su un uomo che diventa donna, né un film su un padre che ritrova un figlio, ma nemmeno solo un semplice viaggio on the road con musiche magnifiche di sottofondo. Transamerica è tutto questo e molto di più: è un viaggio, questo è vero, attraverso un paese, attraverso se stessi, attraverso le persone che ci sono vicine. Questo film è Il viaggio per eccellenza.
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paride86
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domenica 18 gennaio 2009
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interessante ma un po' "finto"
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Transamerica racconta la storia di un transgender che, alla vigilia dell'operazione definitiva, scopre di avere un figlio. La storia prosegue in un crescendo di degrado e sentimentalismo moderato.
Nonostante l'eccellente interpretazione di Felicity Huffman e le bellissime ambientazioni di questo road-movie sui generis, tutto il resto mi è sembrato piuttosto fasullo. Manca, secondo, me una parte cruciale della storia di Bree, che non è stata affrontata neanche nei flashbeck: il distacco dalla famiglia castrante. Solo questo potrebbe spiegare la psicologia equilibrata della protagonista, che si contrappone ai caratteri sopra le righe degli altri personaggi.
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ennio
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martedì 16 dicembre 2008
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dvd
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stupendo ottimo la iterpretazione. è la regia
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gianluca stanzani
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sabato 21 giugno 2008
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in viaggio con felicity
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Transamerica è innanzitutto una strada, un viaggio coast to coast (come direbbe Kerouac) dall'est newyorkese all'ovest californiano. Un road-movie basato sull'intrecciarsi dei rapporti famigliari, su una commedia degli equivoci giocata con garbo, da un cinema indipendente che mantiene sempre ciò che promette.Bree è un transessuale alla vigilia dell'intervento risolutore, in grado di trasformare i suoi sogni in realtà: quello di essere pienamente donna. Ma... come tutti gli intrecci c'è sempre un ma... da una telefonata scopre di avere un figlio diciassettenne che lo sta cercando. Un figlio concepito quando egli era ancora un Stanley e non una Bree.Felicity Huffman, diventata famosa nel ruolo di una “casalinga disperata”, si rivela al grande pubblico con un'interpretazione sopra le righe, degna dell'Oscar (nomination agli Oscar 2006 come migliore attrice protagonista).
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Transamerica è innanzitutto una strada, un viaggio coast to coast (come direbbe Kerouac) dall'est newyorkese all'ovest californiano. Un road-movie basato sull'intrecciarsi dei rapporti famigliari, su una commedia degli equivoci giocata con garbo, da un cinema indipendente che mantiene sempre ciò che promette.Bree è un transessuale alla vigilia dell'intervento risolutore, in grado di trasformare i suoi sogni in realtà: quello di essere pienamente donna. Ma... come tutti gli intrecci c'è sempre un ma... da una telefonata scopre di avere un figlio diciassettenne che lo sta cercando. Un figlio concepito quando egli era ancora un Stanley e non una Bree.Felicity Huffman, diventata famosa nel ruolo di una “casalinga disperata”, si rivela al grande pubblico con un'interpretazione sopra le righe, degna dell'Oscar (nomination agli Oscar 2006 come migliore attrice protagonista). Ma viene sacrificata dallo stars system hollywoodiano, in nome di una Reese Witherspoon (Walk the Line. Quando l'amore brucia l'anima - 2005) poco convincente. Vincitore del Golden Globe e al Tribeca Film Festival per la migliore attrice e al Deauville Film Festival per la migliore sceneggiatura.
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ferox.27
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domenica 27 aprile 2008
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piccolo capolavoro
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DELICATO SORPRENDENTE E CORAGGIOSO.
GRANDISSIMA Felicity Hufman
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field
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mercoledì 19 marzo 2008
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noi...
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Un film che ci ricorda in modo sia drammatico sia comico la nostra uguaglianza nell' animo, che avevamo perso.
favolosa canzone di Dolly Parton (Travelin' Thru)...
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gigi
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mercoledì 19 marzo 2008
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academy, how could you?!
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Ma come hanno fatto quelli dell' Academy a non darle L' Oscar?...in inglese è stupenda nella parte...!Comunque l' ho trovato un bel film, soprattutto originale e interessante che si distacca dai soliti Kolossal biografici per raccontre una storia senza compromessi avvicinandosi a temi più che presenti.
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mister g
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sabato 7 luglio 2007
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fantastica bree
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Delizioso film, lieve, delicato, divertente, mai volgare, pervaso di una soave amenità, in equilibrio perfetto tra leggerezza e impegno, dolce senza essere melenso, a tratti malinconico, ma senza essere drammatico, e sostenuto, ma senza essere pretenzioso, eppure intriso di un senso profondo, capace di far arrivare un messaggio importante ma senza farne soffrire il peso. Ha il coraggio di aprirsi sul tema, purtroppo molto poco discusso, della transessualità e disforia di genere, e lo fa in modo intelligente, non pretendendo di salire in cattedra a “insegnarci” qualcosa, ma semplicemente narrandoci una storia la cui protagonista è un’ adorabile donna transessuale che, proprio in un momento per lei delicato e importante, deve misurarsi con una situazione difficile e del tutto inaspettata, che le sconvolge la vita, ma che alla fine riesce ad affrontare senza esserne travolta, e che la renderà anzi più forte e più salda nella sua identità.
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Delizioso film, lieve, delicato, divertente, mai volgare, pervaso di una soave amenità, in equilibrio perfetto tra leggerezza e impegno, dolce senza essere melenso, a tratti malinconico, ma senza essere drammatico, e sostenuto, ma senza essere pretenzioso, eppure intriso di un senso profondo, capace di far arrivare un messaggio importante ma senza farne soffrire il peso. Ha il coraggio di aprirsi sul tema, purtroppo molto poco discusso, della transessualità e disforia di genere, e lo fa in modo intelligente, non pretendendo di salire in cattedra a “insegnarci” qualcosa, ma semplicemente narrandoci una storia la cui protagonista è un’ adorabile donna transessuale che, proprio in un momento per lei delicato e importante, deve misurarsi con una situazione difficile e del tutto inaspettata, che le sconvolge la vita, ma che alla fine riesce ad affrontare senza esserne travolta, e che la renderà anzi più forte e più salda nella sua identità. Trova così un rapporto importante con il figlio - che non sapeva di avere - di cui è il padre - anche se adesso lei è una donna - e nello svolgersi della storia, riesce anche a riavvicinarsi ed a recuperare parzialmente il rapporto con i suoi genitori, che non vogliono accettare (in particolare la madre) che il loro figlio sia, in realtà, la loro figlia. Il tenore della storia aumenta a mano a mano che il film va avanti, e se all’ inizio sembra essere una commedia abbastanza leggera, prima del finale, ci rendiamo conto che ci ha divertito ma anche emozionato e fatto commuovere. Grande interpretazione dell’ attrice protagonista Felicity Huffman, impossibile non restarne favorevolmente colpiti, pienamente credibile nel suo ruolo, bellissimo il personaggio che interpreta “Bree” così riservata, defilata, un po’ impacciata (che tenerezza…), con quei suoi modi così per bene - ma non bigotta -, però determinata ed anche forte quando le circostanze lo richiedono, meravigliosamente simpatica, insomma… adorabile! Bravi anche gli altri attori, ma un po’ “oscurati” dall’ abbagliante bravura della Huffman, seppure gli altri personaggi, eccetto il figlio Toby interpretato da Kevin Zegers, siano solo di contorno. A mio parere un film centrato in pieno, senz’ altro da vedere.
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