stefano bruzzone
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mercoledì 13 agosto 2014
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geniale
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Jason Reitman, il regista di Juno e Tra le nuvole, firma questa divertente e brillante commedia che oltre a far ridere invita lo spettatore ad una riflessione sul mondo delle lobby ed in particolare sul business del tabacco e sui danni che comporta sulla popolazione. Bravo, molto, Aaron Eckhart, nei panni di un lobbista del tabacco il quale, con una disarmante naturalezza, cerca di spiegare, anche ai bimbi nelle scuole, che il fumo fa male...certo, ma non abbiamo prove concrete che faccia venire il cancro....ovviamente è una mossa astuta per vendere sigarette, ma lui è un bravo oratore e quasi quasi riesce a convincere tutti! Imperdibile.
Voto: 8
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audreyandgeorge
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mercoledì 12 settembre 2012
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big tobacco e un whisky
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La capacità di saper manipolare le parole dà un potere inimmaginabile. Miscelando il tutto col carisma di un leader, la visione strategica di un giocatore di scacchi e, ovviamente, quella dose di cinismo necessaria a rinfoltire la chioma sul proprio stomaco, si diventa rapidamente capaci di manovrare l’opinione pubblica a favore di qualcosa più che oggettivamente orrendo. Questo è il tema fondamentale all’interno di questo film, che a me piace da morire per la genialità di mescolarlo all’interno della società americana, a tutti molto nota per dare un gran peso -a volte anche esagerato- alla questione “immagine”.
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La capacità di saper manipolare le parole dà un potere inimmaginabile. Miscelando il tutto col carisma di un leader, la visione strategica di un giocatore di scacchi e, ovviamente, quella dose di cinismo necessaria a rinfoltire la chioma sul proprio stomaco, si diventa rapidamente capaci di manovrare l’opinione pubblica a favore di qualcosa più che oggettivamente orrendo. Questo è il tema fondamentale all’interno di questo film, che a me piace da morire per la genialità di mescolarlo all’interno della società americana, a tutti molto nota per dare un gran peso -a volte anche esagerato- alla questione “immagine”. È più importante la forma della sostanza (that’s the american way!).
Come se non bastasse la difficoltà di dover proteggere un tema spinoso come l’utilizzo delle sigarette di fronte alla società/opinione pubblica statunitense, ad aggiungere benzina sul fuoco c’è la presenza di un figlio: cavolo, se fossi io in quella situazione morirei di vergogna di fronte agli occhi di mia figlia!
Invece Nick Naylor (il protagonista) è talmente convinto di ciò che fa che riesce a vendere al figlio tutta la filosofia che ha sviluppato per vendere -prima di tutto a se stesso- l’importanza di ciò che fa… e devo dire che questo è uno dei miei punti preferiti del film, e mi è piaciuto tanto da volerlo condividere.
Non devo dire altro su questo film (tratto dall’omonimo libro di Christopher Buckley), o finisco per raccontarlo. Invece va visto! Guardatelo senza prendere posizioni… oppure prendetele pure: Nick Naylor alla fine ve le farà crollare comunque.
Però munitevi di quanto è necessario avere accanto mentre guardate il DVD, seduti comodamente sul divano dopocena: un ottimo Single Malt Scotch Whisky del Seaside, molto famoso per il suo gusto torbato che conquista perlopiù gli uomini (ma non solo) e trova decisamente riscontro positivo tra i fumatori. È prodotto sull’isola scozzese di Islay (si pronuncia Aila) ed è noto col nome di Laphroaig.
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enigammi
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lunedì 20 agosto 2012
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una commedia nerissima
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un film cattivissimo, ritmo ottimo, trovate registiche fenomenali, interpreti nei panni giusti, una galleria di personaggi deliziosi. e soprattutto, la capacità di nascondere dietro ogni battuta un'amarissima riflessione su un aspetto ridicolo e paradossale della società, passando sempre dal politicamente scorretto con grande grazia (un po' di scivoloni ci sono, ma poi il film risale)
perché la morale del film non è che le sigarette fanno male, né che le lobby sono disposte a tutto per avere ragione:
la morale è che l'essere umano è ingenuo, testardo nelle proprie convinzioni e abitudini ma allo stesso tempo disposto alle lusinghe, contraddittorio, corruttibile, e in una parola, stupido.
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un film cattivissimo, ritmo ottimo, trovate registiche fenomenali, interpreti nei panni giusti, una galleria di personaggi deliziosi. e soprattutto, la capacità di nascondere dietro ogni battuta un'amarissima riflessione su un aspetto ridicolo e paradossale della società, passando sempre dal politicamente scorretto con grande grazia (un po' di scivoloni ci sono, ma poi il film risale)
perché la morale del film non è che le sigarette fanno male, né che le lobby sono disposte a tutto per avere ragione:
la morale è che l'essere umano è ingenuo, testardo nelle proprie convinzioni e abitudini ma allo stesso tempo disposto alle lusinghe, contraddittorio, corruttibile, e in una parola, stupido. nessuno si salva: non c'è un personaggio che faccia figura migliore degli altri.
eccellente la presa per i fondelli di un po' tutti gli stereotipi americani da film, senza risparmiare nessuno: il rapporto genitore/figlio, spesso sacralizzato nei film americani, che qui diventa dis/educativo; la convinzione e dedizione spudorata con cui nick difende i cattivi fa le boccacce alle eroine stile erin brokovich (in cui tra l'altro eckhart è coprotagonista); le scene di tensione enfatizzate eccessivamente (quando nick va dall'uomo-marlboro); l'esasperazione del lieto fine; lo sfottò della retorica dei principi e del patriottismo a scuola (il tema di joey).
divertentissimo, cinico e geniale.
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cinemalife
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lunedì 22 agosto 2011
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profonde verità raccontate con umorismo
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Reitman dirige una singolare commedia che sorride amaramente all’economia del tabacco e al suo influsso sulla popolazione. Al centro della vicenda il lobbista Nick Naylor – interpretato da uno straordinario Aaron Eckhart – che ha il compito di sostenere l’industria del fumo affermando che le sigarette non sono dannose alla salute, o meglio, appoggiandone maggiormente la salubrità piuttosto che la dannosità.
Il punto di forza di questa pellicola risiede certamente nella simpatia del protagonista, ma si basa anche sull’importanza di un problema ancor’oggi irrisolto e sulle innumerevoli questioni che esso scatena nel mondo politico ed economico.
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Reitman dirige una singolare commedia che sorride amaramente all’economia del tabacco e al suo influsso sulla popolazione. Al centro della vicenda il lobbista Nick Naylor – interpretato da uno straordinario Aaron Eckhart – che ha il compito di sostenere l’industria del fumo affermando che le sigarette non sono dannose alla salute, o meglio, appoggiandone maggiormente la salubrità piuttosto che la dannosità.
Il punto di forza di questa pellicola risiede certamente nella simpatia del protagonista, ma si basa anche sull’importanza di un problema ancor’oggi irrisolto e sulle innumerevoli questioni che esso scatena nel mondo politico ed economico. In definitiva, ciò che trapela da questo bizzarro film è storia già conosciuta, ossia che l’uomo, per soldi, è capace di tutto.
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fabrizio cirnigliaro
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sabato 20 novembre 2010
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tutti quanti hanno un mutuo da pagare
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L’ironia è una delle componenti principali della pellicola, il ritmo è serrato e le gag non mancano, come non mancano le battute al vetriolo e political incorrect ll film è incentrato sulle vicende di Nick Naylor (Aaron Eckhart), un cinico lobbista che si batte per la difesa dei produttori di sigarette. Lui viene pagato per parlare, o meglio per manipolare, filtrare la verità con l’utilizzo della parola. E’ il paladino della causa tabagista, le cui corporazioni di questo settore sono responsabili di 1200 morti al giorno e lui si difende sostenendo che “attuo un controllo demografico”. Nick incontra spesso in un bar un lobbista dell’industria delle armi e la portavoce di un gruppo dell’industria degli alcolici.
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L’ironia è una delle componenti principali della pellicola, il ritmo è serrato e le gag non mancano, come non mancano le battute al vetriolo e political incorrect ll film è incentrato sulle vicende di Nick Naylor (Aaron Eckhart), un cinico lobbista che si batte per la difesa dei produttori di sigarette. Lui viene pagato per parlare, o meglio per manipolare, filtrare la verità con l’utilizzo della parola. E’ il paladino della causa tabagista, le cui corporazioni di questo settore sono responsabili di 1200 morti al giorno e lui si difende sostenendo che “attuo un controllo demografico”. Nick incontra spesso in un bar un lobbista dell’industria delle armi e la portavoce di un gruppo dell’industria degli alcolici. Insieme formano il gruppo MDM (Mercanti di morte) e seduti ad un tavolo discutono, fra le altre cose, su chi abbia fatto più morti. La sua carriera professionale sembra non subire flessioni, nonostante le tendenze dell’epoca, le campagne anti-fumo, il calo delle vendite, i divieti sempre più diffusi. Nella vita privata invece Nick non riesce a stabilire un equilibrio. Separato dalla moglie, sente il dovere di educare il figlio secondo i propri “valori”, le cose in cui lui profondamente crede: la dialettica e le argomentazioni. Il ruolo di “avvocato del diavolo” provocherà lo scontro col senatore Finistirre (William H. Macy) che ha fatto della campagna contro il fumo la propria crociata elettorale. Un politico che, pur di vincere il dibattito televisivo contro il lobbista, esorta il collaboratore a portare “malati di cancro che non hanno speranze quando vanno in tv, non gente che poi guarisce!” Questo personaggio, insieme al vecchio volto della Marlboro gravemente malato, che accetta una valigia pieni di dollari per non denunciare gli ex datori di lavoro, permettono di non classificare i protagonisti della storia fra buoni e cattivi. Tutti ricorrono a metodi scorretti per ottenere più potere, per rafforzare le proprie posizioni. Anche la giornalista Heather Halloway (Katie Holmes) che scrive l’articolo con cui smaschera chi si cela dietro il sorriso di Nick Naylor. Tutti hanno un mutuo da pagare e una moralità flessibile che consente di superare i problemi di coscienza. Non era intenzione di Reitman condannare o giustificare i fumatori. Nella pellicola non si vede nessuna sigaretta accesa a parte quella fumata da John Wayne in un vecchio film di guerra. Negli States questa categoria ormai è ghettizzata, ma anche in Italia non si scherza. In alcune città del belpaese hanno iniziato a vietare di fumare anche nei parchi pubblici. Poco importa che il numero di morti per problemi legati al peso e a malattie alimentari supererà presto quello legati al tabagismo, adesso questa “caccia alle streghe “ porta consensi politici, questa scelta paga. Tanto anche se il numero di fumatori in occidente è in ribasso ci pensano nazioni come la Cina a compensare i mancati introiti di queste multinazionali. Come dice il capo di Nick in una scena del film, riuscire a vendere sigarette è fin troppo facile “Noi non vendiamo TicTac porca vacca. Vendiamo sigarette. Sono fiche, disponibili e danno assuefazione. Il lavoro è praticamente già fatto.” I lobbisti ci sono in tutti i settori, automobilistico, farmaceutico,alimentare, bancario, sono tutti “venditori” carismatici, sono delle belle presenze nei salotti televisivi, hanno un’ottima dialettica, un bel sorriso, ma tutti hanno un mutuo da pagare.
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misterg
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sabato 14 agosto 2010
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il potere delle parole
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Nick Naylor ha ragione per mestiere, il suo mestiere è non avere torto. Dategli un pubblico(ma anche no) e un avversario e lo vedrete dare il meglio di se per difendere gli interessi della propria azienda, ma anche della propria reputazione! Il film ci racconta la vita di questo lobbista, che avendo una morale flessibile non si fa problemi a difendere i produttori di sigarette, le quali uccidono migliaia di persone al giorno. Separato dalla moglie la quale si è messa con un dottore, Nick ha un figlio: Joey. Un'avventura con una giornalista sconvolgerà temporaneamente la sua vita, ma grazie al sostegno del figlio e degli amici(ne ha solo 2, anch'essi difendono prodotti "killer") infatti, Nick riuscirà a tornare a testa alta fuori di casa e tornare in pista per difendere gli interessi dei nuovi datori di lavoro.
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Nick Naylor ha ragione per mestiere, il suo mestiere è non avere torto. Dategli un pubblico(ma anche no) e un avversario e lo vedrete dare il meglio di se per difendere gli interessi della propria azienda, ma anche della propria reputazione! Il film ci racconta la vita di questo lobbista, che avendo una morale flessibile non si fa problemi a difendere i produttori di sigarette, le quali uccidono migliaia di persone al giorno. Separato dalla moglie la quale si è messa con un dottore, Nick ha un figlio: Joey. Un'avventura con una giornalista sconvolgerà temporaneamente la sua vita, ma grazie al sostegno del figlio e degli amici(ne ha solo 2, anch'essi difendono prodotti "killer") infatti, Nick riuscirà a tornare a testa alta fuori di casa e tornare in pista per difendere gli interessi dei nuovi datori di lavoro... Un film che grazie anche alla buona interpretazione del protagonista, è caratterizzato da una continua "frizzantezza", a tratti anche umoristico è di certo un film che non annoia assolutamente, ma anzi mantiene costantemente attento lo spettatore immergendolo nella particolare vita sopra le righe di Nick!
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manu101
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lunedì 10 maggio 2010
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stupendo
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Film capolavoro non scade mai in retoriche banali, scorre benissimo. ASSOLUTAMENTE DA VEDERE!
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des_demona
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lunedì 8 marzo 2010
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non ci resta che ridere
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“Questo è il bello della discussione: se argomenti in modo giusto non hai mai torto”.
E’ il principio alla base della vita di Nick Naylor e forse, guardando un po’ oltre, del film che lo vede protagonista, primo lungometraggio del giovane figlio d’arte Jason Reitman.
Dietro ai pacchetti di sigarette c’è una storia (ce lo suggeriscono perfino i titoli d’apertura): in questo caso quella di uno spietato e sfacciato (ma tanto divertente) lobbista al servizio della gigantesca multinazionale Big Tobacco. Il brillante e carismatico Aaron Eckhart presta il volto allo yuppie Nick Naylor, diviso fra il suo gustabile mestiere di "mercante di parole" e il difficile ruolo di genitore divorziato alle prese con un figlio piccolo e introverso.
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“Questo è il bello della discussione: se argomenti in modo giusto non hai mai torto”.
E’ il principio alla base della vita di Nick Naylor e forse, guardando un po’ oltre, del film che lo vede protagonista, primo lungometraggio del giovane figlio d’arte Jason Reitman.
Dietro ai pacchetti di sigarette c’è una storia (ce lo suggeriscono perfino i titoli d’apertura): in questo caso quella di uno spietato e sfacciato (ma tanto divertente) lobbista al servizio della gigantesca multinazionale Big Tobacco. Il brillante e carismatico Aaron Eckhart presta il volto allo yuppie Nick Naylor, diviso fra il suo gustabile mestiere di "mercante di parole" e il difficile ruolo di genitore divorziato alle prese con un figlio piccolo e introverso. Un soggetto originale, firmato dallo stesso regista, che non risparmia niente e nessuno nell’atto di dipingere un’America «disgustosa ma patriottica» come una focaccia con la bandierina sopra. Il fine è riuscire a prenderne almeno un pezzo. I mezzi giustificano il fine. Resta solo da chiedersi: se anche le parole diventano strumenti di mercato, è possibile negoziare la verità?
Nell’esilarante turbinio audiovisivo di Thank You For Smoking non vi è silenzio che permetta di pensare a una possibile risposta. Solo la descrizione cinica, a tratti crudele - ma purtroppo attualissima - , di una società dominata dall’ottica del greenback dollar, dove giovani arriviste, politici bigotti e "mercanti di morte" sussistono sul medesimo piano. Ridicoli e al limite del penoso, ma sostanzialmente comici. Una strada, quella della comicità, intrapresa da Reitman jr. con indubbio successo, dove alla sceneggiatura disarmante si aggiungono un montaggio vivace e creativo (frequentissimi i fermo-immagine e l’uso della slow-motion), nonché un cast ricco e ben orchestrato, che vanta la breve - ma intensa - presenza di Robert Duvall. E se quello mostrato e continuamente parodiato è un mondo cattivo, dove il primo premio spetta a chi si assicura il maggior numero di morti annuali, Jason Reitman lo destruttura e lo distrugge, riuscendo nell’intento di farcelo apparire quasi piacevole, come quella simpatica carogna del protagonista.
Sympathy for the Devil, dunque. Ringrazierete per averlo visto.
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mariac
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lunedì 23 novembre 2009
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commedia e satira
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Nick Naylor, vicepresidente dell'accademia degli studi sul tabacco, finanziata pre l'80% dalle multinazionali produttrici di sigarette, è fortemente osteggiato nel suo lavoro da una campagnia salutista che intende affiggere sui pacchetti di sigarette il messaggio di insalubrità del vizio del fumo. Naylor sà che il settore da lui rappresentato produce più morti di quanti non possano fare alcool e armi ma deve lavorare, deve pagare un mutuo deve assicurare un futuro a suo figlio, cerca, allora, di convincere gli altri che fumare non è poi così nocivo per la salute pubblica.
Il film è delizioso, mescola con maestria la commedia alla satira, al senso di ipocrisia dei governi attuali portando alla ridicolarizzazione i sempre più numerosi gruppi politici concentrati più sull'autocelebrazione che sull'interesse generale.
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Nick Naylor, vicepresidente dell'accademia degli studi sul tabacco, finanziata pre l'80% dalle multinazionali produttrici di sigarette, è fortemente osteggiato nel suo lavoro da una campagnia salutista che intende affiggere sui pacchetti di sigarette il messaggio di insalubrità del vizio del fumo. Naylor sà che il settore da lui rappresentato produce più morti di quanti non possano fare alcool e armi ma deve lavorare, deve pagare un mutuo deve assicurare un futuro a suo figlio, cerca, allora, di convincere gli altri che fumare non è poi così nocivo per la salute pubblica.
Il film è delizioso, mescola con maestria la commedia alla satira, al senso di ipocrisia dei governi attuali portando alla ridicolarizzazione i sempre più numerosi gruppi politici concentrati più sull'autocelebrazione che sull'interesse generale. Il protagonista saprà con cinismo rovesciare la sua posizione di nemico pubblico in uno scopritore di contraddizzioni.
Ci sono delle scene che da sole potrebbero rappresentare l'intero film, l'esempio è quella "dell'uomo marlboro", malato di cancro ai polmoni intento a chiedere al congresso e alle case produttrici di tabacco di ridurre la mole della propria attività, viene convinto a rinunciarvi con una valigetta piena di soldi. Migliore è la scena in cui Naylor e i suoi amici lobbisti di alcool e armi litigano per chi riesce a produrre più morti in un giorno.
L'unica nota di evidente moralità è rappresentata dalla scelta di Naylor che alla fine decide di essere un esempio per suo figlio.
Commedia sagace in cui, nonostante il tema, non si vede mai accendere una sigaretta ha saputo con eleganza parlare di un tema così delicato ma al tempo stesso ha evidenziato alla prontezza con cui vengono creati dei mostri, che potrebbero benissimo essere scansati con un briciolo di autoresponsabilità
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atlaspl
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mercoledì 4 novembre 2009
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l'esemplificazione dei valori che muovono il mondo
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Un film esemplificativo di come il mondo vada in base alle parole, alle apparenze, in base ad una logica basata sull'insensibilità perchè legata a valori che non tengono conto dell'altro ma solo dell'apparenza. Vince chi è più bravo a parlare, a dimostrarsi sicuro e potente, in questo caso grazie alla dialettica. E il bello è che anche chi fa quella dialettica ci crede! Se questo è un uomo!
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