Roma è Roma. Ma lo è veramente?
Di Roma in Roma. Si è concluso la scorsa settimana il Festival del Film di Roma e va in onda la seconda stagione della serie televisiva realizzata in co-produzione fra HBO, BBC e Rai e girata a Cinecittà. La fama di Roma è dovuta soprattutto al budget stanziato per la produzione, più di 100 milioni di dollari per la prima stagione di 12 episodi. Ideata fra gli altri da John Milius, Roma nella seconda stagione si svolge nel periodo del dopo Cesare. Rimandando ad altre sedi la trama della serie, uno degli aspetti che più tocca nel vivo gli appassionati di Storia è la fedeltà a essa. Sebbene ispirata in parte al De bello Gallico Roma soffre di alcune inesattezze come la relazione di Marco Antonio con Azia Minore e alcuni fatti avvenuti dopo la morte di Cesare. Purtroppo infatti gli americani, che la storia e la mitologia, in particolare quella classica, la modificano a piacimento (si pensi a Troy), ai fini dello script, non hanno gli interessi che abbiamo noi. Sulla storia si confrontano il Nuovo e il Vecchio continente. Banalità? Forse, ma gli Europei alla loro storia ci tengono veramente. In questo senso anche il doppiaggio per una volta ha reso giustizia, perché sentire gli anglosassoni pronunciare i nomi romani o latini è veramente troppo. In questo caso la verità sta dalla nostra parte.

Un ottimo prodotto
Detto questo Roma (o "Rome") è un ottimo prodotto, convincente nello script che deve avvincere lo spettatore, anche se le aspettative molto elevate della produzione l'hanno portata solo a sviluppare due stagioni. I film storici hanno sempre creato conflitti, ci si è sempre interrogati su ciò che è e ciò che è stato, e se quella storia molto vicina a noi è raccontata da chi sta lontano allora la situazione si complica.
Roma ha significato se vista come un susseguirsi di eventi passati non necessariamente veri. Le serie tv parlano una lingua che vorrebbe essere univoca ma non sempre lo è. L'antica Roma ha qualcosa di sacro e quando si è blasfemi bisogna diventare atei per accettare di leggerla a stelle e strisce.