Rischio a due

Adrenalinica ed avvincente la storia dell’ex campione di football col fiuto per le scommesse sportive. Ispirato ad una storia vera, “Rischio a due” è un film che non conosce momenti di stanca, ascesa e caduta di un ragazzone che insegue il sogno americano grazie agli insegnamenti di un guru televisivo con il vizio del gioco. Molto talento e molta fortuna, queste le doti di un fuoriclasse. Ma le doti da sole non bastano e così ci pensa un uomo d’affari di nome Walter Abrams a tirare il meglio dal suo pupillo, perché il vecchio ed incallito giocatore ha bisogno di trasmettere il sapere ad un allievo con qualche complesso irrisolto. Tra macchine di grossa cilindrata e ristoranti esclusivi, Caruso ci mostra il doppio volto del capitalismo, un affresco mirabile anche quando prende le distanze dal fenomeno mediatico delle vendite televisive: regia impeccabile, ritmo, azione, tensione, qualche colpo di scena per un finale non certo banale. Il regista americano si affida alla coppia Pacino-McConaughey per mettere in scena il classico rapporto allievo-mentore: Walter, sordido scommettitore e con deliri d’onnipotenza, è una sorte di padre putativo che vede nell’aitante giovanotto l’erede del suo impero economico; Brandon, quarterback dal ginocchio maciullato e con il pallino per l’american dream, si affida all’esperienza di un grande vecchio per rincorrere sesso, soldi e potere. Gigantesco Pacino che si lascia andare a qualche gigionismo di troppo per accattivarsi la simpatia del pubblico: monologhi gustosi e massime irriverenti, l’attore americano non si distacca molto da quell’avvocato diabolico che irretiva il giovane praticante, ma stavolta riesce a trovare la giusta misura dando il la a Matthew McConaughey che accetta i consigli lasciando scoperti bicipiti e pettorali. Ma esibizionismo a parte, il film funziona pur con qualche virtuosismo fine a se stesso: Caruso punta su due cavalli di razza e vince la sua scommessa. A suon di dollari, ovviamente. Antonello Villani (Salerno)