Manderlay

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Un film di Lars von Trier. Con Bryce Dallas Howard, Isaach De Bankolé, Willem Dafoe, Danny Glover, Chloë Sevigny.
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Drammatico, durata 139 min. - Danimarca 2005. - 01 Distribution uscita venerdì 28 ottobre 2005. MYMONETRO Manderlay * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
darko domenica 30 ottobre 2005
..america, la terrà delle opportunità... Valutazione 5 stelle su cinque
82%
No
18%

Manderlay, che scenicamente e per quanto riguarda la struttura narrativa è identico a Dogville, è un dramma teatrale sulla schiavitù dei neri in una piccola ma produttiva piantagione dell’Alabama. Grace e il padre, capo di una banda di gangsters, lasciano Dogville dopo lo sterminio vendicativo voluto dalla stessa giovane e zelante donna. Decisi a trasferirsi a Denver, passano per Manderlay, Alabama, un altro “luogo dimenticato da Dio” (come ci dice la voce sorniona che narra il film)… Si fermano per una pausa e continuano le loro discussioni attorno alle più frivole divergenze di pensiero, ma quando stanno per ripartire, una donna di colore oltrepassa i cancelli (che potrebbero sembrare quelli dell’Inferno, ma forse solo all’occhio naive dello spettatore e ovviamente quello di Grace) e chiederà disperatamente aiuto alla nostra magnanima eroina, la quale si sentirà di nuovo in dovere di aiutare il prossimo. [+]

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elena martedì 1 novembre 2005
allegoria sulla libertà Valutazione 0 stelle su cinque
75%
No
25%

von Trier è un'autore che amo. Ha una visione tutta sua del mondo e dell'arte, un sogno che segue con tanta onestà e coerenza. E' fra i nomi che cito quando mi dicono che i grandi autori erano "quelli del passato". Dogville mi aveva stupito per il linguaggio e la verità che comunicava. Si capisce, l'autore ama parlare con metafore, con allegorie, una lingua che usano le fiabe e il teatro. Tra l'altro trovo qualcosa di antico tragico nella sua arte. Però è stato il "Dancer in the Dark" a conquistarmi completamente. Adesso vengo a Manderlay. E' vero, la pesantezza che non ho sentito in Dogville qui l'ho sentita. Preferirei una nuova scenografia, non sempre questo spazio chiuso. Ingegnoso com'è, poteva anche creare un nuovo spazio per la nuova vicenda. [+]

[+] cara elena (di marcello)
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shiningeyes giovedì 29 agosto 2013
più polemico e meno intenso del precedente Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Sequel di Dogville della trilogia “Usa – Terra delle opportunità”, dove stavolta si punta l'indice contro l'imposizione del modello democratico americano sui paesi che attacca ed ha attaccato (Iran Afghanistan, Viet Nam). Von Trier lo fa nella sua solita maniera originale riprendendo la svolta minimalista già vista a “Dogville” e, lo fa comparando gli Usa alla figura di Grace (interpretata da Bryce Dallas Howard), che decide di portare il modello democratico in una comunità di schiavi neri da lei liberata e che figurano come i paesi oppressi che l'America “aiuta”. La storia assomiglierà molto a quella di “Dogville”, cambia giusto la posizione di Grace, dove prima lei era una schiava qui lei sarà al comando, provando soprattutto ad esser una comandante più umana e con una bella messa in mostra di doveri morali che potrebbero apparire come le trite e ritrite giustificazioni americane di quando essi invadono un paese, per poi poterlo sfruttare. [+]

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tarantinofan96 domenica 2 agosto 2015
usa: terra delle opportunità. Valutazione 5 stelle su cinque
0%
No
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Manderlay, secondo capitolo della trilogia intitolata ‘America, terra delle opportunità’, è sicuramente un film più politico rispetto a Dogville e ragiona sui rapporti interni tra i cittadini di una società decostruita e successivamente riformata in base ai principi della democrazia, usando come pretesto il tema della schiavitù.

Lars Von Trier sembra quasi dirci che la schiavitù è necessaria per mantenere la stabilità all’interno di una società e può sembrare questo il messaggio per una buona parte del film, ma in realtà è molto più complesso e si rivela totalmente nella parte finale. [+]

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staikòn martedì 16 febbraio 2016
un von trier più sociale e meno introspettivo? Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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Pur essendo il seguito di Dogville (capolavoro del regista danese del 2003), Manderlay apparentemente non sembra avere molto a che fare con il film precedente. E' vero, le scelte per la scenografia e la struttura narrativa (la storia è divisa in otto capitoli, con voce narrante esterna ed onnisciente) sono le stesse, ma i temi trattati sembrano separati. Persino Grace è diversa, e non solo nell'aspetto (Bryce Dallas Howard ha preso il posto di Nicole Kidman), ma anche e soprattutto nel comportamento. La timida Grace di Dogville lascia spazio ad una Grace più forte, più ferma, più determinata. Von Trier ragiona qui su un piano molto più politico e sociale, piuttosto che sull'animo umano, come di fatto accadeva nel primo film. [+]

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fedeleto lunedì 21 marzo 2011
la lunga strada da dogville a manderlay Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Dopo il capolavoro di Dogville,il regista LARS VON TRIER( europa,the kingdom,le onde del destino,dancer in the dark),continua il suo discorso di comunita' e civilta',proseguendo con Manderlay.La storia continua proprio dove era finito Dogville,ovvero,grace con il padre si ferma a manderlay e viene a conoscenza che lo schiavismo dei negri ancora predomina in questa cittadina.Motivata a cambiare la vita di questi uomini una volta morta la dittattrice provera' a portare la democrazia,solo che non tutto andra' come previsto, e le apparenze a volte ingannano.Von trier dirige un buon seguito,e la bryce dallas con i suoi lineamenti angelici non fa rimpiangere eccessivamente la differenza con la kidman(il paragone insistente non sarebbe nemmeno del tutto idoneo poiche' la dallas e' quasi esordiente),nonostante tutto la sceneggiatura e' buona e mette in risalto uno spaccato di vita americana,scende forse troppo nel provocatorio per certi aspetti(guarda la catalogazione degli schiavi)ma il suo scopo e' proprio quello opposto ovvero denunciare questo abuso che per anni ha provocato solo razzismo e abusivismo. [+]

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eugenio martedì 12 gennaio 2010
lo schiavismo alla trier Valutazione 4 stelle su cinque
45%
No
55%

Manderlay, del regista danese (Von) Trier, presentato al Festival del cinema di Cannes, nel 2005, costituisce una pellicola volutamente provocatoria e assolutamente particolare. Secondo tempo del gia' tanto criticato Dogville con l'attrice Bryce Dallas Howard, subentrata all'australiana Kidman del primo per esigenze di copione, Manderlay, ambientato negli Stati Uniti, verso gli anni 30, traccia un tema difficile da narrare senza retoriche e crismi di fondo lo schiavismo. Grace, con il padre e la sua banda di gangster, dopo lo sterminio di un'intera comunità (neonati compresi) ha abbandonato Dogville, come ci dice la voce narrante del film, alla ricerca di un nuovo posto dove stabilirsi. Lungo il tragitto verso il sud degli Stati Uniti (sapientemente stilizzato dal regista mediante l'ausilio di una semplice cartina geografica ), la protagonista si imbatte in una comunità di abitanti di una piantagione di cotone, Manderlay appunto in Alabama. [+]

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