In Her Shoes - Se fossi lei

Roberto Nepoti

Appartiene alla categoria dei film non eccelsi, ma che vale la pena di vedere per le interpretazioni, In her shoes, prodotto da Ridley Scott e diretto dal professionale Curtis (L.A. Confidential) Hanson. Il soggetto è centrato sui caratteri di due sorelle opposte quanto il giorno e la notte: Maggie (Cameron Diaz), bella e seduttiva ma abituata a collezionare affari sentimentali e lavori senza avvenire, e Rose (Toni Coilette), brillante avvocato con serie difficoltà ad attirare e mantenere gli uomini nel proprio letto. Si capisce subito che, oltre le apparenze, le fanciulle hanno qualcosa di fondamentale in comune: l’insicurezza, l’incapacità di leggere ammirazione negli occhi degli altri. Le sorelline entrano in conflitto d’interessi. Meno male che c’è un terzo personaggio femminile: l’anziana nonna Ella (Shirley MacLaine), che loro credevano morta e invece era solo sepolta, viva e vitale, in un’asettica comunità per anziani. Al nastro di partenza, Hanson disponeva contemporaneamente di ottimi atout (la terna di attrici) e di elementi taroccati: una sceneggiatura esile, un repertorio di personaggi di contorno più abbozzati che “scritti”. Prudentemente, ha deciso allora di concentrarsi su quello che sa far meglio, ovvero valorizzare gli attori orchestrando, occulto, le loro performance. C’è riuscito assai bene. Se la vecchia Shirley è grande e Toni Collette impeccabile, Cameron Diaz riesce — per la prima volta — a superare il repertorio della biondina bella e frizzante. Ciò detto, per un film del genere due ore e passa sono decisamente troppe.
Da La Repubblica, 12 novembre 2005


di Roberto Nepoti, 12 novembre 2005