alberto86
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domenica 12 marzo 2006
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dal sud africa con furore!
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E' un bel film questo "Tsotsi" di Gavin Hood,che arriva fresco fresco dal Sud Africa riuscendo a portarsi a casa l'Oscar come miglior film straniero,dopo vari riconoscimenti in giro per i festival. Certo è vero che i suoi rivali nella corsa all'accapparramento della statuetta non erano poi così insigni e minacciosi ma affermerei che il film é stato premiato(una volta tanto direi)non ingiustamente! La vicenda,pur essendo semplice e non originalissima,è davvero molto intensa,suggestiva,genuina... "Tsotsi"è sintetico (dura appena 90 minuti),teso,allo stesso tempo angosciante,crudo ma anche tenero e commovente. E'una storia di violenza,crimine e redenzione,che gode di personaggi davvero azzeccati,credibili e bravissimi(Presley Chweneyagae è sorprendente!),di una regia efficace e potente e di una colonna sonora davvero eccezionale e trascinante.
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E' un bel film questo "Tsotsi" di Gavin Hood,che arriva fresco fresco dal Sud Africa riuscendo a portarsi a casa l'Oscar come miglior film straniero,dopo vari riconoscimenti in giro per i festival. Certo è vero che i suoi rivali nella corsa all'accapparramento della statuetta non erano poi così insigni e minacciosi ma affermerei che il film é stato premiato(una volta tanto direi)non ingiustamente! La vicenda,pur essendo semplice e non originalissima,è davvero molto intensa,suggestiva,genuina... "Tsotsi"è sintetico (dura appena 90 minuti),teso,allo stesso tempo angosciante,crudo ma anche tenero e commovente. E'una storia di violenza,crimine e redenzione,che gode di personaggi davvero azzeccati,credibili e bravissimi(Presley Chweneyagae è sorprendente!),di una regia efficace e potente e di una colonna sonora davvero eccezionale e trascinante. "Tsotsi"non è il solito film sui ghetti;non è neanche il solito film sulla vita ai margini e allo sbando dei neri africani,ma è una parabola sulle conseguenze della violenza,sul passato che ritorna inaspettato,sul riscatto esistenziale... Il film è astuto,ma non banale,forte ma mai disturbante..."Tsotsi"racconta sì una realtà dura e attualissima,sanguinolenta e priva di luce ma è anche un film tenerissimo,pieno d'amore,che tocca il cuore come non ci saremmo forse mai attesi da un film del genere. Dei cinque candidati al premio Oscar per miglior pellicola straniera sicuramente il migliore...Sono contento che buoni prodotti come questo provengano da zone del mondo come l'Africa non meno meritevoli d'attenzione,che,assieme all'Oriente,si sta facendo sempre più strada nel panorama cinematografico odierno.3 stelle piene piene
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venerdì 30 marzo 2007
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real cinema.
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Nel Mare Magnum dei "film per il sociale" prodotti da Hollywood e non, sono molte le pellicole di spicco, piene di grandi nomi e grandi mezzi; si potrebbe ricordare "Bordertown", appena uscito nelle sale, esempio lampante di quanto suddetto. Pellicola, a dirla tutta, assai "stonate": i grandi vip immersi nella povertà sanno troppo di artificiale, diciamocela tutta.
Ecco perché un film come "Il suo nome è Tsotsi", realizzato con attori debuttanti, risulta fresco e degno della dicitura "cinema per il sociale": sono pochi ma incisivi momenti in cui le contraddizioni dell'Africa si mostrano in maniera lampante.
Oltre ad essere "film per il sociale", però le disavventure di Tsotsi permettono anche al regista di tessere un arazzo di emozioni, ben bene confezionate per commuovere il pubblico.
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Nel Mare Magnum dei "film per il sociale" prodotti da Hollywood e non, sono molte le pellicole di spicco, piene di grandi nomi e grandi mezzi; si potrebbe ricordare "Bordertown", appena uscito nelle sale, esempio lampante di quanto suddetto. Pellicola, a dirla tutta, assai "stonate": i grandi vip immersi nella povertà sanno troppo di artificiale, diciamocela tutta.
Ecco perché un film come "Il suo nome è Tsotsi", realizzato con attori debuttanti, risulta fresco e degno della dicitura "cinema per il sociale": sono pochi ma incisivi momenti in cui le contraddizioni dell'Africa si mostrano in maniera lampante.
Oltre ad essere "film per il sociale", però le disavventure di Tsotsi permettono anche al regista di tessere un arazzo di emozioni, ben bene confezionate per commuovere il pubblico.
Film dalla duplice vita, quindi, che "vola" generalmente basso senza astruse raffinatezze intelletuali o meramente tecniche, forse per paura di cadere in fallo. Il risultato è compatto e convincente; gli attori non sono semplici macchiette stereotipate ma personaggi nell'accezione più elevata del termine; la regia è curata e senza sbavatura, linda; mentre la colonna sonora è un gustoso variegare di stili, canti africani e rap di periferia, sottolineando il fatto che il 50% del merito non va al compositore ma alle travolgenti melodie autoctone, vecchie di migliaia di anni, perse nel tempo.
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dario
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lunedì 23 agosto 2010
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interessante
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Tutto merito della regia e dell'interpretazione. La storia, una redenzione improvvisa e imprevista, è un po' tirata per i capelli, ma regge grazie ad un'ottima secchezza narrativa e ad un impianto scenico di prim'ordine. C'è fatica nel passare dalla violenza al pentimento, tuttavia i continui richiami all'ingiustizia sociale puntellano bene il primo fenomeno, mentre cenni umanitari di fondo in qualunque individuo fanno ancor meglio nei confronti del secondo. Il pretesto, tutto sommato banale, a sostegno della redenzione non convince del tutto, anche se l'interprete vive la sorpresa con impegno non indifferente. Qualche eccesso sentimentale non riesce a rovinare lo spettacolo.
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Tutto merito della regia e dell'interpretazione. La storia, una redenzione improvvisa e imprevista, è un po' tirata per i capelli, ma regge grazie ad un'ottima secchezza narrativa e ad un impianto scenico di prim'ordine. C'è fatica nel passare dalla violenza al pentimento, tuttavia i continui richiami all'ingiustizia sociale puntellano bene il primo fenomeno, mentre cenni umanitari di fondo in qualunque individuo fanno ancor meglio nei confronti del secondo. Il pretesto, tutto sommato banale, a sostegno della redenzione non convince del tutto, anche se l'interprete vive la sorpresa con impegno non indifferente. Qualche eccesso sentimentale non riesce a rovinare lo spettacolo.
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