E alla fine arriva mamma!

Le sitcom, per natura, non sono complesse. Non hanno particolari ambizioni, non desiderano essere specchio dei tempi. Il loro successo si misura soprattutto nella capacità di creare famiglia, gruppo, community: il "team" sul piccolo schermo - che sia un nucleo familiare o una comitiva di amici non importa - funziona se diventa parte della routine quotidiana dello spettatore. E questo è esattamente quel che How I Met Your Mother - andato in onda per quasi un decennio, nove stagioni tra il 2005 e il 2014, e noto in Italia con il titolo E alla fine arriva mamma! - è riuscito a fare, lavorando prima di tutto sul linguaggio: citazioni cinematografiche, riferimenti a saghe tv (Buffy l'ammazzavampiri) e cineossessioni come Guerre Stellari, inside joke interni, e per la gioia del pubblico 2.0 siti fake, blog creati ad arte (provate a cercare sul web "Lorenzo Von Matterhorn"), tie-in che legano i personaggi della serie alla realtà oltre lo schermo. I personaggi, appunto. Come ogni sitcom che si rispetti, anche How I Met Your Mother deve tutto alla forza dei caratteri più che alla complessità degli episodi.

Di base la serie usa un meccanismo efficace, ma antico quanto "Le mille e una notte". Il protagonista Ted (Josh Radnor) decide di raccontare ai suoi due figli le vicissitudini che lo hanno portato a incontrare la loro mamma. Solo che, per farlo, impiega nove stagioni tv. E quando arriverà al finale - e solo in quel momento verrà rivelato il volto della sua compagna - la sorpresa e lo sconcerto sono assicurati.

Frutto del racconto retroattivo e soggettivo di Ted, How I Met Your Mother aggiunge episodio dopo episodio piccolissimi pezzi al puzzle della sua storia d'amore con la futura moglie (i piedi; un ombrello giallo; il colore dei capelli...), preferendo perdersi nel racconto della sua vita da single. Ecco allora che la "famiglia" degli amici diventa il secondo motore di una storia costantemente in tensione verso la sua risoluzione, ma che si prende il tempo di divagare e giocare con lo spettatore. Creando personaggi indimenticabili come l'affascinante canaglia Barney (Neil Patrick Harris), la coppia "perfetta" Marshall (Jason Segel) e Lily (Alyson Hannigan), o l'anticonformista Robin (Cobie Smulders), cinica bevitrice di whiskey contraria al matrimonio e a qualsiasi idea di maternità.

Da Friends in poi, nessuna serie era riuscita a raggiungere un simile tasso di fidelizzazione. True story, direbbe Barney: la mamma, in fondo, è sempre la mamma.