Be Cool

Carlo Bizio

Chili Palmer è un James Bond di strada, dice John Travolta, fra un passo di danza e l’altro, mentre una musica salsa avvolge il set di Be Cool nel sottovia della downtown deserta e notturna di Los Angeles. In Be Cool Travolta è ancora una volta Chili Palmer, il mafioso di Miami che aveva interpretato nel film Get Shorty (1995): un delinquente diventato cult, anche se era venuto dopo l’irresistibile Vincent Vega di Pulp Fiction. Ora Chili-Travolta, ormai stufo del mondo del cinema, cerca di mettere a frutto la sua abilità “contrattuale” per sfondare in quello della musica, dell’hip hop. Diventa impresario di un’aspirante hiphopper, interpretata da Urna Thurman, una faccendiera perseguitata dalla mafia russa. Oltre alla Thurman, in Be Cool compaiono Danny DeVito (che torna nel ruolo del “piccoletto” di Get Shorty), Vince Vaughn, Harvey Keitel, The Rock e Andre 3000 degli Out Kast. Diretto da F. Gary Grey (The Italian Job) su un copione scritto da Scott Frank (lo stesso di Get Shorty), il film uscirà negli Stati Uniti nel febbraio del 2005, ed è già attesissimo non solo in quanto seguito di quello che è considerato il migliore adattamento tra i 18 sinora realizzati per il cinema dai 38 romanzi di Leonard, ma anche per il ritorno della storica accoppiata Travolta-Thurman di Pulp Fiction. In Be Cool, infatti, tra tresche e intrallazzi, colpi di scena, sparatorie e comici voltafaccia, i due trovano il tempo d’innamorarsi. E anche di ballare, per fortuna. E se non ballano il twist come nella celebre scena di Pulp Fiction, anche in Be Cool vedremo esaltato il loro “pas-de-deux“. «Con un misto di cha cha-cha, toxtrot e samba», spiega l’ancora seducente ex Tony Manero. Aggiunge la splendida Uma: «Sono una sentimentale, e il pensiero di lavorare di nuovo con Travolta e ballare ancora una volta con lui mi riempiva di emozione: ed infatti è stato magico«. Sembra una festa in famiglia... L’attrice è infatti reduce dalla maratona d’arti marziali di Kill Bill di Tarantino, il regista che si vanta d’aver scoperto e alimentato la “divina fiamma” d’interprete di Uma. Grande ammiratore di Elmore Leonard, dal cui romanzo Rum Punch ha tratto il suo terzo (ma non fortunatissimo) film, Jackie Brown‚ Tarantino ha incoraggiato Travolta a diventare Chili Palmer.
Travolta all’inizio aveva qualche dubbio. Forse perché, a 50 anni, e nonostante tutti i successi che ha alle spalle, oggi ha bisogno di ritrovare un rilancio a Hollywood. È dai tempi del flop di Battlefield Earth (2000), tratto da un romanzo di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology di cui l’attore è un devoto seguace, che non gliene va bene una: lavora tanto, è vero, ma di grandi successi non ne centra più. Ma Travolta non è tipo che si scoraggia facilmente. «Bisogna sempre guardare all’aspetto positivo delle cose», osserva con l’innato ottimismo di chi dalla vita ha avuto tanto. Da anni Travolta coltiva il pallino del volo, possiede vari aerei, fra cui un 707 che pilota personalmente, ed è ambasciatore di volo per la Quantas, con cui ha appena fatto un giro del mondo per lanciare il nuovo lussuoso Boeing 747. «E poi mi fa ridere il pensiero che ho più sequel di chiunque altro a Hollywood: sono il mio fiore all’occhiello». Travolta ha fiducia nel nuovo personaggio. «Indosso Chili Palmer come un guanto, anche se lui è motto più cool di me», dice: «Non sono un grande sostenitore dei sequel, ma sono pronto per una nuova avventura. Il copione è ottimo, e il cast è favoloso: del resto non metti insieme attori come Uma Thurman, Harvey Keitel e Vince Vaughn se non è un progetto coi fiocchi». Incontriamo gli attori anche su un altro set. Questa volta siamo nel cuore di West Hollywood, proprio all’angolo con Beverly Boulevard: la scena è ambientata fra i tavolini di un bar, sul marciapiede. L’attore Brian Christensen arriva a tutto gas con una Ford TBird del 1967, salta giù e mima due spari di pistola contro James Woods, nel ruolo di un complice di Travolta, con il quale è seduto al bar. Woods si riversa sul tavolino rovesciando tutto. E una caduta spettacolare: «I primi elementi che ti insegnano a scuola di recitazione sono il bacio e la caduta», dice Woods ridendo.
Il giorno dopo gli attori si trasferiscono in un teatro di posa di Culver City per girare la scena della registrazione di un video musicale alla Mtv, mentre i due mafiosi, interpretati da Keitel e Vaughn, tramano per far fuori la Thurman e Travolta, sul quale però vigila un angelo custode, The Rock, una guardia del corpo gay. «In questo film Chili è in sostanza lo stesso personaggio di Get Short, ma è più disinvolto», spiega Travolta: «Nel mondo dei cinema e della musica ha conosciuto farabutti di ogni risma, ma lui i gangster se li mangia a colazione. Nulla gli fa paura. Ma in Chili Palmer c’è anche un del Marcello Mastroianni della Dolce vita. Chili è un Marcello dei bassifondi: un cinico che ha visto tutto, fatto tutto. Uno che rimane impassibile di fronte a qualsiasi evento».
La bellezza di Be Cool, come di tutti i romanzi di Leonard, sta essenzialmente nei dialoghi. «Sono perfettamente costruiti sui personaggi», osserva Travolta. «Sono fondamentali per la storia», aggiunge l’attore, il cui prossimo film, Ladder 49, un dramma di azione sui vigili del fuoco, uscirà in ottobre: «Per Get Shorty ho lottato perché fosse rispettato il dialogo originale dello scrittore. All’inizio, era stato semplificato e appiattito nelLa sceneggiatura per imitare il più possibile lo slang di Hollywood. Ma non erano più i testi scritti da Leonard, perfetti sia sulla pagina che per il film».
Ne conviene lo stesso scrittore settantottenne, fra i più amati dall’industria di Hollywood. «Get Shorty è stato il primo film che ha saputo davvero tradurre un mio libro per lo schermo», conferma Leonard: «Funziona perché quando qualcuno dice una battuta spiritosa nessun personaggio scoppia a ridere. Questa è gente seria».


di Carlo Bizio,