A History of Violence

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Un film di David Cronenberg. Con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Heidi Hayes.
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Drammatico, durata 96 min. - USA 2005. - 01 Distribution uscita venerdì 16 dicembre 2005. MYMONETRO A History of Violence * * * - - valutazione media: 3,35 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
elia venerdì 23 dicembre 2005
che storia ! Valutazione 4 stelle su cinque
82%
No
18%

Se qualcuno vuol fare un regalo di Natale a se stesso, il consiglio è di andare a vedere questo film di Cronenberg. In maniera molto precisa e senza troppi giri di parole ci mostra un ritratto della provincia americana, quella lontana dalle grandi metropoli più note a noi europei. Ci pone in modo spietato di fronte all’interrogativo, che almeno una volta tutti nella propria vita si sono posti, se veramente sappiamo chi abbiamo accanto. Conosciamo veramente fino in fondo la propria moglie, i figli o i nostri amici? Il passato che ritorna a perseguitare il personaggio interpretato da Mortensen, riporta in superficie la sua vera identità. Allo stesso tempo però scatena nella moglie e nel figlio uno sconvolgimento tale da farli sembrare ciò che non sono. [+]

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mason filippo/mr_pink venerdì 13 giugno 2008
la violenza come pochi la sanno raccontare Valutazione 5 stelle su cinque
82%
No
18%

A history of violence ci rende ancora una volta la fermezza e il professionalismo del regista canadese. Forse il miglior film di una grandissima carriera di un regista che ha cambiato la storia del cinema (e non solo del genere horror). Cronenberg ci mostra la vita nel suo quotidiano di un personaggio che recita una parte che in realtà non è mai stata sua. Narra la storia di personaggi apparentemente inseriti nella società ma che in realtà sono ben distanti dalle regole morali, ricordando che la violenza è attorno a noi e che può esplodere in un attimo come quelle dannate teste in "Screamers", solo che qui si narra una storia che si può ritrovare in un semplice giornale, una storia che può riguardare anche il nostro vicino di casa. [+]

[+] ehm (di fra)
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osteriacinematografo lunedì 6 febbraio 2012
il passato torna a galla Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

 Tranquilla cittadina di provincia americana.

Dove tutti conoscono tutti e le colazioni nelle tavole calde non finiscono mai. [+]

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laurence316 lunedì 19 maggio 2014
il gran ritorno di cronenberg Valutazione 5 stelle su cinque
90%
No
10%

A 3 anni da Spider, ecco tornare uno dei più grandi registi contemporanei, David Cronenberg, autore di veri e propri capolavori nel genere horror. Questo film, come del resto il successivo La promessa dell'assassino, rappresente l'apoteosi di una carriera trentennale. Seppur apparentemente semplice e lineare, è un film profondamente ambiguo, in cui non vi è distinzione netta fra bene e male, che nasconde una ricchezza di temi insolita in quello che è pur sempre, almeno sulla carta, un cine-comics. Realistico, violento e non privo di ironia. E' basato sulle contraddizioni nella forma e forse anche nella sostanza. Può essere visto come una spietata scansione di quel che sono gli Stati Uniti, una nazione fondata sul sangue. [+]

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andrea s. lunedì 9 novembre 2009
l'irrevocabilità del male Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

A history of violence è senza dubbio uno dei miglior film degli ultimi anni. Il maestro canadese David Cronenberg ci offre un lavoro che colpisce “violentemente” sia il nostro stomaco che la nostra mente. Fin da subito rimaniamo storditi. Siamo in un area di servizio, nella provincia americana, e due balordi, per niente frenetici o preoccupati, hanno appena ucciso a sangue freddo chi là dentro lavorava, non facendosi scrupoli nemmeno davanti ad una bambina. La gratuità del male squarcia in questo modo lo spazio ed entra nel tempo lasciandoci con un peso insostenibile e con un vuoto di senso. I due poi si spostano in un paesino e decidono di mangiare in una tavola calda il cui proprietario è il calmo e pacifico Tom. [+]

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a.l. mercoledì 28 dicembre 2005
tele di ragno Valutazione 3 stelle su cinque
65%
No
35%

In una memorabile sequenza di “Spider” la madre racconta al protagonista bambino la stravagante favola dei ragni che fanno bellissime tele, fino a quando non esauriscono la loro energia e muoiono: nel suo penultimo film, ambientato negli squallidi quartieri del disagio proletario dell’Inghilterra degli anni Sessanta e Ottanta, Cronenberg illustrava un capitolo del suo saggio di storiografia antropologica, individuando nella psiche umana e nelle tele di ragno, create ossessivamente dal suo fondo oscuro ed inquietante, la forza corrosiva che intrappola senza via di scampo, individui e società, qualunque sia la forma apparente che essi assumano per sfuggirvi. La macchina da presa inquadra le ragnatele appese a muri e soffitti, diventa prigioniera del loro tortuoso, inestricabile aggrovigliarsi: allucinazioni, fantasmi, personalità ed ambienti inafferrabili e mai circoscrivibili in caratteristiche definite, lucidità e razionalità asservite a follia e ferocia mai sopite. [+]

[+] a history of violence (di patricia)
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patricia mercoledì 4 gennaio 2006
eroe dell'anima. che emozione. Valutazione 0 stelle su cinque
75%
No
25%

Mi ha emozionato molto. Il vero eroe non è quello che salva la comunità dai cattivi che entrano nel bar per disturbare e massacrare la gente perbene, cosa che in america accade un minuto sì e uno no. La caratura di quest'eroe è autentica. Con le telecamere spente, l'eroismo ha preso corpo dopo la fuga di Joy da Filadelfia, durante la trasformazione, la scelta di non vivere passioni violente e il potere, che porta a molto denaro e alla soddisfazione di ogni tipo, come dimostrano la dimora principesca del fratello, vero e proprio doppio di Joy. Non è un film buonista come pensavo. Joy sceglie il bene autentico proprio perchè può farlo: è ancora capace di uccidere, semplicemente non vuole proseguire. [+]

[+] più o meno d'accordo (di manu)
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nicolò giovedì 3 maggio 2007
viggo mortensen alle prese con il passato Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Ha solo un anno di vita, "A History of Violence". E allora perché è già entrata, la bellissima storia di Tom Stall (Mortensen) e della sua famiglia, nella memoria degli spettatori? Forse perché dietro c'è la mano, geniale e bizzarra, di quel mostro cinematografico che è David Cronenberg. Da anni Cronenberg affascina, sconvolge, stupisce il pubblico con i suoi capolavori: si pensi a "La mosca", a "Inseparabili", "La zona morta", "Crash", solo per citarne alcuni. Con "A History of Violence" ha superato se stesso, ispirandosi ad un fumetto di Vince Locke e John Wagner - adattato per lo schermo da Josh Olson -, e narrando le avventure di un criminale che ha cambiato identità e fa il barista in una piccola cittadina dell'Indiana. [+]

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stefano lunedì 9 gennaio 2006
classico cronenberg Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Di sicuro un buon film. La cosa che lascia un pò perplessi è forse l'estrema semplicità della sceneggiatura (prababilmente voluta) che rende il film un pò troppo prevedibile. Per il resto non si discutono le capacità di un maestro come Cronenberg, in quanto a tempi di esposizione, alla luce di scena e alle angolazioni delle inquadrature, con virtusismi cinematografici nella cura del dettaglio (le inquadrature delle deturpazioni da arma da fuoco su tutte). Validissimo e realistico Viggo Mortensen ma addiruttura sopraffino William Hurt nella caratterizzazione del suo personaggio, che anche se resta poco sulla scena lo fa in maniera incisiva lasciando sicuramente il segno. Nel complesso un film che si può vedere ma probabilmente non rivedere.

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jill sabato 12 gennaio 2008
la vendetta della violenza Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

Questo film di David Croneberg è un saggio sulla viscerale violenza dell'uomo, radicata nei suoi aspetti più subdoli, frutto di una natura animale completamente irrazzionale. Tutto nel film è lucido e spietato. A cominciare dalla prima memorabile scena, dove un uomo all'apparenza normale, entra in un negozio e uccide brutalmente una bambina con in mano un orsacchiotto. Lo spettatore è svegliato dalla violenza, se ne sente partecipe, nauseato e atterrito. Vorrebbe morti gli assassini della piccola. La scena si sposta, ora vediamo un uomo normale, con una vita normale, con dei figli normali, con una moglie normale, con un lavoro normale in una caffetteria. Tutto è talmente normale che diventa nauseabondo, quasi quanto la scena iniziale. [+]

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