mahleriano
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domenica 10 maggio 2009
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un film ingiustamente bistrattato
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Contrariamente a molti commenti negativi che mi è capitato di leggere, non ho trovato il film così scontato, banale o noioso. Non sarà un capolavoro, ma credo possa esistere una più che onorevole via di mezzo. Siamo semplicemente di fronte ad una storia d'amore che porta ad uno scontro fra le diverse culture dei protagonisti e mostra i condizionamenti imposti dalle rispettive società. Né mi sembra argomentazione valida per screditarlo che le tematiche possano apparire in partenza "troppo grandi" o "già viste".
Trovo che la sensibilità e il ritmo con cui viene presentata la storia del film, che comunque si presenta come commedia e in quanto tale deve essere valutata (anche se con risvolti drammatici), nel complesso sia credibile e decisamente più che dignitosa.
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Contrariamente a molti commenti negativi che mi è capitato di leggere, non ho trovato il film così scontato, banale o noioso. Non sarà un capolavoro, ma credo possa esistere una più che onorevole via di mezzo. Siamo semplicemente di fronte ad una storia d'amore che porta ad uno scontro fra le diverse culture dei protagonisti e mostra i condizionamenti imposti dalle rispettive società. Né mi sembra argomentazione valida per screditarlo che le tematiche possano apparire in partenza "troppo grandi" o "già viste".
Trovo che la sensibilità e il ritmo con cui viene presentata la storia del film, che comunque si presenta come commedia e in quanto tale deve essere valutata (anche se con risvolti drammatici), nel complesso sia credibile e decisamente più che dignitosa.
Senza contare inoltre un interessante e continuo richiamo nei dialoghi alla riflessione sulle divergenze fra i vari personaggi, che evidenzia continuamente la distinzione fra apparenza e realtà. Prendiamo ad esempio la difesa del padre da parte del ragazzo: vi si descrive la sofferenza, le discriminazioni subite, la lotta per un rispetto conquistato che forse non sarà "giusto" (rispetto a cosa?), ma, come dice il ragazzo, "non è neanche colpa della mia famiglia se i pakistani, gli stranieri, non sono trattati come dovrebbero" (e se, si lascia intendere, non tutti sono in grado di ribellarsi a questo). Tutto ciò ne mostra un lato umano che non poco contribuisce ad abbattere lo stereotipo del padre "retrogrado". E, al di là delle facili conclusioni che si potrebbero istintivamente trarre su di lui, l'invito è comunque a comprendere prima di schierarsi. Non mi sembra un'argomentazione scontata, considerando quanto la facilità all'odio fra le culture (l'argomento "sociale" del film) sia ad ogni momento dietro l'angolo ed oggi più che mai attuale.
Infine, la godibile leggerezza della prima parte del racconto con la sua buona dose di umorismo, e la bravura degli attori credo premino comunque un regista come Ken Loach.
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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un bacio appassionato
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UN BACIO APPASSIONATO
regia: Ken Loach
Famiglia pakistana vive nella periferia di Glasgow: padre, madre e tre figli.
La primogenita è schiacciata dalla cultura islamica, la più piccola segnala evidenti propositi di emancipazione e l'unico maschio vive il conflitto tra il rispetto per i genitori (non ottuso, ma amorevole) e il desiderio di piena integrazione nel suo contesto occidentale. Ed è proprio lui che vedrà radicalizzarsi il suo conflitto quando si troverà costretto a scegliere tra il matrimonio imposto dalla famiglia e l' amore per una giovane insegnante di musica irlandese.
Ken Loach non cerca il perfezionismo scenico, ma si muove come se volesse realizzare un documentario.
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UN BACIO APPASSIONATO
regia: Ken Loach
Famiglia pakistana vive nella periferia di Glasgow: padre, madre e tre figli.
La primogenita è schiacciata dalla cultura islamica, la più piccola segnala evidenti propositi di emancipazione e l'unico maschio vive il conflitto tra il rispetto per i genitori (non ottuso, ma amorevole) e il desiderio di piena integrazione nel suo contesto occidentale. Ed è proprio lui che vedrà radicalizzarsi il suo conflitto quando si troverà costretto a scegliere tra il matrimonio imposto dalla famiglia e l' amore per una giovane insegnante di musica irlandese.
Ken Loach non cerca il perfezionismo scenico, ma si muove come se volesse realizzare un documentario. Tuttavia niente è casuale in questo suo ultimo film: movimenti di macchina vertiginosi nelle scene in cui i personaggi non riescono a confrontarsi perchè fermati dalle divergenze culturali, macchina fissa quando i personaggi tentano un confronto o quando le distanze vengono meno per la forza del contatto emotivo. In tal modo nel caos riesce ad emergere il nucleo, tra le menzogne la verità.
Non un semplice postulato ideologico contro le culture che annientano i sentimenti e pro libertà di pensiero e d' azione, ma una profonda riflessione sull' esperienza umana.
VOTO ***1/2
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eva besazza
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giovedì 14 luglio 2011
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mondi lontani, mondi vicini
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Una storia d'amore tra un giovane pakistano e un'insegnante irlandese, cattolica. CI sono tutti i presupposti per un dramma familiare e generazionale che non tarda a verificarsi: la famiglia di Casim, come da tradizione, ha già deciso per lui le nozze con una cugina mai vista. Genitori e sorella maggiore non hano nessuna intenzione di tentare alcun avvicinamento a Roisin, la donna, bianca e peccatrice che ha traviato il loro figlioletto; osteggiano in ogni modo la coppia con sotterfugi di vario genere. Ma non è solo la famiglia pakistana a manifestare astio e chiusura nei confronti del "diverso", lo è in egual modo il cattolicesimo, rappresentato dalla scuola in cui Roisin lavora fino ad un certo punto, fino a chè non sarà costretta ad andarsene a causa della sua storia, giudicata amorale dal sacerdote che non le concede la dispensa necessaria per continuare ad insegnare.
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Una storia d'amore tra un giovane pakistano e un'insegnante irlandese, cattolica. CI sono tutti i presupposti per un dramma familiare e generazionale che non tarda a verificarsi: la famiglia di Casim, come da tradizione, ha già deciso per lui le nozze con una cugina mai vista. Genitori e sorella maggiore non hano nessuna intenzione di tentare alcun avvicinamento a Roisin, la donna, bianca e peccatrice che ha traviato il loro figlioletto; osteggiano in ogni modo la coppia con sotterfugi di vario genere. Ma non è solo la famiglia pakistana a manifestare astio e chiusura nei confronti del "diverso", lo è in egual modo il cattolicesimo, rappresentato dalla scuola in cui Roisin lavora fino ad un certo punto, fino a chè non sarà costretta ad andarsene a causa della sua storia, giudicata amorale dal sacerdote che non le concede la dispensa necessaria per continuare ad insegnare. In questo cupo affresco del mondo contemporaneo, in cui la religione vorrebbe alzare barricate all'integrazione ormai naturale, la storia d'amore di Casim e Roisin resiste, a danno degli altri che la vorrebbero distruggere, sopravvive e continua il suo cammino, fiera dei muri che è riuscita ad abbattere. Parallela alla storia dei giovani si sviluppa quella della sorella minore di Casim che lotta per affrancarsi dal volere del padre ed inseguire il suo sogno: frequentare una scuola di giornalismo ad Edimburgo, lontana da Glasgow, dove la famiglia vive. Riuscirà nel suo intento, anche il suo sogno potrà così continuare il suo cammino.
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fabio 3121
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martedì 26 maggio 2020
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l'amore vince sui pregiudizi culturali e religiosi
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il titolo italiano del film farebbe pensare ad una commedia romantica e sdolcinata ma visto il nome del regista mi aspettavo una storia drammatica. Così è stato infatti: siamo a Glasgow e un ragazzo pakistano, Casim, molto legato alle tradizioni e alla sua famiglia, conosce e si innamora di Roisin, una ragazza biondina irlandese che insegna musica nella scuola cattolica frequentata dalla sorella minore del ragazzo che si guadagna da vivere facendo il dj. Il primo problema sorge dal fatto che a Casim la sua famiglia, per tradizioni culturali pakistane, ha già individuato la sua futura moglie in una cugina che vive in Pakistan e che un giorno arriverà a Glasgow per sposarsi.
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il titolo italiano del film farebbe pensare ad una commedia romantica e sdolcinata ma visto il nome del regista mi aspettavo una storia drammatica. Così è stato infatti: siamo a Glasgow e un ragazzo pakistano, Casim, molto legato alle tradizioni e alla sua famiglia, conosce e si innamora di Roisin, una ragazza biondina irlandese che insegna musica nella scuola cattolica frequentata dalla sorella minore del ragazzo che si guadagna da vivere facendo il dj. Il primo problema sorge dal fatto che a Casim la sua famiglia, per tradizioni culturali pakistane, ha già individuato la sua futura moglie in una cugina che vive in Pakistan e che un giorno arriverà a Glasgow per sposarsi. La rivelazione del matrimonio concordato e non approvato da Casim, in un primo momento taciuta, getta nello sconforto Roisin che decide di lasciare il ragazzo, reo di averla mentita. Dopo una riappacificazione, una altro problema è creato dal prete della parrocchia del quartiere che non firma un documento alla ragazza additandola di non essere moralmente da esempio per i suoi alunni essendo nom solo separata ma convivente con un musulmano. Dopo una serie di duri contrasti con il padre che non accetta la relazione di Casim con una occidentale non musulmana e dopo che anche la sorella maggiore di Casim inviterà Roisin a lasciare il fratello per il bene dell'armonia della sua famiglia, Casim troverà la forza interiore di ribellarsi a questo stato di cose per andare via da casa, annullare il matrimonio con la cugina, e andare a vivere con la sua amata. L'amore, quindi, vince su ogni pregiudizio di tipo razziale, ideologico e religioso. Ken Loach ci offre uno scontro nonchè un duro spaccato tra due diversi mondi e modi di vivere condizionati dalle usanze e dalla religioni seguite. I 2 giovani attori sono molto bravi, in particolar modo un plauso va a Eva Birthistle che dietro il suo viso acqua e sapone riesce a trasmettere tutta la drammaticità dei suoi sentimenti. In definitiva, in un mondo ormai globalizzato, la pellicola pone lo spettatore a riflettere sulle tante relazioni amorose che nella vita di tutti i giorni si instaurano tra 2 individui di religioni diverse e delle potenziali difficoltà che le differenze culturali possono sgretolare i predetti rapporti.
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ivana
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martedì 15 febbraio 2005
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meglio il ken loach dei diritti del lavoro
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Il tema dell'immigrazione e della convivenza appassiona il cinema contemporaneo. Non tutti però riescono a fare con maestria un buon lavoro. Siamo lontani dalla lievità di Jalla Jalla, East is East ad esempio. Loach è un ottimo regista e a lui va il merito di aver affrontato un tema importante: la seconda generazione dei migranti e le difficoltà intrinseche nei rapporti non dovuti alle famiglie di provenienza. Bello lo spunto sul cattolicesimo chiuso e bigotto e sulle difficoltà di lei nell'insegnamento. Ma il film è un pò banale, più Beautiful condito di un pò di sesso che una storia alla Loach sull'agio e sul disagio.
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manuel
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sabato 12 febbraio 2005
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da non vedere!
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Una stella, giusto per il nome del regista... Molto deludente: per i dialoghi scontati, per la fotografia, per la recitazione, per le scene di sesso decisamente accorciabili, per la banalità con cui viene trattato l'argomento (forse "Sognando Beckham" lo affrontava meglio!!!!) ed addirittura per i doppiaggi che nella prima parte della pellicola sono fuori sincro. Ci si aspetta sempre molto da Loach dopo i capolavori che ci ha regalato, ma qui ha preso un abbaglio. Rimandato. Anzi no. Bocciato.
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