vito abbruzzese
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sabato 30 dicembre 2023
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rimettere in discussione la nostra cultura fa bene
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Ho visto solamente oggi il film grazie alla serie di film su Ken Loach messa a disposizione da Rai Play. E devo ammettere che il film m'è piaciuto. Non voglio scrivere anch'io la mia personale recensione (in linea di massima sono da'accordo su molti aspetti già messi in evidenza da altri utenti), ma l'unico aspetto che ritengo utile soffermarmi è che anche nel modo cattolico ancora permane il perbenismo e l'ipocrisia. Anche al giorno d'oggi a fine 2023 (mancano meno di due giorni al 2024!) siamo sempre pronti a puntare il dito, nel bene e nel male, sulla visione arcaica di certe culture di altri Paesi lontani da noi, incluso il Pakistan, e spesso ci scordiamo di quanta bigotteria ancora permane nella nostra cultura occidentale, e sorattutto in quella italiana.
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Ho visto solamente oggi il film grazie alla serie di film su Ken Loach messa a disposizione da Rai Play. E devo ammettere che il film m'è piaciuto. Non voglio scrivere anch'io la mia personale recensione (in linea di massima sono da'accordo su molti aspetti già messi in evidenza da altri utenti), ma l'unico aspetto che ritengo utile soffermarmi è che anche nel modo cattolico ancora permane il perbenismo e l'ipocrisia. Anche al giorno d'oggi a fine 2023 (mancano meno di due giorni al 2024!) siamo sempre pronti a puntare il dito, nel bene e nel male, sulla visione arcaica di certe culture di altri Paesi lontani da noi, incluso il Pakistan, e spesso ci scordiamo di quanta bigotteria ancora permane nella nostra cultura occidentale, e sorattutto in quella italiana. Forse, guardando questo film con un occhio rivolto a (tentare di) comprendere le posizioni di persone provenienti da altre realtà ed a mettere in discussione i nostri consolidati e "perfetti" valori occidentali, possiamo davvero imparare qualcosa e portare a casa il messaggio principale che questo film vuole trasmettere!
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fabio 3121
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martedì 26 maggio 2020
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l'amore vince sui pregiudizi culturali e religiosi
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il titolo italiano del film farebbe pensare ad una commedia romantica e sdolcinata ma visto il nome del regista mi aspettavo una storia drammatica. Così è stato infatti: siamo a Glasgow e un ragazzo pakistano, Casim, molto legato alle tradizioni e alla sua famiglia, conosce e si innamora di Roisin, una ragazza biondina irlandese che insegna musica nella scuola cattolica frequentata dalla sorella minore del ragazzo che si guadagna da vivere facendo il dj. Il primo problema sorge dal fatto che a Casim la sua famiglia, per tradizioni culturali pakistane, ha già individuato la sua futura moglie in una cugina che vive in Pakistan e che un giorno arriverà a Glasgow per sposarsi.
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il titolo italiano del film farebbe pensare ad una commedia romantica e sdolcinata ma visto il nome del regista mi aspettavo una storia drammatica. Così è stato infatti: siamo a Glasgow e un ragazzo pakistano, Casim, molto legato alle tradizioni e alla sua famiglia, conosce e si innamora di Roisin, una ragazza biondina irlandese che insegna musica nella scuola cattolica frequentata dalla sorella minore del ragazzo che si guadagna da vivere facendo il dj. Il primo problema sorge dal fatto che a Casim la sua famiglia, per tradizioni culturali pakistane, ha già individuato la sua futura moglie in una cugina che vive in Pakistan e che un giorno arriverà a Glasgow per sposarsi. La rivelazione del matrimonio concordato e non approvato da Casim, in un primo momento taciuta, getta nello sconforto Roisin che decide di lasciare il ragazzo, reo di averla mentita. Dopo una riappacificazione, una altro problema è creato dal prete della parrocchia del quartiere che non firma un documento alla ragazza additandola di non essere moralmente da esempio per i suoi alunni essendo nom solo separata ma convivente con un musulmano. Dopo una serie di duri contrasti con il padre che non accetta la relazione di Casim con una occidentale non musulmana e dopo che anche la sorella maggiore di Casim inviterà Roisin a lasciare il fratello per il bene dell'armonia della sua famiglia, Casim troverà la forza interiore di ribellarsi a questo stato di cose per andare via da casa, annullare il matrimonio con la cugina, e andare a vivere con la sua amata. L'amore, quindi, vince su ogni pregiudizio di tipo razziale, ideologico e religioso. Ken Loach ci offre uno scontro nonchè un duro spaccato tra due diversi mondi e modi di vivere condizionati dalle usanze e dalla religioni seguite. I 2 giovani attori sono molto bravi, in particolar modo un plauso va a Eva Birthistle che dietro il suo viso acqua e sapone riesce a trasmettere tutta la drammaticità dei suoi sentimenti. In definitiva, in un mondo ormai globalizzato, la pellicola pone lo spettatore a riflettere sulle tante relazioni amorose che nella vita di tutti i giorni si instaurano tra 2 individui di religioni diverse e delle potenziali difficoltà che le differenze culturali possono sgretolare i predetti rapporti.
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theophilus
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sabato 28 dicembre 2013
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non un film sentimentale
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AE FOND KISS
Avevamo letto di Un bacio appassionato, l’ultimo film di Ken Loach, come di una commedia sentimentale, che poteva, pertanto, concludersi con l’usuale formula che corona spesso le favole, in cui i protagonistivissero felici e contenti.
Questa pellicola del regista inglese tratta, in primo luogo, della difficoltà dei rapporti fra le differenti generazioni di una famiglia pakistana inserita nella comunità scozzese di Glasgow. La trama è molto lineare e in buona parte - per quanto appena detto - simile a quella di numerosi altri film: si può forse già parlare di un vero e proprio filone? East is East, Aspettando Beckam, Il mio grosso grasso matrimonio greco, La sposa turca, sono solo alcuni degli altri titoli che ne farebbero parte.
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AE FOND KISS
Avevamo letto di Un bacio appassionato, l’ultimo film di Ken Loach, come di una commedia sentimentale, che poteva, pertanto, concludersi con l’usuale formula che corona spesso le favole, in cui i protagonistivissero felici e contenti.
Questa pellicola del regista inglese tratta, in primo luogo, della difficoltà dei rapporti fra le differenti generazioni di una famiglia pakistana inserita nella comunità scozzese di Glasgow. La trama è molto lineare e in buona parte - per quanto appena detto - simile a quella di numerosi altri film: si può forse già parlare di un vero e proprio filone? East is East, Aspettando Beckam, Il mio grosso grasso matrimonio greco, La sposa turca, sono solo alcuni degli altri titoli che ne farebbero parte.
Similmente a quanto accade nelle storie appena indicate, poi, il contatto fra le differenti culture, quella ospitata e quella ospitante, crea una lacerazione insostenibile, nel primo gruppo, fra gli anziani - essi vorrebbero mantenere intatti usi, costumi e tradizioni della loro terra d’origine, estraniandosi perciò il più possibile dal nuovo flusso in cui si sono venuti ad inserire - e la seconda generazione, i giovani che, invece, capiscono inevitabile, e preferiscono comunque operare, una sintesi fra quelle differenti forme.
In Un bacio appassionato, tuttavia, assume rilevanza altrettanto pregnante il tema della difficoltà dell’integrazione fra le differenti etnie. Se all’inizio del film vediamo Tahara, la sorella minore del protagonista Casim (Atta Yakub), che viene offesa ed è oggetto di scherno da parte dei compagni di classe, il vero dramma nasce nel momento in cui Casim s’innamora di Roisin (Eva Birthistle), locale insegnante di musica all’interno della stessa scuola, e fra i due nasce una relazione. È questo un incidente non contemplabile per i fondamentalisti di entrambe le sponde.
Ken Loach non tradisce, nemmeno in questo caso, la sua natura di regista impegnato nel campo politico e sociale e, con grande onestà intellettuale e lucida equidistanza, lancia il suo j’accuse in tutte le direzioni. Se, da una parte, questo amore sarà ostacolato in ogni maniera all’interno della comunità pakistana, che non accetta il rischio di scardinare il processo di conservazione della cultura e religione mussulmane, dall’altra le gerarchie cattoliche negheranno a Roisin una sorta di certificato di buona condotta richiestole dalla scuola in cui lavora. A dire il vero, in quest’ultimo episodio il rifiuto non appare propriamente motivato dalla differenza di culto dei due amanti; bisogna ad ogni modo calarsi nella realtà di un integralismo religioso occidentale che vede sempre più minato il suo potere dal laicismo e che, pertanto, potrebbe non vedere di buon occhio un suo ulteriore indebolimento ad opera di elementi esogeni.
L’andamento del film è, non di rado, drammatico e le situazioni che contrastano la relazione di Casim e Roisin sono vere, espresse con vigore e coerenza, e questo ci fa rifiutare la categoria di sentimentale applicata alla storia. Soprattutto ci ha convinti il modo in cui il regista ha trattato l’argomento: egli non ha esitato a mettersi in gioco, rischiando la sua reputazione di cineasta volto alla tematica del sociale, facendolo però con una contaminazione coerente, non da tutti apprezzata o compresa.
Il finale, poi, se non si può propriamente definire un coup de théâtre, potrà destare la sorpresa di molti.
Enzo Vignoli,
6 marzo 2005.
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mcmara
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giovedì 8 settembre 2011
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pessimo
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Scontato, mediocre, volgare... a tratti imbarazzante. Sono uscito dalla sala esterrefatto.
Come può un regista di tale fama produrre un lavoro di così bassa lega?
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eva besazza
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giovedì 14 luglio 2011
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mondi lontani, mondi vicini
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Una storia d'amore tra un giovane pakistano e un'insegnante irlandese, cattolica. CI sono tutti i presupposti per un dramma familiare e generazionale che non tarda a verificarsi: la famiglia di Casim, come da tradizione, ha già deciso per lui le nozze con una cugina mai vista. Genitori e sorella maggiore non hano nessuna intenzione di tentare alcun avvicinamento a Roisin, la donna, bianca e peccatrice che ha traviato il loro figlioletto; osteggiano in ogni modo la coppia con sotterfugi di vario genere. Ma non è solo la famiglia pakistana a manifestare astio e chiusura nei confronti del "diverso", lo è in egual modo il cattolicesimo, rappresentato dalla scuola in cui Roisin lavora fino ad un certo punto, fino a chè non sarà costretta ad andarsene a causa della sua storia, giudicata amorale dal sacerdote che non le concede la dispensa necessaria per continuare ad insegnare.
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Una storia d'amore tra un giovane pakistano e un'insegnante irlandese, cattolica. CI sono tutti i presupposti per un dramma familiare e generazionale che non tarda a verificarsi: la famiglia di Casim, come da tradizione, ha già deciso per lui le nozze con una cugina mai vista. Genitori e sorella maggiore non hano nessuna intenzione di tentare alcun avvicinamento a Roisin, la donna, bianca e peccatrice che ha traviato il loro figlioletto; osteggiano in ogni modo la coppia con sotterfugi di vario genere. Ma non è solo la famiglia pakistana a manifestare astio e chiusura nei confronti del "diverso", lo è in egual modo il cattolicesimo, rappresentato dalla scuola in cui Roisin lavora fino ad un certo punto, fino a chè non sarà costretta ad andarsene a causa della sua storia, giudicata amorale dal sacerdote che non le concede la dispensa necessaria per continuare ad insegnare. In questo cupo affresco del mondo contemporaneo, in cui la religione vorrebbe alzare barricate all'integrazione ormai naturale, la storia d'amore di Casim e Roisin resiste, a danno degli altri che la vorrebbero distruggere, sopravvive e continua il suo cammino, fiera dei muri che è riuscita ad abbattere. Parallela alla storia dei giovani si sviluppa quella della sorella minore di Casim che lotta per affrancarsi dal volere del padre ed inseguire il suo sogno: frequentare una scuola di giornalismo ad Edimburgo, lontana da Glasgow, dove la famiglia vive. Riuscirà nel suo intento, anche il suo sogno potrà così continuare il suo cammino.
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mahleriano
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domenica 10 maggio 2009
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un film ingiustamente bistrattato
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Contrariamente a molti commenti negativi che mi è capitato di leggere, non ho trovato il film così scontato, banale o noioso. Non sarà un capolavoro, ma credo possa esistere una più che onorevole via di mezzo. Siamo semplicemente di fronte ad una storia d'amore che porta ad uno scontro fra le diverse culture dei protagonisti e mostra i condizionamenti imposti dalle rispettive società. Né mi sembra argomentazione valida per screditarlo che le tematiche possano apparire in partenza "troppo grandi" o "già viste".
Trovo che la sensibilità e il ritmo con cui viene presentata la storia del film, che comunque si presenta come commedia e in quanto tale deve essere valutata (anche se con risvolti drammatici), nel complesso sia credibile e decisamente più che dignitosa.
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Contrariamente a molti commenti negativi che mi è capitato di leggere, non ho trovato il film così scontato, banale o noioso. Non sarà un capolavoro, ma credo possa esistere una più che onorevole via di mezzo. Siamo semplicemente di fronte ad una storia d'amore che porta ad uno scontro fra le diverse culture dei protagonisti e mostra i condizionamenti imposti dalle rispettive società. Né mi sembra argomentazione valida per screditarlo che le tematiche possano apparire in partenza "troppo grandi" o "già viste".
Trovo che la sensibilità e il ritmo con cui viene presentata la storia del film, che comunque si presenta come commedia e in quanto tale deve essere valutata (anche se con risvolti drammatici), nel complesso sia credibile e decisamente più che dignitosa.
Senza contare inoltre un interessante e continuo richiamo nei dialoghi alla riflessione sulle divergenze fra i vari personaggi, che evidenzia continuamente la distinzione fra apparenza e realtà. Prendiamo ad esempio la difesa del padre da parte del ragazzo: vi si descrive la sofferenza, le discriminazioni subite, la lotta per un rispetto conquistato che forse non sarà "giusto" (rispetto a cosa?), ma, come dice il ragazzo, "non è neanche colpa della mia famiglia se i pakistani, gli stranieri, non sono trattati come dovrebbero" (e se, si lascia intendere, non tutti sono in grado di ribellarsi a questo). Tutto ciò ne mostra un lato umano che non poco contribuisce ad abbattere lo stereotipo del padre "retrogrado". E, al di là delle facili conclusioni che si potrebbero istintivamente trarre su di lui, l'invito è comunque a comprendere prima di schierarsi. Non mi sembra un'argomentazione scontata, considerando quanto la facilità all'odio fra le culture (l'argomento "sociale" del film) sia ad ogni momento dietro l'angolo ed oggi più che mai attuale.
Infine, la godibile leggerezza della prima parte del racconto con la sua buona dose di umorismo, e la bravura degli attori credo premino comunque un regista come Ken Loach.
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poldo
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giovedì 5 febbraio 2009
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carino
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Film carino ma col passare dei minuti diventa sempre più noioso, ripetitivo, banale, irrealistico e scontato... va bene per passare un'oretta ma non è un capolavoro...
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lalli
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mercoledì 9 gennaio 2008
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bravo loach
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un bel film , anche se non certo tra i migliori di questo bravissimo regista, cmq è da vedere: due culture diverse possono cmq incontrarsi
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mredward
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domenica 25 novembre 2007
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i preconcetti delle culture
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Il film delinea il grande preconcetto che ancora è radicato in noi riguardo le culture...
Forse non sappiamo in che mondo viviamo e un film del genere talvolta ce lo può far ricordare.
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ff_22
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giovedì 24 maggio 2007
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aiutatemi a trovare la sceneggiatura originale!!!
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La storia d'amore di due moderni Giulietta e Romeo, ambientata in un mondo multietnico e pluriculturale, è questo il film di Ken Loach, che nonostante sia lampantemente diverso dai precedenti ad alto contenuto politico, mi ha colpita molto, talmente tanto da analizzarlo nella mia tesi di laurea!
solo una cosa mi chiedo...qualcuno di voi ha idea di dove possa trovare la sceneggiatura originale del film scritta da Paul Laverty, sto letteralmente impazzendo, arrivo a dubitare del fatto che l'abbiano pubblicata! Vi prego, contattatemi!
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