Gian Luigi Rondi
Il Tempo
L’amore che vive oltre la morte ha avuto più d’una volta spazi di rilievo sia in letteratura sia, come conseguenza, al cinema. Basti citare due classici, La voce nella tempesta di Wyler e L’amour à mort di Resnais. Adesso, per cimentarsi con un argomento simile, Michele Placido, dopo le sue felici imprese recenti (Del perduto amore, Un viaggio chiamato amore), tenta una via delle più ardue, il confronto sentimentale fra due che avevano cominciato ad amarsi, Matteo ed Elena, e che poi sono morti in un incidente e il rapporto difficile che uno dei due, Matteo, aveva avuto in vita con la moglie Emma e che forse solo in morte, costeggiando il mondo dei vivi, pur senza possibilità di comunicarvi, riuscirà a concludere positivamente. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2072 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 8 settembre 2004