Mare dentro

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Un film di Alejandro Amenábar. Con Javier Bardem, Belén Rueda, Lola Dueñas, Mabel Rivera, Celso Bugallo.
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Titolo originale Mar adentro. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 125 min. - Spagna 2004. uscita mercoledì 8 settembre 2004. MYMONETRO Mare dentro * * * * - valutazione media: 4,09 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Natalia Aspesi

La Repubblica

Ramòn gira la testa sprofondata nel cuscino verso il bicchiere che contiene la dose letale di cianuro, afferra con la bocca la cannuccia piegata e aspira il veleno, poi, finalmente in pace, dice, "bene", diventando per pochi attimi sospesi il lucido cronista della sua stessa morte tanto attesa: "caldo", "arriva", infine il viso sereno e incuriosito si decompone negli spasimi di una cieca, spaventosa sofferenza che non potrà essere raccontata.
Suicidio cinematografico in diretta (ma anche nella realtà il tetraplegico Ramòn Sampedro si ammazzò davanti a una telecamera), e figuriamoci gli spettatori commossi e singhiozzanti, entusiasti e plaudenti, poi via di corsa a cena, a tirarsi un po’su, toccando ferro e mormorando, con tutte queste lacrime ci vuole il Leone d'Oro a Mare dentro. E’probabile che il regista spagnolo Alejandro Amenàbar e l'attore spagnolo Javier Bardem, decidendo di portare insieme sullo schermo la vera storia dell'ex marinaio poeta galiziano che lottò anni per ottenere il diritto legale ad una morte dignitosa, siano stati anche spinti dal fatto che il primo ha 30 anni, il secondo 35: uomini giovani prestanti e molto vitali, che probabilmente immaginano il desiderio di autoannientamento come un'avventura personale molto lontana. In più Bardem, già abile a morire di Aids come il poeta cubano Arenas in "Prima che sia notte", era attirato da un ruolo che nessun attore si lascerebbe sfuggire, due ore immobile solo muovendo la testa, le labbra e le palpebre; né Amenàbar, che ha una certa ossessione per l'aldilà (The Others, Apri gli occhi), poteva rinunciare a una storia, per di più vera, che lui stesso definisce "un viaggio di morte per non rinunciare alla vita".
Dato qualche giorno fa in Spagna, (in Italia da ieri), Mare dentro ha ricevuto critiche entusiaste e anche il primo ministro Zapatero è corso a vederlo, inneggiando a quell'eroe dei diritti civili che per anni scatenò nel suo paese la discussione sull'eutanasia. A 25 anni il vero Ràmon, in seguito a un tuffo sbagliato, resta completamente paralizzato dal collo in giù. Non volendo più vivere e non potendo uccidersi perché costretto immobile in un letto, inizia una pratica legale per ottenere l'autorizzazione al suicidio assistito. Diventa un caso nazionale, lo appoggia la DMD, una associazione che difende il diritto a morire dignitosamente, si occupano di lui le televisioni, le signore si inteneriscono, i tribunali respingono sempre le sue richieste.
Il 12 gennaio 1998, a 55 anni, dopo aver vissuto da tetraplegico per 30 anni, riesce a organizzare la sua morte attraverso una serie di persone che non si conoscono tra loro, in modo che nessuno venga incriminato: furono un migliaio le persone che si autodenunciarono per quel caso di eutanasia privata, una sola, la donna nella cui casa morì, fu processata ma non condannata.
Bardem, robusto giovanotto dai capelli neri impomatati lunghi sino al collo e spropositate basette nere, diventa (con cinque ore di trucco giornaliere) un ultracinquantenne spelacchiato ed grigiastro che scrive poesie con una bacchetta tra i denti, (poi pubblicate, come una sua autobiografia, "Fogli dall'inferno") è assistito con amore e dedizione dalla famiglia, ascolta musica, vola con la fantasia sopra la sua verde e amata Galizia, sogna di avvicinare le labbra al profumato collo di una donna, riceve una bella avvocata affetta da sclerosi a placche, una operaia poi disoccupata, ragazza madre affascinata da lui, quelli di DMD, un prete paraplegico in carrozzella che in una scena dialoga dal basso con lui al primo piano, pro e contro la vita che, dice Ràmon, "è un diritto e non un obbligo".
Nelle foto, dice Bardem, "Lui aveva begli occhi azzurri e gli amici che abbiamo avvicinato ne ricordano l'ironia, la simpatia, l'amore per la vita, ma l'orrore per la sua". Bélen Rueda, attrice di matura bellezza, interpreta l'avvocatessa malata e innamorata del tetraplegico e ricorda: "La Galizia è un luogo molto macho, dove le donne sono soggette. Sampedro le affascinava con la gentilezza e il rispetto, e loro se ne innamoravano, litigavano per prendersene cura". E’molto bello il modo in cui il film mostra questa piccola famiglia contadina, tutta raccolta attorno all'amatissimo infermo; la cognata che lo assiste con pazienti gesti materni, il fratello che rifiuta il suo desiderio di morte, il vecchio padre perduto nel dolore, il giovane nipote che lo ama senza capirlo.
E’bello il film? Forse, ma è difficile evitare un senso di disagio, e non perché ci dice che si può vivere tutta una vita lottando per morire, né perché sostenga la tesi che dovrebbe essere logico consentire la morte lucidamente desiderata non per porre fine a inutili sofferenze ma per liberarsi di una vita considerata umiliante e senza dignità. Forse semplicemente si teme che le emozioni destate da uno spettacolo siano soprattutto una accorta operazione mercantile, su un tema, in questo caso, su cui si dibatte da sempre senza vero coraggio e vera pietà.
In Olanda oggi si può chiedere l'eutanasia anche per i bambini incurabili, in altri paesi come la Francia, anche in Italia, esiste Exit, l'associazione che che si batte per i diritti a una morte dignitosa, ci sono ovunque medici che aiutano in questo senso pazienti disperati. Regolarmente la cronaca racconta di mariti, mogli, madri e padri che volontariamente pongono fine alle sofferenze della persona amata e i tribunali chiudono un occhio. Però era più commovente "Le invasioni barbariche", con quella specie di festa nell'ultima notte di vita del professore malato terminale che ottiene di morire con l'aiuto corale di chi nei giorni belli della vita lo ha amato e rispettato.
Da La Repubblica, 5 settembre 2004)


di Natalia Aspesi, 5 settembre 2004)

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