Le pagine della nostra vita

Roberto Nepoti

L'anziana Allie soggiorna in una casa di riposo. Giorno dopo giorno, Noah le fa compagnia leggendole un libro che racconta una storia di tanti anni prima. Dove Allie Hamilton e Noah Calhoun s'incontrano a una festa campestre e subito s'innamorano. La famiglia della ragazza, ricca e conservatrice, ostacola la relazione, poiché il giovane è assai modesto per nascita e censo. Non bastasse, ci si mette la guerra mondiale (la seconda): Noah è spedito al fronte e da lì, per un intero anno, spedisce una lettera al giorno all'amata. Che non risponde. Quando si ritrovano, Allie sta per sposare un avvocato. Però Le pagine della nostra vita è la storia di un grande amore. Riuscirà a trionfare su tutto? Se le omonimie contano qualcosa, la previsione non è difficile...
Concediamo pure che i figli debbano prendere le distanze dai padri; però quelle che separano Nick Cassavetes dal grande papà John sono addirittura stellari. Se il genitore, uno dei fondatori del cinema moderno, era maestro di sobrietà e d'ironia, il rampollo mostra una netta inclinazione per il sentimentalismo (il suo esecrabile John Q non lasciava dubbi), unito a un'irrefrenabile pulsione calligrafica. Tratto dal bestseller di Nicholas Sparks, il suo film sembra la fotocopia (in peggio) di Iris: una vecchia coppia innamoratissima; lui che cerca di far ricordare gli anni appassionati, difficili e belli della gioventù lei, affetta da Alzheimer e perduta in un mondo cui, al vecchio amante, è negato ogni accesso. Chi al cinema si diverte a piangere, non esiti troppo; soltanto, non dimentichi di portarsi appresso un'abbondante scorta di Kleenex: il film di Cassavetes è un'autentica bomba lacrimogena. Il che non equivale a dire che sia commovente.
Non basta la presenza di Gena Rowlands, mamma di Nick nella vita, brava malgrado tutto nel personaggio dell'anziana malata che ha affidato i sommovimenti del cuore al suo diario intimo (e il veterano James Garner, i lineamenti incisi dal tempo, le sta alla pari). I guai arrivano nei lunghissimi flashback ambientati intorno alla seconda guerra mondiale, dove i loro alter-ego giovani fanno l'amore litigarello a puntate. Mentre gli interpreti, Ryan Gosling e Rachel McAdams, s'ingegnano onorevolmente a dare ai personaggi un taglio moderno in una storia vecchia maniera, il regista li sabota col suo tremendo vezzo di farli aggirare tra laghetti colmi di papere e tramonti di fuoco solcati da gabbiani in volo. Rendendo esplicita un'intenzione di "fare sublime" che, a tratti, scivola spietatamente nel ridicolo.
Da La Repubblica, 1 Luglio 2005


di Roberto Nepoti, 1 Luglio 2005