Gli inizi
La prima volta che gli spettatori hanno incontrato il Dr. House, che oggi chiamiamo amichevolmente House, era il 2004. L'impatto è stato subito di quelli forti. Lui d'altra parte è un personaggio letterario per molti aspetti. Uno di quelli che lo contraddistingue è l'approccio deduttivo mutuato da Sherlock Holmes. Ogni sua frase è un colpo al cuore.
Il capello bianco agli inizi era appena accennato, lo sguardo si bloccava per istanti di pensiero, ma quel bastone e quella gamba infartata già se li portava dietro. Era comunque dal primo attimo misantropo e cinico. House nasce così e inizia un lungo percorso che dura ormai da cinque stagioni con la sesta che sta per iniziare.

La malattia e il dolore
Ma cosa ha fatto House in tutto questo tempo oltre a curare i suoi pazienti da patologie misteriose e impossibili? Ha cercato di capirsi, di comprendersi, di conoscersi anche attraverso i suoi comportamenti a volte al limite del sopportabile. Il problema è che lui non si accetta, è un insicuro di fondo che ostenta sicurezza di facciata, e per evitare di far affiorare le emozioni e di doverle affrontare, taglia le frequenze e si rifugia nel dolore che può essere placato solo con qualcosa di sintetico di cui conosce le conseguenze. Il Vicodin è il suo Nirvana, è il suo coma farmaceutico. Le uniche sue certezze sono le droghe, la musica e la sua geniale capacità di risolvere i casi.

Gli amori
Tuttavia il nostro Greg è umano e sebbene abbia voluto schivare ogni rischio di coinvolgimento emotivo, in crisi ci è andato diverse volte. Il male d'amore ha colpito anche lui. Prima Cameron, poi il ritorno di fiamma per l'ex-fidanzata Stacy, e poi l'eterno e irrisolto sentimento per la Cuddy. Tutti amori che lui rende impossibili, perché la felicità è irrazionale e così come è iniziata può finire. Perché allora non risparmiarsi delle sofferenze eliminando il problema alla radice?

Le amicizie
C'è poi l'amicizia che lui maschera ma non rinnega. Wilson è spesso la sua ancora di salvezza, quello con cui condivide tutto quello che non è medico ma personale. Ogni volta che rischia di perderlo per qualche comportamento evidentemente sopra le righe House ne soffre e cerca di recuperarlo, a modo suo naturalmente, e Wilson che lo conosce e che sa che sarebbe in difficoltà senza di lui, lo riprende con sé. Paradossalmente l'unico vero amore di House è per l'oncologo di Princeton-Plainsboro.

La morte
Il rapporto con la morte che ha House, merita un'analisi a parte. Lui accetta di perdere dei pazienti solo se comunque ne scopre le cause del decesso. Ma se non le individua si uccide per scoprirle. Quando invece si tratta di morti personali allora è un altro discorso. La perdita del padre, di Amber, di Kutner, lo hanno segnato indelebilmente. Lui non se le perdona e se ne addossa tutte le colpe. E questo insieme di pensieri lo conduce verso il baratro, punto in cui per la prima volta è disposto a chiedere aiuto a qualcuno.

Un nuovo inizio
Siamo arrivati qui. E da qui nasce un nuovo inizio per House, che non ha perso le speranze di capirsi e conoscersi, e che vuole ricominciare da capo, comprendendo prima di tutto quali sono stati in questi anni gli elementi chiave della sua vita.