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Dr. House, l'antieroe che ha rivoluzionato la tv

13 anni fa debuttava negli USA. Oggi Infinity festeggia l'anniversario con la messa in onda della serie in HD e in lingua originale.
di Lorenza Negri

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Hugh Laurie (James Hugh Calum Laurie) (64 anni) 11 giugno 1959, Oxford (Gran Bretagna) - Gemelli. Interpreta Dr. Gregory House nel film di Bryan Singer, Deran Sarafian, Greg Yaitanes, Daniel Sackheim, David Straiton, Daniel Attias Dr. House - Medical Division.
giovedì 16 novembre 2017 - Serie TV

Dr. House, medical che negli USA debuttava esattamente 13 anni fa - il 16 novembre del 2004 -, rappresenta una delle tappe fondamentali che hanno scandito l'evoluzione della serialità. Dall'avvento della televisione, l'intrattenimento puro e semplice offerto dalle serie si è evoluto in narrazioni più strutturate: negli ultimi trent'anni in show seminali come E.R. - Medici in prima linea le trame verticali si sono gradualmente intrecciate con quelle orizzontali, incentrate sulle vite personali dei personaggi o formate da articolati archi narrativi legati a casi legali o polizieschi. Fino alla fine del XX secolo, una costante del piccolo schermo era la presenza di personaggi scevri da evoluzione personale, finché, nei due decenni precedenti e sempre grazie a E.R., questo è cambiato, e con esso la televisione: oggi si moltiplicano le serie strutturate come film, fatte di 12-13 ore suddivise in episodi come fossero capitoli di un libro. I loro protagonisti sono - di volta in volta - eroi, antieroi e villain.

L'aver scardinato il dogma del protagonista positivo, spodestando i personaggi alla Kildare (il medico umano e perfetto impersonato da Richard Chamberlain negli anni '60) è il merito maggiore di Dr. House.
Lorenza Negri

Per questo motivo la piattaforma digitale Infinity ripropone in questi giorni tutti gli episodi delle otto stagioni in HD e lingua originale. Dr. House è la storia di un antieroe - quasi un villain nelle ultime stagioni - un uomo fallibile e complesso; non che figure simili fossero aliene alla serialità, ma a nessuna di queste era mai stato concesso il ruolo principale. Per questo, quando il suo interprete - il britannico Hugh Laurie - si propose per la parte con un provino girato nel bagno di un hotel della Namibia (lì si trovava, nel 2004, per girare il remake di Il volo della fenice), era convinto di proporsi per fare la spalla. Invece, in quel momento, prestò, per la prima volta, la sua voce roca e le espressioni che volevano imitare Clint Eastwood a questo personaggio cruciale.


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Una scena della serie tv.
Una scena della serie tv.
Una scena della serie tv.
Il medico diventato un'icona della cultura popolare

Prima che la cultura popolare lo eleggesse a icona (e da quel momento oggetto di emulazione, citazioni e parodie), Greg House era solo l'ennesimo medico dell'ennesima serie ambientata in un ospedale. Ci è voluto poco, meno di una stagione, affinché il nefrologo dal carattere brusco, cinico, offensivo, esasperato e con evidenti conflitti con la figura paterna, diventasse il primo di una serie di protagonisti ostici. Quello che conosciamo nell'episodio pilota è già un uomo spezzato, sarcastico e sofferente, ma non è sempre stato così: ha goduto di una carriera brillante, di una vita sentimentale soddisfacente, di conquiste e vittorie. Come nella realtà, un'esistenza può essere sconvolta da un singolo evento, nel caso di House un trombo in una gamba lo ha trasformato in un invalido dal dolore cronico e analgesico-dipendente.

Curiosamente, il pubblico non solo si affezionerà a un personaggio egoista, offensivo, zoppo e drogato, ma lo eleggerà anche a sex symbol.
Lorenza Negri

Il bello del pubblico dei network - i canali in chiaro americani - è la sua varietà, ma il creatore della serie David Shore, canadese amabile e per benino, non si aspettava che la personificazione del suo lato oscuro, quell'alter ego con cui sfogava tutta l'acredine nei confronti delle masse e l'amarezza verso un mondo sempre più privo di bellezza, venisse adorato. House, come Shore, è un solitario, ma ha bisogno del prossimo: la sua misantropia è un altro elemento che diventerà comune alla miriade di protagonisti che ha contribuito a far nascere. Non rivolge direttamente la parola ai pazienti (tanto, "tutti mentono", suole ripetere), ma si circonda di medici alle prime armi che lo seguono come paperotti nelle sue elucubrazioni per determinare - come in un caso di omicidio - il colpevole del caso di turno. Ad House, mentre individua la malattia assurda e sfuggente che ha allettato il malcapitato di turno, serve un feedback. A ogni episodio, il format si ripete: le diagnosi errate si succedono tra confronti con i giovani colleghi e nuovi sintomi, fino all'epifania finale, sempre firmata Dr. House (con rare e significative eccezioni).


Una scena della serie tv.
Una scena della serie tv.
Una scena della serie tv.
L'evoluzione di un uomo annientato dal dolore

House, quindi, è geniale, solitario, intrattabile, misantropo, tormentato, traumatizzato e diversamente sexy. Non è buono - tutt'altro - ma da qualche parte in lui del buono c'è. Accanto a lui coesiste in modo variamente simbiotico quello che per decenni è stato il modello del protagonista - una figura altruista e positiva che incarna valori e principi esimi - il Dr. Wilson. Di un'umanità, una gentilezza e una pazienza disarmanti è anche il prototipo delle spalle degli eredi di House, specialmente nelle serie procedurali dove l'intelligentissimo e poco accomodante detective (o consulente detective) risolve delitti astrusi affiancato da un'esponente delle forze dell'ordine con le proprietà positive del personaggio incarnato da Robert Sean Leonard.

L'House della prima splendida stagione è sì un uomo spezzato, pervaso di amarezza e disillusione, ma è, tutto sommato, anche un uomo nobile. La sua evoluzione, nonostante professi che le persone non cambiano, nel corso di otto stagioni è tangibile; è l'evoluzione - o involuzione - di cui si accennava prima, un caso fino a dieci anni fa pressoché unico di figura seriale con una personalità non immobile.
Lorenza Negri

Greg diverrà gradualmente più pessimista, più egoista, più bugiardo, a volte quasi crudele: la sua è la storia di una persona annientata dal dolore, sprezzante e a volte meschina. In questa coraggiosa messa in scena di un personaggio che lotta per non perdere la propria umanità sta la rivoluzione. Tanto più che il formato seriale offre un immane vantaggio: il tempo. Ore, episodi, stagioni, anni - qualcosa di inarrivabile per un film - per sviscerare un personaggio quantomeno ambiguo.
Originariamente, il modello per House è Sherlock Holmes: per Shore il medico è un detective della malattia che, con l'investigatore doyliano ha in comune l'aspetto allampanato, il genio, la misantropia, l'avversione per la noia, la curiosità intellettiva, il debole per le droghe ricreative e... il Dr Watson (Wilson). Curiosamente, la serie britannica Sherlock, sorta di prequel delle avventure di Holmes di ambientazione contemporanea, deve molto ad House. Moltissimo, perché senza questi il pubblico non sarebbe stato preparato ad accogliere un protagonista prevaricatore, capriccioso e arrogante come quello con le fattezze sospettosamente aliene di Benedict Cumberbatch. Dopo House sono nati e si sono moltiplicati i personaggi tarati sulle caratteristiche elencate poco sopra: gli eccentrici e spinosi medici protagonisti di Huff, 3 lbs., Black Box, The Knick, il detective Backstrom e altri con peculiarità simili ma meno scontrosi - vedi il Patrick Jane di The Mentalist. Oggi la televisione, mai stancarsi di dirlo, non ha niente da invidiare al grande schermo, e una (buona) parte di merito per tutto questo va al Dr. House.


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