micu
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sabato 22 gennaio 2005
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closer? che bel film!
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Sinceramente, appena ho visto il trailer con Julia Roberts, non credevo mi aspettasse qualcosa di così accattivante davanti al grande schermo! Si, proprio accattivante. Appena seduto sulla poltrona, pensavo di trovarmi davanti a uno di quei films visti e rivisti sull'amore a prima vista, eterno, smielato e melenso... Tutt'altro, per fortuna, questo film.
La concezione del sentimento amoroso viene presa dal basso, smontata e messa a dura prova, facendo venir fuori quei lati che, molto probabilmente, ognuno di noi ha dentro ma che a stento vengono fuori, per poi essere, alla luce di ciò, rimontata con sobrio savoir faire.
Bene quindi il linguaggio duro, scurrile...ma schietto! Ci riporta, sorridendo di gusto, dentro la realtà.
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Sinceramente, appena ho visto il trailer con Julia Roberts, non credevo mi aspettasse qualcosa di così accattivante davanti al grande schermo! Si, proprio accattivante. Appena seduto sulla poltrona, pensavo di trovarmi davanti a uno di quei films visti e rivisti sull'amore a prima vista, eterno, smielato e melenso... Tutt'altro, per fortuna, questo film.
La concezione del sentimento amoroso viene presa dal basso, smontata e messa a dura prova, facendo venir fuori quei lati che, molto probabilmente, ognuno di noi ha dentro ma che a stento vengono fuori, per poi essere, alla luce di ciò, rimontata con sobrio savoir faire.
Bene quindi il linguaggio duro, scurrile...ma schietto! Ci riporta, sorridendo di gusto, dentro la realtà...Certo a volte si ricorre all'estremo (cadendo nel cinico) per far funzionare bene il concetto...ma visto il risultato, che male c'è? Molto positivo il fatto che nel film ogni personaggio ha quello che merita! Il vincitore è uno ed è netto! Vince perchè gioca bene le sue carte, con lealtà di gioco. Come il suo comportamento non ammette compromessi, così la sua vittoria è talmente netta che risulta addirittura cinica! D'altro canto il suo rivale, nell'indecisione traballante del suo modo di essere nei propri sentimenti, trova nei suoi atteggiamenti la sconfitta! Per la serie: "chi è causa dei suoi mali pinga se stesso"!
Più tenui i ruoli femminili, meno estremi/estremizzati direi. L'analisi psicologica del dottore spiazza entrambe le figure femminili. Ma mentre il personaggio di Natalie Portman si riserva comunque una scelta alla fine, il personaggio di Julia Roberts resta "ammansita" da Jude Law, seza possibilità di scampo, come una mosca nella ragnatela!
Attraverso il ruolo giocato dalle protagoniste femminili, alla fine, emerge solo e semplicemente la figura del vincitore. Ma non un vincitore banale, un vincitore che, da provocato, ha reagito!
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(di boh!?89)
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(di boh!?98)
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(di alex)
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marco
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lunedì 18 dicembre 2006
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l'utopia della fedeltà
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I can't take my eyes off of you, questa frase riassume l'ossessione dei protagonisti nei confronti del loro oggetto del desiderio. Non riescono a staccare lo sguardo da essi, neanche quando mentono o rivelano verità che distruggono l'altro. Storia di persone umane che si elevano dalla banalità grazie all'amore, alla forza che questo sentimento gli conferisce. Uomini e donne al di sopra della media comunque con una capacità d'analisi psicologica "disarmante". Non credo d'aver mai visto tanta sincerità al cinema, tanta voglia di raccontare i nostri sentimenti nel modo più profondo, sincero, crudo, spietato ma per questo emozionante e trascinante. Il destino, ci insegna il film, ci riserva le sorprese più belle e più brutte.
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I can't take my eyes off of you, questa frase riassume l'ossessione dei protagonisti nei confronti del loro oggetto del desiderio. Non riescono a staccare lo sguardo da essi, neanche quando mentono o rivelano verità che distruggono l'altro. Storia di persone umane che si elevano dalla banalità grazie all'amore, alla forza che questo sentimento gli conferisce. Uomini e donne al di sopra della media comunque con una capacità d'analisi psicologica "disarmante". Non credo d'aver mai visto tanta sincerità al cinema, tanta voglia di raccontare i nostri sentimenti nel modo più profondo, sincero, crudo, spietato ma per questo emozionante e trascinante. Il destino, ci insegna il film, ci riserva le sorprese più belle e più brutte. Saremo in grado di sopportarle? I protagonisti hanno la capacità di provare sentimenti fortissimi, non hanno la forza di tradire i proprio sentimenti come non hanno la forza di raccontare menzogne. Sono dei personaggi tragici nel vero senso del termine cioè sono quasi degli eroi sofoclei che vanno incontro al loro destino anche se sanno che questo potrà devastarli. Quando interrogano i loro partner sanno già la risposta ma hanno il desiderio masochista di sentirsi dire ciò che già conoscono. Dato che l'amore è la cosa più bella che abbiamo, l'unico modo per annientare lo scorrere del tempo e sentirci vivi e non soli il film prende in considerazione solamente questo aspetto delle vite dei personaggi, il resto è omesso. Anche lo scorrere del tempo infatti è lasciato in secondo piano, c'è una sovrapposizione di piani temporali continua, l'amore tutto copre e annienta.
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(di maya)
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sandman
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martedì 29 gennaio 2008
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l'amore ha l'amore come solo argomento...
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Le coup de foudre... Per quelli che non ci credono, tanto peggio.
Mike Nichols ci spiattella davanti un'evidenza talmente eclatante da apparire assurda, paradossale. L'amore è cieco, e al cuor non si comanda... Lo sa bene Alice, che per non scottarsi ancora arriva a mentire al proprio amore per quattro anni, lo capisce Anna, la quale preferisce rimbalzare da una sponda all'altra. E lo sanno Dan e Larry, che più di tutti portano in fondo all'anima le cicatrici delle passate battaglie. Alla fine, come in tutti i più bei giochi, a vincere è uno solo. Quello che le regole le rispetta tutte, e tutte le infrange. In amore bisogna essere dolci e spietati, schietti e meschini. l'unica regola è che non ci sono regole.
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Le coup de foudre... Per quelli che non ci credono, tanto peggio.
Mike Nichols ci spiattella davanti un'evidenza talmente eclatante da apparire assurda, paradossale. L'amore è cieco, e al cuor non si comanda... Lo sa bene Alice, che per non scottarsi ancora arriva a mentire al proprio amore per quattro anni, lo capisce Anna, la quale preferisce rimbalzare da una sponda all'altra. E lo sanno Dan e Larry, che più di tutti portano in fondo all'anima le cicatrici delle passate battaglie. Alla fine, come in tutti i più bei giochi, a vincere è uno solo. Quello che le regole le rispetta tutte, e tutte le infrange. In amore bisogna essere dolci e spietati, schietti e meschini. l'unica regola è che non ci sono regole. Larry lo sa, e gioca di fino, sfruttando le coincidenze e ribaltando la situazione a proprio vantaggio. Ma non sono gli altri tre, i perdenti. anche stavolta, il vero sconfitto risulta essere quel sentimento che tanto ci scalda il cuore, fatto a pezzi, usato e gettato in un cantuccio del cuore, per lasciare spazio all'egoismo, alla vendetta, all'angoscia e all'oblio...
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[+] bravo
(di andrea)
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(di maya)
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hymaddy
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giovedì 27 luglio 2006
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il film è passione pura che buca il teleschermo
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quattro persone che cercano o trovano per caso l'amore. Basta un attimo. uno sguardo. una frase detta bisbigliando. "ciao straniero...". siamo tutti stranieri che vanno e vengono nella vita di altre persone: in quel pezzo d'esistenza siamo uniti, siamo più vicini...ma pur sempre degli estranei..destinati a dividersi. e la verità? perchè a tutti i costi desideriamo conoscere la verità? a volte, quando non è bene parlare, si deve tacere... Il film è ricco di passione,una passione che buca il teleschermo.. E traccia un ritratto insolito, anche se realista, dei rapporti sentimentali odierni: ci scontriamo con altri rendendoli per un momento un pò meno stranieri.
[+] closer
(di enrico)
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(di maya)
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(di mattia longobucco)
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pabor
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mercoledì 20 maggio 2015
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le estraneità elettive
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In una strada affollata di Londra l'ex-spogliarellista Alice (Portman) e lo scrittore di necrologi Dan (Law) si vedono e si piacciono: è amore a prima vista, ma, attraversando la strada, un'auto investe lei e lui la soccorre. Vanno a vivere assieme e Dan trova in lei l'ispirazione per il romanzo che non ha mai scritto. Ritroviamo Dan nello studio della fotografa Anna (Roberts), specializzata in ritratti di estranei, a farsi immortalare per il risvolto di copertina del suo libro; tra i due scocca la scintilla e si baciano, facendosi scoprire da Alice. Ed ancora Dan, in cerca di forti emozioni in chat, fa credere al dermatologo Larry (Owen) di essere una bionda, e dopo averlo solleticato per bene gli dà un finto appuntamento - a cui non si presenta - che fa incontrare Larry con l'inconsapevole Anna, subito attratta dal nuovo “estraneo”.
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In una strada affollata di Londra l'ex-spogliarellista Alice (Portman) e lo scrittore di necrologi Dan (Law) si vedono e si piacciono: è amore a prima vista, ma, attraversando la strada, un'auto investe lei e lui la soccorre. Vanno a vivere assieme e Dan trova in lei l'ispirazione per il romanzo che non ha mai scritto. Ritroviamo Dan nello studio della fotografa Anna (Roberts), specializzata in ritratti di estranei, a farsi immortalare per il risvolto di copertina del suo libro; tra i due scocca la scintilla e si baciano, facendosi scoprire da Alice. Ed ancora Dan, in cerca di forti emozioni in chat, fa credere al dermatologo Larry (Owen) di essere una bionda, e dopo averlo solleticato per bene gli dà un finto appuntamento - a cui non si presenta - che fa incontrare Larry con l'inconsapevole Anna, subito attratta dal nuovo “estraneo”.
Il quartetto è completo ma si complicano le relazioni: Anna sposa Larry ma ama Dan; Dan ricambia ma fatica a staccarsi da Alice. Alla fine nessuno ne esce bene: Dan e Anna tradiscono i partner, Larry avrà una rivincita e Alice si scoprirà che ha mentito. Tutti presi a lasciarsi trasportare dalla fine di un amore all'inizio di un altro, i quattro “estranei” sono insensibili alle sofferenza che provocano, persi nell'illusione di essere “più vicini” a quello che aspettavano. Il film lascia un sapore dolceamaro - anche grazie alla canzone di Damien Rice The Blower's daughter -: abbiamo scoperto come funziona il giocattolo dell'amore, ma ci restano solo i pezzi.
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theophilus
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lunedì 6 gennaio 2014
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ping pong in salsa americana
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CLOSER
Magari non c’è alcuna attinenza, ma la nostra sensazione è che questo film faccia il paio con Ocean’s twelve, che abbiamo visto subito prima: nel senso che - premesse e fatte salve le loro notevoli differenze - entrambe le pellicole ci sono sembrate innanzitutto un freddo esercizio stilistico.
Il film di Soderbergh fa leva sulla felice e fortunata esperienza del capitolo precedente della banda di Danny Ocean e si affida al fascino collaudato di un cast stellare per ammannirci un cerebrale e calligrafico divertissement, da cui il pubblico è escluso. Closer si dibatte superficialmente attorno alla nevrosi dei quattro protagonisti (meno male che non sono dodici) senza però venirne a capo, più precisamente senza nemmeno tentare di venirne a capo, per cui lo spettatore avrà concentrato invano le sue speranze sul finale del film, dato che, nemmeno a quel punto, nulla sarà chiarito, motivato, inquadrato.
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CLOSER
Magari non c’è alcuna attinenza, ma la nostra sensazione è che questo film faccia il paio con Ocean’s twelve, che abbiamo visto subito prima: nel senso che - premesse e fatte salve le loro notevoli differenze - entrambe le pellicole ci sono sembrate innanzitutto un freddo esercizio stilistico.
Il film di Soderbergh fa leva sulla felice e fortunata esperienza del capitolo precedente della banda di Danny Ocean e si affida al fascino collaudato di un cast stellare per ammannirci un cerebrale e calligrafico divertissement, da cui il pubblico è escluso. Closer si dibatte superficialmente attorno alla nevrosi dei quattro protagonisti (meno male che non sono dodici) senza però venirne a capo, più precisamente senza nemmeno tentare di venirne a capo, per cui lo spettatore avrà concentrato invano le sue speranze sul finale del film, dato che, nemmeno a quel punto, nulla sarà chiarito, motivato, inquadrato.
La scenografia prevede un metaforico tavolo da ping-pong in cui si gioca un doppio misto e intercambiabile: non avevamo certo bisogno di Closerper sapere che la coppia è in crisi, anche perché questo film non ci offre alcuno sguardo, prospettico o dall’interno, sull’immortale sentimento dell’amore, né ci mostra mai alcuna motivazione per i continui ripensamenti di questa banda dei quattro, che non sia la solita frusta e stereotipata gelosia, la classica incapacità di non oltrepassare la soglia di crisi a ripetizione, la svagata e mai analizzata fotocopia di una nevrotica condotta sociale che è sempre in bella mostra, ma che non si tenta mai di interpretare, limitandosi il regista Mike Nichols a celebrare l’epidermico delirio di onnipotenza che si chiude rapidamente su se stesso, un gatto che si morde la coda.
Non bastano una sceneggiatura accurata e pungente – opera di Patrick Marber - né le ottime qualità teatrali di Clive Owen (che ci ha fatto pensare a Timothy Dalton) o quelle di fragile narcisista che sa immettere nel film Jude Law o, ancora, la tenera e provocante bellezza di Natalie Portmana valorizzare un film che si rifiuta di esprimersi, che fa professione di ricerca stilistica sul vuoto spirituale, sull’esteriorità della condotta umana, senza nemmeno provarsi a dare una giustificazione a questo nulla, magari col sottinteso pretesto che la vita e l’uomo sono proprio così.
Vediamo Anna (Julia Roberts), Alice (Natalie Portman), Dan (Jude Law), Larry (Clive Owen) quasi a corteggiare le proprie ripicche e a tentare di avvalorare qualcosa di cui non è dato scorgere l’essenza, avvertiamo i fantasmi dei loro dolori, senza però la lotta per capirci qualcosa e per evitarli. Alcune affermazioni, che potrebbero essere centrali nell’esistenza di un uomo e rivelare una vera filosofia di vita, sono lasciate sole a se stesse, prive della necessaria elaborazione interiore e, come tali, rimangono lettera morta per il partner di turno a cui sono dirette: Dan che afferma che le bugie sono il pane quotidiano del mondoe che non trova nulla di affascinante nella verità, pone in rilievo solo l’aspetto esteriore di una necessaria condizione umana e non s’incontra con Anna, quando ella richiede, quale requisito e prova dell’amore, il perdono di un dato per lei insignificante; quando poi Larry si lascia andare a scene di gelosia nei confronti di Anna - in realtà, il suo atteggiamento sembra rivelare più un animo ferito nella propria dignità - in qualche modo non lega con la propria affermazione che non si conoscono le basi dell’amore se non si sa che cosa sia il compromesso; Alice che si domanda ma dov’è questo amore?Non riesco a vederlo, non riesco a toccarlo, non potrà certo coagulare con la fragile evanescenza di Dan.
Ad ogni sequenza siamo proiettati in un futuro posticipato di settimane, mesi e, in almeno un caso, anche di anni rispetto alla scena precedente e, soprattutto, in una situazione del tutto inattesa, dati i presupposti. La storia salta le tappe di avvicinamento e, soprattutto, quelle di consolidamento dei rapporti dei protagonisti, concentrandosi solo su quelle dei loro allontanamenti, quasi che le prime non esistano, o che, forse dandole per scontate, comunque non interessino, come se non possano essere loro a contenere le giustificazioni che noi andiamo cercando. Così facendo, però, si finisce col dare per scontati anche i distacchi, che appaiono ogni volta frutto di menti schizofreniche che seguano regole immotivate. Il regista ci ha narrato il vuoto degli addii privandoli dell’angoscia e del dolore in essi sottesi, che ha scavato via preventivamente, così come il macabro lavoro della malattia consuma il corpo dell’uomo e chi lo guardi dal di fuori ne colga solo i drammatici effetti.
Ci ha stupito questa pessimistica assenza di ogni tentativo di arginare il malee, anche se non speravamo nella soluzione a portata di mano del problema coppia, ci ha francamente deluso l’esposizione acritica di una sorta di routinedel ripensamento, specchio privo di qualsiasi problematicità che si limita a riflettere realtà sociali e individuali in modo esteriore, quasi per il gusto dell’effetto fine a se stesso.
Enzo Vignoli
1 gennaio 2005.
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filippo catani
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giovedì 1 ottobre 2015
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due coppie fedifraghe
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Londra. Un giovane aspirante attore incontra una ex spogliarellista newyorchese e se ne innamora. Dopo qualche tempo però l'uomo finisce per perdere la testa per una avvenente fotografa che a sua volta si sposerà con un illustre dermatologo. Da quì partirà un vortice di tradimenti.
Sinceramente questo film si riduce a essere un racconto, anche appassionato per carità, di una serie di tradimenti di coppia e delle loro ossessioni amorose. Il cast è formato da quattro bellissimi attori e attrici che per tutto il tempo non fanno altro che sputarsi addosso veleno o racconti di quello che hanno fatto a letto. Sinceramente niente di nuovo o di sconvolgente per un film che a mio avviso non aggiunge nulla a quanto visto o scritto sul tema.
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Londra. Un giovane aspirante attore incontra una ex spogliarellista newyorchese e se ne innamora. Dopo qualche tempo però l'uomo finisce per perdere la testa per una avvenente fotografa che a sua volta si sposerà con un illustre dermatologo. Da quì partirà un vortice di tradimenti.
Sinceramente questo film si riduce a essere un racconto, anche appassionato per carità, di una serie di tradimenti di coppia e delle loro ossessioni amorose. Il cast è formato da quattro bellissimi attori e attrici che per tutto il tempo non fanno altro che sputarsi addosso veleno o racconti di quello che hanno fatto a letto. Sinceramente niente di nuovo o di sconvolgente per un film che a mio avviso non aggiunge nulla a quanto visto o scritto sul tema.
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luigi chierico
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martedì 2 luglio 2013
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non tutto si puo’ sapere, non tutto si deve sapere
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Essere o non essere,questo il dilemma amletico che turba tanto spesso la vita dell’uomo, portandolo anche alla disperazione. Non tutto si deve sapere, rincorrere la verità, credendo di mettere in fuga i nostri fantasmi, in genere, porta invece ad ffrontare dei mostri.Un gran bel film sul tema della verità, o delle verità di pirandelliana memoria; cattivo e crudele come le verità nascoste, i tradimenti, le bugie, gli inganni.A Jude Law è affidato il pesante compito di portarsi il carico maggiore dell’odioso individuo, del falso e bugiardo. Dan, da poco sposato ad Alice, viene attratto da una scialba e trascurata fotografa. Non ricambiato si diverte a farsi passare per una femmina spregiudicata, assatanata di sesso,facendo cadere un ingenuo medico nella rete della comunicazione telematica.
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Essere o non essere,questo il dilemma amletico che turba tanto spesso la vita dell’uomo, portandolo anche alla disperazione. Non tutto si deve sapere, rincorrere la verità, credendo di mettere in fuga i nostri fantasmi, in genere, porta invece ad ffrontare dei mostri.Un gran bel film sul tema della verità, o delle verità di pirandelliana memoria; cattivo e crudele come le verità nascoste, i tradimenti, le bugie, gli inganni.A Jude Law è affidato il pesante compito di portarsi il carico maggiore dell’odioso individuo, del falso e bugiardo. Dan, da poco sposato ad Alice, viene attratto da una scialba e trascurata fotografa. Non ricambiato si diverte a farsi passare per una femmina spregiudicata, assatanata di sesso,facendo cadere un ingenuo medico nella rete della comunicazione telematica.Ma non basta tanto a qualificare Dan in un depravato, a cui mal si è unita in moglie la casta Alice, infatti fa in modo che Larry (Clive Owen),il medico ingannato, si incontri proprio con Anna, la fotografa e divorziata di cui si era invaghito.A Londra vivono così soltanto loro, due coppie che si danno battaglia per la conquista della preda io direi, perché non è in gioco l’AMORE, e neanche la seduzione, ma soltanto l’orgoglio maschile!Larry infatti dice “Sono un cinico osservatore del carnevale umano”.La bugia, l’inganno, la menzogna regnano nel film, ci sono personaggi mascherati che si nascondono dietro una facciata di apparente normalità, un modesto impiegato, una ex ballerina, una fotografa di volti, un medico.Questo il vero mondo in cui tutti noi siamo attori protagonisti; senti sentenziare: “La menzogna è la moneta corrente del mondo”.Così assistiamo in più occasioni a quella che suggerisco come regola per l’inganno:Se vuoi far passare per vero quel che è falso, devi far passare per falso quel che è vero.
In questo film vedo applicato questo mio suggerimento al punto che i due maschi, che si contendono la femmina, non conoscono dove inizia la verità e dove finisce la menzogna.Un labirinto spaventoso si apre nelle loro menti, nei loro cuori e coscienze, diventano vendicativi e cattivi, sono uomini non bestie.Anna ha lasciato (???) i panni di Pretty Woman per indossare un anonimo abbigliamento,non ha fascino, non ha trasporto, non ha amore forse solo calcolo; le interessano i volti umani non i loro corpi ed i loro sentimenti, eppure sono proprio i volti le porte dell’animo umano, gli occhi le finestre; guardaci dentro !
Il leitmotiv del film è la musica di “Così fan tutte” di Mozart, ma non credo proprio che si addica, qui la donna subisce la meschinità e povertà umana dell’uomo.L’ultima caccia alla verità : Larry a Dan: “Non ci ho fatto nulla”e poi "Si,Alice,è stata con me”; Dan ad Alice:“Sei stata con Larry ”ma cosa dici” ”lo ha detto lui” “si ci sono stata“,una gioiosa felicità in frantumi, per Dan un ritorno allo squallore della solitudine.Closer, ovvero la conclusione: la dolcissima spogliarellista Alice, l’unica vera innamorata di suo marito, tradita, più che dai fatti, dal credito dato dal marito alle parole di Larry, si spoglia davvero di tutto : “Ti lascio, non ti amo più” e torna in America, lasciando l’ambigua Anna tra le braccia di Larry a sognare, forse, un domani migliore.Ottima, anche se odioso il ruolo, l’interpretazione di Jude Law e di Clive Oven, fredda e distaccata Julia Roberts, dulcis in fundo, è il caso di dirlo, la dolcissima Natalia Portman,tanto brava quanto bella, proprio non meritava, per così dire, un necrologio!
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