Che pasticcio, Bridget Jones

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Un film di Beeban Kidron. Con Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth, Gemma Jones, Jim Broadbent.
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Titolo originale Bridget Jones: The Edge of Reason. Commedia, durata 108 min. - Gran Bretagna 2004. uscita venerdì 7 gennaio 2005. MYMONETRO Che pasticcio, Bridget Jones * * - - - valutazione media: 2,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Che pasticcio Bridjet Jones!...ma non così grosso! Valutazione 3 stelle su cinque

di Dada


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mercoledì 19 gennaio 2005

La speranza di un successo pari a quello straordinario ottenuto nel 2001 da “Il diario di Bridget Jones” ha convinto la giornalista e scrittrice inglese Helen Fielding, ideatrice del fortunato personaggio, a dare in concessione alla regia di Beeban Kidron il secondo libro pubblicato sulla single britannica per eccellenza. Nel cast si riconfermano una esageratamente cicciottella Renée Zellweger, nel ruolo dell’esilarante protagonista, un affascinante e più disinvolto Colin Firth, che interpreta l’avvocato Mark Darcy, paziente, precisino, snob e “leggermente stronzo” (perdonate la licenza rapita testualmente dalla pellicola!), e il solito inaffidabile playboy Hugh Grant nelle vesti di Daniel Cleaver, ripresentato come affetto da dipendenza sessuale incurabile. I personaggi sono caricati come “macchiette” della storia, letta da un punto di vista ovviamente femminile. Il sequel propone scene nuove e inaspettate come un bacio tra donne, telefonate al vivavoce e dichiarazioni pubbliche molto imbarazzanti, pur mantenendo delle gag già conosciute (o quasi) dal pubblico del primo film (si noti l’evoluzione di un fantasioso maglione con pupazzo di neve!). Penso che questo elemento diverta lo spettatore, il quale può ridere della rivisitazione di alcuni momenti che spiccavano nel primo film, resi ancora più esilaranti dalla regia, come la ridicola lotta dei due rivali che si rincorrono goffamente nella fontana, o come le immancabili mutandone della nonna che in realtà tutti speravamo di ritrovare. Queste gag già conosciute hanno però offerto alla critica la possibilità di giudicare “Che pasticcio Bridget Jones!” una pallida fotocopia del precedente, ma ritengo che questo sia il commento più comune e pigro da rivolgere ad un seguito cinematografico. In realtà il pubblico vuole scoprire sempre di più della goffa giornalista pasticciona ed emotivamente fragile, ma anche alla scoperta degli imprevisti di coppia, nella quale si riconoscono almeno un po’ la maggior parte delle single e anche molte partners, a scapito di una sceneggiatura meno scorrevole e più descrittiva. L’eroina innamorata, combattuta dai flirt passati, esageratamente poco aggraziata e smisurata nelle sue esternazioni, autocritica e autoironica come sempre, capace di ridere delle sue “ciccette ballonzolanti”, è finalmente alle prese con un fidanzato e ci trascina nella loro storia in alternanza tenera e romantica, poi appassionante e travolgente, movimentata dalla gelosia, dall’austerità e dallo snobismo dell’alta classe sociale degli avvocati inglesi. Il pasticcio di Bridget è di lasciarsi condizionare dalle apparenze e dalla gelosia per le quali è quasi sul punto di rinunciare al suo imperfetto fidanzato ma che alla fine riesce a conquistare con un’inappropriata dichiarazione alla quale segue una richiesta di matrimonio che ha poco del romantico! L’intera storia ci racconta il vero amore di chi si accetta completamente e reciprocamente. Il film presenta aspetti tipicamente inglesi, volutamente ispirati alla produzione della scrittrice inglese Jane Austen (1775-1817), come voluto già dalla Fielding nella Bridget Jones dell’Indipendent per il quale dal 1995 la giornalista inventò il personaggio. La vicenda è romanzata da una regia quasi fiabesca, dall’inverosimilità di alcuni eventi e dallo sguardo dolce e tenerone della bella attrice texana, pronta a vertiginosi cambiamenti di peso per identificarsi nel personaggio che ha il suo volto e non solo! Sui significati reconditi della storia si potrebbe parlare lungamente ma mi sento di consigliare al pubblico di godersi questa storia cogliendone l’effetto complessivo e ridendo istintivamente delle battute talvolta marcatamente maliziose e delle avventure esilaranti e sfortunate di Bridget Jones! Buona visione! Gran Bretagna, 2004

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