noia1
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domenica 13 ottobre 2019
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brodo di idee e generi
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Un uomo lavora in una metropolitana dove accadono strani omicidi, l’incontro con una strana ragazza vestita da orso cambierà le cose.
Film dal sapore indipendente dell’ungherese Nimròd Antal qui al suo terzo film, il primo però veramente pregno d’un respiro più internazionale e che di conseguenza lo proietterà a quell’Hollywood che però mai più gli permetterà di esprimersi a questi livelli, in modo così personale e provocatorio. Cupe atmosfere metropolitane per un’inquietante storia sporcata da qualsiasi genere possibile (orrore, commedia, grottesco, azione) quasi una vetrina per mettere in piena luce tutte le doti di un talento che qui si diverte, un’idea dopo l’altra in una folle stazione rappresentata quasi al pari di un vero e proprio universo parallelo dove succede di tutto.
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Un uomo lavora in una metropolitana dove accadono strani omicidi, l’incontro con una strana ragazza vestita da orso cambierà le cose.
Film dal sapore indipendente dell’ungherese Nimròd Antal qui al suo terzo film, il primo però veramente pregno d’un respiro più internazionale e che di conseguenza lo proietterà a quell’Hollywood che però mai più gli permetterà di esprimersi a questi livelli, in modo così personale e provocatorio. Cupe atmosfere metropolitane per un’inquietante storia sporcata da qualsiasi genere possibile (orrore, commedia, grottesco, azione) quasi una vetrina per mettere in piena luce tutte le doti di un talento che qui si diverte, un’idea dopo l’altra in una folle stazione rappresentata quasi al pari di un vero e proprio universo parallelo dove succede di tutto.
Una satira nella quale la monotonia dei protagonisti viene esasperata fino ad episodi assurdi, quello del tipo che si gode il suo sacchetto di popcorn davanti ad un fresco cadavere morto da poco ad esempio, o quello dell’uomo a cui più d’una volta scappa un mezzo infarto nel bel mezzo della folla sempre e comunque indifferente. Lo straniamento di persone ormai condannate a sorreggere i rapporti con discorsi completamente sconnessi, completamente incoerenti con quanto accade loro intorno. La società in poche parole messa alla berlina tra le quattro squallide mura quasi di un vero e proprio palcoscenico; esso con tutte le sue assurde contraddizioni, ridicole sì, ma davanti alle quali - se ci si pensa un po’ sopra - bisognerebbe mettersi a piangere piuttosto che ridere: riguardano ciascuno di noi infatti.
Una pellicola questa però prima di tutto molto personale, la cupa visione di un regista insopportabilmente sarcastico, si ride, da colleghi di lavoro adulti e vaccinati atteggiati però quasi come bimbi dell’asilo a paramedici presi in giro durante il loro delicatissimo lavoro, nessuno viene risparmiato, tantomeno le stesse terribili forze dell’ordine.
Un film che vola e, soprattutto, come la maggior parte delle migliori opere, approfitta di un soggetto quasi banale per dar sfoggio di tutte le idee, che sia di trama che sia di messinscena, possibili.
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guidobaldo maria riccardelli
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domenica 24 luglio 2016
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un motivo per uscire, un'occasione per rinascere
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Piacevolmente metaforico e visivamente suggestivo, soffre di una sceneggiatura che pecca di varietà e movimento, scivolando in più parti su di una piattezza di idee; pur tuttavia, tenendo anche ben presente l'ovvia centralità che il regista Antal Nimród intende attribuire all'aspetto puramente espressivo, ci sentiamo di promuovere tranquillamente questa pellicola, in possesso di uno stile certamente non comune.
Diretto e fotografato con perizia e gusto, si avvale di un'ambientazione simbolicamente potente, sfruttata a dovere, foriera di un riuscito effetto di chiusura verso l'esterno: dentro-fuori, basso-alto, artificiale-naturale sono le dicotomie sulle quali si distende la pellicola, capace di lavorare per sottrazione, in grado di far percepire la libertà e l'auto-realizzazione in assenza, senza mai mostrarle, ma suggerendole con ottimo stile.
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Piacevolmente metaforico e visivamente suggestivo, soffre di una sceneggiatura che pecca di varietà e movimento, scivolando in più parti su di una piattezza di idee; pur tuttavia, tenendo anche ben presente l'ovvia centralità che il regista Antal Nimród intende attribuire all'aspetto puramente espressivo, ci sentiamo di promuovere tranquillamente questa pellicola, in possesso di uno stile certamente non comune.
Diretto e fotografato con perizia e gusto, si avvale di un'ambientazione simbolicamente potente, sfruttata a dovere, foriera di un riuscito effetto di chiusura verso l'esterno: dentro-fuori, basso-alto, artificiale-naturale sono le dicotomie sulle quali si distende la pellicola, capace di lavorare per sottrazione, in grado di far percepire la libertà e l'auto-realizzazione in assenza, senza mai mostrarle, ma suggerendole con ottimo stile.
Pur attingendo a diversi stilemi propri di più generi, ricade in ultima analisi in quello drammatico ed introspettivo, sviscerando la condizione del nostro Bulcsú (ottimamente reso da Csányi Sándor), disincantato controllore alla ricerca di stimoli nuovi, desideroso di uscire da quel claustrofobico ambiente che l'ha assorbito totalmente, annullandolo. Sebbene non esente da qualche esagerazione, ben fatta risulta altresì la presentazione degli altri personaggi, variopinti e sfaccettati.
Di ottimo impatto il finale, per un lungometraggio di qualità, visivamente importante e con un sapiente lavoro di introspezione sul protagonista.
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molenga
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domenica 17 luglio 2011
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il buio sotto budapest
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Ecco, da un regista che non conosco e da una nazione il cui apporto alla storia del cinema non mi è noto- accetto consigli- una bella sorpresa. il protagonista di questo film è un uomo che ha abbandonato la vita in superficie e dipana la sua esistenza in metropolitana: fa il controllore, odiato da tutti gli utenti come odiati sono tutti coloro che fanno questo mestiere, sfida la morte in corse clandestine fra un treno e l'altro, dorme in stazione:la sua presentazione è il motivo per cui non ho spento il lettore dvd dopo la prima scena- e ho fatto bene-.
sotto la capitale magiara si alternano storie di disperazione : prostituzione, prepotenza, tossicodipendenza e alcolismo, a cui si va ad aggiungere un'inspiegabile catena di suicidi compiuti da un"uomo nero" che forse è lo stesso protagonista.
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Ecco, da un regista che non conosco e da una nazione il cui apporto alla storia del cinema non mi è noto- accetto consigli- una bella sorpresa. il protagonista di questo film è un uomo che ha abbandonato la vita in superficie e dipana la sua esistenza in metropolitana: fa il controllore, odiato da tutti gli utenti come odiati sono tutti coloro che fanno questo mestiere, sfida la morte in corse clandestine fra un treno e l'altro, dorme in stazione:la sua presentazione è il motivo per cui non ho spento il lettore dvd dopo la prima scena- e ho fatto bene-.
sotto la capitale magiara si alternano storie di disperazione : prostituzione, prepotenza, tossicodipendenza e alcolismo, a cui si va ad aggiungere un'inspiegabile catena di suicidi compiuti da un"uomo nero" che forse è lo stesso protagonista.
Tanto è luminosa la capitale dell'ungheria, tanto è spettrale e triste la sua stterranea: ottimo lavoro del direttore della fotografia, bravo anche l'attore principale, Sandor Csani: peccato per le citazioni da cinema americano e per il finale confuso, comunque un bellissimo film.
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nick castle
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sabato 15 maggio 2010
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film d'impatto ma poco originale...
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Uno dei pochi film ungheresi distribuito normalmente. Nonostante tutto, il film ha un buon impatto e per certi versi è interessante, ma risulta abbastanza incomprensibile con l'apparizione dell'uomo in nero nel sogno del protagonista, per poi far pensare che l'uomo in nero sia lui, insomma, un po' contorto. Anche se probabilmente era il vero intento del regista, mantenere una certa ininterpretabilità, il film lascia un po' scontenti. Per un esordio dopotutto non è male, peccato che il film sia davvero poco originale, perchè condivide fin troppe cose con "Subway" di Luc Besson, ovvero il molestatore della metropolitana, che prende in giro la pattuglia di sicurezza quando cercano di prenderlo, che in "Subway" è un ragazzo con i pattini a rotelle, mentre in "Kontroll" è un ragazzo che spruzza di schiuma i controllori dei biglietti, mentre la cosa più evidente è che in tutti e due i film, il protagonista vive in metropolitana, dove c'è una vera e propria autentica vita sotterranea.
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Uno dei pochi film ungheresi distribuito normalmente. Nonostante tutto, il film ha un buon impatto e per certi versi è interessante, ma risulta abbastanza incomprensibile con l'apparizione dell'uomo in nero nel sogno del protagonista, per poi far pensare che l'uomo in nero sia lui, insomma, un po' contorto. Anche se probabilmente era il vero intento del regista, mantenere una certa ininterpretabilità, il film lascia un po' scontenti. Per un esordio dopotutto non è male, peccato che il film sia davvero poco originale, perchè condivide fin troppe cose con "Subway" di Luc Besson, ovvero il molestatore della metropolitana, che prende in giro la pattuglia di sicurezza quando cercano di prenderlo, che in "Subway" è un ragazzo con i pattini a rotelle, mentre in "Kontroll" è un ragazzo che spruzza di schiuma i controllori dei biglietti, mentre la cosa più evidente è che in tutti e due i film, il protagonista vive in metropolitana, dove c'è una vera e propria autentica vita sotterranea. Comunque con questo film Nimrod Antal si è conquistato gli altari di Hollywood...
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ilfantasticomondodipaul
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lunedì 19 maggio 2008
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chi (o cosa è) è l'assassino??
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L'assassino: il doppio (ombra) del protagonista Bulcsú? L'amico di Bulcsù? Una persona fisica, che non conosciamo? Un'entità metafisica, tipo il Male in ognuno di noi? E poi: alla fine Bulcsù uccide le proprie paure (l'assassino ombra) oppure muore lui stesso e la bella Szofi vestita da angelo la porta nel paradiso sopra le scale mobili?
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(di molenga)
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xxx
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venerdì 24 agosto 2007
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interessante, ma non troppo
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Bulcsu è un controllore che ha lasciato tutto, trasferendosi nella metro. Una sera iniziano a verificarsi strani eventi: persone, presumibilmente suicidatesi, vengono trovate morte sotto i treni. La vita dei controllori non viene minimamente sconvolta: xontinuano a fare il loro lavoro, fino a quando...
Primo strabiliante film di Nimrod Antal, giovane promessa del grande cinema. Fatto molto bene per essere un film realizzato da un giovane cineasta. Punti negativi: la trama è un po' dispersiva, molte sono le scene praticamente inutili e monotone; il film è reso claustrofobico dal fatto che è stato girato interamente al coperto, nella metropolitana di Budapest. Tre stelle all'interpretazione di Sandor Csanyi, due stelle per le musiche, che si addicono molto alla situazione, una stella alla trama, una alla fotografia, tre alla sceneggiatura.
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Bulcsu è un controllore che ha lasciato tutto, trasferendosi nella metro. Una sera iniziano a verificarsi strani eventi: persone, presumibilmente suicidatesi, vengono trovate morte sotto i treni. La vita dei controllori non viene minimamente sconvolta: xontinuano a fare il loro lavoro, fino a quando...
Primo strabiliante film di Nimrod Antal, giovane promessa del grande cinema. Fatto molto bene per essere un film realizzato da un giovane cineasta. Punti negativi: la trama è un po' dispersiva, molte sono le scene praticamente inutili e monotone; il film è reso claustrofobico dal fatto che è stato girato interamente al coperto, nella metropolitana di Budapest. Tre stelle all'interpretazione di Sandor Csanyi, due stelle per le musiche, che si addicono molto alla situazione, una stella alla trama, una alla fotografia, tre alla sceneggiatura.
Voto finale, 2 pieno
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dido93
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martedì 30 gennaio 2007
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da vedere...
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Bellissimo film diretto da N. Antal...secondo me molto "underground"...molto poco "thriller"... Una storia a tratti divertente e paradossale, con una bella scena finale, segno di una "rinascita" alla vita, di un abbandono delle tenebre per un mondo fatto di luce...
C'è da sperare bene da questo giovane scrittore/regista.
Dario
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ilguappo
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domenica 30 ottobre 2005
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idee
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A volte escono da qualche parte delle idee, merce rara e fatto sorprendente ormai, anche nel cinema.
Questa storia ci costringe alla luce dei neon della vecchia metropolitana di Budapest, tra bande di controllori in lotta tra loro econ i passeggeri sprovvisti di biglietto. Un film che parte surreale e grottesco che poi vira impazzito tra il sentimentale e il thriller.
ecco, forse proprio quest'ultima vena, che di fatto lo va a chiudere è quella meno riuscita. Due ore ben investite.
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tianshi
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lunedì 24 ottobre 2005
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assolutamente da vedere
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L'ironia è la forza del film.
Caratteri vividi da grande cinema. Storia intrigante e accattivante. Un capolavoro di grazia e divertimento.
Non perdetelo
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