Franco Montini
La Repubblica
Un autarchico Truman Show all’italiana, che diventa però l’esatto contrario del celebre film di Peter Weir con Jim Carrey. Infatti, se il signor Truman dell’omonimo film era un ingenuo americano inconsapevole di vivere una realtà fittizia, spiato, fin dalla nascita, dall’occhio di mille telecamere, Antonio Savarese (Vincenzo Salemme), 40enne napoletano, dopo aver partecipato ad un concorso, destinato a selezionare i concorrenti di un reality show si convince che la sua esistenza sia una lunga telenovela e che attorno a lui agiscano degli attori camuffati da persone reali. Pertanto, Antonio decide di interpretare un ruolo che gli permetta di imporsi all’attenzione del pubblico: quello di un gay. La sua interpretazione è eccessiva, pacchiana, ma, poiché nessuno sembra correggerla, Antonio insiste. Intanto trova lavoro nel locale di proprietà di un potente boss, Claudio, il quale, rassicurato dall’evidente omosessualità del suo dipendente, gli affida il compito di occuparsi di Alma (Alena Seredova), una ragazza russa di cui è innamorato e gelosissimo, Antonio entra nella parte senza distinguere bene realtà e fantasia fino a quando fra lui ed Alma nasce un vero amore. Giunto al quinto film da regista/protagonista, Salemme non cambia registro rispetto al passato, confermando anche alcuni storici partner come il fedelissimo Maurizio Casagrande, cui questa volta si aggiungono le new entry Claudio Amendola e la bellissima miss lanciata in tv da Panariello.
Da Il Venerdì di Repubblica, 5 dicembre 2003
di Franco Montini, 5 dicembre 2003