Titolo originale Confessions of a dangerous mind.
Drammatico,
durata 113 min.
- USA, Gran Bretagna, Germania 2003.
MYMONETROConfessioni di una mente pericolosa
valutazione media:
2,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Interessanti spunti proposti da un debuttante George Clooney (per la prima volta in veste di regista), in grado di palesare un potenziale talento che non sempre traspare in qualità di attore, come in questo stesso film dove la sua resa mediocre è ancor più evidenziata da uno strabiliante e pluriversatile Sam Rockwell. La storia vede quest'ultimo nei panni di Cuck Berris, conduttore televisivo di giorno e "killer su commissione" di notte, pilotato e forgiato dalle menti perverse della CIA contro l'incubo americano degli anni 60' . Il portavoce della spy-agency è un George Clooney troppo sornione e piacente per essere credibile, mentre dignitosa sebbene non eccelsa è l'interpretazione di Julia Roberts, nel ruolo della bella e misteriosa Patricia.
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Interessanti spunti proposti da un debuttante George Clooney (per la prima volta in veste di regista), in grado di palesare un potenziale talento che non sempre traspare in qualità di attore, come in questo stesso film dove la sua resa mediocre è ancor più evidenziata da uno strabiliante e pluriversatile Sam Rockwell. La storia vede quest'ultimo nei panni di Cuck Berris, conduttore televisivo di giorno e "killer su commissione" di notte, pilotato e forgiato dalle menti perverse della CIA contro l'incubo americano degli anni 60' . Il portavoce della spy-agency è un George Clooney troppo sornione e piacente per essere credibile, mentre dignitosa sebbene non eccelsa è l'interpretazione di Julia Roberts, nel ruolo della bella e misteriosa Patricia. Chuck Berris racconta la sua storia attraverso un'autobiografia non autorizzata,rappresentando il bersaglio dell'aspra critica sferrata dal regista addosso allo show business, alla tv spazzatura ed alle insidie e compromessi a cui spesso porta la fama. Degna di nota è la fotografia di Thomas Sigel, specie negli allucinogeni attimi finali dove uno studio popolato da spie e infine di cadaveri si fa strada nella "pericolosa" mente del protagonista. Particolarmente efficace risulta una delle ultime scene dove le ambientazioni degli omicidi compiuti, tornano a galla come enormi set cinematografici che incombono sull'animo già frastornato di Berris. Il film risulta buono nel suo insieme sebbene incapace di convincere fino in fondo, forse a causa di una realizzazione sproporzionata che contrappone un inizio fulminante ad una trama finale troppo contorta. Clooney cattura comunque l'attenzione, lasciando ampie aspettative per il futuro.
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Interessanti spunti proposti da un debuttante George Clooney ( per la prima vola in veste di regista), in grado di palesare un potenziale talento che non sempre emerge in qualità di attore, come nello stesso film dove la sua resa mediocre è ancor più accentuata da uno strabiliante e pluriversatile Sam Rocwell. La storia vede quest’ultimo nei panni di Chuck Berris, conduttore televisivo di giorno e “killer su commissione” di notte, forgiato e manipolato dalle menti perverse della Cia contro l’incubo americano degli anni 60’. Portavoce della spy-agency è un Clooney troppo sornione e piacente per essere credibile, accanto alla dignitosa seppur non eccelsa Julia Roberts nei panni della bella e misteriosa Patricia.
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Interessanti spunti proposti da un debuttante George Clooney ( per la prima vola in veste di regista), in grado di palesare un potenziale talento che non sempre emerge in qualità di attore, come nello stesso film dove la sua resa mediocre è ancor più accentuata da uno strabiliante e pluriversatile Sam Rocwell. La storia vede quest’ultimo nei panni di Chuck Berris, conduttore televisivo di giorno e “killer su commissione” di notte, forgiato e manipolato dalle menti perverse della Cia contro l’incubo americano degli anni 60’. Portavoce della spy-agency è un Clooney troppo sornione e piacente per essere credibile, accanto alla dignitosa seppur non eccelsa Julia Roberts nei panni della bella e misteriosa Patricia. Berris è principalmente il bersaglio dell’aspra critica lanciata dal neo regista addosso allo show business, alla tv spazzatura, ed ai compromessi e insidie a cui spesso la fama porta. Degna di nota è la fotografia del brillante Thomas Sigel, specie negli attimi finali dove uno studio televisivo gremito di spie ed infine di cadaveri, popola la “mente pericolosa” del protagonista. Geniale è poi l’idea di trasformare gli scenari degli omicidi compiuti, in giganteschi set televisivi che incombono minacciosi sull’animo già frastornato di Berris. Il film è nel complesso buono seppur incapace di convincere fino in fondo, forse a causa di una sproporzione tra un inizio fulminante ed un finale in cui la trama risulta troppo contorta. Clooney è comunque in grado di catturare l’attenzione, lasciando aperti ampi orizzonti per un suo nuovo possibile futuro.
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Film intelligente, thriller, e, nel contempo, specchio di un'epoca (gli anni '60 e '70) che aveva visto cambiare la società americana e con essa, di riflesso, tutto il mondo occidentale... con una visione della vita ed una libertà di costumi che ai nostri occhi, oggi, appare strana e lontana, caratteristica peculiare di un bizzarro, curioso e sicuramente emblematico periodo storico. Tratto dall'autobiografia di Chuck Barris, ex presentatore e ideatore di famosi quanto dozzinali e "decadenti" programmi televisivi, che ispirarono però la televisione-spazztura di tutto il mondo, Barris rivela di essere stato per molti anni un killer al servizio della CIA, agente segreto non alla "James Bond", con licenza d'uccidere, ma un semplice sicario, assassino su commissione.
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Film intelligente, thriller, e, nel contempo, specchio di un'epoca (gli anni '60 e '70) che aveva visto cambiare la società americana e con essa, di riflesso, tutto il mondo occidentale... con una visione della vita ed una libertà di costumi che ai nostri occhi, oggi, appare strana e lontana, caratteristica peculiare di un bizzarro, curioso e sicuramente emblematico periodo storico. Tratto dall'autobiografia di Chuck Barris, ex presentatore e ideatore di famosi quanto dozzinali e "decadenti" programmi televisivi, che ispirarono però la televisione-spazztura di tutto il mondo, Barris rivela di essere stato per molti anni un killer al servizio della CIA, agente segreto non alla "James Bond", con licenza d'uccidere, ma un semplice sicario, assassino su commissione. George Clooney, eccellente alla regia, vi appare sporadicamente, come imperturbabile e cinico direttore dei giochi. Il trucco e un paio di grossi baffi lo rendono quasi irriconoscibile, e l'immagine del sex-symbol è (volutamente) accantonata per non distrarre l'attenzione e togliere fascino al personaggio principale. Il Barris qui rappresentato è infatti un uomo affascinante, nonostante la scarsa avvenenza fisica e nonostante i preoccupanti esordi giovanili, che lo presentano come uno stordito e perverso sconfitto.
In realtà Barris ha ottime idee per conquistare l'audience televisiva di un pubblico grossolano, di cultura medio-bassa... che rispecchia però l'utenza principale della televisione... ed è un killer eccellente: spietato ma non malvagio, pieno di scrupoli di coscienza ma fedele fino in fondo alla sua missione, al "sacro dovere" di servire il proprio paese...Uccide, ma, differentemente da alcuni suoi colleghi (es. Rudger Hauer), non prova alcun piacere nel farlo, ed è proprio questa sua "umanità", questo suo cuore, uniti a un'indiscutibile abilità nello svolgere con perizia un lavoro tutt'altro che facile, che lo rendono affascinante... un eroe negativo, costretto suo malgrado (almeno così sembra... in fondo il libro lo ha scritto lui, e ci racconta quello che vuole...) ad un ingrato dovere, fedele fino in fondo agli Stati Uniti, ma tormentato dai ricordi e dal rimorso di tutto il sangue versato...Le riflessioni del protagonista colpiscono la sensibilità emotiva, e i colpi di scena, la suspence, la tipologia stessa degli accadimenti ne fanno un ottimo thriller, per quanto un po' singolare... poiché Barris, si sa, nonostante i pericoli e le minacce, resterà comunque vivo, per scrivere il libro e raccontare tutto...
Ad arricchire l'indubbio valore artistico del film, il gusto dell'ironia, sottile e vivace, che rende "memorabili" alcune scene e persino intere sequenze (gli atti risolutivi con Julia Roberts, o la reazione della donna amata di fronte alla sua "confessione" sono solo alcuni dei numerosi esempi...). In definitiva, è un film che fa riflettere, interessante e di gradevole visione.
Una curiosità: il cast comprende, anche se per pochissimi istanti, alcune comparse eccellenti, cioè Brad Pitt, Matt Damon e Christopher Walken... Un tocco di originalità ed un simpatico invito a non distrarsi... [-]
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"Genio"multiforme(autore di trasmissioni TV, di canzoni, molto spesso"killer"della CIA), Chuck Barris era un personaggio, noto anche per la sua auto-confessione pubblicata. Ma, oltre l'autobiografia e l'autobiografismo, Clooney allora esordiente alla regia ci regala un film interessante: non poco"lisergico", ossia frammentario, "spezzettato", come(pare)in certi trip da LSD, è ambientato soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, di cui rende pienamente lo"spirito del tempo". Lavora spesso per allusioni, non rinunciando, però, a delineare uno scenario terrificante quanto alla realtà della CIA(si noti che il film, del 2002, è di poco seguente alle "binladate"dell'inizio del Millennio, in specie all'attacco alle"Twin Towers", nonché durante la presidenza di George Bush junior), non senza"scarnificare"il mondo USA della TV e in genere dei mass-media.
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"Genio"multiforme(autore di trasmissioni TV, di canzoni, molto spesso"killer"della CIA), Chuck Barris era un personaggio, noto anche per la sua auto-confessione pubblicata. Ma, oltre l'autobiografia e l'autobiografismo, Clooney allora esordiente alla regia ci regala un film interessante: non poco"lisergico", ossia frammentario, "spezzettato", come(pare)in certi trip da LSD, è ambientato soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, di cui rende pienamente lo"spirito del tempo". Lavora spesso per allusioni, non rinunciando, però, a delineare uno scenario terrificante quanto alla realtà della CIA(si noti che il film, del 2002, è di poco seguente alle "binladate"dell'inizio del Millennio, in specie all'attacco alle"Twin Towers", nonché durante la presidenza di George Bush junior), non senza"scarnificare"il mondo USA della TV e in genere dei mass-media. Efficacissima, oltre alle interpretazioni dello stesso Clooney, di Barrymoore, di Rockwell, della Roberts, di Hauer etc.(di tutti e tutte, in realtà), la scelta musicale, con brani d'epoca, ma anche, nel finale, della"Moonlight Serenade"beethoveniana, che non si limita a"commentare"il film ma ne è/diventa continuamente parte integrante e costitutiva. El Gato
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"Confessions of a dangerous mind"(2003, Georg Clooney)è la prima regia di Clooney, tratta(il che dimostra comunque il suo volersi ancorare sempre alla realtà storica)dall'autobiografia di Chuck Barris, famoso autore e produttore televisivo, che nella sua autobiografia(1984)racconta di essere stato, "schizofrenicamente"anche un killer della CIA, venendo(ovviamente)smentito da Paul Nowack, portavoce della Central Intelligence Agacy, che si limitò ad aspettare, peraltro, l'uscita del film, dato che la pubblicazione del libro non avrebbe avuto la stessa risonanza mediatica... Raccontando "lisergicamente"(ossia servendosi di un montaggio particolarissimo, che"seziona", "frammenta"etc.
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"Confessions of a dangerous mind"(2003, Georg Clooney)è la prima regia di Clooney, tratta(il che dimostra comunque il suo volersi ancorare sempre alla realtà storica)dall'autobiografia di Chuck Barris, famoso autore e produttore televisivo, che nella sua autobiografia(1984)racconta di essere stato, "schizofrenicamente"anche un killer della CIA, venendo(ovviamente)smentito da Paul Nowack, portavoce della Central Intelligence Agacy, che si limitò ad aspettare, peraltro, l'uscita del film, dato che la pubblicazione del libro non avrebbe avuto la stessa risonanza mediatica... Raccontando "lisergicamente"(ossia servendosi di un montaggio particolarissimo, che"seziona", "frammenta"etc.), Clooney compie un atto di demistificazione del mondo della TV"gringa", molto attenta alla"morale"ma al tempo stesso iper-ridanciana e"scandalosa"(doppia morale sempre)e anche rispetto alla storia, dove l'imperialismo USA si è sempre servito e serve delllo spionaggio e del"controspionaggio"(che è in pieno"spionaggio"a tutti gli effetti...)per imporre la legge del"divide et impera"(cfr,anche ora il Venezuela...)con il terrore e la morte provocata, anche da parte di killer insospettabili... Oltre al protagonista Sam Rockwell e allo stesso Clooney, quasi il"doppio oscuro", ossia il vero CIA_agent, in scena Drew Barrymoore e Julia Roberts, Rutger Hauer, Brad Pitt e Matt Damon, tra gli altri. El Gato
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