ilcriticodifilm
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sabato 12 marzo 2022
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no!!!!
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Che dire...lo schifo che ho potuto provare alla visione di questo "film" è paragonabile a mangiare la diarrea di un coniglio, o in questo caso di un cavallo suicida. Perché, diciamocelo, il cavallo del film che si butta in mare ha la stessa sanità mentale e intelligenza dell'ignorante che ha ideato questo capolavoro. A parte gli scherzi, questo film provoca solo confusione. Ci sono scene totalmente scollegate tra di loro, che fanno venir voglia di attaccarsi a una presa elettrica a 4000 volt. Mi spiace solo per gli attori che hanno dovuto rovinarsi la carriera recitando in tale indecenza. Kiss kiss by criticodelfilm <3.
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carloalberto
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lunedì 30 novembre 2020
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frutto banale di reciproche contaminazioni
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Pellicola che nelle attese sarebbe dovuta essere un horror ed invece si rivela un thriller paranormale con poca suspense e, peraltro, limitata ad una manciata di fotogrammi. Come di solito accade in questo genere di film la parte più inquietante è quella interpretata dall’attore bambino.
L’altra bambina, lo spettro malvagio, che il remake americano mutua dall’originale giapponese, appartiene all’immaginario collettivo della cultura popolare orientale, affondando le sue radici nella tradizione spiritista dello shintoismo. Tuttavia, nell’originale Ring del 1998, c’è già una rivisitazione in chiave occidentale di una vecchia storia di fantasmi, tecnologizzata con la scaturigine del male dal televisore, prendendo a modello il Poltergeist americano del 1982.
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Pellicola che nelle attese sarebbe dovuta essere un horror ed invece si rivela un thriller paranormale con poca suspense e, peraltro, limitata ad una manciata di fotogrammi. Come di solito accade in questo genere di film la parte più inquietante è quella interpretata dall’attore bambino.
L’altra bambina, lo spettro malvagio, che il remake americano mutua dall’originale giapponese, appartiene all’immaginario collettivo della cultura popolare orientale, affondando le sue radici nella tradizione spiritista dello shintoismo. Tuttavia, nell’originale Ring del 1998, c’è già una rivisitazione in chiave occidentale di una vecchia storia di fantasmi, tecnologizzata con la scaturigine del male dal televisore, prendendo a modello il Poltergeist americano del 1982.
A causa di questo rimbalzare da una parte all’altra dell’emisfero di un’antica storia di spettri della tradizione popolare orientale, non soltanto non si comprende più quale sia la vera origine di un plot, contaminato più volte dai reciproci rinvii, ma se ne è persa la potenza immaginifica ancestrale, con il risultato della banalizzazione del male e della estrema semplificazione del soggetto, cui si cerca di ovviare complicando artificiosamente la trama, che si trasforma in una spasmodica caccia all’indizio per risolvere l’arcano soprannaturale responsabile delle morti inspiegabili di chi guarda la famosa videocassetta.
Fatto sta, che la creatura demoniaca, con i lunghi capelli neri calati sulla faccia ed in camicia da notte bianca, rientra oramai, per le nuove generazioni, nel pantheon della moderna mitologia globalizzata del terrore.
A parte Naomi Watts, nel ruolo di protagonista, spicca nel cast, l’immancabile Brian Cox, sempre nei panni di eterno comprimario, o meglio di caratterista di lusso, nell’unica scena drammatica ed apprezzabile del film.
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jacopo b98
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mercoledì 5 novembre 2014
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un horror teso e terrificante!
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A Seattle la giornalista Rachel (Watts) si mette alla ricerca della causa della morte di sua nipote (Tamblyn) e scopre che la ragazza, sette giorni prima di morire, era stata in una baita in montagna con degli amici e aveva guardato una videocassetta maledetta che provoca la morte di chi la guarda. Rachel si reca alla baita e guarda la videocassetta. Inizia anche per lei l’orrore di avere i giorni contati. E anche il suo piccolo figlioletto (Dorfman) finirà per guardare la videocassetta. Insieme all’amico Noah (Henderson), Rachel dovrà trovare un modo per salvarsi. Sceneggiato saggiamente da Ehren Kruger, è il remake di Ringu, horror giapponese diretto da Hideo Nakata.
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A Seattle la giornalista Rachel (Watts) si mette alla ricerca della causa della morte di sua nipote (Tamblyn) e scopre che la ragazza, sette giorni prima di morire, era stata in una baita in montagna con degli amici e aveva guardato una videocassetta maledetta che provoca la morte di chi la guarda. Rachel si reca alla baita e guarda la videocassetta. Inizia anche per lei l’orrore di avere i giorni contati. E anche il suo piccolo figlioletto (Dorfman) finirà per guardare la videocassetta. Insieme all’amico Noah (Henderson), Rachel dovrà trovare un modo per salvarsi. Sceneggiato saggiamente da Ehren Kruger, è il remake di Ringu, horror giapponese diretto da Hideo Nakata. Verbinski lo rimette in scena riuscendo a creare un horror davvero terrificante, teso ed angosciato, perfetto nelle ambientazioni e nella costruzione che svela a poco a poco la trama. E Verbinski azzecca la messa in scena, riuscendo a comunicare vera angoscia ad ogni inquadratura. La confezione è di serie A: fotografia verdognola e grigiastra di Bojan Bazelli e musiche terrificanti di Hans Zimmer. Gli attori sono magnetici e gli effetti speciali pochi ma efficaci. Insomma: un cult da non perdere!
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marco rocket
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giovedì 27 giugno 2013
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standard
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Film nello standard (scadente) dei film horror a cui siamo abituati negli ultimi 10 anni...decisamente sopravvalutato!!!
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fedson
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venerdì 8 marzo 2013
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grande horror per verbinski!
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Basandosi sul romanzo "Ring" di Koji Suzuki, Verbinski dà il via libera ad un horror di grande stile, ben girato e ben interpretato, per niente banale ed avvincente. La trama gira attorno la morte di alcuni adolescenti, tra cui la nipote di Rachel Keller (Naomi Watts), che comincerà ad indagare sul mistero, scoprendo che esiste una videocassetta che, una volta vista, porta ad un'orribile morte dopo sette giorni. Con questo scarsissimo materiale, il regista tira fuori il suo horror ambientandolo in un'inquietante mistero che prende le sembianze di un vero e proprio cerchio: niente si conclude finché il cerchio non si chiude. Ed è proprio questo a mettere alle strette il pubblico (specie quello adolescenziale), che si limiterà, nonostante la paura e l'altissima tensione, a continuare a seguire lo svolgersi dei sinistri eventi che porteranno Keller alla soluzione dell'atroce enigma.
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Basandosi sul romanzo "Ring" di Koji Suzuki, Verbinski dà il via libera ad un horror di grande stile, ben girato e ben interpretato, per niente banale ed avvincente. La trama gira attorno la morte di alcuni adolescenti, tra cui la nipote di Rachel Keller (Naomi Watts), che comincerà ad indagare sul mistero, scoprendo che esiste una videocassetta che, una volta vista, porta ad un'orribile morte dopo sette giorni. Con questo scarsissimo materiale, il regista tira fuori il suo horror ambientandolo in un'inquietante mistero che prende le sembianze di un vero e proprio cerchio: niente si conclude finché il cerchio non si chiude. Ed è proprio questo a mettere alle strette il pubblico (specie quello adolescenziale), che si limiterà, nonostante la paura e l'altissima tensione, a continuare a seguire lo svolgersi dei sinistri eventi che porteranno Keller alla soluzione dell'atroce enigma. Iniettando questa tendenza thriller, Verbinski, avvalendosi anche di una regia curata e veramente inquietante (soprattutto nelle scene in cui il filmato in cassetta viene mostrato), crea una sorta di horror instancabile e dinamico, intento ad attirare a se tutta l'attenzione dello spettatore. Ma ad eseguire quest'ultima azione è anche la grande interpretazione di Naomi Watts, attrice che con questa prova si dimostra versatile perfino in un genere ormai scontato e prevedibile (non in questo caso) come l'horror. La si vede spaventata, confusa e terribilmente attirata dal mistero di questa videocassetta che riprende una sinistra bambina intrappolata in un pozzo, ennesimo elemento intrigante quanto pauroso. L'altissima tensione del film viene resa tale grazie ad un'abile gioco di luci e ombre, suoni e rumori provenienti da un'oscuro repertorio di un horror singolare e veramente innovativo per il tempo, enormemente distaccato dai classici splatter e/o horror che dir si voglia. Nonostante qualche buco di troppo nella sceneggiatura, il film risulta incalzante e narrativamente trascinante: per tutta la durata del film siamo in attesa di vedere il volto della misteriosa ragazza rinchiusa nel pozzo. Con questi elementi, si aggiungono anche un'azzeccatissima fotografia, che si esibisce in una scala di grigi inquietante, e un'impercettibile colonna sonora di Hans Zimmer, che dà quell'ostilità in più al film. Terribilmente intrigante, narrativamente agghiacciante e ben interpretato, con quest'opera Verbinski si dimostra un regista eclettico e versatilissimo, in grado ormai di affrontare qualsiasi genere cinematografico che gli venga presentato sotto gli occhi. Bellissima la storia! Veramente una perla di horror come si deve!
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raysugark
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mercoledì 13 febbraio 2013
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un vero horror mediocre
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È il film horror peggiore che abbia mai visto, dal punto di vista che è troppo strano per essere inquietante.
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lalli
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mercoledì 3 ottobre 2012
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pensavo di più
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io l ho visto al computer e sicuramente perde molto...ma nn mi ha proprio convinto...l'ho trovato mooolto datato nonostante abbia "solo" dieci anni...cmq convincenti gli attori, inquietante il bambino...guarderò presto il 2.
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(di paolo salvaro)
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paolo salvaro
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martedì 21 agosto 2012
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un film che non merita la grande fama di cui gode
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Sarà perchè ho visto questo film solo poco più di un anno fa, quando di anni ne avevo venti, e non quando il "fenomeno" The Ring si era diffuso tra i miei coetanei facendolo diventare un vero e proprio cult del film horror .... ma The Ring mi ha deluso su tutta la linea!
Non sono un recensitore professionista, ma non credo di dire una sciocchezza se sostengo che l'inizio e la fine di un film sono alcuni tra i momenti chiave di tutta la pellicola, al di là della trama che costituisce l'ossatura centrale del film. Ecco, The Ring mi ha fatto capire di essere solo una pagliacciata per teenager dopo appena centoventi secondi! E' credibile quanto un alligatore che ti dice di avere il mal di denti! Cioè loro due sono lì a cazzeggiare davanti alla televisione intrattenendoci con un dialogo che sembra preso da un porno lesbo, una delle due racconta all'altra, così tanto per fare, una storia di paura che parla di una cassetta che "se la guardi muori" e l'altra fatalità ha davvero guardato quella cassetta e perciò l'assassina è venuta per ucciderla! No, scusate ma mi rifiuto di credere che un horror con un prologo tanto scadente sia diventato uno dei film più conosciuti del terzo millennio! In molti film la casualità ed il fattore sorpresa sono gli elementi chiave di tutta la vicenda, ma in The Ring le due cose vengono utilizzati come peggio non si potrebbe fare ed il motivo ci viene svelato alla fine del film: tutte le cose e le vicende sono affidate al caso perchè tanto il film una conclusione non è destinato ad averla! Il regista ci lascia in sospeso ad osservare il bambino e la Watts mentre fanno una copia della cassetta di Samara, in quanto lei vuole solo "essere ascoltata" dagli altri e gettano la sfiga addosso a tutti coloro che vedranno quella cassetta in futuro! Quindi, di fatto, il demone o spirito o qualunque cosa sia alla fine non viene sconfitto e tutta l'ora e mezza che abbiamo passato davanti alla schermo ad aspettare il momento clou si è rivelata perfettamente inutile!
L'idea non è del regista che ha diretto questo film, ma di un altro essendo un remake, e si vede perchè non ha la minima idea di come gestire il potenziale che ha tra le mani: la base di The Ring sarebbe pure originale e coinvolgente ma non viene assolutamente sfruttata nel migliore dei modi.
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Sarà perchè ho visto questo film solo poco più di un anno fa, quando di anni ne avevo venti, e non quando il "fenomeno" The Ring si era diffuso tra i miei coetanei facendolo diventare un vero e proprio cult del film horror .... ma The Ring mi ha deluso su tutta la linea!
Non sono un recensitore professionista, ma non credo di dire una sciocchezza se sostengo che l'inizio e la fine di un film sono alcuni tra i momenti chiave di tutta la pellicola, al di là della trama che costituisce l'ossatura centrale del film. Ecco, The Ring mi ha fatto capire di essere solo una pagliacciata per teenager dopo appena centoventi secondi! E' credibile quanto un alligatore che ti dice di avere il mal di denti! Cioè loro due sono lì a cazzeggiare davanti alla televisione intrattenendoci con un dialogo che sembra preso da un porno lesbo, una delle due racconta all'altra, così tanto per fare, una storia di paura che parla di una cassetta che "se la guardi muori" e l'altra fatalità ha davvero guardato quella cassetta e perciò l'assassina è venuta per ucciderla! No, scusate ma mi rifiuto di credere che un horror con un prologo tanto scadente sia diventato uno dei film più conosciuti del terzo millennio! In molti film la casualità ed il fattore sorpresa sono gli elementi chiave di tutta la vicenda, ma in The Ring le due cose vengono utilizzati come peggio non si potrebbe fare ed il motivo ci viene svelato alla fine del film: tutte le cose e le vicende sono affidate al caso perchè tanto il film una conclusione non è destinato ad averla! Il regista ci lascia in sospeso ad osservare il bambino e la Watts mentre fanno una copia della cassetta di Samara, in quanto lei vuole solo "essere ascoltata" dagli altri e gettano la sfiga addosso a tutti coloro che vedranno quella cassetta in futuro! Quindi, di fatto, il demone o spirito o qualunque cosa sia alla fine non viene sconfitto e tutta l'ora e mezza che abbiamo passato davanti alla schermo ad aspettare il momento clou si è rivelata perfettamente inutile!
L'idea non è del regista che ha diretto questo film, ma di un altro essendo un remake, e si vede perchè non ha la minima idea di come gestire il potenziale che ha tra le mani: la base di The Ring sarebbe pure originale e coinvolgente ma non viene assolutamente sfruttata nel migliore dei modi. Di fatto, il film si apre con una vicenda già in corso (la cassetta è gia in circolo) e si chiude con la stessa vicenda ancora in corso (la cassetta è ancora in circolo) perciò non aggiunge assolutamente niente di nuovo se non qualche cadavere in più. Il cerchio non si apre nè si chiude, l'anticinematografia per eccellenza in altre parole, esattamente come un anello. Che sia questo il vero senso del titolo?
Rispetto ad altri film horror o presunti tali prodotti negli ultimi dieci anni come Jennifer's Body, Tamara toccata dal fuoco, San Valentino di sangue e Paranormal Activity, The Ring è sicuramente meglio e sono disposto a considerarlo un buon horror rispetto quindi agli standar a cui siamo abituati di recente, ma qui stiamo parlando di un film senza nè capo nè coda considerato dai suoi fan come un classico dell'horror, quando in realtà non è nient'altro che l'antitesi esatta di Hostel e Boogeyman che hanno almeno un inizio e una fine.
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(di marco rocket)
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ciccio benzina
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giovedì 7 giugno 2012
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niente di che
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bella l'idea iniziale ma non basta
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