Spider

Complessi sono trama e ordito di questa sconvolgente ragnatela che si svolge in un viaggio all’interno della follia. Il protagonista (l’ottimo Fiennes), uno schizofrenico appena uscito dall'ospedale psichiatrico, è un infelice uomo dallo sguardo febbricitante che ritorna nello squallido e fatiscente quartiere londinese dove visse da piccino; la sua mente ricomincia così a tessere i ricordi interrotti dagli psicofarmaci, quali la bellezza di sua madre andata sprecate fra le braccia del padre, il degrado etilico di quest’ultimo, la propria infinita solitudine, e, con le poche certezze contenute all’interno della sua bisunta valigia, inizia a raccogliere appunti incomprensibili, succhiando sigarette come fossero i capezzoli materni; il ricordo del proprio spaventoso gesto è talmente insopportabile che le due facce della madre (la prostituta e la santa, magnificamente interpretate dalla bravissima Miranda Richardson) si alternano nei meandri di uno sconvolgente dramma edipico che scaturì in un orribile matricidio, ma che nella rimozione venne ridipinto con l’omicidio - da parte del padre - della sua mamma. Ritroviamo il Cronemberg del “Pasto nudo” e di “Inseparabili”; con i suoi personaggi dal passato frammentario e dal futuro incerto. Il Regista rifiuta ogni tentazione spettacolare, e adotta una freddezza clinica che raggela la rappresentazione. Dennis, con la sua inquietante doppia presenza accanto a se’ stesso bambino, anticipa come un suggeritore le battute del dramma recitato sulla propria pelle ed andato in scena tanti anni prima, ne rielabora gli indizi seguendo la sua tortuosa corrente esistenziale; e quando il delirio è arrivato ad organizzarsi secondo un ordine interiore che dispone tutti i suoi significati in funzione del suo equivalente ideo-affettivo, si completa come una perfetta tela di ragno", simbolo ricostruito dal cordone ombelicale ormai reciso. Cronenberg può risultare scomodo, è che purtroppo la vita non è solo quella Harry Potter: gli infelici al mondo sono più di quanti pensiamo.