Quello che più mi ha colpito di questo film è il tentativo, portato avanti tenacemente fino alla fine, di mostrare i fatti accaduti dal punto di vista del protagonista.Il difficile gioco di continui flash back mi sembra perfettamente riuscito nel situare l'inizio della vicenda e la sua fine nello stesso luogo e nella stessa atmosfera di straniamento.
Simbolica in questo senso l'immagine dei cocci del piatto di cui solo nelle ultimissime inquadrature comprendiamo il significato.
Mi ha sorpreso come , con un linguaggio scarno e mai sopra le righe la regia sapientemente ci ha portato ad immedesimarci nelle difficoltà , nelle ansie , nei momenti di disperazione e di sollievo di un uomo che ha commesso a sangue freddo cinque omicidi e ne ha causato un sesto.
L'autore poteva decidere di svolgere il tema trattandolo come un semplice fatto di cronaca o piuttosto di proporci un film di condanna utilizzando toni esasperati ed immagini violente o raccapricianti per portare lo spettatore al disprezzo, all'odio o al desiderio di vendetta nei confronti del protagonista.
Sceglie invece di mostrarci la sua vita come si svolge nella quotidianità spiazzandoci fin dall'inizio in quanto vediamo che il nostro medico mancato si reca effettivamente a congressi e si incontra con uomini di scienza ed ha un rapporto premuoroso, affettuoso e costante nei confronti della moglie dei figli e dei genitori, quanto " normalmente" e senza problemi si svolge la sua vita sociale nei rapporti con amici di famiglia.La sua soffenza interiore viene a galla man mano che affiora la consapevolezza di non poter più reggere il gioco e alla fine diventa disperazione , come dimostra la corsa nel bosco, metafora del suo scivolare verso un punto di non ritorno e poi il pianto disperato.
Ci viene così presentato come un bambino mai cresciuto che spera di portare avanti per sempre, senza essere scoperto, una specie di pantomima volta a nascondere in tutti i modi il fatto di " aver sbagliato il compito" che in questo caso è anche il compito di figlio, marito e padre responsabile, ruolo che non è in grado di sostenere.
Il suo lato infantile emerge anche quando, dopo un iniziale tentativo di rifiuto di gestire il capitale del'amante,pur sprofondando sempre di più nel ruolo di truffatore si gratifica con l'acquisto di un'auto nuova.
Proprio come un bambino pensa che qualcosa accadrà per salvarlo un'altra volta dalla situazione in cui si trova cercando sempre al di fuori di sè la soluzione del problema in quanto il suo sè, il suo Io non esiste. Come un bambino non riesce a formulare un progetto per un futuro più ampio ma tenta di salvarsi nell'immediato.
Quando tutto è perduto mette in atto l'eliminazione di coloro che sarebbero rimasti i più delusi e disorientati dalla scoperta della sua vera identità con un' apparente meticolosa freddezza cercando il modo e il momento più opportuno. Nei giorni passati chiuso nella casa dove giacciono senza vita le persone per cui valeva la pena continuare a vivere e recitare si conclude l'operazione di straniamento dalla realtà : dato che non potranno più soffrire per causa sua non c'è più motivo di preoccuparsi per loro.
Continua però a fingere riservando per se stesso la morte più atroce.... con un punto di domanda finale : sopravviverà? Lo spettatore non lo saprà mai come non saprà mai quale problema mentale possa aver indotto un uomo a sostenere la fatica e la sofferenza di vivere la vita di un altro per così tanto tempo... Superfluo dire che il film si basa tutto sulle molteplici ed efficaci espressioni di Daniel Auteuil e che comunque stiamo parlando di un assassino che merita di essere punito.
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