Hero

Film 2002 | Drammatico 120 min.

Titolo originaleYing xiong
Anno2002
GenereDrammatico
ProduzioneCina
Durata120 minuti
Regia diZhang Yimou
AttoriJet Li, Tony Chiu-Wai Leung, Maggie Cheung, Ziyi Zhang, Dao Ming Chen, Donnie Yen Liu Zhongyuan, Zheng Tia Yong, Yan Qin, Chang Xiao Yang, Yakun Zhang, Ma Wen Hua, Jin Ming, Xu Kuang Hua, Wang Shou Xin, Zi Hei, Cao Hua, Li Lei, Xia Bin, Peng Qiang, Liu Jie, Zhang Yi (II), Takako Matsu.
TagDa vedere 2002
MYmonetro 3,34 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Zhang Yimou. Un film Da vedere 2002 con Jet Li, Tony Chiu-Wai Leung, Maggie Cheung, Ziyi Zhang, Dao Ming Chen, Donnie Yen. Cast completo Titolo originale: Ying xiong. Genere Drammatico - Cina, 2002, durata 120 minuti. - MYmonetro 3,34 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 9 maggio 2017

Nella Cina di 2000 anni fa, Senzanome racconta al re di Qin, futuro imperatore, come sia riuscito a sgominare i sicari che lo stesso re gli aveva sguinzagliato contro. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Berlino, 1 candidatura a Golden Globes, In Italia al Box Office Hero ha incassato 4,4 milioni di euro .

Hero è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,53
CONSIGLIATO SÌ
Esercizio di stile o capolavoro del regista? È proprio l'esagerazione a rendere il film un'esperienza indimenticabile.
Recensione di Andrea Chirichelli
Recensione di Andrea Chirichelli

Possente, iperrealista, figurativo, saturo di colori. Hero, recentemente tornato a mani vuote dagli Oscar, è il personalissimo omaggio di Zhang Yimou al genere wuxapian.La storia, ambientata nella Cina di 2000 anni fa, divisa in sette regni, racconta delle gesta di Senzanome, interpretato da un Jet Li finalmente convincente dopo una troppo lunga serie di ottusi film americani. L'eroe del titolo che, tramite flashback, racconta al re di Qin, futuro imperatore, come sia riuscito a sgominare i sicari che lo stesso re gli aveva sguinzagliato contro: Spada spezzata, Neve volante e Cielo (traduzione letterale).
Se La Tigre e il Dragone aveva stupito molti per la bellezza coreografica dei combattimenti, Hero ridefinisce uno standard per questo tipo di produzioni: le sfide tra gli eroi sono vere e proprie danze con i contendenti immersi in scenari favolistici. Ogni battaglia ha un suo stile preciso ed un suo colore dominante. L'attenzione che il regista pone al particolare è maniacale: alcune scene sono persin soffocanti per un gusto che eccede spesso nel barocco come la sequenza iniziale col combattimento "acquoso" tra Li e Leung e quello tra le prime donne Ziyi e Cheung immerso in una pioggia di foglie dorate.
Difficile descrivere a parole la leggerezza, la soavità ed al tempo stesso la violenza e la asprezza delle battaglie di gruppo che, per maestosità e pathos, superano anche l'assedio al fosso di helm d Il signore degli anelli.Tutto in Hero è ridondante: le scenografie, i costumi, la musica. I colori, sempre importanti nella filmografia del regista, qui diventano veri e propri protagonisti al pari degli attori.Gli interpeti sono fenomenali ed il cast di all-stars mantiene le promesse. Oltre al tonico Jet Li completano il quadro Maggie Chung,Donnie Yen, Zhang Ziyi e Tony Leung: praticamente il meglio del cinema made in Hong Kong contemporaneo. Esercizio di stile o nuovo capolavoro del regista? Indubbiamente non è un film per tutti ed il ritmo sincopato del film non aiuta la "digeribilità" dello stesso da parte dei non appassionati del genere. Alcune sequenze sono talmente esagerate da apparire paradossali e dietro l'angolo c'è sempre il rischio del comico involontario. Ma proprio l'esagerazione consapevole, il non voler utilizzare semitoni e l'acuta analisi che svolgono, in maniera diversa, i protagonisti sulla guerra e sul ruolo "pacificatorio" che la stessa può avere (temi drammaticamente attuali) rendono Hero un'esperienza indimenticabile.

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Recensione di Davide Morena
lunedì 18 ottobre 2004

Hero ci riporta ad un tempo molto lontano, prima che la Grande Muraglia fosse costruita e quando la Cina era un grande Impero solo nei sogni del futuro imperatore, allora sovrano di Qin, uno dei Sei Regni, niente più che un tassello nel puzzle di territori in lotta fra loro nei lunghi secoli attorno al 400 a.C.. L'eroe del titolo è un funzionario del più basso rango del regno di Qin, che è riuscito dove nemmeno a migliaia i soldati dell'Imperatore erano riusciti: uccidere i tre peggiori nemici di Qin, tre guerrieri di valore straordinario: Cielo, Neve che vola e Spada spezzata. Il premio per il valore del funzionario è poter bere assieme all'Imperatore alla distanza di soli dieci passi; il film è il racconto di come il funzionario ha potuto da solo battere i tre guerrieri.
La tigre e il dragone ha fatto breccia nei cuori del pubblico occidentale: i più teneri, rapiti dalle trame sentimentali, accettano volentieri lo scotto di sorbirsi i mirabolanti duelli, che sono invece il giubilo dei cuori duri, i quali magari sonnecchiano un po' nei momenti più mielosi. Sembra che ad Oriente abbiano mangiato la foglia: strappare due lacrime non è poi così difficile, non quanto mettere in piedi scene di lotta che siano avvincenti, strabilianti, da tachicardia. Siccome la seconda cosa la sapevano già fare, e molto meglio dei colleghi occidentali, hanno capito che bastava allungare il brodo e saturarlo di zuccheri per renderlo appetibile a pressoché tutti i moviegoers planetari.
Zhang Yimou allora sforna il suo primo film di spade in un momento che non potrebbe essere più azzeccato. Rimasto nel congelatore fino al limite ultimo prima della decomposizione, Hero segue a ruota il fortunato doppio Kill Bill, che dal wuxiapian (il cinema di spade) attinge a piene mani, si compra il patrocinio dello stesso Tarantino e conquista il mondo. Ma non è un successo figlio di mode passeggere, perché Hero è un film di grande qualità sotto più di un aspetto.
Per quanti seguono il wuxia e il gongfu hongkongese da tempo, è bene chiarire che i combattimenti di Hero sono sì eccelsi, ma neanche lontanamente all'altezza di tanti predecessori: esasperano, se possibile, il livello di surrealismo già estremo de La tigre e il dragone, emancipando definitivamente i personaggi da ogni limite terreno e posizionandoli in un livello sovrumano che li avvicina a déi piuttosto che a uomini (volare vi sembrava esagerato? Qui si cammina sull'acqua con noncuranza assoluta!). Duelli che trovano ne "Lo schiaccianoci" un termine di paragone più adeguato che non in, chessò, L'urlo di Chen, portano il film su un piano narrativo di matrice onirica piuttosto che di puro e semplice scontro fisico.
In più, suggerivamo, ci sono i sentimenti. Non solo una toccante storia d'amore fuori dal tempo, ma soprattutto una riflessione pregnante sul concetto di Nazione e di Patria, sullo stridore che spesso provoca lo scontrarsi dei valori individuali con quelli della comunità.
Ma su tutto c'è una padronanza e una classe registica che permettono a Yimou di realizzare una sorta di quadro in movimento visivamente sublime. Sembra quasi un film da camera: poche situazioni prolungate in cui i colori e le forme esprimono con forza quanto taciuto dai personaggi.
Forse è proprio la staticità a rendere il film non del tutto convincente: ciò non toglie, comunque, che Hero sia un'esperienza estetica, intellettuale ed emotiva di rara intensità.
Si sente in giro che la Cina sia destinata a diventare una superpotenza capace di insidiare la supremazia occidentale: se la voce è riferita al cinema, beh, l'Occidente dovrebbe cominciare a tremare.

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Luigi Catalani
lunedì 18 ottobre 2004

Cina anno zero: Senza nome, mirabile guerriero, racconta al futuro imperatore della Cina le sue gesta e la sua missione. Ciò a cui assiste lo spettatore non è esattamente un film, ma una forma d'arte diversa, che provoca percezioni sensoriali che non definiremmo come prettamente cinematografiche. È una seduzione visiva che si affida quasi completamente sugli elementi coreografici e scenografici. È un esercizio stilistico sopraffino che eccita lo sguardo a discapito degli altri sensi. Ogni scena è come uno sgargiante pannello monocromatico di un sontuoso polittico. I guerrieri combattono danzando e librandosi, e il nostro sguardo si libra con loro, finché ritorna a terra e si sveglia con un certo senso d'intontimento, come dopo un lungo sogno ad occhi aperti. Si esce dalla sala con la sensazione di aver sfogliato un prezioso codice miniato sulla ragion di stato. Uno strano piacere.

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Alessandra Montesanto

Un salto, anzi un volo all'indietro nella Storia della Cina che va dal 481 al 221 a.C. Il Paese è suddiviso in sette contee, ognuna delle quali vuole ottenere la supremazia su tutte le altre. In particolare, Quin, il re di una di queste, è profondamente deciso a diventare l'imperatore. Il racconto si snoda attraverso le guerre e le lotte tra i membri delle varie fazioni, ma si concentra sulle vicende personali di alcuni di loro. Zhang Yimou porta in concorso a Berlino la passione epica, la passionalità degli umani amori che soccombono di fronte alla dedizione per la Patria e all'onore. Guerrieri in battaglia, abili, agili, forti, impavidi e guerrieri nella vita, questi personaggi che evocano antiche leggende e antiche tradizioni. Attraverso il punto di vista di ciascuno di loro e attraverso i loro sentimenti e le loro emozioni noi spettatori possiamo scivolare nel nucleo della filosofia orientale e la sua ricerca dell'essenza delle cose oppure essere catapultati nel disastro e nell'orrore di un conflitto, di qualsiasi conflitto. Il cinema di questo regista è ancora una volta fascinazione e riflessione. Riflessione sul senso della Guerra e riflessione sul recupero dei valori importanti. Fascinazione per l'uso assolutamente poetico del colore - il blu per la malinconia, il verde per il ricordo,ad esempio - e fascinazione per l'uso degli effetti speciali imponenti, ma mai fini a se stessi, dei suoni e del commento musicale. L'Arte cinematografica qui si coniuga con l'Arte in generale: la pittura, il teatro, la poesia per un'opera ricca esteticamente e ricca di pensieri.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 12 aprile 2011
meltdown

Hero è la storia di una vendetta mancata, di Senza Nome che vuole vendicare la sua terra conquistata dalle truppe imperiali, con la collaborazione dei tre più temibili nemici dell'imperatore. Tuttavia parlare di una semplice storia è riduttivo, poiché Hero è per una buona metà un inganno ai danni dell'imperatore (e dello spettatore) al quale viene propinata una versione dei fatti necessaria al compimento [...] Vai alla recensione »

martedì 5 maggio 2009
giulia-livilla

dopo aver visto il film HERO,niente di quello che mi ha trasmesso può essere descritto con facili parole.il fattore importante che questo genere di film può far intravedere al pubblico è la capacità di trasmettere grande senso di rispetto e dignità per coloro che muoiono per il loro popolo, per la ragione più giusta, per un bene migliore!!nessuno decide di morire per qualcuno o qualcosa se non per [...] Vai alla recensione »

martedì 23 aprile 2013
Marta Scattoni

Poetico e dal punto di vista scenografico esteticamente straordinario, "Hero" (Ying xiong, 2002) di Zhang Yimou è un coinvolgente apologo wuxia sulla nascita della Cina da un'originaria frammentazione di 7 regni in feroce conflitto tra loro: attorno al I s.a.C. infatti il re di Qin muove guerra ai regni vicini in prospettiva di farlo anche con tutti gli altri regni; per tali bellicosi [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 ottobre 2010
Paola Di Giuseppe

Indubbiamente sfarzoso ma capace di quella leggerezza orientale che incanta senza sopraffare, Hero è un prodotto del genere wu-xiapan che attrae per la spettacolarità delle scene, il cromatismo perfetto, la bellezza distribuita a piene mani dei corpi, dei volti, dei costumi, delle chiome fluttuanti, l’eleganza coreografica dei duelli e l’inventiva esuberante della regia nel movimento delle masse, nel [...] Vai alla recensione »

domenica 14 marzo 2010
trick'r treat

Mamma che bello! E' pura poesia.. Come in ogni suo film Yimou dedica tutta la sua passione nelle scenografie, che sono impeccabili! Tutto stupendo!

sabato 29 settembre 2012
ziopatrizio

Film capolavoro... difficile da riassumere... metaforico, epico, espressionista. Da vedere assolutamente!

lunedì 28 novembre 2016
ARISTOTELES

 Film come questo,come "La Tigre e il Dragone" o "La Foresta dei Pugnali Volanti" mi piacciono tantissimo anche quando mi capita di rivederli per l'ennesima volta. Comprendo chi afferma che c'è qualche sbavatura nella sceneggiatura ma non credo che questo possa inficiare in alcun modo la qualità del prodotto finale, in una pellicola che si potrebbe definire [...] Vai alla recensione »

sabato 8 ottobre 2016
RENZO SERRA

Il contenuto fondamentale di Hero è il valore della pace che supera quello dell'amicizia, dell'amore e della vita in quanto rappresenta la lotta alla massima sciagura che distrugge ogni forma di benessere. Questo valore corrisponde al principio informatore della filosofia confuciana che per raggiungere la pace indica il percorso di crescita dell'Uomo superiore non nel dominio ma nel servizio.

martedì 15 gennaio 2013
Mirko77

Un film che rimane nella memoria, vuoi per le spettacolari scene di battaglia, vuoi per l'intrigante alternaranza di punti di vista dei protagonisti (ognuno caratterizzato da un diverso uso del colore), e vuoi anche per il messaggio di stampo taoista. Un film che è eccessivo, ma che riesce a rimanere sempre nelle righe del verosimile. Un film che prospetta una visione accentratrice della [...] Vai alla recensione »

sabato 6 febbraio 2010
Travis_Bickle

Bellissima lo storia. Bellissima la regia. Bellissimi i colori. Peccato che il film risulti a tratti lento e la sceneggiatura non convinca al 100%. Bel film. Da vedere.  I combattimenti ricordano Kill Bill di Tarantino.

giovedì 7 gennaio 2010
Marco TN

Mi rivolgo a coloro che non hanno apprezzato il film. Forse il mio interesse verso altre forme artistiche condiziona anche il giudizio, ma credo che questo lavoro possa essere difficilmente compreso allontanandolo dalla forma e dai contenuti del balletto classico. Chi non ama Tchaikowsky difficilmente troverà gradevole Hero. La trama è meccanica e banale.

mercoledì 9 marzo 2011
Keanu

Un buom film che però mi ha convinto poco. Molto bello i giochi di colori e niente male nemmeno le scenografie e i costumi. Tuttavia resta un film debole, con una storia fiacca, degli interpreti poco convincenti e di un ritmo lento e prolisso. Molto meglio La tigre e il dragone !

lunedì 6 luglio 2009
shining

semplicemente straordinario

Frasi
"LA PERSONA CHE PIU' COMPRENDE IL MIO PENSIERO E' L'UOMO CHE CONSIDERO IL MIO PIU' GRANDE NEMICO"
Una frase di Re di Qin (Daoming Chen)
dal film Hero - a cura di Gillo
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Mauro Carli
Il Manifesto

Film politico che fu in gara a Cannes 2003, meraviglioso esempio di cappa e spada danzante. Nella Cina pre imperiale del 221 a.C. , protagonista il kamikaze, colui che si sacrifica per un ideale superiore. Hero sprigiona la tragedia della pace e lascia tutti ammutoliti sull'essere altro, sospesi in cielo come i maestri delle arti marziali. Delirio onirico da playstation per il regista abituato a piccoli [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Questo magnifico kolossal in costume, presentato a Berlino e candidato all'Oscar nonché incomprensibilmente sigillato per due anni nei depositi distributivi nostrani, ricostruisce un passato grandioso e allude ai minacciosi conflitti nazionalisti assai più vicini nel tempo. Esaltato dall'uso labirintico di autocitazioni e flasback, «Hero» cancella ogni diligenza calligrafica per trasformarsi in una [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Mai estetismi, sempre nobili valori estetici; mai bellurie, sempre pura bellezza. Grandioso e meraviglioso, «Hero» (Eroe) di Zhang Yimou, il regista cinquantaquattrenne di «Lanterne rosse», fa dimenticare certo piccolo realismo o pseudorealismo quotidiano del cinema borghese occidentale, resuscita l'epica, comunica pensieri alti: l'eroe è colui che anche nelle circostanze più difficili sa assolvere [...] Vai alla recensione »

Antonio Valenzi
L'Indipendente

Intriso di una dimensione epica che si evince sin dal titolo e dai non-nomi dei protagonisti (Senza Nome, Spada Spezzata, Cielo, Neve che Vola), il film di Zhang Yimou si concentra nella Cina del Terzo secolo a.C. quando era ancora imprigionata nel periodo storico degli Stati Guerrieri, fin quando uno dei re non inseguì il sogno dell’unità. Con l’impianto narrativo tra il cinema ‘di genere’ anni ’70 [...] Vai alla recensione »

Marco Giusti
Il Venerdì di Repubblica

Il duello iniziale di Hero, il primo film di wuxia, cioè di arti marziali realizzato da Zhang Yimou, forse il più celebrato regista cinese della sua generazione dopo i successi di Lanterne rosse o Non uno di meno (ma ha anche vinto Cannes nel 1994 con Vivere e Venezia nel 1992 con La storia di Qiu Ju), ci offre da subito le sue molte chiavi di letture.

Redazione
Film TV

DUE WUXIAPIAN, O SWORDPIAY, PER DIRLA ALL’INGLESE, PER CAMBIARE LE COORDINATE DEL PROPRIO CINIEMA. Il più famoso e popolare cineasta orientale in Occidente, Zhang limou, ha, infatti, deciso di cambiare definitivamente registro tre anni fa quando il progetto di Hero prese corpo grazie all'interessamento di Bill Kong, già produttore de La tigre e il dragone e tramite la Miramax di Harvey Winstein. Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Per il suo primo "wuxia", fantasia di arti guerriere, Zhang Yimou ha scelto una delle leggende sulla nascita della Cina. Duemila anni fa. Il re Qin vuole unire i sette regni e dare origine a un grande impero; gli altri sovrani assoldano killer d'élite per eliminarlo. E’lo stesso soggetto già messo in scena dal suo maestro Chen Kaige nell'"Imperatore e l'assassino"; ma con l'aggiunta di un quarto [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Attenzione alla dicitura “il film più costoso mai prodotto in...”. Dietro ogni film che vanta un budget eccezionale c’è qualcuno che ha deciso di allargare i cordoni della borsa. E se ampiezza di mezzi è da sempre sinonimo di resa spettacolare, le ragioni commerciali nascondono spesso calcoli politici. Tanto più se, come in questo caso, il film in questione viene dalla Cina anche se è targato Miramax [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

Esce in Italia con due anni di ritardo Hero, il primo film di «cappa e spada» del regista cinese Zhang Yimou. Il suo nome è legato a film intensi, bellissimi e impegnativi, come Lanterne rosse e La storia di Qiu In (tutti variamente premiati in festival internazionali). Ora si confronta con il genere dei generi in terra d’Oriente: il cappa e spada appunto, o «wuxiapian».

Piera Detassis
Ciak

Cieli anneriti da stormi di frecce al cui seguito vola la macchina da presa, costumi e tendaggi smossi dalla furia della lotta, ideogrammi violenti tracciati con l’inchiostro rosso nella luce cangiante e metallica firmata da Chris Doyle, il direttore della fotografia australiano che ha fatto la leggenda del cinema di Hong Kong. E ancora duelli kung fu che sfidano ogni legge di gravità tra foglie che [...] Vai alla recensione »

Pier Maria Bocchi
Film TV

Sorvoliamo sull’ apparato promozionale italo-occidentale, con quel «Quentin Tarantino presenta» come ipoteca di capolavoro “a prescindere” e sugli aspetti politici, peraltro discutibili. Lasciamo perdere La tigre e II dragone, ed è meglio lasciar perdere pure Rashomon. Cancentriamoci invece sulla forma e sul suo significato interno, su cui comunque pare puntare Zhang Yimou.

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

La sua storia la colloca in evi lontani quando la Cina era divisa in sette regni e uno dei re, quello di Qin, aspirava a unificarli per diventare, come poi divenne, il primo imperatore cinese. Gli altri re, però, conoscevano il suo progetto e, per sventarlo, gli mandavano di continuo dei sicari per assassinarlo. Tre di questi erano fra i più pericolosi, ecco così il re di Qin spedire, per eliminarli, [...] Vai alla recensione »

NEWS
CELEBRITIES
martedì 15 luglio 2008
Stefano Cocci

Con Rogue il solitario torna la star di Pechino Con il termine "wushu" si possono intendere le arti marziali cinesi oppure, con un'ardita sineddoche, si può semplicemente dire Jet Li. È lui la stella più brillante del firmamento cinematografico cinese, [...]

winner
premio alfred bauer
Festival di Berlino
2003
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