'mox'
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mercoledì 20 ottobre 2010
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comicità involontaria senza equilibrio
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Dopo la terza guerra mondiale, l'umanità si rende conto che non è il caso di rischiarne una quarta. Sotto la guida del Padre, la città di Libria trova la soluzione in una droga che annulla le emozioni umane, e con esse il rischio di turbare "l'equilibrio". Per reprimere il crimine di emozione e combattere la resistenza, è istituito il corpo speciale dei Cleric del Grammaton, che compie periodiche incursioni al di fuori dei confini di Libria (nel cosiddetto "Inferno") in cerca di libri, dischi, cagnolini, oggetti antichi... insomma tutto ciò che può suscitare sentimenti.
Quel che manca a questo film è per l'appunto l'equilibrio.
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Dopo la terza guerra mondiale, l'umanità si rende conto che non è il caso di rischiarne una quarta. Sotto la guida del Padre, la città di Libria trova la soluzione in una droga che annulla le emozioni umane, e con esse il rischio di turbare "l'equilibrio". Per reprimere il crimine di emozione e combattere la resistenza, è istituito il corpo speciale dei Cleric del Grammaton, che compie periodiche incursioni al di fuori dei confini di Libria (nel cosiddetto "Inferno") in cerca di libri, dischi, cagnolini, oggetti antichi... insomma tutto ciò che può suscitare sentimenti.
Quel che manca a questo film è per l'appunto l'equilibrio. Una rivisitazione di Farenheit 451 senza spunti originali, poco credibile e condita con un'azione esasperata a base di improbabili saggi di arti marziali, potrebbe anche starci. Ma per essere un buon prodotto di puro entertainment senza troppe pretese, avrebbe bisogno di un minimo di autoironia. Invece Equilibrium è un film caricaturale che si prende maledettamente sul serio.
La cosa migliore è forse la scelta di Christian Bale per l'interpretazione di un personaggio del tutto inespressivo. Gli riesce benissimo.
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khouran
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mercoledì 16 agosto 2006
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colpa della ricetta o del cuoco?
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Suppongo che già si gridi alla scopiazzatura. Ma ormai lo si fa di continuo, incuranti del fatto che anche i film a cui Equilibrium rimanda (Matrix per citarne uno, Minority Report se vogliamo, Fahreneit 451 senza ombra di dubbio) sfruttano un'idea di fondo che non è affatto innovativa. Dittatura e totalitarismo non sono certo idee nuove, e pazienza se Goebbels non aveva a disposizione i megaschermi alla sua epoca. Il film di per sé non è di certo un capolavoro, mettiamolo in chiaro fin dal principio, ma forse per una volta vale la pena di andare a vedere oltre le scazzottate fotoniche in cerca di qualcosa di più. Il soggetto di per sé non è affatto malvagio e possiede anche una buona dose di originalità, che purtroppo si stempera nella scadente realizzazione.
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Suppongo che già si gridi alla scopiazzatura. Ma ormai lo si fa di continuo, incuranti del fatto che anche i film a cui Equilibrium rimanda (Matrix per citarne uno, Minority Report se vogliamo, Fahreneit 451 senza ombra di dubbio) sfruttano un'idea di fondo che non è affatto innovativa. Dittatura e totalitarismo non sono certo idee nuove, e pazienza se Goebbels non aveva a disposizione i megaschermi alla sua epoca. Il film di per sé non è di certo un capolavoro, mettiamolo in chiaro fin dal principio, ma forse per una volta vale la pena di andare a vedere oltre le scazzottate fotoniche in cerca di qualcosa di più. Il soggetto di per sé non è affatto malvagio e possiede anche una buona dose di originalità, che purtroppo si stempera nella scadente realizzazione. Ho letto Farheneit alle medie e l'ho trovato assolutamente geniale. Ma geniale non era la struttura di fondo - la storia racconta da anni di traditori e dittature - bensì l'idea di associare il pompiere - figura positiva ai limiti dell'eroismo - a quella dell'integerrimo e truce braccio di una legge perentorea. E'uno schiaffo letterario splendido. Nel soggetto di Equilibrium i punti di forza potevano essere due: la soppressione delle emozioni e la struttura statale imperniata su uno stile delle religiose. L'idea del monaco-poliziotto è buona, un'originale miscela di tecniche da santone e tradizione investigativa. In cosa si perde dunque Equilibrium? Si perde nell'ira facile di chi non dovrebbe provare emozioni e nel modo pateticamente esagerato in cui si esprimono quando le si sono ri-guadagnate; soprattutto si perde nel tentativo grossolano e irritante di confondere le pacchianerie da rigattiere con catalizzatori di emozioni. Si salvano molti particolari ben riusciti: dagli autocarri monocromatici alle uniformi anonime dei soldati (gli Assaltatori Imperiali di Guerre Stellari insegnano); dai palazzi gotici alle repressioni violente ed incessanti, che per una volta avrebbero anche un senso. Andrebbero invece gettati altrettanti particolari osceni, dalle tuniche dei monaci-piedipiatti agli scontri duecento contro uno. Allo stesso modo andrebbe gettato anche il finale del film, che distrugge completamente quel poco di buono riuscito a raccimolare nei minuti precedenti. Una buona dose di diabetico volemosebbene per una conclusione che avrebbe invece meritato di essere amara e tetra. Distinta la Watson, pur relegata in una parte molto inconsistente e poco più che sufficiente Bale, costretto a mettersi a piangere disteso sul marciapiede. Per concludere, che dire? Un'occasione sfumata. Ma non posso fare a meno di mettermi per qualche momento nei panni di Wimmer: più psicologia e meno pallottole attirerebbero comunque le frotte di teen-agers golosi di pop-corn e di salti mortali della Jovovich come in Ultraviolet?
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