onufrio
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mercoledì 15 maggio 2019
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e se poi te ne penti?
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Commedia sentimentale che affronta la nascita di un amore e la decisione di unirsi in matrimonio. Ma è davvero questa la scelta giusta? chi è in grado di deciderlo? Sull'altare, Don Livio (Gennaro Nunziante, regista dei film di Checco Zalone) porrà una serie di domande e perplessità sia ai futuri sposi che agli invitati. Nel frattempo, la storia d'amore ci viene raccontata nel proseguimento degli anni, la nascita del figlio, il lavoro, e le piccole/grandi crisi di coppia.
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dario
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martedì 2 agosto 2016
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indigesto
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Una boiata pazzesca. Un film girato come la pubblicità del Mulino Bianco, con attori svogliati e ridotti a macchiette. Ritmo lento, vicende scontate, sceneggiatura a zero. Noia e rabbia: il cinema è un'altra cosa. Coprodotto con la Rai, il che signifikca che D'Alatri, o chi per lui, ha messo le mani nelle nostre tasche per realizzare una schifezza del genere. Soldi buttati!
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tatiana micaela truffa
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lunedì 11 novembre 2013
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amore e inquietudine
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Buona recitazione, inquadrature originali ed un finale ad effetto sono gli ingredienti di questo film che in modo crudo e romantico assieme racconta le vicende che una coppia qualunque si trova ad affrontare, a partire dalla prima fase di innamoramento e passione, per poi attraversare le varie difficoltà della vita, complici le interferenze - talvolta a supporto, talvolta deleterie - degli amici.
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fiora95@live.it
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sabato 9 novembre 2013
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più che casomai lo definirei niente di che!
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Sono uno studente di quinta liceo, questo film ce la fatto vedere la prof di religione qualche giorno fa a proposito del tema del matrimonio, delle relazioni di come nascono e si sviluppano etc. Mi sono cascate le braccia. Dialoghi per lo più pessimi, piatti e vacui. Una prima prova di Fabio Volo totalmente mediocre. Sì si può dire: Volo è, ed è sempre stato, sopravvalutato esageratamente. L'unico personaggio del film che salva la storia e la pellicola in generale è Stefania Rocca, la quale invece si conferma una delle migliori attrici italiane dell'ultimo decennio o poco più. Il colore, la sceneggiatura, le musiche sono di per sè l'emblema e il frutto bacato di un post-anni Novanta triste, opprimente e senza senso.
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Sono uno studente di quinta liceo, questo film ce la fatto vedere la prof di religione qualche giorno fa a proposito del tema del matrimonio, delle relazioni di come nascono e si sviluppano etc. Mi sono cascate le braccia. Dialoghi per lo più pessimi, piatti e vacui. Una prima prova di Fabio Volo totalmente mediocre. Sì si può dire: Volo è, ed è sempre stato, sopravvalutato esageratamente. L'unico personaggio del film che salva la storia e la pellicola in generale è Stefania Rocca, la quale invece si conferma una delle migliori attrici italiane dell'ultimo decennio o poco più. Il colore, la sceneggiatura, le musiche sono di per sè l'emblema e il frutto bacato di un post-anni Novanta triste, opprimente e senza senso. Come ho detto poc'anzi i dialoghi sono fastidiosamente superficiali e NON brillanti. I luoghi comuni sovrastano lo spettatore: forse per questo è piaciuto a molti. Bah! Film sul matrimonio, sulle difficoltà che sorgono all'interno di una relazione e sull'amore in bilico in generale ce ne sono molti e sicuramente ce ne sono di nettamente migliori, sotto ogni aspetto del Cinema in senso stretto, come, ad esempio, Blue Valentine di Cianfrance. Blue Valentine, sì, si può dire, si trova su un'altro pianeta, il pianeta del bello e del dilettevole, rispetto a Casomai che invece non merita 3,27 stelle. Per favore ragazzi e ragazze distinguete, discernete, i buoni film da ciò che non merita in tutto e per tutto, da ciò che destabilizza le proprie papille gustative relative al Cinema, perchè un film come Casomai non deve essere ricordato, tranne che per la sua bassezza. (questa è la mia opinione, giusta o giusta che sia). Guardatelo!
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gianni lucini
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mercoledì 21 settembre 2011
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un grillo, un prete ed elisa
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Racconta il regista Alessandro D’Alatri che quando lui e Anna Pavignano hanno incominciato a lavorare alla sceneggiatura di Casomai non pensavano di utilizzare un personaggio come quello di Don Livio. L’idea originaria era quella di puntare su una voce fuori campo, una sorta di coscienza che riaffiorasse di tanto in tanto per tirare le somme, mettere in guardia e suggerire il senso dei fatti narrati Poi, come dice lo stesso D’Alatri «…abbiamo iniziato a immaginare la figura di questo prete insolito, che vive ai margini della società, portatore di una visione differente delle cose, probabilmente un prete "scomodo"…».
Senza nulla togliere alla forza delle musiche originali firmate da Pivio e Aldo De Scalzi il film resta impresso anche per due brani trascinanti interpretati da Elisa.
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Racconta il regista Alessandro D’Alatri che quando lui e Anna Pavignano hanno incominciato a lavorare alla sceneggiatura di Casomai non pensavano di utilizzare un personaggio come quello di Don Livio. L’idea originaria era quella di puntare su una voce fuori campo, una sorta di coscienza che riaffiorasse di tanto in tanto per tirare le somme, mettere in guardia e suggerire il senso dei fatti narrati Poi, come dice lo stesso D’Alatri «…abbiamo iniziato a immaginare la figura di questo prete insolito, che vive ai margini della società, portatore di una visione differente delle cose, probabilmente un prete "scomodo"…».
Senza nulla togliere alla forza delle musiche originali firmate da Pivio e Aldo De Scalzi il film resta impresso anche per due brani trascinanti interpretati da Elisa. Si tratta di Dancing e, soprattutto, di Heaven out of hell, una canzone che fa anche da formidabile apripista per Then comes the sun, il terzo album della cantante friulana dopo i successi di Pipes & Flowers del 1998 e Asile’s world del 2000. Il rapporto tra Elisa e il regista Alessandro D’Alatri non termina con l’uscita nelle sale del film. Sarà infatti lo stesso D’Alatri a firmare la regia del video di Heaven out of hell.
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molinari marco
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giovedì 8 settembre 2011
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la tentazione del matrimonio
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Quanti luoghi comuni circolano intorno al matrimonio? Che è la tomba dell’amore, che la passione diviene soltanto un antico ricordo una volta che sopraggiungono i figli, che di tanto in tanto una scappatella può far bene per rinsaldare il rapporto, e chi più ne ha più ne metta. Ognuno di noi ha la sua battuta ad effetto da sparare in una serata tra gli amici per bastonare la più illogica tra le unioni sentimentali, ma l’unica disponibile in natura per cementare un legame, a tal punto da far venire l’acquolina in bocca a chi non ne può usufruire (vedi le coppie omosessuali). Forse perché, per quanto assurda, il matrimonio resta forse l’unica vera scelta che è ancora in grado di far responsabilizzare due esseri viventi.
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Quanti luoghi comuni circolano intorno al matrimonio? Che è la tomba dell’amore, che la passione diviene soltanto un antico ricordo una volta che sopraggiungono i figli, che di tanto in tanto una scappatella può far bene per rinsaldare il rapporto, e chi più ne ha più ne metta. Ognuno di noi ha la sua battuta ad effetto da sparare in una serata tra gli amici per bastonare la più illogica tra le unioni sentimentali, ma l’unica disponibile in natura per cementare un legame, a tal punto da far venire l’acquolina in bocca a chi non ne può usufruire (vedi le coppie omosessuali). Forse perché, per quanto assurda, il matrimonio resta forse l’unica vera scelta che è ancora in grado di far responsabilizzare due esseri viventi. Ed è quello che tenta di dirci D’Alatri con questa sua opera, paragonando il matrimonio al feeling che si crea tra una coppia di pattinatori sul ghiaccio: una intesa, di intenti e di movimenti, indispensabile per non cadere con il fondoschiena per terra in quello che appare un terreno pericolosamente scivoloso. La coppia che prendiamo in esame è formata da Fabio Volo e da Stefania Rocca e l’ambientazione fa leva su Milano che nelle commedie italiane dà sempre un tocco un tantino snob, differenziandole da quelle di marca capitolina per un’aria che potremmo definire più sofisticata, tanto da farle sembrare a tratti una brutta copia delle commedie newyorkesi di matrice alleniana. Il regista ce le mette davvero tutta (e bisogna ammettere che ce la fa) per farci venire a noia il matrimonio o per terrorizzarci alla sola idea, agendo per contrasto attraverso una cascata interminabile di microscene e delle quali le uniche che sembrano funzionare per davvero sono quelle in cui si affastellano i pareri contrastanti dei vari personaggi di contorno. Scene che si susseguono ad un ritmo martellante e cariche di una narratività quasi snervante, ai limiti della sopportabilità e che non lasciano spazio alcuno all’immaginazione, o all’intuizione che dir si voglia. Come se lo spettatore fosse un bambino che deve essere imboccato dall’inizio alla fine del pranzetto, per paura di correre il rischio che possa morire di fame a causa dell’incomprensione. Dimenticando, però, che l’effetto collaterale potrebbe essere l’indigestione. Ad ogni modo il finale, per fortuna, si avvale di un colpo di cinema da mestierante che strizza di sfuggita l’occhio all’Ultima tentazione di Cristo di Scorsese e nel quale Gennaro Nunziante, nelle insolite vesti di un parroco provincialotto, enumera una piccola tesi sociologica che seppur elementare, almeno ci consente d emettere un sospiro di sollievo, spezzando sia una lancia a favore del matrimonio e, soprattutto, risparmiandoci, di andare a sbattere con il fondoschiena per terra non appenda abbandoniamo la nostra comoda poltrona. Voto finale: due stelle e mezza.
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nigel mansell
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lunedì 17 gennaio 2011
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ottima la costruzione narrativa
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Ottima la costruzione narrativa e Volo che è anche più bravo della Rocca.
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voncio83
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venerdì 22 ottobre 2010
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perche' sposarsi?
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Chiesetta in montagna per due innamorati della 'metropoli'? Sono cose che succedono davvero - me l'hanno raccontano i parroci di simili parrocchie montanare. Tutto dev'essere come in una fiaba, tutto romantico - anche la chiesa, se proprio si deve sposare. Esistono veramente dei parroci che conducono una vita come quella descritta nel film. In chiesa vengono soltanto le vecchie 'pie donne' - roba d'altri tempi, ormai. La preparazione/formazione al matrimonio si fa in fretta e in modo superficiale e il rito in chiesa lo si fa per fare contenti i parenti - vale lo stesso anche per i funerali in chiesa, ormai qui da noi. E non importa se il sacerdote sia un po' fuori le righe - lo e' anche il film, se e' per questo - perche' ci sono delle cose che vanno chiarite, ci sono delle domande che vanno affrontate.
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Chiesetta in montagna per due innamorati della 'metropoli'? Sono cose che succedono davvero - me l'hanno raccontano i parroci di simili parrocchie montanare. Tutto dev'essere come in una fiaba, tutto romantico - anche la chiesa, se proprio si deve sposare. Esistono veramente dei parroci che conducono una vita come quella descritta nel film. In chiesa vengono soltanto le vecchie 'pie donne' - roba d'altri tempi, ormai. La preparazione/formazione al matrimonio si fa in fretta e in modo superficiale e il rito in chiesa lo si fa per fare contenti i parenti - vale lo stesso anche per i funerali in chiesa, ormai qui da noi. E non importa se il sacerdote sia un po' fuori le righe - lo e' anche il film, se e' per questo - perche' ci sono delle cose che vanno chiarite, ci sono delle domande che vanno affrontate. Certo, e' assai improbabile che un immigrato africano faccia da organista - anche se questa sorta di integrazione non sarebbe niente male - come e' anche improbabile che ci sia il rinfresco in chiesa oppure che la messa nuziale si tiri cosi' per le lunghe, pero' gli argomenti affrontati sono si', veri. Un prete deve dire qualcosa, non conoscendo la coppia, i loro amici e parenti - deve inventarsi qualcosa di originale da dire anche nella vita reale (me lo ha raccontato anche un mio confratello sacerdote, di come si e' aiutato con una palla da basket e una da tennis per spiegare l'equlibrio precario del matrimonio). Nella vita reale di una simile parrocchia, il parrocco deve fare anche il muratore, deve tagliare la legna ecc. Le solide basi del matrimonio oggi non sono piu' solide, i genitori degli sposi si separano anche nella vita reale e non si incontrano mai, se non al matrimonio (o all'ordinazione, a un funerale, un battesimo...). I genitori non fanno crescere i propri figli in persone mature e responsabili. Poi quando questi prendono un impegno, subito gli dicono che finira' male, che magari il loro matrimonio fallira' come e' gia' successo a loro... Oppure non gli piace il fidanzato/la fidanzata perche' non e' secondo le loro aspettative. Poi succede spesso che si con uno/una, si sposino anche gli amici. Potrei elencare a non finire.
Sono imporatnti le questioni sociali, offerte dal film. Le malattie mentali, i pregiudizi sui trans e le prostitute. La carriera a tutti i costi, i 'workaholic', l'aborto, andare per forza in discoteca o al cinema per divertirsi, la convenienza finanziaria e fiscale del divorzio, i buchi nel sistema giudizierio e sociale, la moda a tutti i costi.
Il film mostra, come certi valori siano inattaccabili, se una societa' vuole sopravvivere. Il film ci insegna che l'amore non e' soltanto romanticismo, un sentimento... Nella vita bisogna assumersi delle responsabilita', prenedere delle decisioni, bisogna combattere - insieme. Ci mostra anche che non sono le cose materiali a far funzionare un rapporto. Ci sono delle cose che soffocano l'amore.
La fine mi piace, anche se e' irreale. L'importante e' il messaggio: "D'ora in poi il tuo migliore amico sara' tuo marito, la tua migliore amica sara' tua moglie. E non sono gli altri che possono sposarsi al vostro posto, ma dovete farlo proprio voi due".
Poi, su certe questioni si puo' anche dibattere tra amici, ma ogni coppia ha nache bisogno di privacy e ci sono delle cose che non si possono condividere con gli amici. Dice il proverbio: "Tra moglie e marito non mettere il dito". E dice don Camillo: "Tra moglie e marito non mettere il Partito".
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stefano73
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mercoledì 4 agosto 2010
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il film sull'amore oggi
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semplicissimo, godibile, spontaneo, nostrano, vero come pochissimi altri film sull'amore sanno fare. Questo continuo rimbalzare tra la loro vita e la cerimonia scorrono sagge e veraci. Il discorso poi del prete a fine film è un capolavoro. Film che ha cambiato il mio modo di vedere il matrimonio e l'Amore. Grandiosi!
[+] mi dispiace ma non ne capisci molto di films.
(di elpaso11)
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nexus
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martedì 30 marzo 2010
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bel film
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Un film straordinario che ci ricorda la "fatica" della vita di coppia. La vita come una lastra di ghiaccio dove malgrado ciò bisogna fare continuamente delle evoluzioni. Ma ci riusciamo solo se ci aiutiamo e sosteniamo con l'altro partner.
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